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Autore: Vallyrock87    10/03/2022    15 recensioni
[Questa raccolta di One Shot, partecipa alla sfida creativa: Blossom by blossom - the spring begins! indetto dal gruppo fb; Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom]
Quante vite potrebbero vivere due fratelli che in un epoca di guerra si odiano? Quante volte potranno reincarnarsi? Forse tante, troppe, e chissà quante situazioni potrebbero ritrovarsi a vivere e, stranamente sempre insieme, sempre odiandosi oppure essendo uniti più che mai. Che cosa farebbe per esempio se un Sesshomaru adulto si dovesse prendere cura di un Inuyasha bambino come si comporterà nei sui confronti? Tutto questo sarà racchiuso in questa raccolta. Ogni interpretazione di Sesshomaru e ogni interpretazione di Inuyasha, magari anche con caratteri diversi dal solito:
Prompt 1: Gelosia Fraterna.
Prompt 2: Un demone non dovrebbe mai ammalarsi e invece…
Promt 3: Quando il vento smette di soffiare e tutto sembra calmo, e allora che bisogna avere paura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagome/Sesshoumaru, Kagura/Sesshoumaru, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Come sempre un ringraziamento va alla mia beta che mi da un grandissimo aiuto; MoonSuckerlove

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Prompt: Gelosia fraterna by Jeremy Marsh.

Inuyasha quella sera correva per il bosco; si era staccato dal gruppo perché aveva avvertito un odore a lui famigliare. Così, preso da uno scatto d'ira, era corso via sotto lo sguardo attonito di tutti. Kagome, soprattutto, si sentiva ferita, perché credeva che il mezzo demone avesse avvertito la presenza di Kikyo, la sacerdotessa che Inuyasha un tempo aveva amato. I suoi pensieri, tuttavia, non potevano essere più lontani dalla realtà.

Infatti, era un altro l'odore che Inuyasha aveva avvertito: quello del suo fratello maggiore Sesshomaru, perciò si era fiondato nella sua direzione, innervosito e infastidito da quella presenza. Era più forte di lui, non riusciva a non scontrarsi con suo fratello talmente era forte l'odio che li accomunava. Nel momento in cui si trovò al limitare del bosco, lo vide sulla sponda del fiume che, come suo solito, scrutava l'orizzonte. I suoi capelli d'argento, così come la sua Moko-Moko, si muovevano spostati dalla leggera brezza che quella sera soffiava tra le fronde. Inuyasha si guardò intorno per capire se, insieme a lui, ci fossero anche quel rospo malefico del suo servitore, Jaken e la bambina che era solito portarsi dietro.

Inuyasha, ricordava ancora quando lui e Kagome avevano scoperto che il demone si portava dietro una bambina umana. Erano rimasti totalmente spiazzati da quella rivelazione, visto che il demone covava odio verso gli umani; ai loro occhi la cosa sembrava alquanto bizzarra. E nessuno era mai riuscito a darsi una spiegazione a quello strano fenomeno, eppure Rin non era mai stata spaventata da lui.

- Finalmente sei arrivato Inuyasha. – Gli disse Sesshomaru ridestandolo dai suoi pensieri. E in quel momento, il mezzo demone si accorse che il demone si stava avvicinando.

- Dannato, lo hai fatto apposta a farmi sentire la tua presenza, che cosa vuoi? – Ringhiò Inuyasha, rendendosi conto in quell'istante che Sesshomaru era solo.

- È arrivato il momento della resa dei conti. – Disse Sesshomaru, sguainando Tokijin e puntandola al collo del mezzo demone.

Inuyasha fece qualche passo indietro ed estrasse dal fodero Tessaiga che subito si trasformò in una zanna. Il mezzo demone incrociò la lama della sua spada con quella di suo fratello. I due si guardarono con sguardi truci, pieni di odio verso l'avversario.

Sesshomaru, ormai stanco di sentirsi surclassato da quell'essere inferiore quale era suo fratello, quella sera aveva deciso di farla finita e di riprendersi ciò che gli spettava di diritto; ovvero la spada di suo padre, quella con cui si sarebbero potuti uccidere cento demoni in un sol colpo. Quella zanna spettava a lui. A lui che la sapeva usare e non a quell'inetto di Inuyasha che la brandiva a caso senza nemmeno sapere che cosa stesse facendo. Per imparare a capire soltanto come vedere la cicatrice del vento c'era stato bisogno di un suo intervento. Tsk, aveva dovuto anche fargli da insegnante, che umiliazione!

Eppure, il motivo per cui suo padre aveva deciso di dare la sua eredità al fratello proprio non sapeva darselo. Perché sacrificarsi per un' umana e un mezzo demone, che non valevano tanto quanto lui che era il suo legittimo erede? Inuyasha non avrebbe dovuto ereditare nulla da lui, nemmeno lo aveva conosciuto. Il grande generale delle terre dell'ovest era morto per salvarlo e Inuyasha nemmeno se ne rendeva conto.

