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Autore: Alexis Cage    14/03/2022    0 recensioni
Un'uscita tra colleghi, conoscenti, amici. Vecchie storie dimenticate, nuove che danno speranza, rapporti appena chiusi che generano angoscia: una normale uscita in un bar, dunque.
Il giorno dopo uno di loro è morto.
Di chi ti puoi fidare?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Da quello che leggo lei e il signor Sullivan vi conoscevate da tempo. Le mie condoglianze.”
“… grazie.”
“Eravate compagni di scuola?”
“Da quando avevamo dieci anni. Io, Lily… la dottoressa Lunden, intendo. E Martha McCoy.”
Rumore di penna sulla carta.
“E domenica sera vi siete recati al locale e siete tornati a casa da soli. È corretto?”
“Noi quattro non eravamo insieme. Io sono andata e tornata con Josie… Sullivan? Sì, Sullivan. L’ho conosciuta quella sera.”
“Si è fatta accompagnare da una sconosciuta?”
“Ci siamo organizzati così. Lily, la dottoressa Lunden…”
“Può chiamarla per nome senza specificare, se vuole: si senta libera di raccontarmi tutto.”
“Grazie. Lily spesso mi accompagna in macchina perché non vivo in città. Io condivido la macchina con mio padre, lavora di sera, per cui spesso quando usciamo mi accompagna lei. Questa volta però voleva bere qualcosa, non si metterebbe mai alla guida in stato alterato, per cui ci siamo organizzate in modo diverso.”
“Ciò non toglie che si è affidata a una completa sconosciuta per gli spostamenti.”
“Completa no, è la coinquilina di Andy.”
Una pausa.
“Era. Era la coinquilina di Andy. Forse avrei avuto più dubbi se fosse stato un uomo, sa meglio di me i rischi… sicuramente avrei detto di no se fosse stato il suo vecchio coinquilino.”
“Siamo a conoscenza dei trascorsi. Continui pure a dirmi come vi siete organizzati.”
“Josie è passata a prendermi, so solo questo per certo. Lily si è fatta portare dal suo vecchio compagno di università, Jason…”
“A noi risulta sia un collega di Lily.”
“Ah, davvero? Mi ha detto Andy che erano ex compagni, deve essersi confuso. Comunque lei è andata al bar ed è tornata a casa con Jason. Mentre Josie accompagnava me, Andy è andato a prendere il suo collega, Alan.”
“Il signor Sanders.”
“Sì, penso di sì.”
“Perché non vi siete organizzati con un solo guidatore, invece di far spostare due auto?”
“Io e Alan abitiamo molto distanti, da quello che ho capito. Si faceva più in fretta così.”
Ancora rumore di penna.
“Per gli altri, sinceramente, non lo so. Mi è sembrato di vederli andare via con le loro macchine, per cui presumo siano arrivati così.”
“Si riferisce ad Anita Harlan e Martha McCoy?”
“Sì, restano solo loro. Martha è una nostra vecchia amica, ci siamo un po’ perse di vista… ieri nemmeno ricordavo come ci fossimo conosciute. Anita l’ho vista ieri per la prima volta, mi sembra sia una collega di Josie.”
“Esatto. Ci è stato confermato dai suoi parenti che lei è tornata a casa nell’orario indicato. Dopo è rimasta lì?”
“Sì, sono andata a dormire quasi subito. Ieri mi sono alzata presto per andare a lavoro, sono pure arrivata un poco in ritardo…”
“Ci è stato confermato anche questo.”
“Da mia madre?”
“Dal suo manager.”
“Ah. Ok.”
Un momento di pausa: sembrava che Mia stesse pensando velocemente.
“Senta, io non so se siate già al corrente della cosa, ma mi sento in dovere di dirvela. Anche perché di certo verrà fuori. Voglio però chiarire che quello che dico non è un’accusa ma la semplice realtà dei fatti. Lily e Andy hanno avuto una relazione, l’anno scorso, e lui l’ha lasciata: Lily non l’ha presa bene, gli scriveva spesso e lui all’inizio le dava corda, me l’ha detto lui stesso, ma quando siamo usciti ha detto che si era un po’ stancato della situazione.”
“Apprezzo molto che lei abbia voluto condividere queste informazioni…”
“Ma sono convinta che Lily non avrebbe mai fatto nulla di avventato. Ha bevuto molto, sicuramente si è addormentata non appena è arrivata a casa. E anche se sembrava avere un infinito rancore verso Andy, di certo questo non è un movente sufficiente per essere certi che sia stata lei. Non potrebbe mai fare una cosa del genere.”
“La ringrazio per queste informazioni e per la sua collaborazione, signorina Collins. La contatteremo non appena ci saranno sviluppi.”
“… grazie.”
A Mia sembrava di aver messo in chiaro la situazione di Lily, spiegandola così da far capire l’innocenza della migliore amica. Eppure in quel momento sentì una stretta allo stomaco, come se in forndo sentisse di averla appena tradita.
 
