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Autore: Mercurionos    04/04/2022    0 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 27 – Sfida alla Disforia, Parte 2 – Anno 2, 37 Termidoro / 1 Fruttidoro
 
Il prurito sulla tempia svanì, respinto da un momentaneo, pulsante gonfiore. Vegeta si bloccò per un istante, come congelato nel tempo, si sbilanciò in avanti, e fece un passo.
“Ma non dire… fesserie!”
E subito le fu addosso: un rapido destro, verso il suo naso, tanto rapido da poter trapassare un macigno. Mirk schivò chinando il capo, senza fatica. Evitò anche il secondo, poi il terzo colpo. Fu allora che partì il contrattacco della ragazza: afferrò il braccio del saiyan e, stringendolo forte a sé, fu presto a portata del suo bel musino. Vegeta incassò qualche sganassone e venne respinto da una forte falciata, ma ora che la battaglia era entrata nel vivo, il suo sangue guerriero aveva cominciato a scaldarsi.
 
Una mano sul fianco, una davanti al volto, sguardo fermo e impassibile. Il suo corpo era pronto a combattere e la sua avversaria non si fece attendere: Mirk scartò e presto gli fu davanti, tese la destra verso il volto di Vegeta… e lui la fermò. Una foglia trasportata dal pigro vento pomeridiano, che dolcemente colpiva il saldo ceppo a cui un tempo apparteneva. L’onda d’urto generata dall’impatto si perse nella brezza. Vegeta strinse la presa, schiacciò le dita di Mirk con le sue, con inquietante automatismo; lei sentì dolore e, mossa dall’istinto, tentò un attacco con la sinistra. Anche quello venne fermato poco elegantemente, mano contro mano.
 
Vegeta la teneva stretta, aveva immobilizzato le sue braccia e, prima che potesse soltanto pensare a come ribattere, la tirò a sé. Furono prossimi per un fuggevole istante, poi fin troppo vicini.
 
SBAM!
 
Le diede una testata. Fronte a fronte, lui l’ariete, lei la palizzata. Mirk perse momentaneamente coscienza, tramortita e scombussolata, ma quando riaprì gli occhi, vide che Vegeta non aveva alcuna intenzione di risparmiarsi. Si schiacciò con forza sulla morbida guancia della giovane, come un fabbro batte il ferro ancora caldo, e la sbalzò via, lontano da sé.
 
La ragazza ruzzolò un paio di volte nella sabbia, fin quando l’inerzia non si fu data per vinta. Mirk impiegò qualche istante per rialzarsi. Tossicchiò, le narici piene di polvere. Non appena fu in piedi, si massaggiò lo zigomo dolente, poi trascinò lo sguardo in direzione di Vegeta. Lui la osservava con occhi vitrei, silenziosi, non del tutto sicuro di aver compreso il movente delle proprie azioni.
 
Abbassò le mani per non mostrare debolezza. Era già stata ferita, conosceva il sapore del proprio sangue, e quello era stato un semplice cazzotto. Anche se emanava un dolore particolare, caldo e pesante, un fastidio che penetrava fin dentro le ossa, che strisciava giù, in fretta, e le si insinuò nel petto. Strinse le labbra e quasi chiese al ragazzo: “Tutto bene?”
 
Ma si fermò.
Dopotutto, perché avrebbe dovuto chiederlo a Vegeta?
Anzi, era proprio lui che avrebbe dovuto sincerarsi della salute della ragazza.
Era lui che la aveva colpita come se volesse ucciderla, con la stessa foga che li aveva trascinati durante la finale del torneo.
Era lui che, a quanto pareva, confondeva un semplice allenamento pomeridiano con un duello all’ultimo sangue.
 
Mentre si rimetteva in posa, Mirk si accorse che quel desiderio non aveva senso: Vegeta non era certo il tipo da interessarsi al dolore altrui, perlomeno non in maniera empatica, né lo avrebbe fatto davanti ad un pubblico tanto vasto.
Perché allora, nel petto della guerriera albina, il fuoco della battaglia cominciò a bruciare, a fare male? Perché si era aspettata una reazione “umana” da Vegeta?
 
Furono nuovamente entrambi pronti a combattere, strisciavano i piedi nella sabbia, girando attorno al punto medio; le mani ondeggiavano lentamente, pronte a stringersi in un pugno, o a tendersi a scudo da un improvviso attacco. L’ipnotica danza non poté però trasformarsi in un nuovo duello.
 
“Voi, scambiatevi.”
Era la voce di Gipeto. Con occhio serio e attento aveva seguito la vicenda. Fece cenno a Pump di sostituire Mirk, e a Mirk di avvicinarsi a Radish. Dapprima, nessuno si mosse. Mirk chinò lentamente il capo, poi lo sguardo, verso Vegeta. Si aspettava qualcosa, un rantolo, un dissenso da parte di Vegeta, qualche commento sarcastico e pungente riguardo alle capacità marziali dei suoi compagni, ma nulla di tutto ciò.
 
Lo guardò, esaminò i suoi lineamenti: Vegeta non fece altro che, con occhi fissi sul terreno, attendere che Mirk se ne andasse. Non discusse, non si lamentò, non ebbe nulla da ridire. Gipeto, felicemente sorpreso, esclamò soltanto: “Benissimo!” e si allontanò.
La brench allora voltò le spalle al saiyan, arresasi alla sua apatia, ma non poté arginare dentro di sé l’amaro che si era accumulato sul suo palato. Tentò di trattenersi, ma non vi riuscì, e dovette parlare.
 
