Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: eddiefrancesco    28/03/2022    1 recensioni
L'umore di Christopher Marchnet è cupo come le nuvole nere che sovrastano la sua residenza.
Eppure quando un lampo illumina una damigella in difficoltà, lui si comporta da gentiluomo.
Per Kit comincia così un eccitante avventura insieme alla misteriosa Hero Ingram, alla ricerca di un libro scomparso da oltre un secolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Raven riteneva che lei avesse già il Mallory, oppure aveva impiegato quello stratagemma per accertarsi che lei non abbassasse mai la guardia? Hero sospirò. Sapeva per esperienza quanto fosse inutile cercare di scoprire i pensieri di Raven. Ma forse non avrebbe dovuto preoccuparsene ancora a lungo... Con il cuore che batteva forte, si avvicinò al banco di vendita. Non riusciva a smettere di pensare a quello che si stava giocando. Eppure, quando chiese di vedere Mr. Laytham, riuscì a mantenersi del tutto inespressiva. «Mr. Laytham non è in negozio» rispose il commesso, fissando con aria sprezzante il suo abbigliamento dimesso. Hero trasali'. Non se l'aspettava, nondimeno ora capiva che la capitolazione di Laytham era stata simulata. Lui poteva essere già da qualche parte sul Continente o, peggio ancora, a denunciarla a un magistrato. «Non ha per caso lasciato un pacco per me?» domandò con la forza della disperazione. «A che nome?» la interrogo' il tipo sprezzante. «Marchant.» Kit, vedendola in difficoltà, aveva assunto il controllo della situazione con tranquilla disinvoltura ed Hero gliene fu immensamente grata. «Ah, sì. Un momento solo.» Il commesso aprì la porta dell'ufficio di Laytham mentre Hero stava in attesa con il cuore in gola. In realtà, non sapeva di preciso cosa aspettarsi, forse un esercito di guardie che usciva dal retro bottega della libreria per arrestarla, oppure il commesso che tornava con un paio di pistole e gliele puntava contro. Le sembrava però alquanto improbabile, con il negozio pieno di clienti. Laytham's era una libreria rispettabile, nonostante il proprietario si fosse prestato a soddisfare la sua insolita, oltraggiosa richiesta. Quando l'uomo tornò con un pacchetto avvolto in carta da imballaggio e legato strettamente, Hero rimase a fissarlo per un lungo istante. Nella sua lunga attività come compratore per conto di Raven non aveva mai preso in consegna qualcosa di tanto importante. Ed era quasi assurdo che se lo fosse procurato senza spesa. «Grazie» disse soltanto, imponendosi di non strappargli il pacco dalle mani. Al contrario, lo prese con molta cura e se lo tenne stretto al petto mentre usciva dal negozio. Quando furono sul marciapiede, si sbottono' la pesante giubba e lo infilò in una capiente tasca interna, predisposta proprio per contenere pacchi anche voluminosi. Ora non poteva esserle strappato di mano e neppure finire per disgrazia in una pozzanghera. E lei continuava ad avere l'aspetto di un ragazzo imbacuccato in panni pesanti per difendersi dal freddo; nessuno avrebbe sospettato quale tesoro portasse addosso. Si avviarono senza indugio verso la relativa sicurezza della Maple's Inn. Hero non vedeva l'ora di esaminare il falso. Durante la lunga camminata l'euforia di Hero ebbe il tempo di scemare mentre lei si interrogava sul contenuto del pacco. Nonostante Kit le avesse trasmesso almeno in parte il proprio ottimismo, lei era diffidente per natura e si domando' se sotto tutti quegli strati di carta marrone ci fosse veramente un libro. In realtà poteva esserci qualsiasi cosa. Un pezzo di legno, un libro di nessun valore messo lì al solo scopo di liberarsi di lei, con Laytham che si era fatto negare per essere sicuro di non incontrarla mai più. Quel timore la torturo' al punto che il panico erose la sua consueta presenza di spirito, rendendola sbadata. Fu solo quando Kit si fermò davanti alla loro porta in modo da controllare la stanza prima di entrare che lei si accorse della propria disattenzione. Innervosita, vide un uomo che percorreva il corridoio; la sagoma le parve vagamente familiare, ma quando si fermò davanti a un'altra porta lei tirò un sospiro di sollievo. Tuttavia, mentre Kit le faceva segno di entrare, Hero pagò il prezzo della propria distrazione