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Autore: Juliet8198    24/03/2022    2 recensioni
Choson, 1503
La condizione di principe esiliato aveva portato Yoongi a fidarsi unicamente delle persone che vivano sotto al suo tetto. La cosa, però, in fondo non gli dispiaceva. Erano pochi quelli che tollerava e ancora meno quelli a cui concedeva confidenza. Eppure, per qualche motivo, quando Namjoon si presentò al suo cospetto con quella schiava dalle sembianze tanto inusuali, decise di andare contro i suoi stessi principi.
Il mondo di Diana era cambiato nel giro di istanti. Dall'essere così vicina a scoprire quel meraviglioso impero di cui suo padre le aveva tanto parlato, al ritrovarsi sola e in catene, venduta ad un padrone dall'attitudine fredda e scontrosa. Solo il suo intelletto e la sua conoscenza avrebbero potuto aiutarla nell'impervia strada verso la libertà, costellata di ostacoli, complotti e pericolosi intrecci politici.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E come promesso la vostra one shot per celebrare i 10k! Non vi ci abituare che al ritmo a cui crescono le letture sarete la mia rovina XD rimane un po’ meh, ma ho deciso di pubblicarla comunque, enjoy 😋 

(Le parti in corsivo rappresentano il coreano)

 

Il rumore della porta che si apriva con un cigolio famigliare ruppe il silenzio irrequieto che dominava l'ambiente. I presenti si voltarono verso il viso rigido di Hoseok, che puntò gli occhi sulla signora della casa con un cenno del capo. 

 

-È arrivato.

 

Diana strinse la mandibola, abbassando lo sguardo al suo grembo. Poteva farcela. Doveva. Non aveva altra scelta. 

 

-Non devi farlo per forza. Possiamo trovare un'altra soluzione. 

 

La ragazza scosse la testa, emettendo un sospiro. 

 

-Non esiste un'altra soluzione. Fallo entrare, Hoseok. 

 

Non appena la porta si richiuse sul volto deluso del suo amico, il silenzio tornò a soffocare le cinque figure radunate nella stanza. 

 

-Noona, so che ci hai già spiegato le tue motivazioni ma... non è giusto. 

 

Una leggera fitta attraversò il cuore di Diana al tono malinconico di Taehyung, ma strinse i denti. Non poteva davvero cedere, per quanto loro potessero cercare di dissuaderla. 

 

-Taehyung ha ragione. Non hai bisogno di uno sposo. L'attività sta avendo successo, puoi farcela da sola. 

 

La giovane lanciò uno sguardo grato a Jimin, seduto accanto al fratello del principe e sfoggiante un broncio contrariato, prima di aprirsi in un sorriso amaro. 

 

-Ce la siamo cavata fino a ora grazie alle connessioni che mio padre aveva stabilito, ma non durerà a lungo. L'Arte non mi approva. Non approvava prima, quando mio padre era ancora a capo della compagnia. Adesso hanno finalmente l'occasione per affondarci e non se la lasceranno scappare. Potrebbero tagliarci fuori dal giro prima di riuscire ad accorgercene. Ho bisogno dell'influenza di qualcuno che possa mantenere la nostra credibilità con gli altri mercanti. 

 

Le sue parole portarono i presenti ad abbassare il capo, spegnendo anche quell'ultima fiamma di speranza che si nascondeva dietro i loro occhi. Diana, d'altronde, era la più amareggiata di tutti. Loro lo sapevano e forse era proprio per questo che cercavano di dissuaderla con tanta veemenza. Ma non era rimasto molto da fare: doveva prendere marito o tutto il loro duro lavoro sarebbe stato vano. E chi si sarebbe preso cura di loro se la compagnia avesse fallito? 

 

-Lo sai, se era solo un marito che volevi, potevi sempre prenderlo avvenente. Io ti avrei fatto fare una bella figura almeno.

 

Diana si lasciò sfuggire un sorriso divertito mentre poggiava lo sguardo su Seokjin, che la guardava con le sopracciglia alzate come se fosse stata la proposta più seria che avesse mai pronunciato. 

