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Autore: Giovievan    18/04/2022    0 recensioni
Ho impiegato molti anni e fin troppa sofferenza a farmene una ragione ma finalmente l’ho capito: il mio destino non è mai stato quello di essere Perfetto. Io sono nato per essere il padre degli dei. Il mio unico compito, la mia missione, è rendere reale la Leggenda, e ci proverò fino all’ultima goccia del mio sangue.
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Durante l'inverno più rigido che Arcos abbia mai vissuto Cold decide di infrangere la legge arcosiana per generare l'Essere Perfetto, il mutante che secondo la leggenda avrebbe una tale potenza da poter diventare padrone dell'intero Universo.
È così che nonostante le resistenze, in particolare quelle di Cooler, Freezer prende vita possedendo l’immenso potere che Cold sognava di generare da sempre. Ma le cose si fanno più complesse del previsto e lentamente tutto scivola fuori controllo...
Genere: Dark, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Re Cold
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Origins: come tutto ebbe inizio'
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13.
Fuori controllo


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Avevo creduto che plasmare l’Essere Perfetto sarebbe stata l’unica difficoltà da affrontare. Di certo non avevo messo in conto che, una volta nato, potesse farmi dubitare di aver preso la scelta giusta. Eppure le cose si fanno ogni giorno più complicate e io sento di non avere alcun potere per impedirlo.
Ogni mattina da quasi una settimana apro gli occhi col terrore che qualcuno abbia scoperto dell’esistenza di Freezer, o peggio, che Freezer abbia scoperto la Città Sotterranea, e non so quale delle due opzioni sia più terrificante. Il cuore mi ritorna più leggero solo quando mi unisco all’Assemblea e mi accorgo che la vita di Arcos, nonostante le mie preoccupazioni, scorre come al solito. Ma non so quanto tempo potrò ancora resistere prima di perdere il controllo di mio figlio.
È solo grazie a Cooler che la situazione resta vagamente stabile. Ogni giorno, dopo il mio rientro dalla visita quotidiana all’esterno, lui resta assieme a Freezer nel tunnel di grotte in cui abbiamo deciso di stabilire la nostra nuova residenza in superficie. Quando rientra si accerta di apparire stanco come se non avesse fatto altro che allenarsi e, anche se questo non azzera la stranezza del suo comportamento, almeno ne dà una spiegazione plausibile. Di certo tutti, almeno nel Clan, si saranno accorti che mio figlio passa la maggior parte del suo tempo all’esterno, ma nessuno ha osato farmelo notare. Del resto, Cooler è il figlio del Gran Cold e può fare ciò che vuole con il mio benestare; come gradisca occupare il suo tempo libero non dev’essere affare di nessuno.
La faccenda più complessa è la seconda: tenere Freezer a bada. Già nei primi momenti dopo la sua nascita ci siamo accorti di quanto sia prematuro e prepotente. È già in grado di parlare e muoversi, cosa che lo rende incredibilmente pericoloso data la sua grande curiosità verso l’esterno.
«Mi hai promesso che governerò questo pianeta», mi ha detto il secondo giorno, quando gli ho chiesto per la terza volta di non uscire dai tunnel superficiali. «Prima di accettare devo almeno dare un’occhiata a cosa mi offri.»
Accettare. Non so se questo faccia parte del carattere del mio terzogenito o se sia parte integrante dell’essenza dell’Essere Perfetto, ma la sua superbia mi inquieta e a tratti mi intimorisce. Anche dopo il terzo richiamo, infatti, ha continuato a sfuggire al controllo di Cooler e a perdersi tra i venti di Arcos rientrando da solo dopo poche ore di osservazione in cui Cooler non ha potuto far altro che attendere. Provare a cercarlo è fuori discussione; il suo corpo bianco lo rende del tutto invisibile tra le nevi, oltre al fatto che è davvero minuscolo. Questo è l’unico sollievo che mi sento di avere, almeno per adesso: la probabilità che qualcuno sia all’esterno e che contemporaneamente riesca a vederlo è così bassa da essere quasi fuori discussione.