- Sei soltanto un essere inferiore, che non capirà mai il valore di ciò che ha ereditato. – Disse colpendo con la sua spada la zanna che Inuyasha teneva in mano. I colpi sferrati erano talmente potenti che Inuyasha nemmeno riusciva a rispondere; quindi cercò di ripararsi dietro la propria arma. Ma l'onda d'urto che provocava la lama della spada che toccava la sua lo facevano indietreggiare leggermente.

Inuyasha rimase totalmente sbalordito dalla furia del fratello. Non lo aveva mai visto così infuriato, lo conosceva ormai, sapeva quanto gli desse fastidio il fatto che lui avesse ereditato la zanna della distruzione, mentre a Sesshomaru era andata in eredità la spada sacra, Tenseiga, ed era già ridicolo solo pensare che il demone volesse salvare qualcuno.

- Che cosa sei Sesshomaru? Sei forse geloso che nostro padre abbia dato Tessaiga a me e non a te? – Disse Inuyasha scagliandosi contro il fratello, incrociando le lame a un palmo dai loro visi.

Gelosia, lui Sesshomaru... geloso!? Tsk, neanche per sogno lui non era geloso proprio di nessuno, soprattutto di un mezzo demone come suo fratello.

- Non dire sciocchezze. – Disse il demone facendo pressione sulla lama di Tokijin e allontanando Inuyasha da sé.

Il mezzo demone caricò di nuovo con Tessaiga tra le mani e, nuovamente, venne bloccato dalla spada del demone. Lo scontro continuò per diverso tempo, il rumore dell'impatto delle lame scuoteva il terreno. I loro ringhi si potevano sentire a molti metri di distanza. Sembrò che Sesshomaru stesse aumentando la sua potenza contro il mezzo demone, che cercava di parare tutti i colpi. Ma per quanto Inuyasha ci mettesse tutta la forza possibile non riusciva a contrastare quella del demone davanti a lui, ormai sembrava essere arrivato allo stremo dopo tutto quel tempo passato a combattere, mentre Sesshomaru non sembrava mostrare il minimo segno di cedimento.

- Tu non hai mai conosciuto mio padre, tu non sei degno di portare una cosa sua. – Disse Sesshomaru con gli occhi che stavano diventando color cremisi. – Io avrei voluto battermi con lui, avrei voluto sconfiggerlo così da poter dimostrare di essere il più forte. Ma poi... poi è arrivata quell'insulsa umana e successivamente tu. Lui è morto per... proteggervi e io ho perso l'occasione di potergli dimostrare di essere più forte. Che tu sia dannato Inuyasha. – Ringhiò Sesshomaru, del tutto fuori di sé dalla rabbia.

Ma in quel momento successe qualcosa che il demone non si sarebbe mai aspettato. Inuyasha si era fermato e aveva abbassato la pesante zanna, così anche Sesshomaru si fermò. Il mezzo demone conficcò la lama della spada nel terreno. Il suo sguardo sembrava essere triste o addolorato, Sesshomaru non avrebbe saputo decifrare l'espressione del mezzo demone in quel momento.

- Credi che io non sia almeno un po' invidioso o geloso di te? Tu hai potuto passare un po' di tempo con lui, hai potuto parlarci, lui ti ha insegnato a combattere, io me la sono sempre cavata da solo, non avevo nessuno che mi potesse istruire su tutte queste cose. Credi che non ti capisca Sesshomaru!? Che non sappia cosa vuol dire perdere un genitore e sentirsi soli al mondo eh?!- Gli urlò contro Inuyasha, profondamente ferito, come sempre, dalle parole di suo fratello.

Sesshomaru infilò Tokijin nel suo obi accanto a Tenseiga e, Inuyasha dopo poco, si trovò con la schiena attaccata al tronco di un albero. Sesshomaru, usando la sua velocità di demone, aveva preso per il collo il mezzo demone e lo aveva attaccato all'albero. Nel suo sguardo si vedeva tutta la sua furia, aveva snudato i denti e dalla sua gola stava uscendo un ringhio.

- Come osi tu dire queste sciocchezze a me, non hai nemmeno un po' di rispetto, Inuyasha per il tuo fratello maggiore. Ma in fondo come puoi, hai vissuto nell'ignoranza, non hai nemmeno un briciolo di disciplina. – Gli vomitò addosso il demone con fare sprezzante nei suoi confronti.

Inuyasha, aveva portato entrambe le mani sul polso dell'altro, cercando di fare pressione sulla sua stretta, tentava di allontanare la mano di Sesshomaru dal suo collo, senza riuscirci. Sentiva quasi mancargli l'aria, di sicuro era l'intenzione di suo fratello, ucciderlo, come sempre d'altro canto.