 

-Hai perfettamente ragione, ho davvero sprecato un'occasione. I nobili sarebbero caduti ai tuoi piedi ovunque ti avessi portato- rincarò lei, scoppiando a ridere davanti all'assoluta approvazione nel viso del giovane. Quell'aria di leggerezza che si era stabilita nell'ambiente, però, si dissipò all'istante quando un bussare cauto si udì dalla porta. 

 

-Mia signora, il vostro ospite è qui- recitò la voce di Hoseok, proveniente da dietro di essa. La giovane, a quel punto, chiuse gli occhi. Annuendo fra sé e sé, deglutì. 

 

-Entrate.

 

Il suo amico aprì la porta, bloccandosi in una posa rigida e fissando lo sguardo freddo davanti a sé mentre faceva entrare il giovane uomo nella stanza. In contrasto con i presenti nella stanza, che non avevano abbandonato le loro vesti tradizionali neanche quando avevano messo piede a Venezia e avevano inviato a lavorare al suo fianco, l'ospite era avvolto nelle brache a sbuffo che andavano di tendenza fra i nobili del nord, uniti a una casacca ricca nella sua decorazione. L'appariscente abbigliamento del giovane culminava con i generosi baffi che si dispiegavano sotto al suo naso. 

 

-Messer Lodovico, è un onore ospitarvi nella mia umile dimora.

 

Diana tirò le labbra in un sorriso di cortesia, piegando il capo in una riverenza accennata mentre scrutava con circospezione il giovane avvicinarsi. 

 

-Madonna Diana, siete ancora più incantevole di quanto ricordassi. Il vostro invito è stata una sorpresa più che benvenuta.

 

La giovane era piuttosto propensa a dubitare che quella fosse la verità, ma evitò di vocalizzare il suo pensiero. Gli Albrizzi avevano già in passato avanzato una proposta di matrimonio nei suoi confronti e, da quello che ricordava, non avevano accettato particolarmente di buon grado il rifiuto di suo padre. D'altro canto, erano l'unica famiglia dell'Arte a non aver assunto nessuna posizione particolarmente ostile nei confronti della loro compagnia, anche dopo il rifiuto, perciò Diana auspicava di poter avere un minimo di speranza di poter arrivare a un accordo con l'uomo di fronte a lei. 

 

-Voi mi lusingate troppo. Ma accomodatevi, ve ne prego. 

 

Dopo che la giovane ebbe esteso la mano verso la poltrona all'altro capo della stanza, l'uomo si piegò in un inchino prima di sedersi e rivolgerle un sorriso evidenziato dai suoi folti baffi. E fu solo allora, nell'imbarazzato silenzio che seguì il loro scambio, che la giovane notò gli sguardi ostili dei cinque uomini presenti nella stanza calamitare sull'ospite. 

 

-Aspettate fuori. Spero che termineremo in fretta- disse allora Diana, lanciando un'occhiata ammonitoria ai giovani. Jimin e Taehyung si chiusero in espressioni contraiate, ma furono i primi a lasciare la stanza. Seokjin, allontanandosi dalla finestra contro alla quale si era appoggiato, prese a borbottare come era solito fare quando era di cattivo umore. 

 

-Che cosa mai ci sarà di utile nello sposare questo ridicolo scopettone per pavimenti proprio non capisco... sarebbe stato molto meglio se avessi preso un maiale dalla stalla... 

 

Quando anche il maggiore ebbe lasciato la stanza, Hoseok le lanciò un'ultima, cauta occhiata. 

 

-Sei sicura? 

 

La giovane rivolse un sorriso al suo amico sperando di rassicurarlo, ma sapeva di mancare la convinzione necessaria per ingannarlo. Nonostante ciò, annuì. Hoseok, allora, abbassò il capo e chiuse la porta dietro di sé. Quando Diana tornò a guardare l'uomo davanti a lei indossando nuovamente la sua espressione di finta cordialità, notò che la su attenzione era incollata a qualcosa alle sue spalle. 