*
 
“Da quanto mi è stato riferito, lei ha conosciuto il signor Morden come collega di lavoro e ha mantenuto i rapporti anche dopo aver lasciato quel posto; si era trasferita sette mesi fa a casa sua, è corretto?”
“All’incirca. Lui è lì in affitto e da quel che so ha sempre avuto qualche coinquilino, per cui non è casa sua. Sono stata fortunata nelle tempistiche: si è liberato il posto quando ne avevo bisogno, sette mesi fa, per cui ho preso la stanza libera.”
“Mi sembra di intuire, quindi, che non aveste legami se non una semplice amicizia.”
“Sì, nessuno di noi due era interessato ad altro. Ci trovavamo bene, quello sì.”
“Ha conosciuto anche la dottoressa Lunden?”
“Lily? Non prima di domenica sera. Io e Andy non eravamo così amici da coinvolgermi nella relazione quando loro due stavano assieme, sapevo soltanto che aveva una fidanzata. Dopo che si sono lasciati ha iniziato a parlarne spesso, lamentandosi delle insistenze di lei ma continuando ad alimentarle…”
“Quindi lei ha avuto l’impressione che l’attaccamento dimostrato da Lunden sia stato favorito dallo stesso Morden?”
“Assolutamente. Sono abbastanza certa che la relazione sia andata avanti dopo la rottura, sempre con la dinamica di Lily che lo contattava per vedersi e lui che la assecondava. Da qualche mese però aveva smesso, si era stancato, e lei giustamente se l’è presa.”
“La ringrazio per questi dettagli. Mi può elencare le sue azioni dopo aver lasciato il bar in cui vi eravate recati?”
“Dovreste già saperlo: ho accompagnato a casa Mia Collins e sono tornata a casa mia. Non ricordo l’orario esatto, sicuramente prima delle due. Sono andata subito a dormire, la mattina dopo avrei dovuto studiare prima di un seminario e poi andare a lavorare… e invece no.”
“Lavora in un negozio di botanica assieme ad Anita Harlen?”
“Esatto. Era l’unica che conoscevo a parte Andy, lei non aveva nulla da fare e le ho proposto di venire.”
“Da quanto la conosce?”
“… mi sembra un anno, forse poco più.”
“E degli altri presenti al bar non sapeva nulla, nemmeno che sarebbero venuti?”
“Sapevo di Lily e Mia, ovviamente. E del collega di Andy, Alan. Per il resto no, non sapevo ci sarebbero stati.”
“Va bene, è sufficiente. La ringrazio per la sua collaborazione, la contatteremo non appena ci saranno sviluppi.”
Rumore di una sedia che si sposta. Un paio di passi, poi il silenzio.
“Avete trovato l’arma del delitto?”
Una pausa precedette la risposta dell’ufficiale, la cui voce suonò leggermente esasperata:
“No, non ancora.”
“E non sapete di cosa si tratta? Un coltello, un pugnale, qualcosa di specifico?”
“Non sono informazioni che possiamo divulgare.”
“Va bene. Grazie comunque.”
 
