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Autore: Tame_san_03    10/04/2022    0 recensioni
Luxus Dreyar non è decisamente un tipo facile da capire e Mirajane lo sa perfettamente.
Tra un’intervista finita non troppo bene, una cena promessa e il vento freddo della sera, Mira cerca di capire cosa si cela davvero dietro quella dura corazza che Luxus si è creato nel tempo.
Ma non è facile voler bene a qualcuno che non sa voler bene…
[La storia è ambientata poco prima della battaglia di Fairy Tail e della successiva espulsione di Luxus dalla gilda]
(4.026 parole)
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luxus Dreher, Mirajane, Mirajane/Luxus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno, a Fairy Tail, tutta la gilda era in fermento. Si era appena conclusa la Festa del Raccolto e nella sala principale, il via vai di persone si era fatto impressionante. Gente da tutti i paesi arrivava al bancone del bar per prendere da bere o semplicemente scattare una foto con la celebre e bellissima Mirajane. Altri intavolavano conversazioni con i diversi maghi della gilda, qualcun altro ancora ammirava l’architettura dell’edificio e infine un paio di fotografi e giornalisti cercavano scoop o qualcuno da intervistare.

Tra fan scatenati e clienti esigenti, Mira ne stava uscendo pazza.

Elfman si era offerto di aiutarla, ma a dire la verità, non era molto portato per il lavoro di barista: a volte era maldestro o si confondeva i cocktail, creando problemi non solo ai clienti ma anche alla stessa sorella, che cercava di rimediare ai suoi sbagli con un sorriso da modella.

“Scusa sorellina”

“Non preoccuparti, Elfman. Anzi, ti ringrazio della tua voglia di aiutarmi, ma preferisco fare da sola” rispose l’albina sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.

Finalmente, dopo un’oretta, la folla cominció a diradarsi. Ormai, oltre ai maghi di Fairy Tail, restavano solo i giornalisti, che potevano così operare con più tranquillità.

Erano ormai le sei e mezza quando la gilda cominciò a farsi deserta, e Mira tiró un sospiro di sollievo. Le piaceva il suo lavoro, così come le piaceva socializzare e stare in mezzo alla gente, ma servire un cliente dopo l’altro così velocemente non le aveva permesso di prendersi neanche un momento di pausa.

Natsu, Lucy ed Happy erano tornati a casa insieme, mentre Levy e Gajeel erano ormai spariti da qualche minuto.

Ormai rimanevano solo Cana, Macao e Jet, seduti a chiacchierare e a bere in fondo alla sala.

Intenta a pulire il bancone del bar, Mira si accorse, con la coda dell’occhio, di una grande presenza alla sua sinistra, e alzò gli occhi per incontrare quelli di Luxus.

“Dammi una birra, donna”

La ragazza ignoró il solito tono freddo del compagno e prese un bicchiere per versargli la birra alla spina più amara che avesse, come piaceva a lui.

Di rimando, lo salutò in modo scherzoso: “Ma guarda un po’ chi c’è… Non hai partecipato alla festa nemmeno quest’anno”

“Non mi piace stare in mezzo alla gente”

Quando ebbe tra le mani il bicchiere di birra, l’uomo ne prese un sorso abbondante, sotto lo sguardo di Mira.

“Oh mio Dio! Ma voi siete… santo cielo, non ci credo!” fece una voce improvvisa dal fondo della sala. A quanto pareva, c’era ancora qualcun altro nella gilda.

Un ragazzo sui vent’anni, di altezza media, moro e con dei grandi occhiali rossi, si avvicinò di corsa al bancone, tenendo in una sola mano una fotocamera, un taccuino e una matita.

“Tu sei il grande Luxus, il potentissimo mago del fulmine! O mio dio! E tu sei Mira, la modella preferita di tutte le riviste di maghi! O ragazzi, è un grande onore vedervi dal vivo!”

