05/04/2022
0 recensioniFaceva freddo sul carro dove il soldato, silenzioso, si stringeva nel suo mantello per limitare il vento che gli sferzava il viso. Quanti anni era che faceva quella vita non lo sapeva neanche più lui, a viaggiare di paese in paese, di città in città, alla ricerca di un lavoro che lo aiutasse a tirare avanti fino al prossimo incarico. Almeno un decennio era passato dalla Guerra delle Nere Piume dove aveva partecipato come avanguardia dell'Impero del Sole Notturno, a nord del continente di Felias.
Di quei momenti gli era rimasta solo un'armatura malconcia, il mantello bianco e d'oro ormai rotto e sgualcito e il suo spadone, talmente rovinato dall'elsa alla punta che difficilmente si poteva credere che tagliasse ancora. L'uomo, che chiameremo col nome di Fenos, si stava dirigendo in una delle grandi Città dell'Est, Drusia, nota per gli enormi campi coltivati e per il vino che sembrava essere nettare divino. L'unica nota negativa di questa enorme Città era la Guerra civile che era in corso, tra i sostenitori del Re Eliseo III e coloro che, invece per logica, andavano contro la sua ideologia di pensiero.
Quella sera Fenos scese dal carro, un sacco malconcio in spalla e lo spadone sulla schiena, con lo scopo di fare da mercenario per un qualche nobile signore che aveva paura di perdere i suoi guadagni, o per una famiglia che voleva invece una fetta di nobiltà. Si accontentava di pochi spiccioli e, dove era possibile, di un pasto decente.
Nonostante la guerra in corso, durante la notte sembrava scendere una pace quasi innaturale, in quanto per tutti coloro che vivevano a Drusia, la notte era Sacra alla Dea Lunisia, protettrice dei viaggiatori e propiziatrice del raccolto, cosicché quando la notte calava i dibattiti e gli scontri cessavano e tutti si rintanavano nelle loro case, salvo i pochi stolti che, come Fenos, si dirigevano alla taverna per scaldarsi con dell'alcol.
Quasi con la paura di disturbare, l'uomo aprì la porta dell'Osteria della Luna Blu, addentrandosi nell'ambiente caldo e confortevole, riscaldato da un camino acceso in cui bruciavano ceppi delle querce che circondavano la Città. Si sedette al bancone e fece cenno al taverniere, chiedendo un boccale di vino economico. L'uomo lo squadrò
-Nuovo in città?- Il taverniere, un omone con una folta barba e un sorriso bonario, gli passò un boccale in legno ripieno di caldo liquido rosso - Questo lo offre la casa, dalla prossima paghi-
-Sono solo di passaggio e penso che un solo boccale farà il suo lavoro- Fenos osservò a lungo l'omone finché lo stesso non gli sorrise
-Mercenario immagino, non vedo spadoni del popolo del nord dalla Guerra delle Piume Nere-
-Non ti sfugge nulla vedo. Magari adesso mi dirai che hai anche un lavoro per me-
-Quello no, però se sei interessato a qualcosa di redditizio ti conviene fare una capatina al Palazzo Reale. Ho sentito alcune guardie che si lamentavano del poco personale e si sa, un Re col fuoco sotto il nobile deretano sarebbe pronto a pagare in gemme preziose per continuare a godersi il suo sfarzo-
A quell'interloquire così delicato e gentile da parte del taverniere si lasciò scappare un sorriso e annuì, ringraziando l'uomo prima di uscire poi dalla stessa Taverna, diringendosi nella Parte alta della città, dove risiedeva l'enorme castello, pregno di sfarzo.