*
 
“Vorrei un po’ d’acqua.”
“La nostra conversazione durerà poco tempo: le chiederei di aspettare, se non è strettamente necessario.”
Una breve pausa, prima che Martha rispondesse:
“Va bene.”
“Grazie, dottoressa McCoy. Ho letto della sua carriera, attualmente ricopre il ruolo di ricercatrice presso la stessa università in cui si è laureata: è corretto?”
“Sì.”
“Ho letto anche che non conosceva tutte le persone presenti la sera di domenica.”
“Esatto.”
“So che è stata compagna di classe di Morden, Collins e Lunden: me lo può confermare?”
“Sì, è esatto.”
“Ma vi siete persi di vista quando avete finito le scuole. Per quale motivo ha deciso di accettare l’invito di vedervi domenica sera?”
“Avevo voglia di uscire, penso sia normale.”
Un momento di silenzio anticipò il leggero sospiro dell’ufficiale; affermò:
“Mi dispiace dovermi soffermare su questioni che lei ha tutto il diritto di voler tenere private, ma per la situazione in cui siamo sono costretta a parlare chiaramente: sappiamo del suo disturbo, di ciò che ne consegue e della terapia a cui è sottoposta. Per questo posso ipotizzare che sia stata la sua psichiatra a consigliarle di uscire, quella sera?”
“Come fate a sapere che mi segue una psichiatra donna?”
“Nei casi di omicidio abbiamo la libertà di indagare a fondo riguardo le persone coinvolte. Ribadisco che ha tutto il diritto di voler mantenere la sua privacy, ma per mandare avanti questa indagine dobbiamo avere informazioni il più possibile vicine alla realtà. Può aiutarmi?”
Quella volta la pausa durò un tempo che sembrò eterno.
“Va bene.”
“La ringrazio. Mi può confermare, quindi, che è stata la sua psichiatra a consigliarle di partecipare a quella serata?”
“Sì. Le sembrava un buon modo per uscire dalla mia area sicura, restando in un ambiente protetto grazie agli altri che conosco.”
“Però non li vedeva da molto tempo.”
“Sì, ci siamo visti poche volte dalla fine della scuola. Ma andavamo d’accordo. Io e Andy siamo stati assieme, prima dell’università; poi abbiamo preso strade diverse e non è andata.”
“Questo non poteva generare dell’imbarazzo?”
“Siamo rimasti amici, lui è sempre stato una bella persona.”
“Sapeva di lui e Lily?”
“Sì. Anche io so usare i social. È passato così tanto tempo, da quando stavamo assieme, che questa cosa non mi ha toccata.”
“E sapeva che si erano lasciati da un po’ di tempo?”
“Non per certo, ma avevo notato che sui social non condividevano più foto assieme.”
“Perfetto, grazie. Domenica sera si è recata da sola al locale, ed è tornata a casa da sola?”
“Sì. Sono tornata nello stesso orario di tutti gli altri, tranne che per Lily e il suo collega che sono andati via prima.”
“Sapeva che si erano organizzati tra di loro per gli spostamenti in auto?”
“No, ma non vedo come questo possa essere rilevante…”
“Ha ragione, era una mia curiosità. Quindi alle due della notte tra domenica e lunedì lei si trovava nella sua abitazione, è corretto?”
“Sì, stavo già dormendo. Non ho nessuno che possa confermarlo.”
“Non è necessario. Bene, per ora mi ha fornito tutte le informazioni di cui avevo bisogno: la ringrazio. Può andare.”
“Sapete che medicine prendo?”
“… sì.”
“Quindi sapete che uno degli effetti collaterali sono i black-out nella memoria.”
“Sì, lo sappiamo.”
“Non mi sono mai capitati, e non ho mai avuto problemi del genere. Volevo dirglielo, per quanto possa valere la mia parola.”
“La ringrazio per avermi informata, ma le assicuro che terremo conto di queste informazioni con la massima discrezione e accortezza.”
“Certo.”
 
