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Autore: Barby_Ettelenie_91    05/03/2022    5 recensioni
Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum Ferisce più la penna
 
“Buonasera Estel.”
Quasi ad averlo evocato, l’elfo oggetto dei suoi pensieri si palesò davanti a lui.
Le labbra di Aragorn che stringevano ancora la pipa s’incurvarono in un impercettibile sorriso.
“Come mi hai trovato?” chiese mentre Legolas si sedeva accanto a lui.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa alla challenge di San Valentino #comeasyouarenot2022 del gruppo Facebook Non solo Sherlock – gruppo eventi multifandom

Prompt di _aivy_demi_

Legolas/Aragorn – Erba pipa di mezzanotte

 

 

 

Aragorn passeggiava nel bosco, per poi sedersi contro il tronco di un albero vicino al torrente. Sospirando, accese la sua pipa per poi rivolgere lo sguardo al cielo stellato. Tanti pensieri agitavano la sua mente, che nemmeno il dolce cullare dell’acqua riusciva a calmare del tutto.

Erano mesi ormai che sire Thranduil gli aveva concesso di restare nelle sue terre per migliore l’arte del combattimento allenandosi con i suoi guerrieri.

Abituato a viaggiare senza mai fermarsi a lungo in un posto, aveva conosciuto tante persone, ma mai stretto dei legami veri e propri, finché non si era stabilito, almeno fino a quel momento, nel Bosco di Foglieverdi.

Aveva fatto amicizia con i suoi compagni d’armi, con gli insegnanti, e pure con qualche giovane ancella, a cui molto probabilmente però aveva spezzato il cuore, negandosi alle sue avances non proprio amichevoli.

E poi c’era Legolas. Nonostante un primo incontro piuttosto rocambolesco, il principe era la persona a cui si era più affezionato da quando si trovava nel regno degli elfi.  Ed era proprio quell’amicizia a rendere il suo cuore inquieto, perché sapeva bene che quel legame presto o tardi avrebbe causato molte sofferenze a entrambi, se non avesse cominciato a prenderne le distanze, prima che fosse troppo tardi.

Aragorn soffiò una nuvoletta di fumo verso il cielo scuro, ripensando al giorno in cui lui e Legolas si erano conosciuti.

Era appena giunto nel regno degli elfi.

Si stava dissetando al fiume quando una voce autoritaria lo fermò.

“Che cosa ci fa un ramingo oltre i nostri confini?”

Quando si voltò vide un elfo dai lunghi capelli d’oro, gli occhi azzurri come l’acqua che sembravano volessero leggergli dentro.

“Mi chiamo Granpasso, vengo dal Nord. Da tempo desideravo ammirare il Bosco di Foglieverdi e conoscere il suo popolo, per questo desidero incontrare Sire Thranduil, per avere il suo permesso di poter restare per qualche tempo nelle sue terre.”

L’elfo lo fissò per accertarsi che dicesse la verità, poi annuì.

“Va bene, allora ti condurrò al palazzo da mio padre.”

Aragorn rimase molto sorpreso da quella rivelazione.

“Io sono Legolas, figlio di Thranduil, e principe di questo regno.” Si presentò allora l’elfo divertito davanti al suo stupore. “Ora, se vuoi seguirmi.”

“Buonasera Estel.”

Quasi ad averlo evocato, l’elfo oggetto dei suoi pensieri si palesò davanti a lui.

Le labbra di Aragorn che stringevano ancora la pipa s’incurvarono in un impercettibile sorriso.

“Come mi hai trovato?” chiese mentre Legolas si sedeva accanto a lui.

“Ho sentito l’odore.”

Davanti allo sguardo confuso dell’uomo Legolas rise.

“L’odore dell’erba pipa! Gli elfi non sono soliti intrattenere simili passatempi tipici degli uomini.”

Aragorn annuì a quella semplice spiegazione. “Tu invece hai mai provato?” aggiunse poi incuriosito.

“No, non mi sono mai interessato a queste cose.”

“Beh c’è sempre una prima volta!” esclamò allora l’uomo allungandogli la pipa.

Legolas dubbioso la prese portandola alle labbra, ma un attimo dopo si ritrovò a tossire il fumo che aveva inspirato.

“Devo dire che non fa proprio per me!” commentò con voce ancora flebile prima di restituirla al suo proprietario.

Aragorn ridacchiò della scena, per poi ritornare serio, la pipa di nuovo in bocca e lo sguardo che fissava un punto indefinito davanti a sé.

“Che cosa turba il tuo cuore?” gli chiese l’elfo appoggiandogli una mano sulla spalla.

Aragorn si ridestò di colpo, sottraendosi a quel contatto.

“Niente… è solo la stanchezza che la sera si fa sentire, sia nel corpo che nello spirito! Io non sono come voi, sono solo un comune mortale!”

Per quanto le parole possano essere convincenti, gli occhi non mentono mai, e lo sguardo che Aragorn cercò di non mostrare a Legolas diceva l’esatto contrario.

“Estel, non fingere con me. Sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa.”

Il ramingo sbuffò un’ultima nuvoletta di fumo sospirando combattuto. I Valar soli sapevano quanto avrebbe voluto rivelargli i suoi sentimenti!

“Estel, per favore, parla!”

“Legolas, non posso! Non voglio che tu soffra per colpa mia...”

“Ma cosa dici… tu non potresti mai farmi soffrire!”

Aragorn a quel punto si alzò di scatto per allontanarsi, ma l’elfo gli afferrò un polso impedendogli di andarsene.

Aragorn tornò a malincuore a sedersi, lasciando infine che i suoi occhi incontrassero quelli di Legolas.

L’elfo si perse in quello sguardo limpido cominciando a capire cosa lo stesso turbando. Come aveva potuto non accorgersene prima? Forse perché in fondo al suo cuore aveva sempre saputo che il loro legame era speciale, diverso da quello che aveva con gli altri elfi.

Aragorn spalancò gli occhi dalla sorpresa quando sentì le labbra di Legolas sulle sue. Mai avrebbe pensato che il principe degli elfi avrebbe potuto ricambiare i suoi sentimenti.

Un attimo dopo ogni pensiero aveva abbandonato la sua mente, perdendosi nel sapore di quel bacio, che sapeva di erba pipa e di rugiada, ma soprattutto di amore.

   
 
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