Ci vollero ben quindici minuti prima che il logoro cavaliere arrivasse di fronte alle porte del palazzo di Eliseo III, dove i guardinghi soldati lo accolsero con sguardi pregni di sospetto. Lui ricambiò quello sguardo prima di riferire quel che aveva sentito dall'oste poco prima e, loro malgrado, i soldati ammisero la loro necessità. Fenos venne controllato e fu validata la sua licenza come mercenario, la quale lo qualificava, grazie alle sue esperienze, per lavori di scorta, come sicario e vari altri su cui preferisco non mettere appunto. Lo scortarono attraverso stanzoni enormi, avvolti di arazzi, tappeti, adornati di vasi rari, colori sgargianti anche nella notte scura. Il Re, non molto contento dell'essere stato svegliato in una serata così tarda, lo squadrò da testa a piedi.
-Dunque...- Al Re furono consegnati i documenti ma non si sforzò neanche di leggerli salvo le parti salienti, abbastanza per capire quel che Fenos potesse fare. - Sei un mercenario in cerca di impiego. Nulla di nuovo da queste parti, soprattutto dopo la Guerra Antica- Fenos Annuì -A quanto risulta ti sei distinto e il tuo lavoro, da qualche anno a questa parte, è sempre stato fruttuoso, riuscendo anche in scorte in luoghi pericolosi come le Lande dei Perduti al centro della nostra bella Terra. Come probabilmente sai siamo in guerra e, nonostante il silenzio che aleggia fuori dal mio palazzo, durante la giornata persone su persone vengono ferite e muoiono, finendo seppellite prima del Bene Notturno. Purtroppo in molti rivoltosi sostengono che, data la loro mente ristretta, non serva l'esportazione delle nostre merci per garantire la ricchezza, così come a volte non bisogni fare sacrifici per ottenere terre più grandi per coltivare e mantenere il nostro tenore di vita.- Re Eliseo si alzò dal suo enorme scranno, avvicinandosi al mercenario seguito da due soldati armati di lancia che procedevano ad arma tesa in avanti, a schermare il re da possibili attacchi. -Mia figlia è l'unico modo per me di sostenere questa città e, in quanto padre, ho deciso di farla sposare con il figlio del regno di poco a sud di qui, che immagino tu conosca col nome di Berileus, esportatori di minerali e mercanti d'eccezione, primi nel loro lavoro. Con questa unione mi è stata promessa una gran fetta di quel regno se avessi garantito parte della mia milizia. Ma come puoi ben immaginare, far muovere i soldati in un momento come questo dalle loro sedi sarebbe come permettere ai rivoltosi di venire a pranzo al tavolo reale, marciando liberamente per questi saloni come se fosse casa loro. Dunque tu, nella tua situazione, risulti come una benedizione di Lunisia, protettrice del nostro popolo. Voglio dunque fidarmi delle tue referenze, affidandoti mia figlia affinché venga scortata verso il regno che diventerà la sua nuova casa, cosicchè lei possa compiere il suo ruolo. Se riuscirai a portare a termine questo semplice incarico ti verrà donata una terra e una moglie tra le più belle donne del nostro paese-
Alla proposta Fenos fece solo un lungo sospiro, quasi annoiato dall'enorme serie di parole di cui a lui era importato poco o niente. Aveva sentito solo le informazioni principali, memorizzandole e archiviandole -Mi sembra un incarico facile, basterebbe un cavallo e sarei lì in una giornata senza problema alcuno. Dov'è l'inghippo?-
-Insolente. O accetti o puoi uscire da qui, sulle tue gambe o meno è una tua decisione-
Il mercenario sorrise annuendo poi subito dopo - Non mi pare il caso di scaldarsi, Sua Maestà. Sono un umile servitore del vil denaro, la prego di scusare i miei modi sgarbati e bruschi. Quando devo venire a prelevare la Principessa per il viaggio?-
-All'alba dell'indomani presentati di fronte al palazzo. Ti verrà dato il necessario per il viaggio e nulla più, non avrai supporto ne altro. Inoltre il cavallo è assolutamente fuori questione, mia figlia ne teme la mole, dunque il viaggio sarà rigorosamente a piedi. Ora sparisci-
Fenos si ripromise che il giorno dopo avrebbe salutato il Re mostrando il dito medio.