*
 
“Conoscevo Andy da un po’, siamo usciti spesso assieme e ci trovavamo bene. Si è offerto lui di passare a prendermi, spesso facciamo a turno su chi deve guidare alle nostre uscite e chi può bere senza preoccuparsene. Si è offerto lui, poi mi ha riaccompagnato a casa.”
“Lei è andato direttamente a casa, signor Sanders?”
“No, no. Ci siamo fermati al bar là sotto, per chiaccherare del più e del meno. Ci trovavamo bene, gliel’ho detto. Poi siamo usciti da lì, io sono rientrato in casa e sono andato a letto. È l’ultima volta che l’ho visto.”
“Bene, bene. Da quanto tempo lavoravate assieme?”
“Un paio d’anni. Era bravo nel suo lavoro, anche io lo sono. Collaboravamo bene, spesso ci mettevano in coppia per questo.”
“Sì, il suo superiore ci ha parlato di questo. Ci ha anche parlato di una divergenza riguardo i meriti per la chiusura di un certo progetto…”
“Divergenze lavorative, capitano sempre.”
“Non al punto da parlarne al bar sotto casa dopo essere usciti con gli amici.”
“A volte se ne parla anche fuori dall’ufficio.”
“Da cosa hanno riferito i testimoni sembrava più di un se ne parla.”
Risatina nervosa.
“Quali testimoni? C’erano due anime a essere generosi a quell’ora nel bar.”
“Ha detto che siete andati lì prima dell’una: non è l’orario migliore, ma nemmeno quello del deserto. In che orario siete andati al bar?”
“Ve l’ho già detto. E abbiamo solo parlato di quella questione, è normale parlarne se oltre a essere amici si è colleghi.”
“Dopo cos’ha fatto?”
“L’ho già detto, sono tornato a casa a dormire. Dalla mia ragazza. Anche lei ha confermato.”
“Beh, certo, la conferma della fidanzata…”
“Queste insinuazioni non stanno né in cielo né in terra, agente. Voglio parlare con la sua collega, ho visto che gli altri hanno parlato con lei.”
“Si calmi, si calmi. La mia collega è competente tanto quanto me e le farebbe le stesse domande.”
“Moderi i toni o andrò dal suo superiore.”
“Va bene. Le chiedo la gentilezza di un’ultima domanda.”
Il rumore stridente della sedia spostata all’improvviso turbò ancora di più l’atmosfera già pesante, ma Alan non se ne andò subito.
“L’ultima.”
“Lei possiede una macchina, signor Sanders?”
“Sì. Sì, la possiedo.”
“La ringrazio per la pazienza. L’aggiornerò di eventuali sviluppi, ora può andare.”
 
*
 
“Non conosco nessuno a parte Josie delle persone che c’erano quella sera, lo giuro. Mi aveva detto di unirmi a loro perché non avevo nulla da fare e ho accettato, mai avrei pensato di finire in questo casino.”
“Lo sappiamo, signorina, si tranquillizzi. Dobbiamo farle alcune domande per la procedura standard e per avere il quadro completo.”
“… va bene.”
“Lei e la signorina Sullivan lavorate nello stesso negozio: da quanto tempo?”
“Poco più un anno, mi sembra. Non lavoriamo sempre assieme, facciamo i turni e lei si organizza in base alle sue lezioni all’università. Però andiamo più che d’accordo, può chiedere alla proprietaria.”
“Quindi ha accettato volentieri di partecipare a questa uscita, anche se non conosceva nessun altro.”
“Ma sì. Non sono asociale, mi piace incontrare gente nuova.”
“Da quello che ci è stato riferito, però, non ha trovato un’atmosfera molto rilassata.”
“No, quello no. Non so i retroscena ma mi sembrava evidente che ci fosse qualcosa tra Andy e Lily. Josie cercava di sciogliere la tensione, anche la migliore amica di Lily, Mia, e il suo compagno di scuola… Jason?  Sì, lui…”
“Sono colleghi. Lei ha avuto interazioni dirette col signor Morden?”
“Andy? Giusto qualche chiacchera. Ah, ricordo che Lily mi ha guardato malissimo per tutto il tempo in cui ci ho chiaccherato. Una gelosia assurda. E a un certo punto, prima, si è messa a parlare col collega di Andy, Alan, di quanto lei sia una donna di successo con una vita perfetta.”
“Le è sembrato che volesse attirare l’attenzione di Morden?”
“Altroché. A lui sembrava importare meno di niente. A un certo punto è andato al bancone, ha scambiato letteralmente due parole con una tizia a caso e Lily sembrava voler implodere. Poi Mia è andata a chiaccherarci, Lily pareva ancora fuori di sé.”
“Anche quando è andata l’amica a parlare con Morden?”
“Sì, ma è stata così per tutto il tempo. Non credo si sia inc… arrabbiata con Mia. Era al limite, ecco, e infatti dopo se n’è andata con Jason.”
“Invece tutti voi siete rimasti ancora, per poi andarvene nello stesso orario.”
“Sì. Io e la ragazza, Martha, da sole, mentre Mia e Josie sono andate assieme e anche Andy e Alan. Ehi, avete già interrogato Alan?”
“Sì, gli abbiamo fatto qualche domanda come con lei e con gli altri. Lei quindi è tornata a casa da sola…”
“Non a casa mia, dal mio ragazzo. Lui può confermare, c’è anche il suo coinquilino ma non so se mi ha sentita; di certo mi ha vista uscire lunedì mattina.”
“Va bene, la ringrazio della sua collaborazione. Può andare.”
“Ah, di già? Bene.”
“La aggiorneremo di eventuali progressi…”
“No. No, no. Non voglio avere nulla a che fare con questa storia.”
 
