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Autore: SerenaChichi    15/04/2022    1 recensioni
“Poi, come improvvisamente rianimato da una scarica elettrica, riprese a battere scellerato, oltrepassò la gola, arrivando dritto fino al cervello. Ogni rumore divenne ovattato e la temperatura esterna percepita si aggirò di colpo intorno ai cinquanta gradi centigradi. Spalancai gli occhi e, nonostante la vista appannata, riconobbi immediatamente quel lembo di stoffa blu, contornato dal famigliare tessuto arancione.
Era lui, era Goku… Così tanto vicino, da poterne sentire l’odore.“
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: 18/Crilin, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 6

Chiodo fisso



E, come un mago, mi stregò.

Sì, mi stregò, letteralmente. Sentii il calore sul mio viso crescere pari passo al leggero schiudersi della bocca. Lo vidi trattenere gli occhi su di me e poi rialzarsi, facendo anch'io altrettanto. Non so dirvi perché anche lui non avesse distolto lo sguardo, molto probabilmente la mia espressione appariva talmente imbarazzata da catturare la totale attenzione. Si schiarì la voce e pronunciando un leggero sorriso, si grattò la testa. “Scusami ancora, ogni volta che siamo soli, combino qualche guaio!” Rise, così dolcemente da contagiarmi.

N-no, sono io a essere imbranata.” Riuscii a liberare la vista e passando una mano tra i capelli, girai intorno alla scrivania, fino a raggiungere la poltrona. Mi sedetti, pensando che se mi fossi messa a lavorare al computer, sarei apparsa disinvolta e soprattutto naturale, seppur la scarsa se non nulla salivazione e le mani ghiacciate palesassero tutt’altro. Aprii il programma di scrittura e inizia a premere pulsanti a caso, anche perché, in una situazione del genere, altro non avrei potuto fare. Tra una battuta e l’altra, sollevai lo sguardo e quasi mi venne un colpo quando lo vidi fissarmi impalato, con le braccia incrociate al petto. Il mio cuore comandò alla bocca di sorridere e il cervello non accennò a controbattere, ormai non aveva più il controllo delle azioni, ero letteralmente nel pallone.

Tu mi nascondi qualcosa.”

Chiusi di scatto il portatile, così, senza motivo.

Il rossore sul collo e sullo sterno non mente.”

C-come?!”

Si sedette spavaldo sulla sedia davanti alla scrivania, poggiando le gambe sulla seduta a fianco. “Sì, mia cara, sei sempre nervosa quando parli con me. Il mio sesto senso, non sbaglia!”

A posto, se ne era accorto. Persino un ingenuo come lui lo aveva capito. Che cretina! Mi coprii il petto, nella speranza di occultare le prove. “C-che vorresti dire?”

Ah, io non lo so, dimmelo tu…”

Io so solo che sei bello da morire!” Eh, però, così giocava sporco! Quanto avrei voluto affondare le mani in quella fratta nera, strattonarlo sulla scrivania, montargli sopra, strappargli tutti i vestiti e… “Ti cavalcherei come se“

Hey, ci sei?”

Soprassalii. Il gomito poggiato mi scivolò via, facendomi quasi battere il mento sul ripiano di legno. Scrollai la testa. Acqua, avevo bisogno di acqua. “U-un momento.” Mi alzai paonazza e accaldata, mi voltai e sospirai. Presi la bottiglietta sul ripiano e me ne scolai mezza. Con quell’atteggiamento e, soprattutto, quelle fantasie non sarei arrivata da nessuna parte. Cristo santo, non ero più una ragazzina alle prese con la cottarella adolescenziale! Dovevo farmi forza e soprattutto coraggio. “Hai quasi trent’anni, Serena, SVEGLIATI! Finiscila di fare la stupida! E’ bello?! D’accordo, guardalo ma non rompere i coglioni! Cresci.” Mi schiarii la voce e mi rigirai. “D-dicevamo?”

Goku sbatteva le palpebre, quel pover’uomo stava decisamente faticando a intrattenere una conversazione normale. “Ehm sì… T-tu sai qualcosa su di me. Sei a conoscenza di qualche nemico futuro… Ammettilo, non c’è altra spiegazione!”

Come?” Niente, l’avevo sopravvalutato, scusate. “U-un nemico?”

Certo!” Poggiò di getto i palmi della mano sulla scrivania, avvicinando il volto a pochi centimetri dal mio. “Quando arriverà?” Era euforico.

Scoppiai a ridere e fu più forte di me. “No, ti stai sbagliando, mi dispiace. Purtroppo, non so nulla.” Beh, oddio, sapevo di Ub e, forse, qualcos’altro… Ma, ormai, era tutto così reale, da avere quasi il timore di modificare il futuro…

E allora, perché?”