Luxus roteò gli occhi, seccato. Era venuto alla gilda sul tardi proprio per non incontrare nessuno, e ora gli toccava pure rispondere a stupite interviste? Finí il boccale in un paio di sorsi generosi e si alzò dallo sgabello.

Quando fu in piedi, il giornalista fece un passo indietro. Probabilmente non si aspettava che Luxus avesse una così grande presenza. Metteva in soggezione.

“Hey dove vai?” gli chiese Mira “Non vuoi fare l’intervista con me?”

“Evito volentieri” rispose secco lui.

“Oh, andiamo, Dreyar… non potrai sempre fare così. Non ti farebbe male stare un po’ nella società sai…”

Luxus alzó un braccio in segno di congedo e si diresse verso il portone d’ingresso.

“Ho fame, me ne torno a casa” disse.

Mirajane guardò il giornalista, rimasto fermo di fronte alla sedia ormai vuota di Luxus.

Gli fece un piccolo cenno con il capo:  “Scusami un secondo, torno subito, anzi… torniamo” 

La maga raggiunse di corsa il biondo, ormai quasi arrivato all’uscita.

“Lasciami in pace, Strauss”

“Hai detto che hai fame, no? Se farai questa intervista con me, ti cucino quello che vuoi. Sono brava ai fornelli, sai?” gli propose, con un sorriso genuino.

L’uomo rimase immobile, a fissarla dubbioso “Tu che ci guadagni?”

“Non mi piace fare foto o interviste da sola. E poi non mi fido molto di quel tipo”

Luxus buffó, cercando di non pensare a ciò che gli sarebbe toccato. In compenso, sentiva l’acquolina in bocca all’idea di quello che avrebbe mangiato quella sera. Non aveva nessuna voglia di passare il tempo con quell’esaltato di un giornalista, ma dopo la missione di quella mattina non aveva ancora fatto un pasto decente. Fu l’unica ragione in grado di convincerlo.

I due maghi ritornarono quindi al bancone del bar e risposero alle tante domande del reporter.

“Mirajane, stai collaborando con altre riviste ultimamente? È da un po’ che non ti vediamo in copertina” chiese il ragazzo, con la videocamera puntata sulla maga.

“In realtà, in questi giorni sono molto impegnata alla gilda. Adoro stare qui e mi sono permessa di prendermi una pausa dal mio lavoro di modella, ma non preoccuparti, ho già ricevuto molte richieste da parte di giornali e riviste, quindi state pronti!”

“Non vediamo l’ora Mira. E tu Luxus… tu sei il nipote del master dopotutto. Sentirai parecchie responsabilità sulle spalle. La gente si aspetta molto, vero?”

Il biondo fece un mugugno infastidito e strinse un pugno, nascondendolo sotto il cappotto appoggiato sulle spalle

“Il mio cognome non c’entra niente, non voglio avere nulla a che fare con quel vecchiaccio”

Il giornalista abbassò per un istante la videocamera e una goccia di sudore freddo gli scese dalla fronte.

“Fa paura” sussurrò, prima di nascondersi di nuovo dietro l’obiettivo.

“Mira, cosa provi quando i tuoi compagni partono per delle missioni? Ti preoccuperai molto, immagino”

“Beh, ovviamente sì, sono in pensiero per loro” si voltò verso l’uomo alla sua sinistra, alzando la testa di parecchi centimentri per guardarlo in volto “Ma so anche che sono molto forti e parecchio cocciuti. Hanno sempre la testa dura, e ho molta fiducia in loro”

Luxus la continuó a guardare negli occhi, senza dire nulla. A Mira parve di aver visto un piccolo sorriso all’angolo della sua bocca, ma non poteva esserne sicura.

“Non avevo dubbi, signorina Strauss. E ora, ultima domanda per il grande Drago del Fulmine. Quando arrivi da qualche parte, molte donne si voltano subito verso di te... capisci che intendo. Hai interesse per qualcuna di loro?”

“No”

“Ehm, chiaro. Mi scuso per la domanda. Ecco, vi va di fare una foto?”

I due maghi risposero “Sí” e “No” all’unisono. Si guardarono per un istante e Luxus sbuffó.