*
 
“Lei è collega della dottoressa Lunden, è corretto?”
“Sì, lavoriamo assieme da quasi un anno.”
“Perché ha accettato di partecipare a quella serata, se non conosceva nessun altro?”
“Non avevo nulla da fare. Può capitare.”
“Certo. Ha anche accettato di accompagnare la sua collega, andata e ritorno.”
“Sì, non abitiamo molto distanti e lei mi ha detto che aveva voglia di bere. Nel limite del consentito, ovviamente, ma com’è giusto non voleva mettersi alla guida in stato alterato e quindi me l’ha chiesto.”
“In passato è già capitata una situazione simile?”
“No, di solito uscivamo al massimo dopo il lavoro con altri colleghi o solo noi due, ma per serate tranquille.”
“Quella di domenica sera non è stata tranquilla?”
“Purtroppo no. Penso siate già al corrente dei trascorsi tra Lily e Andy. Io sapevo già la versione di lei, me ne parlava ogni tanto a lavoro, ma avevo intuito che non era esattamente la realtà dei fatti.”
“Cosa intende?”
“Che la sua era la versione della persona lasciata dal fidanzato che non riesce a superare la relazione. È abbastanza comune, direi. Ci stava male, quello sì, ma all’inizio mi sembrava che Andy le desse corda anche dopo che si erano lasciati… poi lui ha smesso, ma lei ormai si era illusa e se l’è presa ancora di più. Sempre, com’è normale in una situazione del genere.”
“Certo. Lei quindi non conosceva il signor Morden?”
“Mai visto prima, sapevo chi era solo tramite Lily.”
“E lei gli ha parlato spesso di lui.”
“… sì, l’ho già detto.”
“Dov’era dopo che ha accompagnato a casa Lunden?”
“Sono uscito di nuovo, con Connor Dewer. Le posso dare il numero, se serve la conferma.”
“A che ora è rientrato a casa?”
“… mi sembra verso le 5, non ne sono sicuro. Comunque durante quelle ore ero con lui.”
“Sì, lo sappiamo. Lei ha interagito con Morden mentre eravate al bar?”
“Mi sembra di no, cercavo di tenere d’occhio Lily e basta…”
“E come le è sembrato vedere Morden per la prima volta dopo averne sentito parlare così tanto? Corrispondeva alla descrizione data da Lunden?”
“No, ma come ho già detto avevo già capito che Lily mi dava un parere filtrato da…”
“Intendo anche fisicamente: come le è sembrato?”
Una pausa prolungata. Quando rispose, la voce di Jason era decisamente più secca rispetto a pochi istanti prima.
“Avete fatto queste domande anche agli altri? Gli avete chiesto se hanno trovato Andy carino?”
“Le conversazioni con le altre persone coinvolte rimangono riservate, dottor Solber.”
“Ovviamente.”
“Quindi… mi ha detto del suo rapporto con Lunden, con la vittima, e dov’era nell’orario dell’incidente. È sufficiente, può andare.”
“Bene.”
“Ah, un’ultima cosa: dia alla collega in ufficio il numero di telefono del signor Dewer.”
“Certo.”
 
