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Autore: Striginae    18/03/2022    3 recensioni
Mello odiava Near e che non avesse timore di lui e che, probabilmente, pure se gli avesse tirato un destro dritto sul viso, Near si sarebbe comportato come se il gesto non lo riguardasse nemmeno. Perché alla fine, lo scopo ultimo di Mello era vedere Near con una reale emozione sul viso, una qualsiasi, per dimostrare che anche lui fosse umano. In quel caso, avrebbe potuto ancora conservare la speranza di essere al suo stesso livello. Ma avrebbe potuto davvero superare una fredda, razionale, micidiale macchina senza emozioni?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Linda, Matt, Mello, Near | Coppie: Mello/Near
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pezzo mancante 
 
Londra, 2007
 

Mello detestava Near.
Odiava tutto di lui.
Odiava che riuscisse sempre a primeggiare senza sforzo apparente, odiava il suo atteggiamento
piatto e imperturbabile come la superficie di un mare senza onde, odiava che fosse così bianco, un fiocco di neve algido e candido che resisteva anche alla più rovente delle fiamme. Oh, e quante volte Mello si era messo a tu-per-tu con Near, senza mai ottenere una reazione soddisfacente da Mr Latticino che si limitava a guardarlo con occhi quieti, due profondissimi pozzi neri, e a chiedergli senza la minima inflessione nel tono di smetterla
 

«Ah sì? E se invece non la smettessi, eh? Che faresti?»
«Niente.»
Furioso, con un ultimo strattone Mello lasciò la presa dal colletto ormai stropicciato di Near.
«Sparisci.»
Ordinò ma Near rimase immobile a scrutarlo.
«SPARISCI, HO DETTO.»
Ed obbedientemente Near si allontanò, lasciando Mello a pugni stretti e tremante di rabbia.
Lo aveva di nuovo sconfitto.
Mello odiava Near e che non avesse timore di lui e che, probabilmente, pure se gli avesse tirato un destro dritto sul viso, Near si sarebbe comportato come se il gesto non lo riguardasse nemmeno. Perché alla fine, lo scopo ultimo di Mello era vedere Near con una reale emozione sul viso, una qualsiasi, per dimostrare che anche lui fosse umano. In quel caso, avrebbe potuto ancora conservare la speranza di essere al suo stesso livello. Ma avrebbe potuto davvero superare una fredda, razionale, micidiale macchina senza emozioni?
 

Il venerdì pomeriggio alla Wammy's House i bambini giocavano tutti insieme nella sala comune. Il giorno dopo non vi erano lezioni, verifiche o altri impegni e dopo una lunga settimana, lì dentro tutti avevano bisogno di staccare la spina.
O quasi.
«Studi ancora?», chiese Matt, 
attaccato al suo Game Boyrivolto a Mello.
«Se staccassi gli occhi dallo schermo ti daresti una risposta senza avere neppure il bisogno di chiedere.», replicò Mello.
Lunedì era stato fissato un test. Mello studiava in vista di quel compito da settimane e non avrebbe tollerato di arrivare ancora una volta secondo.
«Studiare così tanto è controproducente. Perfino Fiocco di Neve sta giocando.»
Con discrezione Mello sollevò lo sguardo. Near era a poca distanza dal tavolo dei due amici e, seduto a terra, stava effettivamente giocando. Placido come sempre, era alle prese con il suo immacolato puzzle tutto bianco.
Perché sempre bianco, poi?, non poteva fare a meno di chiedersi con disgusto Mihael.
Mello non ebbe il tempo di cercare la soluzione al suo stesso quesito. Una bambina infatti si era avvicinata al candido nanetto e Mello tese le orecchie, incuriosito.
«Near, Near! Vuoi venire a giocare con noi?», aveva domandato con entusiasmo lei e si era inginocchiata accanto al ragazzino.
Near fece un lieve cenno di diniego ma non staccò mai gli occhi dal suo puzzle.
«No grazie, Linda. Sto bene così.»
Linda scrollò le spalle e tornò a mettersi in piedi.
«Va bene! Fammi sapere se cambi idea. Ciao!»
E mentre la bambina si allontanava salutando Near con la mano, un ghigno meschino era apparso sul viso di Mello.
 
La vendetta avvenne nel giro di pochi giorni.
Mello colpì Near dove gli faceva più male: i suoi giochi.
Per uno come Mello non era stato difficile forzare la serratura della camera di Near e sottrargli una cosa quanto piccola tanto fondamentale.
Un pezzo del puzzle.
Un pezzo solo, uno soltanto.
Sarebbe bastato quello per far male a Near.
 