“Dai, fai questo ultimo sforzo, per favore Luxus” lo imploró Mirajane, toccandogli l’avambraccio con il palmo della mano.

Luxus non era un tipo facile da persuadere, per lo più da una donna.

Ma Mira non era una qualunque. Il suo sguardo dolce rivolto verso di lui lo faceva sentire quasi in dovere di assecondarla.

E così fece, maledicendosi per non essere riuscito a dirle di no.

La modella e il drago del fulmine si misero davanti al bancone, uno sfondo che tutte le riviste di maghi ormai conoscevano bene.

Nonostante fosse particolarmente fotogenico - o almeno così gli avevano detto Evergreen e Fried - stare davanti all’obiettivo era una delle tante cose che Luxus Dreyar odiava con tutto il cuore, anche se al fianco di Mira la cosa diventava un po’ più sopportabile.

Il biondo si appoggiò con la schiena al bancone dietro di loro.

“Mira puoi metterti vicino a lui? … un po’ di più, per favore” chiese il giornalista.

La maga si voltò un po’ di lato, verso il compagno, circondando il suo braccio destro con le dita. Mira fissò per un istante la proprio mano, troppo piccola per circondare il suo bicipite, e sembrò fermarsi un istante, studiando le vene del suo braccio con i polpastrelli.

Luxus la guardó, impassibile a quel suo comportamento. Dall’alto del suo metro e novantatré, il vestito di Mira lasciava intravedere più di quanto lui si sarebbe aspettato, ma distolse - a malincuore - gli occhi dalla ragazza per guardare l’obiettivo davanti a loro.

“Avanti Dreyar, sorridi un po’!”

La voce di Cana dal fondo della sala fece voltare tutti i presenti - i pochi rimasti - nella loro direzione.

Ci fu un brusio di sottofondo: era raro vedere Luxus alla gilda, e ancora più raro era vederlo assecondare qualcuno a farsi fotografare.

“Ok, ho finito!” esclamò il giornalista, alzando la fotocamera sopra di lui in segno di vittoria “Sono sicuro che riusciró a farla mettere in prima pag- “

Il ragazzo si ammutolì all’istante, mentre un fulmine si scagliava sul pavimento, ad un centimentro dal suo piede.

Le sue gambe cominciarono visibilmente a tremare, mentre una goccia di sudore freddo gli colava dalla fronte. Deglutí a vuoto, con gli occhi spalancati.

“Luxus, ma che ti salta in mente?” fece Mira, avvicinandosi al ragazzo. Gli mise una mano sulla spalla, cercando di tranquillizzarlo.

“Ehm… ecco, io vado. Grazie dell’intervista” disse lui, alzando un po’ la testa e incontrando lo sguardo del dio del fulmine. Fece altri due passi indietro, stringendo la fotocamera tra le mani, poi si voltò e corse via a gambe levate.

Appena la porta d’ingresso della gilda si chiuse dietro il giornalista, Cana e Mira spostarono lo sguardo su Luxus.

“Questa volta hai esagerato” disse la mora, tornando a sedersi accanto a Jet.

Il drago del fulmine ignorò i loro commenti e uscí dalla sala principale, entrando in cucina.

L’albina lo seguì dentro la stanza “Luxus ma che fai?” esclamò, senza aspettare, in realtà, una vera risposta.

“Cosa sono questi scatoloni?”

La maga rispose alla domanda del ragazzo, sapendo la sua sarebbe stata lascia in sospeso.

“Stamattina è arrivato il corriere con l’ordine del riso, ma non ho avuto tempo di portarli nel magazzino”

Lo disse con una nota di sconforto, sperando che l’uomo lo notasse e gli offrisse una mano. Ovviamente non accadde.

L’albina si abbassò per prenderne uno tra le braccia, per spostarlo dal mezzo della stanza.