“Non hai nulla da ridire, Vegeta?” chiese al ragazzo con tono inquisitorio.
Il principe non distolse lo sguardo dal terreno: “Continuare a battersi con lo stesso avversario rende la mente poco attiva e poco elastica.”
“Vuoi dire che non ti stimolo abbastanza?” il tono era quello di un’accusa vera e propria.
“Non ho detto questo.” Replicò Vegeta.
“Ti fa così tanta paura batterti con la campionessa, eh?”
Vegeta sussultò, strinse i pugni, ma non disse nulla. Allontanò ancor di più lo sguardo da Mirk.
“Peggio per te. – concluse l’aliena – Radish, facciamogli vedere come si combatte sul serio.”
“Cosa? No!” Radish temette per la propria incolumità.
“Dai, attaccami, capellone! Tira un po’ fuori le…”
 
In silenzio, e senza dare nell’occhio, Pump si era piazzata di fronte a Vegeta, nel punto in cui fino a poco prima stava Mirk. Vegeta impiegò qualche istante a notare la sua presenza, ma infine si rimise in posa.
Disse soltanto: “Muoviti e dacci dentro.”
Sebbene ancora molto a disagio, Pump accettò l’invito e attaccò il principe. Per quanta velocità, grazie e precisione potesse possedere la saiyan, Vegeta ne aveva almeno dieci volte di più: schivò ogni aggressione e, quando finalmente ricordò il tema della lezione, afferrò Pump per un braccio e la lanciò dietro di sé, come se volesse sollevare la coperta del proprio letto per dargli un po’ d’aria, con innaturale semplicità.
 
Pump si arrestò a mezz’aria, ma non demorse: ripartì all’attacco, più e più volte, ma i suoi sforzi vennero vanificati dall’insormontabile principe dei saiyan. Ogni attacco vanificato, ogni assalto respinto. Lo afferrò per le mani, tentò di stringere i suoi polsi per proiettarlo sul terreno, o anche soltanto per sbilanciarlo, ma Vegeta era una montagna: se Pump gli si attaccava, lui la gettava lontano con un rapido gesto delle mani, come se stesse spostando dello sporco accumulatosi sulla sua uniforme.
 
Finalmente qualcosa sembrò cambiare. La difesa di Vegeta, sempre più fiacca e distaccata dal combattimento in corso, lasciò che Pump si avvicinasse, e lei ne approfittò: fece leva sulle gambe, afferrò un braccio di Vegeta, roteò, e montò il principe sopra le proprie spalle. Vegeta si trovò all’improvviso a gambe all’aria, e poco dopo sbatté in terra.
“Benissimo! – Gipeto si era nuovamente palesato ai saiyan – Davvero un’ottima proiezione all’indietro, Pump. Vegeta, lei invece… si alzi e si impegni un po’ di più, è un saiyan o sbaglio?” Mentre il professore si allontanava, Vegeta restò in terra ad osservare il cielo limpido e luminoso, libero da ogni nube, e non si rialzò.
 
“Ahia!”
“Ma che… Perché non l’hai schivato?!?”
Mirk aveva appena incassato un diretto sul naso. Non era da lei distrarsi nel bel mezzo di uno scontro, di certo non durante un duello con Radish, passatempo che aveva sempre apprezzato; tuttavia, non poté non notare il principe dei saiyan riverso in terra. Immobile, respirava lentamente, pigramente guardava verso l’alto. Non lo riconobbe.
“Cosa è successo a Vegeta?” Chiese allora a Radish.
 
Radish non le rispose subito. Anche lui si fece distrarre dal principe così insolitamente disinteressato alla lotta.
“Non lo sappiamo di preciso. – sbuffò – Fa così da quando siamo tornati da Brench.”
“Da Brench? Pensavo che gli fosse piaciuto.”
“Non è quello, lo sai.”
La ragazza corrugò la fronte: “No che non lo so. È da giorni che non mi parla.”
“Allora non te l’ha detto?”
“Che cosa?”
“Di Freezer.”
 
Note dell’autore:
Sembra davvero che qualcosa sia sia “rotto” nel cuore di Vegeta. Questo capitolo è a tutti gli effetti la transizione alla parte finale del secondo libro. Ancora tre o quattro capitoli, e saremo al gran finale. Spero che fino ad adesso vi sia piaciuta la storia!
 
La settimana scorsa non ho pubblicato, ma ho una buona motivazione: sono un cretino. Sul serio, ero convinto di aver pubblicato il lunedì, ma mercoledì mi sono accorto che… caspita, non era vero! Scusatemi. In compenso ho terminato la stesura del capitolo 28, cosa che mi è costata molta fatica, ma sono contento del risultato.
 
In ogni caso, spero di sentire la Vostra opinione su questi capitoli. Sono contento che ci sia ancora una ventina di lettori che ogni settimana ci seguono. Grazie mille a tutti! Mi piacerebbe davvero conoscervi di persona.
 
Alla prossima settimana! Non perdetevi assolutamente il capitolo in cui scriverò “topinambur” soltanto per il nome simpatico della suddetta pianta!
   
 
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