Perché, cosa?”

Sei sempre agitata, con me.” Si risedette, assumendo un’espressione imbronciata.

N-no, ti sbagli, s-sono così con tutti… Con tutti voi.”

Non è vero, con gli altri non lo sei.”

B-beh, d-dipende…”

Mmm…” Si alzò. “Sarà …” Mi sorrise e Dio solo sa come meravigliosamente lo fece.

F-fidati.”

Lo guardavo, pardon, lo bramavo. Aveva puntato le mani sui fianchi coperti dalla tuta arancione e scrutava lo spazio circostante, sembrava molto concentrato.

Urca, è tardissimo! Di colpo sussultò e io feci altrettanto. I suoi occhi si erano posati sull’orologio fisso alla parete. “Devo scappare, se non riesco a portare a termine tutte le commissioni entro l’ora di pranzo, Chichi mi lascerà a pancia vuota! Vabbè, ci si vede, è? Ciao!” E neanche il tempo di finire la frase, che portò le due dite alla fronte e la sua presenza svanì all’istante.

M-ma…” Rimasi letteralmente di sasso. Inaspettatamente era apparso, inaspettatamente se ne era andato. Con gli occhi ancora sgranati, mi lasciai andare sulla poltrona, sprofondando e portando esausta la testa all’indietro. Goku, avevo visto Goku… Avevo avuto Goku davanti a me, Goku! Dio mio che cosa assurda, sembravo ubriaca…

Ah, dimenticavo!” Riapparve e per poco non mi venne un infarto. “Ti devo un cappuccino, ciao!”



…………….



La sera arrivò in fretta, con quel chiodo fisso perennemente in testa, tanto da giungere a casa, senza nemmeno rendermene conto. Mi tolsi le scarpe e, stancamente, mi accasciai sul divano. Avevo le gote rossissime e un sorriso da ebete che dalla mattina non accennava a sparire. La sua voce, il suo sorriso, i suoi capelli, il suo corpo, lui… Che droga! Ero strafatta. E poi, poi c’era quella frase, del tutto inaspettata: Ti devo un cappuccino. Saltai in piedi, portando le mani sulle guance incandescenti. Sarebbe tornato, quindi? Beh, sì… Quell’ammonimento sembrava parlar chiaro. O, forse, no… Magari, lo aveva detto solo per gentilezza, così, tanto per! Eppure, era persino riapparso per farmelo sapere! “Aaaah!” Un urlo liberatorio fuoriuscì incontrollato. Mi diressi in bagno, una bella doccia avrebbe dato una pulita alle mie idee. Regolai il calore e tolti tutti gli indumenti, mi infilai sotto il getto. Quando ci saremmo rivisti? E se fosse tornato l’indomani? Inutile, la testa viaggiava sempre nella stessa direzione, non vi era alcuna cura. Il dottore aveva il referto: ero malata di Goku. Chissà dov’era in quel momento…



Già, chissà, non ero l’unica a chiederselo.

Gohan fece capolino nella camera della sua piccola Pan, sorrise dolcemente vedendola divertita sulle spalle del giovane zio che, buffamente, saltellava a ritmo con la filastrocca canticchiata dalla nonna. Era bellissimo vederli interagire così serenamente. Quando la sua famiglia natale veniva a far visita, era una festa per il suo cuore. Socchiuse appena la porta e tornò nella zona giorno. Con dolcezza sfiorò un fianco della moglie, intenta a riporre gli ultimi piatti sporchi nella lavastoviglie. Videl lo accarezzò e premuto il pulsante del programma scelto, chiuse lo sportello. “A posto.”

Bravissima.” Sorrise, incrociando per un breve istante i suoi occhi, poi il suo sguardo andò a confondersi altrove.

Tutto bene, tesoro?”

S-sì.” Non le sfuggiva nulla, sua moglie lo conosceva troppo bene. “Sto cercando mio padre… L’hai visto per caso?

Mmm no…” Videl scosse la testa, asciugandosi le mani con uno strofinaccio. “Anzi, aspetta! Poco fa è uscito sulla terrazza.”

Oh, bene, grazie amore.”



Gohan sbucò all’esterno, vagando lo sguardo verso ogni direzione, ma di Goku neanche l’ombra. Si sporse dalla ringhiera, la sua aura, benché leggera, suggeriva fosse nei paraggi, ma dove? “Papà? Papà, dove sei?”

Sono quassù!” Alzò gli occhi verso l’alto. Oh, eccolo, finalmente! Levitò, fino a raggiungere il tetto.

Che ci fai qui?”

