I giorni della poesia che divora il mondo
Sono i giorni
della poesia che divora il mondo:
primavera instabile
declinata in sorrisi che trovano posto
nello spazio fra respiri
muti.
Sono i giorni
del pianto soppresso
e delle risate
– sbagliate –
che lancio contro il mondo.
Oggi ho avuto
occhi buoni in cui non mi sono specchiata
e parole
e messaggi in bottiglia
– cocci di vetro, ho sangue fra le dita – è mio?
Oggi ho avuto
rossori e piaceri
diluiti in bicchieri d'incertezza
bevuti fino a soffocare.
Voci morbide e il mio fianco
a coincidere col suo fianco
e la mia coscia
a coincidere con la sua coscia
– e l'errore più giusto del mondo, un noi tutto sbilenco.
Sono i giorni
in cui forse mi innamoro
e se lo sussurro alla persona sbagliata ha comunque valore.
Sono i giorni
del terrore mio
cieco
che guardo negli occhi
e disegno
in una forma che ha parole.
Domani avrò il niente
– le promesse sbagliate, i sorrisi nascosti, i silenzi a riempire i lividi –
Oggi è perturbamento.