“Mira, ti sei già dimenticata della promessa? Devi cucinarmi qualcosa”

“Adesso?! Sto per finire il mio turno, Luxus”

“E allora avrai tempo per cucinare”

La ragazza non rispose, troppo occupata nel provare ad alzare quello scatolone. Quando ci riuscì, le braccie persero forza e il carico la fece sbilanciare all’indietro, ma due mani grandi e forti la presero per la vita circondandola quasi totalmente. Dopo aver ritrovare l’equilibrio, Mira alzò lo sguardo per incontrare dei brillanti occhi grigi sopra la propria testa.

Luxus non disse nulla, ma prese lo scatolone dalle mani della ragazza. Lo appoggiò per terra e ne mise sopra un altro.

Li portò entrambi in un angolo della cucina, accanto alla porta dello sgabuzzino, liberando così la stanza.

“Ora cucinami qualcosa”

Mira sorrise, scuotendo la testa e prendendo a malincuore una padella da sotto il bancone della cucina.

Non era la prima volta che gli preparara da mangiare, ma sapeva che doveva fare in fretta: non avrebbe mai dimenticato la volta in cui il dragon slayer aveva annientato mezzo quartiere con un fulmine solo perché qualche membro di una gilda nemica gli aveva fatto saltare la cena.

Luxus era già piuttosto irascibile di per sè, figurarsi se accecato dalla fame.

“Cosa preferisci?” gli chiese, voltandosi per guardarlo in volto.

Lo vide accomodato su una sedia al tavolo dietro di lei, con le mani impegnate a cercare qualcosa in tasca.

“Non importa cosa, va bene tutto”.

Estrasse dalla tasca un sigaro e se lo mise al lato della bocca.

“Cazzo, ho dimenticato l’accendino, dov’è quel maledetto fiammifero rosa quando serve?”

Mirajane si lasciò scappare un sorriso, intuendo subito a chi si stesse riferendo il biondo.

“Ne hai uno in cucina, Strauss?”

“Sì, ma non te lo do. Sei ancora giovane per rovinarti così la salute”

Luxus grugnì seccato, togliendosi il sigaro di bocca e rimettendolo nella tasca dei pantaloni.

Alzò le gambe appoggiando i piedi al tavolo, con fare presuntuoso “Allora portami una birra”

“Ne hai appena bevuta una mezz’ora fa” 

“Non ti ho chiesto cosa ne pensi. Portami una birra”

La ragazza ubbidì, seccata. Di solito, quindo i clienti ordinavano qualcosa, lei non si faceva problemi a servirli, indipendentemente dal modo con cui le si rivolgevano.

Ma Luxus non era uno di quegli uomini cattivi. Indossava solo una corazza troppo dura, e Mira odiava quando lo faceva.

“Tieni, ingozzatici”

Luxus rimase sorpreso nel vedere il cambiamento della ragazza. Non era da lei essere così pungente.

“Oh ma come siamo accoglienti. È così che tratti un membro della tua gilda?”

“È come se non ne facessi nemmeno parte, Luxus”

L’uomo rimase in silenzio e prese un lungo sorso dal boccale. Mira gli stava cucinando qualcosa sul fuoco - forse una bistecca, pensava lui -,  anche lei in totale silenzio.

L’uomo digrignò i denti “Che intendi dire?”

“A te importano solo la fama e la forza, Luxus. Non ti interessa nulla di chi sta nella gilda, vuoi solo essere il più potente. Non hai cuore per nessuno” si fermò un attimo, con lo sguardo fisso sulla carne che ardeva nella padella “Non assomigli per nulla a tuo non-“

Prima che potesse finire la frase, un fulmine si materializzò nell’aria, sfiorando i capelli dell’albina e scagliandosi sul pavimento, facendo fumare il parquet davanti ai fornelli.

Mira non aveva paura del dio del fulmine, ma si era spaventata.

“Non osare paragonarmi a quel vecchiaccio!”

Luxus sembrava come in preda ad un attacco di rabbia: le vene sulle tempie in rilievo, i nervi tesi, i muscoli contratti, gli occhi spalancati in uno sguardo d’ira. L’aria intorno a lui era carica di elettricitá e piccole scariche vibravano nella cucina.