Mi sto rilassando. Dopo la bella mangiata che ci ha fatto fare tua moglie, avevo proprio bisogno d’aria fresca. E’ diventata una cuoca incredibile!”

Gohan si sedette al suo fianco, con aria pensierosa.

Che hai figliolo?”

Mmm…Io nulla. Tu, piuttosto, è successo qualcosa?”

Goku aggrottò le sopracciglia. “No, perché?”

Papà, sei un libro aperto, c’è qualcosa che ti affligge… Avanti, parla!”

Lo sentì ridacchiare allegramente e imbarazzato si grattò la testa. “Non ti sfugge niente, è?” Incrociò le braccia al petto e puntò lo sguardo tra le stelle. “Urca, stasera il cielo è meraviglioso, guarda che luna!”

PAPA’!”

Ehm sì, sì.. Scusa. E’ vero, c’è qualcosa che mi tormenta, anzi… Qualcuno...”

Qualcuno? E chi sarebbe?”

Serena, la ragazza del mondo parallelo.”

Gohan spalancò gli occhi, inebetito. Di certo, non si aspettava una risposta del genere.

E’ sempre nella mia testa, non trovo pace.”

C-come?”

Da quando l’ho conosciuta, non faccio altro che pensare a lei…”

Cosa? Cosa cazzo aveva appena udito? Sì, cazzo, perché un semplice cavolo non era minimamente in grado di sottolineare la portata dello stupore! “P-papà, m-ma…”

Quella ragazza è diventata un chiodo fisso! Non ne posso più… Sono addirittura arrivato a sognarla, sai?”

PAPA’, SEI IMPAZZITO?!” Gli aveva dato di volta il cervello?! Scattò in piedi, con una vena gonfissima sulla tempia. “E LA MAMMA?!”

Goku era sobbalzato, tanto quanto il primo genito. Lo guardava perplesso, con le mani avanti. “C-che c’entra la mamma?! F-figliolo, che ti prende?” Quel ragazzo doveva iniziare a dare una controllata agli sbalzi d’ira ereditati.

COME PUOI DIRE CERTE COSE?!”

P-perché?”

SEI SPOSATO!”

E’?” Sbatté più volte le palpebre. “S-sono convinto c-che nasconda q-qualcosa, c-che c’è di male?”

Seguì un lungo, anzi lunghissimo silenzio e, per poco, Gohan non cadde dal cornicione. Di punto in bianco, scoppiò a ridere isterico, con uno sguardo al limite della sanità mentale. Cosa caspita era andato a pensare?! Suo padre con un’altra donna? Suo padre?! L’assurdo fraintendimento aveva assunto delle note tragicomiche travolgenti. Con le lacrime agli occhi, si schiarì la voce, cercando di riprendere il controllo e, soprattutto, il contegno. “Q-quindi, credi che stia mentendo?” Un lieve rossore tinse le sue gote, Goku lo stava fissando interdetto.

Ehm, no… Q-questo no, sono certo sia in buona fede. Più che altro, ho la sensazione che magari possa conoscere qualcosa sul nostro futuro.”

Perché?”

Beh, ha un atteggiamento strano, soprattutto con me.”

Sei andato da lei, vero?” La risatina e la grattata di testa che seguirono suggerirono la risposta. “Papà, lasciala in pace, se vorrà parlare, lo farà… Non tormentarla!”





Troppo tardi, caro Gohan, tuo padre era, già, riuscito nell’impresa! Aveva devastato ogni mio singolo pensiero, non lasciandomi scampo neanche durante la notte. Chiusi l’anta dello specchio contenitore sopra al lavabo del bagno e l’immagine che vidi riflessa quasi mi spaventò. “Che occhiaie…” Sembravo uno zombie. Cercai di darmi un’aggiustata e, in ritardo, corsi alla Capsule Corporation.



Buongiorno, signorina. Le sue fatture.”

Sorrisi, presi la mia mole di lavoro e mi fiondai al bar, quella mattina, urgeva una dose almeno doppia di caffè.

La fila smaltì presto, forse merito del mio confuso stato di dormiveglia ancora latente. “Un cappuccino scuro, molto scuro, grazie.” Presi zucchero e palettina e mi diressi alla cassa. Sotto lo sguardo scocciato e spazientito del barista, inizia a cercare goffamente il portafoglio nella borsa, che mai come quel giorno sembrava essere infinita, fin quando un tintinnio metallico improvviso, alzò i miei occhi. Qualcuno aveva pagato per me. Mi voltai e con il cuore volato dritto in gola, trovai quel qualcuno e… Quel qualcuno mi sorrise.





Buonasera a tutti,

stasera aggiornamento serale!

Un grandissimo abbraccio e buona Pasqua!

Serena <3

  
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