*
 
“Le vogliamo solo fare un paio di domande per avere un quadro globale della situazione che ha portato a questa tragedia.”
“Lo so.”
“Ci è stato riferito che si è recata e ha lasciato il bar assieme al suo collega, il dottor Solber: è giusto?”
“Sì, ci eravamo organizzati. Lui abita poco distante da me.”
“Una scelta corretta: lui ci ha riferito che lei sapeva di voler bere alcolici e non voleva mettersi alla guida.”
“Beh, sì. Te lo insegnano pure alle elementari, no? Non sono così stupida da guidare dopo aver bevuto.”
“Purtroppo molti non sono responsabili come lei. Dopo essere stata riaccompagnata a casa è andata subito a dormire?”
“Sì. Non ci sono testimoni.”
“Non è importante. Ci è stato raccontato che lei e il suo collega avete lasciato il bar prima degli altri: c’è un motivo particolare per questo?”
“Non mi andava più di stare lì, l’atmosfera era brutta. So che sapete già della mia relazione con Andy, non voglio mentire: stavo male a stare lì con lui che mi ignorava totalmente, anzi, sembrava detestarmi. Ho chiesto a Jason di andarcene e lui ha accettato.”
“Capisco. Posso sapere da quanto tempo la vostra relazione è terminata?”
“… dieci mesi, più o meno. Ci sono state alcune occasioni in cui ci siamo visti, dopo, però. Ero io a scrivergli ma lui accettava di vederci, credevo fosse ancora innamorato di me. Poi si è stancato.”
“Deve esserne rimasta delusa.”
“Beh, sì. L’ho capito molto dopo, in realtà. Prima continuavo a illudermi che ci fosse ancora qualcosa, anche dopo che ha iniziato a non rispondermi più. Ora ho capito che si è solo voluto divertire ancora un po’ prima di stancarsi dell’ex pressa gelosa.”
“E per questo ha deciso di andarsene. Dopo che la sua amica, la signorina Collins, è andata a parlare con lui al bancone?”
“Sì. Erano abbastanza amici prima del casino, ma mi ha fatto un po’ male vederli assieme… è come se io avessi rovinato il loro rapporto.”
“Non crede sia stato Morden a rovinarlo, comportandosi come ha fatto?”
“Però ha rotto con me. Sono io ad averlo stancato. Mia ha preso le mie parti ma ha perso un amico, e ora l’ha perso per davvero.”
Una lunga pausa, prima che l’ufficiale continuasse:
“Ci è stato riferito che lei è stata turbata anche dal vedere Morden parlare con Anita Harlen: vorrei sentire la sua versione su questo dettaglio.”
“Sì, ero turbata. Lo sono stata tutta sera, ma in quel momento mi ha dato sui nervi vederlo così rilassato davanti a me. Ora se ci penso riconosco che non ci stava provando con lei…”
“Come fa a esserne certa?”
“Ci conosciamo da anni, so quando ci prova. Stava solo chiaccherando e io me la sono presa per questa scemenza.”
“Ha detto che vi conoscete da anni: lui, Collins e Martha McCoy, giusto?”
“Sì. Con Martha abbiamo un po’ perso le tracce, in realtà.”
“Sapeva che lei e Morden hanno avuto una relazione prima dell’università?”
“Sì, lo sapevamo tutti. Si sono lasciati di comune accordo… molto meglio di come ci siamo lasciati noi. Martha è sempre stata quella più intelligente del gruppo.”
“Non ha pensato che lei potesse non approvare la vostra relazione, quando è iniziata?”
“Beh, no. Non la vedevamo già da anni, e dato che si sono lasciati in modo pacifico non mi è sembrato di fare nulla di male.”
“Va bene. Per ora è tutto, grazie della sua collaborazione.”
“Davvero?”
“Sì. Abbiamo interrogato tutti voi per avere un quadro completo di quella sera e dei trascorsi, come bisogna fare in queste situazioni. La aggiorneremo subito se ci saranno eventuali sviluppi e se avremo ancora bisogno di lei.”
“… grazie. Grazie, davvero.”
  
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