 

-Lui... deve rimanere qua?- chiese Lodovico con tono esitante, senza lasciare per un istante il punto che stava fissando. Diana voltò il capo, lanciando uno sguardo alla persona immobile come una statua, ferma in una posa rigida e con gli occhi concentrati sull'ospite. La ragazza, senza un attimo di esitazione, riportò lo sguardo sul suo interlocutore. 

 

-Jungkook non lascia mai il mio fianco. Non fateci caso.

 

Il giovane, dopo un attimo di esitazione, annuì portando infine la sua attenzione su di lei. 

 

-A proposito di ciò... 

 

Diana si irrigidì. La schiena si tese, le mani si contrassero, ma si sforzò con tutta sé stessa affinché la sua espressione non rispecchiasse il suo cambio di umore. 

 

-... non ho problemi con il fatto che voi vogliate tenere i vostri... schiavi da Oriente, ma capite che una donna circondata da un gruppo di giovani che stanno sempre al suo fianco come cagnolini non dona un'impressione particolarmente lusinghiera... 

 

Diana sentì le sopracciglia contrarsi e il sorriso cordiale abbandonare la sua bocca. 

 

-Capisco le vostre remore, messere. Ma i miei collaboratori sono un prezioso assetto della compagnia e per questo devono lavorare a stretto contatto con me. Voi che siete un uomo d'affari capirete di certo quanto sia importante circondarsi di persone fidate quando si tratta di gestire i propri beni- sibilò la giovane, piegando il capo mentre fissava con insistenza l'uomo. Questo, riportando lo sguardo su Jungkook per un breve istante, le lanciò uno sguardo circospetto. 

 

-Ma certo, mia signora, posso ben comprendere. Dunque... siete determinata ad amministrare la compagnia di vostro padre? 

 

Diana si trattenne dallo scoppiare a ridere. Erano mesi da che erano tornati a Venezia e tutti sapevano che lei aveva preso in mano le redini dell'attività. E la cosa non sembrava essere particolarmente gradita agli occhi dell'Arte. Il padre di Lodovico, d'altronde, ne era uno dei membri più prominenti perciò senza dubbio doveva aver lamentato la sua indignazione al figlio. La giovane, allora, abbandonò ogni pretesa di finzione e formalismo, plasmando il suo volto in un'espressione solenne. 

 

-Messer Lodovico, penso sia il caso che parliamo con franchezza per risparmiare il nostro tempo. So che voi siete un uomo intelligente e che, di conseguenza, apprezzerete a vostra volta che arriviamo senza indugio al nocciolo della questione. Sapete perché necessito della vostra influenza e sappiamo entrambi quello che voi guadagnerete da questa unione. La mia richiesta è semplice: mantenere il controllo della compagnia. Ufficialmente, voi sarete il capo di tutti i nostri assetti e potrete raccontare agli altri mercanti quello che vorrete. Ma sarò io a curarne la gestione. 

 

Lodovico la osservò per lunghi istanti di silenzio, prendendosi poi a lisciare i lunghi baffi con sopracciglia contratte. 

 

-Sapete almeno come si gestisce una compagnia di tale portata come quella che vostra padre ha lasciato? 

 

La giovane strinse le labbra in un sorriso rigido. 

 

-Non temete. Mi sembra che questi mesi lo abbiano dimostrato, non credete?

 

L'uomo, a quelle parole, tacque di nuovo. 

 

-Accettate quindi il fatto che nessuno saprà che siete voi la mente dietro la compagnia? 

 

Diana respirò a fondo. Per un istante, un doloroso, stupido istante, al posto del viso baffuto dell'uomo, i suoi occhi ingannatori le mostrarono lunghi capelli corvini, cornice di un viso pallido e silenzioso, occhi scuri come l'onice e un'espressione indecifrabile. Un cielo nuvoloso fin troppo famigliare. Ma Diana sbatté le palpebre, dissolvendo i residui di quell'immagine prima che potesse pugnalarle ulteriormente il cuore. 

