A CASA
Ricorda una serra. Ricorda il modo in cui lui la guardava, come se non la riconoscesse. Il momento in cui tutto ha cominciato ad andare in frantumi.
Ricorda la gioia di quando era ancora tutto luminoso. La musica di tamburi e violini. Le scarpe comode per ballare. L’ebbrezza nel roteare felice dalle sue braccia a quelle di Arthur mentre i ragazzi delle fattorie vicine danzavano intorno a loro.
Ricorda l’aspetto che aveva quando il mare glielo aveva restituito. Alto, abbronzato, adulto.
Ricorda l’unica notte con lui, le pietre umide, il rumore delle zampe dei topi che si muovevano nell’ombra.
Ricorda i fori delle pallottole sul suo petto. E quel ricordo soffoca tutti gli altri.
Non adesso. Non in questo posto.
Solleva gli occhi verso la croce di legno che sormonta la piccola chiesa.
Non adesso. Non in questo posto. Siamo a casa. Io l’ho riportato a casa.