La ragazza aspettò un momento: sapeva per esperienza che parlare con Luxus in quelle condizioni era ancora più difficile di quanto lo fosse normalmente.

Non si sarebbe mai aspettata una reazione così esagerata, ma probabilmente la fame e la stanchezza avevano dato il loro contributo.

Mira non proferì parola per i due minuti che seguirono. Si limitò a preparargli la cena e, quando fu pronta, gli appoggiò le posate sul tavolo.

L’uomo prese subito la forchetta, con lo sguardo fisso sul piatto che la ragazza aveva tra le mani, impaziente.

L’albina si sedette davanti a lui, mentre Luxus addentava un boccone dopo l’altro, interrompendosi di tanto in tanto per prendere un sorso di birra.

Una volta svuotato il boccale, lo sbattè sul tavolo rumorosamente.

Mira allungò un braccio per afferrarlo, si alzò e glielo riempì a metà, senza aspettare una sua richiesta.

Quando glielo riportò, Luxus aveva in bocca l’ultimo pezzo di carne.

“Non fa bene mangiare troppo velocemente”

L’uomo grugnì e ingoió l’ultimo boccone, lasciando poi cadere la forchetta sul piatto con un tintinnio.

Mira sistemò tutto nel lavandino: era troppo stanca per mettersi a pulire in tarda serata.

Si sedette accanto a Luxus, che aveva ripreso in mano il boccale mezzo riempito.

“Scusa per prima, sono stata molto diretta. Non avrei dovuto toccare quel tasto”

“Va bene così. Ti ho rovinato il parquet”

“Non fa nulla, non devi scusarti”

“Non l’ho fatto” rispose lui.

I suoi occhi gialli incontrarono quelli blu della maga. Sulla bocca, un ghigno irritante a cui ormai Mira era fin troppo abituata.

“Certo che non cambi mai. Dovrebbero mozzarti quella lingua tagliente che ti ritrovi”

Luxus non rispose, preferendo per l’ennesima volta attaccarsi al boccale di birra piuttosto che conversare.

“Se continui così finirai per diventare peggio di Cana” 

“È stata una brutta giornata”

Mira prese la palla al balzo: stava parlando con Luxus pacificamente, fatto più unico che raro, e voleva continuare così. Voleva che lui le raccontasse della sua giornata, dei suoi turbamenti, del perché avesse tutta questa rabbia malcelata ormai da tanti anni.

Forse le birre che aveva bevuto stavano cominciando a fare effetto, o almeno così sperò Mira quando gli chiese che tipo di missione avesse svolto quella mattina.

“Nulla di particolare” fece lui, bevendo l’ultimo sorso dal boccale.

Lo sbattè sul tavolo come aveva fatto con quello precedente. Mira si alzò dalla sedia, ancora delusa dalla freddezza con cui le aveva risposto.

“Basta, sono a posto”

La maga pose il boccale vuoto nel lavandino, insieme al resto. Quando si risiedette, notò nello sguardo di Luxus una nota di tristezza, mista a rabbia.

“Che cosa hai?”

“Niente. Sto bene” disse, alzandosi dal tavolo per poi sistemarsi il cappotto nero sulle spalle. Fece un passo verso l’uscita delle cucina “Torno a casa”

La maga lo prese prontamente per un braccio, alzando la testa per guardarlo negli occhi.

“No, aspetta!”

Mirajane non voleva lasciarlo andare così, su due piedi. Era da tanto che aspettava un momento per parlare con Luxus faccia a faccia e non si sarebbe lasciata scappare una tale occasione.

Nonostante la mano della ragazza ancorata al braccio, il dragon slayer non si fermò, trascinando Mira verso l’uscita.

La sala principale era ormai vuota e silenziosa come Luxus non l’aveva mai vista prima.

“Ero rimasto qui solo per mangiare. Ora lasciami”

Mira aprì la bocca per parlare, ma un tuono la interruppe e lo spavento le smorzó la voce.