 

-Lo accetto. 

 

Il corpo dell'uomo sembrò abbandonare una tensione che fino ad allora lo aveva tenuto prigioniero mentre un'espressione più rilassata vi prendeva posto. 

 

-Un'ultima condizione, messere. 

 

Lodovico riportò gli occhi su di lei, il volto cauto e la tensione ricomparsa improvvisamente nei suoi arti tesi. La ragazza, però, sorrise. 

 

-I miei collaboratori non saranno vostri schiavi. Loro sono con me. 

 

 

 

 

Hoseok percorse il mercato della caotica città con la mente assente. In un qualche modo, era sorpreso dal fatto che i suoi lineamenti così insoliti non avevano attirato sguardi incuriositi o domande indiscrete, ma aveva presto scoperto che Venezia non era nuova a volti inconsueti e uomini di ogni forma e colore. Dal canto suo, all'inizio non aveva fatto che guardarsi attorno con fascinazione nel vedere così tante persone che rassomigliavano Diana. Curiosamente, nel giro di pochi mesi le loro posizioni si erano invertite. 

 

Passeggiando placidamente fra i banchi dei mercanti di strada, non poteva fare altro che ripensare all'annuncio di matrimonio che la giovane aveva loro comunicato. Non doveva andare così. Davvero non doveva. Vedeva il turbamento nei suoi occhi. Vedeva la profonda sofferenza che ancora non la lasciava e il disgusto. All'idea di essere unita a un uomo che non fosse... 

 

Hoseok non voleva vederla accanto a un uomo che non fosse Min Yoongi. 

 

Non voleva vederla infelice. 

 

Ma sapeva che l'unico aiuto che avrebbe potuto darle era stare al suo fianco, anche se questo avrebbe significato vederla obbligata a indossare una maschera per il resto della sua vita. Quanto meno, sarebbe stato lì per lei, pronto a darle un minimo di conforto e l'opportunità di essere davvero se stessa. 

 

Hoseok, distrattamente, sentì il lieve impatto di un corpo contro il suo. Con la mente immersa nei suoi pensieri, non percepiva davvero ciò che lo circondava, perciò si allontanò dalla persona con cui si era scontrato, piegandosi in un inchino. Quando si fu sollevato, mormorando delle impacciate scuse in quella lingua che aveva appena iniziato a comprendere, si bloccò. 

 

Un raggio di sole colpì la persona davanti a sé, creando un aureola dorata attorno alla sua testa che gli ricordava gli affreschi che aveva visto negli edifici religiosi che Diana gli aveva mostrato. I capelli della ragazza di fronte a lui si illuminarono come rame incandescente e i suoi occhi catturarono la luce in un istante che parve, per il giovane, surreale. 

 

-Chiedo scusa, non stavo guardando dove andavo. 

 

Hoseok rimase a fissare il sorriso cordiale della giovane e la sua figura che si piegava in una riverenza, prima che essa si voltasse e scomparisse dalla sua vista. 

 

No, non voleva che scomparisse! 

 

Prima che potesse seguirla, però, essa era già sparita, divorata dal mare di persone e rapita dalla sua vista.

 

 

ANGOLO AUTRICE 

 

Davvero non volevo che questa one shot finisse in una nota negativa con il matrimonio combinato di Diana, perciò ho aggiunto questo piccolo inserto dove Hobi incontra Beatrice 🤗 e chissà cosa succederà! In fondo, in un qualche modo le vite dei ragazzi e delle loro controparti sembrano scontrarsi in quasi ogni mondo in un modo o nell’altro perciò ho pensato che venendo finalmente in Italia Hobi avesse almeno modo di incontrare la sua amata. 

 

È stato molto strano scrivere questo capitolo adesso. I ragazzi e Diana sono personaggi molto diversi rispetto a Solitary, perciò ho dovuto rileggere qualche capitolo del Principe per riuscire a riprendere il feeling giusto dei loro caratteri. Cosa ne pensate?

   
 
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