---Angolo dell'autore
Mi sento parecchio arrugginito, sono passati anni dall'ultima volta in cui ho scritto qualcosa ma devo dire che sono abbastanza soddisfatto da quel che ho creato. Avverto fin da subito che porterò avanti la serie con calma, rispettando i miei tempi e i miei impegni. I hope you will enjoy it.
Di quei momenti gli era rimasta solo un'armatura malconcia, il mantello bianco e d'oro ormai rotto e sgualcito e il suo spadone, talmente rovinato dall'elsa alla punta che difficilmente si poteva credere che tagliasse ancora. L'uomo, che chiameremo col nome di Fenos, si stava dirigendo in una delle grandi Città dell'Est, Drusia, nota per gli enormi campi coltivati e per il vino che sembrava essere nettare divino. L'unica nota negativa di questa enorme Città era la Guerra civile che era in corso, tra i sostenitori del Re Eliseo III e coloro che, invece per logica, andavano contro la sua ideologia di pensiero.
Quella sera Fenos scese dal carro, un sacco malconcio in spalla e lo spadone sulla schiena, con lo scopo di fare da mercenario per un qualche nobile signore che aveva paura di perdere i suoi guadagni, o per una famiglia che voleva invece una fetta di nobiltà. Si accontentava di pochi spiccioli e, dove era possibile, di un pasto decente.
Nonostante la guerra in corso, durante la notte sembrava scendere una pace quasi innaturale, in quanto per tutti coloro che vivevano a Drusia, la notte era Sacra alla Dea Lunisia, protettrice dei viaggiatori e propiziatrice del raccolto, cosicché quando la notte calava i dibattiti e gli scontri cessavano e tutti si rintanavano nelle loro case, salvo i pochi stolti che, come Fenos, si dirigevano alla taverna per scaldarsi con dell'alcol.
Quasi con la paura di disturbare, l'uomo aprì la porta dell'Osteria della Luna Blu, addentrandosi nell'ambiente caldo e confortevole, riscaldato da un camino acceso in cui bruciavano ceppi delle querce che circondavano la Città. Si sedette al bancone e fece cenno al taverniere, chiedendo un boccale di vino economico. L'uomo lo squadrò
-Nuovo in città?- Il taverniere, un omone con una folta barba e un sorriso bonario, gli passò un boccale in legno ripieno di caldo liquido rosso - Questo lo offre la casa, dalla prossima paghi-
-Sono solo di passaggio e penso che un solo boccale farà il suo lavoro- Fenos osservò a lungo l'omone finché lo stesso non gli sorrise
-Mercenario immagino, non vedo spadoni del popolo del nord dalla Guerra delle Piume Nere-
-Non ti sfugge nulla vedo. Magari adesso mi dirai che hai anche un lavoro per me-
-Quello no, però se sei interessato a qualcosa di redditizio ti conviene fare una capatina al Palazzo Reale. Ho sentito alcune guardie che si lamentavano del poco personale e si sa, un Re col fuoco sotto il nobile deretano sarebbe pronto a pagare in gemme preziose per continuare a godersi il suo sfarzo-
A quell'interloquire così delicato e gentile da parte del taverniere si lasciò scappare un sorriso e annuì, ringraziando l'uomo prima di uscire poi dalla stessa Taverna, diringendosi nella Parte alta della città, dove risiedeva l'enorme castello, pregno di sfarzo.
Ci vollero ben quindici minuti prima che il logoro cavaliere arrivasse di fronte alle porte del palazzo di Eliseo III, dove i guardinghi soldati lo accolsero con sguardi pregni di sospetto. Lui ricambiò quello sguardo prima di riferire quel che aveva sentito dall'oste poco prima e, loro malgrado, i soldati ammisero la loro necessità. Fenos venne controllato e fu validata la sua licenza come mercenario, la quale lo qualificava, grazie alle sue esperienze, per lavori di scorta, come sicario e vari altri su cui preferisco non mettere appunto. Lo scortarono attraverso stanzoni enormi, avvolti di arazzi, tappeti, adornati di vasi rari, colori sgargianti anche nella notte scura. Il Re, non molto contento dell'essere stato svegliato in una serata così tarda, lo squadrò da testa a piedi.