Non le erano mai piaciuti i temporali estivi, per di più notturni: la riempivano solo di inquietudine e agitazione.

Come riflesso involontario strinse ancora di più il braccio di Luxus, che si fermò in mezzo alla sala.

“Anche tu devi tornare a casa” fece lui, senza muoversi.

Mira pensò di aver sognato. Luxus si stava davvero offrendo di accompagnarla?

Forse era seriamente ubriaco, oppure era solo lei ad interpretare male le sue parole.

Quando i due maghi uscirono dalla gilda, Mira chiuse a chiave il portone, per poi guardare il cielo scuro sopra di loro. Non aveva ancora iniziato a piovere, ma i fulmini, i tuoni e i nuvoloni neri erano un chiaro segno di un imminente temporale.

Mira cominciò a camminare in direzione di casa sua. Sorprendentemente, Luxus la seguì, nonostante abitasse dalla parte opposta.

“Non avrei mai pensato che mi avresti accompagnato. Non è da te” commentò la ragazza, alzando la testa per guardare l’uomo negli occhi e rivolgergli un sorriso sincero.

“Si è fatto buio” rispose lui, indifferente.

Nonostante fosse estate, il brutto tempo di quella sera aveva portato anche un freddo venticello.

Mira non aveva mai considerato Luxus come un uomo attento ai particolari. Ad esempio, non si era accorto del diverso taglio di capelli della maga di quella mattina, per cui tutti gli avevano fatto mille complimenti.

Nonostante ciò, sembrò notare i suoi brividi di freddo. Si tolse il cappotto dalle spalle e lo appoggiò su quelle di Mira.

La ragazza si voltò di scatto, pervasa da quella improvvisa sensazione di calore “Luxus…” sussurrò, sorridendo.

Lui distolse lo sguardo, che rimase duro e freddo come prima “Non dirlo a nessuno”

La maga si lasciò scappare una risata “Ok”

Camminarono per qualche minuto senza parlare, fino a che Mira interruppe il silenzio.

“Perché ti sei arrabbiato così tanto prima?”

Inizialmente, Luxus non rispose.

Dopo qualche altro secondo, si voltó verso la ragazza, che gli vide una piccola scarica elettrica passare da un occhio all’altro.

“Odio essere paragonato a quel vecchiaccio. Lo sai”

“Ma dovresti davvero prendere un po’ esempio da lui. Sei suo nipote” Mira ignorò un fulmine uscire dalla mano del compagno “Tu non sei cattivo come vuoi far credere. Allora perché ti ostini ad essere così… cosi crudele?”

“Io annienterò tutti quelli che mi intralceranno, fino a che il vecchio dovrà lasciarmi il ruolo di master. A quel punto… renderò Fairy Tail la gilda più forte di tutta Fiore. Nessuno oserà più parlare male di noi”

La voce di Luxus era forte, profonda, macchiata da una nota stonata.

Quando Mira lo guardò in volto, le sue pupille brillavano di una luce maligna, assetata. Delle scariche elettriche passavano velocemente da un occhio all’altro, e sulla bocca aveva un ghigno diverso, più presuntuoso.

La maga gli prese la mano d’improvviso, interrompendo quella specie di attacco di pazzia, o di rabbia.

I due si fermarono in mezzo alla via.

“Luxus, riprenditi! Posso capire che sei arrabbiato con il master, in fondo ha cacciato tuo padre dalla gilda… ma tu non sei come lui. Non scegliere la sua stessa strada, ti prego”

“Non sarai tu a decidere per me, Mirajane. Dopo la morte di Lisanna, sei diventata come tutti gli altri, debole, ingenua, così ottimista e sempre sorridente…”

“È così che dovrebbero essere i maghi di una gilda, Luxus”

Il biondo emanò altre scariche elettriche dagli occhi. Altri fulmini si scagliarono sull’asfalto attorno a loro, bruciandolo.