- Ti...ti dà fastidio, n... non è... vero Sesshomaru? Che... che i...io ti capisca. – Gli disse, continuando a dimenarsi.

Le parole del mezzo demone sembravano aver toccato il demone nel profondo; era così, gli dava fastidio che Inuyasha riuscisse a capirlo? Tuttavia, nel momento in cui il fratello aveva detto che sapeva cosa volesse dire perdere un genitore, aveva sentito qualcosa dentro di sé, come se non essere l'unico a provare quel sentimento lo facesse sentire meno solo; meno solo nel suo dolore. Così lasciò andare definitivamente la presa e Inuyasha cadde a terra, in ginocchio, tenendosi la gola con le mani.

Inuyasha tossicchiò, cercando di riprendere fiato, con una mano si sostenne a terra mentre avvertì un forte vento abbattersi su di lui. Nel momento in cui alzò lo sguardo, vide che Sesshomaru si era alzato in volo e se ne stava andando, era tipico del demone, andarsene così senza nemmeno dire una parola. Inuyasha digrignò i denti e gli corse incontro.

- Dannato! Torna qui, non abbiamo ancora finito di combattere. – Sbraitò Inuyasha ma Sesshomaru ormai era già lontano.

Sapendo che comunque il demone non sarebbe più tornato, Inuyasha fece ritorno all'accampamento dove lo attendevano i suoi amici. Tutti avevano delle facce cupe, erano arrabbiati con lui perché non capiva quanto Kagome soffrisse quando si allontanava per andare da Kikyo. Ma poi cambiarono espressione, quando videro il mezzo demone con alcune piccole ferite sul volto e la veste del topo di fuoco strappata qua e là. Sicuramente aveva combattuto con qualcuno che non poteva essere la sacerdotessa morta. Ma Kagome, accecata dalla rabbia, gli andò incontro sbraitando.

-Inuyasha! – Gli urlò Kagome, poi ci fu un momento di silenzio e la ragazza proseguì. – A cuccia! – Il mezzo demone in poco tempo si trovò con la faccia a terra.

- Kagome, si può sapere che cosa ti prende? – Gli disse Inuyasha che aveva alzato leggermente la testa per guardarla.

Inuyasha, quando la ragazza era così arrabbiata, non sapeva chi temere di più, se Sesshomaru o lei. Ma era piuttosto sicuro che se anche Sesshomaru avesse avuto il suo rosario, e Kagome avesse avuto il potere di mandarlo a cuccia senza esitazione, nemmeno il demone avrebbe avuto scampo.

- Dove sei stato fino adesso? Hai incontrato Kikyo? – Gli chiese Kagome innervosita.

- Stupida, e secondo te Kikyo mi avrebbe fatto queste ferite? Ho incontrato Sesshomaru, scema. – Gli rispose Inuyasha ringhiandole contro. Gli altri guardavano i loro battibecchi sconsolati, ogni volta era sempre la stessa storia. – E poi dovresti smetterla di mandarmi a cuccia quando ti fa comodo, prima o poi mi spezzerai la schiena. – Concluse Inuyasha allontanandosi di poco dal gruppo; aveva bisogno di sbollire da tutto ciò che gli era successo quella sera.

Nello stesso momento, da un'altra parte, Sesshomaru tornava dove si erano accampati per quella notte. Ma lui non voleva restare lì, doveva allontanarsi. Così quando Rin e Jaken gli corsero incontro gridando uno: padron Sesshomaru, con quella sua voce gracchiante, e l'altra con la voce tenera da bambina: Signor Sesshomaru! Lui gli rispose con soltanto poche parole.

- Andiamo a cercare Naraku. – Disse col suo tono freddo e scostante.

E nonostante le proteste del suo servitore, lui li sorpassò senza rivolgere altre parole ai due. Se Rin avesse avuto sonno poteva dormire su Ah-Un, il drago a due teste che faceva parte della loro bizzarra compagnia, però, Sesshomaru proprio non voleva restare in quel posto. Le parole di suo fratello gli risuonavano ancora nella testa: Ti dà fastidio che io ti capisca.

Così dopo pochi minuti si allontanarono da lì e da suo fratello, certo che sarebbe passato un po' di tempo prima di incontrarsi nuovamente. E per un istante si voltò guardando la foresta dove sicuramente ci sarebbe stato Inuyasha con quei suoi amici, per poi proseguire il suo cammino senza più voltarsi indietro. 

 

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Angolo autrice

Ed eccoci qui con un nuovo capitolo e una raccolta tutta nuova, in cui i protagonisti saranno i due fratelli che tutti conosciamo in diverse situazioni, anche staccate dall' anime, anzi soprattutto sarà così =)

Come sempre spero che anche questo vi possa piacere=)

Ci vediamo al prossimo capitolo =)

 

   
 
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