Cap.16
Goku si guardò con aria
confusa intorno.
“Finalmente ti sei
svegliato” disse Ub gentilmente.
Goku annuì,
l’odore di pesce arrostito gli pizzicò le
narici.
Domandò: “Questo
è salmone?”.
Ub annuì e gli
accarezzò la spalla, sorridendogli
gentilmente.
“So cosa vuol dire sentirsi
confuso. Vedere che gli altri ti
fanno sentire qualcosa che non sei. Sentirsi svilito e venir travolto
ora dalla
rabbia ora dallo sconforto” mormorò. <
Dodoria mi ha torturato a lungo
mentalmente. Separandomi così tanto dai miei affetti da
farmi perdere >.
“Maestro… Voi siete forte, non lasciatevi
ingannare da quello che vi state
succedendo” sussurrò. Lo sentì
sospirare. “Mr. Satan mi ha assicurato che
pagheremo noi le spese per le cure di tua moglie Chichi, stai
tranquillo. Io
sono il nuovo campione, i terrestri non ci rifiuteranno nessun favore.
Farò
chiamare i migliori dottori, a costo di cercarli per l’intero
pianeta”.
“Grazie”
sussurrò Goku con voce rauca.
Ub gli domandò:
“Maestro, sapete cosa sta succedendo?”.
< Non so più
niente. Non voglio rimanere solo, ho paura…
> pensò Goku.
Rispose con voce stanca:
“No”.
***
“Che sta
succedendo?” si domandò Piccolo, guardandosi
intorno. Si trovò davanti ad un grande specchio e
sgranò gli occhi, vedendo un
uomo simile a Vegeta. Aveva i capelli rossi ed una folta barba.
“Quello non può
essere mio figlio…” disse quest’ultimo,
guardando il neonato dalla pelle pallidissima, che brillava alla luce
della
luna.
Il piccolo aveva due grandi occhi
color laguna e
gorgogliava, dimenando le manine. I suoi capelli erano neri e a fiamma.
La madre lo teneva tra le braccia.
Una donna bellissima, dai
morbidi capelli neri e l’aria stanca, che lo cullava al
petto. Le sue iridi
color ambra erano liquide.
“Certo che è
tuo. Puoi fare tutti i testi del DNA che vuoi.
Questo è nostro
figlio” sussurrò con un filo di voce.
L’uomo creò un
pugnale di energia vermiglia e lo puntò al
collo della donna.
“Cosa hai fatto,
donna?” ringhiò.
La saiyan rispose: “Se vuoi
uccidermi, fai pure. Però ti
prego, credimi. Questo è tuo figlio”.
Il saiyan baciò con foga
la sua sposa, mentre le lacrime gli
rigavano il viso.
“Cosa hai fatto?”
supplicò.
“Ti ho impedito di tornare
dalla regina degli Tsufuru. Io ti
amo” mormorò la donna.
Piccolo si voltò di
scatto, ma si trovò davanti una porta
socchiusa attraverso cui filtrava della luce pallida.
L’attraversò col
cuore che batteva veloce.
< Questo è un
sogno? > s’interrogò.