Mira non seppe dire se lo stesse facendo di proposito o se fosse solo un riflesso della rabbia, ma la questione non le piaceva. Aveva come la sensazione che prima o poi uno di quei fulmini sarebbe finito proprio sopra la sua testa.

“Non avrei dovuto accompagnarti. Ti ho anche dato il mio cappotto per scaldarti, ma che mi è preso? Sono stato un idiota” Luxus riprese dalle spalle della ragazza ciò che era di sua proprietà e se lo sistemò addosso.

Prima che Mira potesse dire qualcosa, l’uomo si voltò, avviandosi verso la parte opposta.

“Vacci da sola a casa” disse, dandole le spalle.

La ragazza non ribatté, ritenendo ormai inutile discutere con un tale presuntuoso che non voleva sentire ragioni. Lo lasciò andare senza dire una parola, e si diresse verso il proprio appartamento.

Mancava ormai poco a casa sua. Camminò forse meno di un minuto, che però le sembrò un eternità.

“Hey Mira” una voce familiare si fece sentire nel buio della strada e la figura di Lucy comparve dalla finestra della casa accanto.

“Quello scapestrato non cambierà mai, vero?” fece la bionda, appoggiando i gomiti al davanzale.

Mira rimase stupita nel vedere l’amica ancora sveglia, ma sorrise alle sue parole.

“Scommetto che non ci hai cavato nulla di buono nemmeno oggi” aggiunse la maga degli spiriti stellari.

“È un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo…”

“Beh, hai diciannove anni… non dovresti essere tu a provarci, Mira. Lui ne ha ventitré ormai, credi che sia ancora possibile cambiare quel brutto carattere che si ritrova?”

“Certo che lo credo” fece l’albina.

Lucy sorrise, affascinata dalla determinazione dell’amica.

“Sei davvero una brava maga, Mirajane” disse “Ci vediamo domani, buonanotte”

“Buonanotte, Lucy. Salutami Natsu, sempre se non sta già dormendo lá dietro”  fece la maga del takeover, indicando con un cenno della testa il letto dietro la bionda

L’amica arrosí di colpo, diventando paonazza in volto “Cosa?! Guarda che Natsu non dorme insieme a me!”

Il colorito sulle sue guance faceva a botte con il giallo dei suoi capelli. 

L’albina sorrise, salutando con un braccio la bionda “Sì, come dici tu…” e continuò a camminare verso il suo appartamento, lasciandosi alle spalle una Lucy ancora imbarazzata.

Con le chiavi di casa già nella mano destra, avanzava un passo dopo l’altro, chiedendosi come far venire a galla una volta per tutte il lato buono di Luxus.

Perché sí, ne era certa. Luxus aveva un lato tenero, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura. Era come uno di quei teenager ribelli, ma troppo cresciuto, più forte e presuntuoso.

Distratta da questi pensieri, non si era nemmeno accorta di aver superato casa sua. Tornò indietro di qualche metro e aprí la porta d’ingresso.

Elfman stava già dormendo beato, perciò si fece una doccia veloce e si preparò per unirsi a lui, cercando di fare meno rumore possibile.

Indossato il pigiama, si infilò nel proprio letto ancora con la testa fra le nuvole.

In realtà, quella serata con Luxus era stata abbastanza proficua. Per la prima volta, le aveva mostrato un lato nascosto di lui, si era aperto un po’ di più.

Il solo gesto di accompagnarla e di prestarle la giaccia erano due chiari segni dell’esistenza di un altro suo lato, buono e protettivo.

Doveva solo imparare a mostrarlo, tutto qui.

Beh, a dire la veritá, Mira pensava ci fossero tante altre cose da sistemare in Luxus, come l’arroganza, la freddezza, la mancanza di tatto e di freni inibitori, il brutto vizio di fumare sigari e bere fino a tardi, la sua pessima abitudine di mettere i piedi sul tavolo…

Ciononostante, si doveva pur sempre partire da qualche cosa.

Forse, quella sera, qualcosa era cambiato davvero in lui.

   
 
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