con la canna di una pistola premuta sulla schiena. «Tenete la bocca chiusa e andate dentro. Non volete guai, vero?» Hero riconobbe la voce. Era uno dei due uomini che avevano assalito la carrozza e minacciato Hob. Per maggior chiarezza, l'uomo le premette più forte la pistola contro la schiena, spronandola a muoversi. Appena si accorse che Hero non era sola, Kit cercò di infilare una mano nella giubba, ma l'uomo lo fermò. «Non muovetevi o sparo alla ragazza» gli intimo' senza alzare la voce. «Tenete le mani bene in vista.» Hero sentì dietro di sé passi che si avvicinavano e poi la porta si chiuse con un tonfo minaccioso. Un altro uomo era entrato e puntava la pistola verso Kit. E siccome era il più alto dei due, ne dedusse che quello basso doveva essere dietro di lei. Non si aspettava invece la comparsa di un terzo personaggio, per cui trasecolo' quando la figura che le era sembrata familiare nel corridoio entrò nel suo campo visivo. «Erasmus! Che cosa ci fate voi qui?» domando' al suo cosiddetto cugino, allibita. Era stato Raven a congegnare il tutto? «Ci è voluto un po', lo riconosco» dichiarò Erasmus. I suoi occhi - piccoli, neri e rotondi come quelli di un uccello - scintillavano nel viso di un pallore innaturale. «Siete stata piuttosto brava, Hero, a cercare di far perdere le vostre tracce. Per vostra sfortuna, uno degli informatori di Raven gli ha riferito che eravate a Londra. E, per mia fortuna, è rimasto così sorpreso di vedervi in abiti maschili che vi ha seguito.» Lei lo guardò. Era stata tanto attenta... «Oppure ha pagato un ragazzino perché vi pedinasse» puntualizzo' Erasmus. «Non lo so e non mi interessa. Non mi sono preoccupato neppure quando siete sparita, stamattina. Perché, vedete, ho interrogato un commesso di Laytham, l'affidabile Mr. Ridealgh, il quale era al corrente che voi, o per meglio dire Mr. Marchant, come adesso vi fate chiamare...» Fece una piccola pausa per rivolgerle un sogghigno beffardo. «... sareste dovuta tornare oggi alla libreria. E così mi è bastato aspettarvi al varco.» Hero si concesse non più di un paio di secondi per rammaricarsi del fatto che tutte le precauzioni che aveva adottato non fossero servite a nulla. Nonostante i suoi sforzi, non avrebbe mai potuto controllare le persone al di fuori della sua influenza, come quel Mr. Ridealgh, sia che fosse il braccio destro di Laytham sia un umile commesso ansioso di intascare un po' di denaro extra in cambio di informazioni. «E se non aveste nascosto il pacco dentro la giubba, avremmo addirittura potuto evitare tutto questo.» Erasmus scosse la testa. «Uno spintone per farvi perdere l'equilibrio e io me ne sarei andato con il Mallory.» «Perché?» gli chiese Hero. «Se pensate di sottrarlo a Raven, avete decisamente sottovalutato il vostro avversario.» «Oh, Raven avrà il suo volume, non dubitatene. Quando io deciderò di consegnarglielo. Mentre voi, dopo aver sprecato tanto tempo e tanto denaro, ritornerete a mani vuote.» «E quando gli racconterò la verità su come ve lo siete procurato?» Un altro sogghigno. «Non so di cosa stiate parlando, cugina.» «Siete stato voi a frugare nella nostra roba, non è così?» gli chiese Hero. Il sorriso che stiro' le labbra sottili di Erasmus fu una risposta sufficiente. «Ancora voi avete assoldato questi bruti per rapirmi o comunque ostacolarmi in qualsiasi modo. Tutto questo per impedirmi di portare a termine il mio incarico, cosa di cui Raven non sarà molto soddisfatto.» «Non so di cosa stiate parlando» ripeté Erasmus, le labbra increspate in una smorfia di disprezzo. «Io posso rendere conto di dove mi trovavo, ma voi? Sembra proprio che vi siate concessa una bella vacanza, dedicando più tempo al vostro amante che alla vostra missione.» Schiocco' la lingua on segno di disapprovazione. «Raven non ne sarà soddisfatto» concluse facendole il verso. Hero trattenne il respiro. Inutile discutere con lui, poiché entrambi conoscevano l'esito della partita. La parola di lei contro quella di Erasmus, davanti al loro giudice: Raven. Ed Erasmus sapeva che colui che tornava a casa con dei doni veniva ricompensato. Già, ma qual era il dono che suo cugino avrebbe presentato al padrone di casa?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: eddiefrancesco