Erano passate solo poche ore prima che Mello ricevesse la prevista visita del nanetto in camera sua.
«Hai qualcosa di mio.», aveva esordito Near, con la sua tipica compostezza.
«Lo so. E allora?»
Mello stirò un ghigno. In tutti quegli anni aveva osservato a lungo Near. Conosceva i suoi movimenti e i suoi modi, come quello di arricciare una ciocca di capelli al dito quando era pensieroso o l’utilizzo che faceva dei suoi pupazzetti quando doveva creare uno schema o, ancora, il suo strano modo di sedersi. Mello aveva notato ogni dettaglio in Near. Lo aveva studiato con attenzione e interesse, pur rimandone ripugnato. Perciò, capì subito di aver vinto.
Near era di fronte a lui e gli angoli della sua bocca era curvati verso il basso. Era un dettaglio da niente, quasi impereccettibile che tuttavia non era passato inosservato all’occhio attento di Mello che si estasiò nel sapere di essere lui il responsabile di quella reazione.
«Vorrei che me lo rendessi.», Near tese una pallida mano verso di lui.
Mello rise.
«No.»
«Non è tuo. Appartiene a me.»
«Apparteneva a te. Adesso ce l’ho io e decido io cosa farne.»
Dalla tasca dei pantaloni, Mello estrasse il pezzo di puzzle, un po' smussato agli angoli. Lo sguardo spento di Near guizzò in direzione del pezzo bianco.
«Mello...»
Mello assaporò lentamente il modo in cui Near aveva pronunciato il suo nome. Il tono lento, ogni lettera ben scandita, fermo. Fermo, esattamente come il suo corpo. Infatti, Near era rimasto immobile, ancora con la mano tesa verso di lui. Mello si ricacciò il tassello in tasca.
«Facciamo così.»
Mello prese la mano di Near nella propria
non era fredda come la aveva sempre immaginata e la strinse come se stessero stipulando un patto. L’espressione di Near rimaneva enigmatica ma Mello sapeva che l'improvviso contatto lo aveva messo a disagio, sentiva quanto la sua mano fosse rigida.
«Te lo ridarò quando sarò riuscito a batterti. Fino ad allora lo terrò con me.»
 
 
 
Tokyo, 2019
 

Near era solo.
Non c’era più nessuno con lui, tranne i suoi fedeli pupazzetti dalle sembianze di persone che da lungo tempo ormai non c'erano più.

Near, steso di schiena sul pavimento, a fatica si alzò e mosse qualche passo, strascicando i piedi. Era annoiato... così dannatamente annoiato che, nonostante il perenne stato apatico in cui verseva, non riusciva più a tollerare quell’assoluta mancanza di stimoli. Quasi pigramente Near fece vagare lo sguardo sui suoi giochi. Non gli interessavano, li conosceva a memoria. Voleva qualcosa che, almeno per pochi minuti, rendesse la sua esistenza un po' più tollerabile.
Near vagò nella stanza, poi nell'altra e poi nella successiva ancora e finalmente adocchiò qualcosa che potesse fare al caso suo: una vecchia scatola che aveva deliberatamente dimenticato. In fondo, anche la sofferenza era meglio della noia.
Si sedette sul pavimento e sollevò il coperchio di cartone. Con le braccia ancora a mezz’aria che ne stringevano i bordi, Near riconobbe immediatamente il suo vecchio puzzle bianco.
Quello a cui mancava un pezzo.
 
Quel pezzo che era bruciato insieme a Mello quando lui era morto.
Quel pezzo che non gli aveva mai restituito perché non lo aveva mai battuto.
Quel pezzo che ormai aveva perduto per sempre.
 
Lo sguardo nero di Near si fece duro.
 
Aveva perduto Mello per sempre.
 
«Se non riesci a completare il puzzle non sei niente altro che un perdente.»
 
Che senso aveva quella vita se la vittoria equivaleva alla sconfitta?
 
A Nate sarebbe per sempre mancato un pezzo.
 
E nessuno era più in grado di restituirglielo.



Note finali
Salve, sezione di Death Note! Questo è stato il primo fandom per cui ho mai scritto qualcosa e, questa qui, è la riscruttura della mia prima fanfiction risalente al lontanissimo 2011.
A ben pensarci Near e Mello sono stati la mia primissima OTP, spero perciò di aver reso loro giustizia. A distanza di anni torno dunque su questi lidi e... questa storia qua non ci azzecca assolutamente niente con l'originale, sono rimasti identitici solo i personaggi e il fatto che fosse ambientata ai tempi della Wammy's House. La seconda parte della storia è ambientata prima dell'inizio del caso di A-Kira ed è stata un'aggiunta di questo mio piccolo esperimento di riscrittura :) 
Comunque, ringrazio chiunque abbia letto fin quaggiù e, se vi va, sarei ben felice di sapere cosa ne pensate di questa shottina qui! 
Un saluto <3 
   
 
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