-Dunque...- Al Re furono consegnati i documenti ma non si sforzò neanche di leggerli salvo le parti salienti, abbastanza per capire quel che Fenos potesse fare. - Sei un mercenario in cerca di impiego. Nulla di nuovo da queste parti, soprattutto dopo la Guerra Antica- Fenos Annuì -A quanto risulta ti sei distinto e il tuo lavoro, da qualche anno a questa parte, è sempre stato fruttuoso, riuscendo anche in scorte in luoghi pericolosi come le Lande dei Perduti al centro della nostra bella Terra. Come probabilmente sai siamo in guerra e, nonostante il silenzio che aleggia fuori dal mio palazzo, durante la giornata persone su persone vengono ferite e muoiono, finendo seppellite prima del Bene Notturno. Purtroppo in molti rivoltosi sostengono che, data la loro mente ristretta, non serva l'esportazione delle nostre merci per garantire la ricchezza, così come a volte non bisogni fare sacrifici per ottenere terre più grandi per coltivare e mantenere il nostro tenore di vita.- Re Eliseo si alzò dal suo enorme scranno, avvicinandosi al mercenario seguito da due soldati armati di lancia che procedevano ad arma tesa in avanti, a schermare il re da possibili attacchi. -Mia figlia è l'unico modo per me di sostenere questa città e, in quanto padre, ho deciso di farla sposare con il figlio del regno di poco a sud di qui, che immagino tu conosca col nome di Berileus, esportatori di minerali e mercanti d'eccezione, primi nel loro lavoro. Con questa unione mi è stata promessa una gran fetta di quel regno se avessi garantito parte della mia milizia. Ma come puoi ben immaginare, far muovere i soldati in un momento come questo dalle loro sedi sarebbe come permettere ai rivoltosi di venire a pranzo al tavolo reale, marciando liberamente per questi saloni come se fosse casa loro. Dunque tu, nella tua situazione, risulti come una benedizione di Lunisia, protettrice del nostro popolo. Voglio dunque fidarmi delle tue referenze, affidandoti mia figlia affinché venga scortata verso il regno che diventerà la sua nuova casa, cosicchè lei possa compiere il suo ruolo. Se riuscirai a portare a termine questo semplice incarico ti verrà donata una terra e una moglie tra le più belle donne del nostro paese-
Alla proposta Fenos fece solo un lungo sospiro, quasi annoiato dall'enorme serie di parole di cui a lui era importato poco o niente. Aveva sentito solo le informazioni principali, memorizzandole e archiviandole -Mi sembra un incarico facile, basterebbe un cavallo e sarei lì in una giornata senza problema alcuno. Dov'è l'inghippo?-
-Insolente. O accetti o puoi uscire da qui, sulle tue gambe o meno è una tua decisione-
Il mercenario sorrise annuendo poi subito dopo - Non mi pare il caso di scaldarsi, Sua Maestà. Sono un umile servitore del vil denaro, la prego di scusare i miei modi sgarbati e bruschi. Quando devo venire a prelevare la Principessa per il viaggio?-
-All'alba dell'indomani presentati di fronte al palazzo. Ti verrà dato il necessario per il viaggio e nulla più, non avrai supporto ne altro. Inoltre il cavallo è assolutamente fuori questione, mia figlia ne teme la mole, dunque il viaggio sarà rigorosamente a piedi. Ora sparisci-
Fenos si ripromise che il giorno dopo avrebbe salutato il Re mostrando il dito medio.
---Angolo dell'autore
Mi sento parecchio arrugginito, sono passati anni dall'ultima volta in cui ho scritto qualcosa ma devo dire che sono abbastanza soddisfatto da quel che ho creato. Avverto fin da subito che porterò avanti la serie con calma, rispettando i miei tempi e i miei impegni. I hope you will enjoy it.