Sto ancora vagando tra i miei pensieri quando la voce di Hailstone mi trascina nel mondo reale.
«Ho fatto preparare una navicella nell’hangar del mio quartiere» mi sussurra per non lasciare che nessuno possa sentirci mentre avanziamo. «Passerò più inosservato che se dovessi farlo tu.»
«Devi smetterla di metterti in pericolo» lo rimprovero, ma lui non sembra minimamente preoccupato.
«Rilassati. Ho ancora diversi carichi di metalli da prelevare da Rotos. Una o due navi in più non desteranno sospetti.»
Sospiro. Gli devo davvero tanto; oltre ad aver dimostrato un grande attaccamento verso i miei figli, o meglio verso Cooler, dato che Froze continua ad evitarlo, continua a preoccuparsi di coprirci le spalle in caso la situazione degenerasse. La voce che mi sussurra di fare attenzione è sempre più flebile; ormai sono quasi del tutto convinto che Hailstone sia l’unico, assieme a Cooler, di cui davvero posso fidarmi.
«Quindi, la situazione è sotto controllo?»
Mi stringo nelle spalle.
«Burrascosa» dico, forse fin troppo enigmatico, ma non riesco a trovare un termine migliore per descriverla. «Vedrai tu stesso.»
Gli ho anticipato qualcosa al riguardo del nuovo nato ma non ho avuto modo di scendere nei dettagli. Peccato che la sorpresa non sarà positiva, e Hailstone inizia ad averne il dubbio appena messo piede all’esterno, quando richiudo alle nostre spalle l’ingresso per il tunnel da cui siamo riemersi sul suolo.
«Cosa significa?» mi dice, confuso, mentre spargo con la coda la neve sul masso piatto che utilizzo per l’occasione.
«Significa che Freezer non sa della Città Sotterranea» svelo, finalmente libero di parlare. «Ho nascosto i cinque ingressi in questo modo. Se tutti sono sempre stati sinceri quando mi criticavano perché mi vedevano uscire, non se ne accorgerà nessuno.»
«E come mai non lo sa?»
Bella domanda. Mi viene da sorridere, ma è un sorriso amaro.
«Come ti ho detto, è un po’… troppo indipendente, diciamo. Non so se si lancerebbe mai in un tunnel così buio, ma non escludo che potrebbe venirgli voglia di esplorare dove non deve assolutamente metter piede.»
«Non riesco a credere che sia già capace di andare in giro in questo inferno da solo» dice. Annuisco, lo comprendo bene.
«Non riesco a impedirglielo.»
Non aggiunge neanche una parola mentre levitiamo verso le grotte. Mi segue in religioso silenzio fino a quando rimettiamo piede nel sottosuolo; pochi minuti dopo siamo al cospetto di Cooler, che siede a terra da solo come mi aspettavo.
Hailstone si guarda attorno come se la piccola grotta in cui siamo potesse nascondere qualcosa. Mi sembra deluso e incredulo.
«Dov’è?»
«Spero nell’occhio di qualche tifone» sputa fuori mio figlio con stizza. «Forse così imparerebbe a starmi a sentire.»
Non mi sfugge lo sguardo che lancia verso di me. Non è un’accusa, somiglia più a frustrazione. Mi sento sopraffatto dal senso di colpa.
«Bisogna aspettare. Di solito ritorna» conclude Cooler. Dal suo tono si percepisce chiaramente la speranza che ciò non accada.
Hailstone si rivolge a me.
«Pensi che possa essere pericoloso?»
Anche Cooler si fa attento e la domanda mi mette in difficoltà. Vorrei riuscire a negare questa realtà, ma del resto con chi posso davvero aprirmi se non con loro due? Decido di essere del tutto sincero.
«Potrebbe esserlo» svelo. «Ho deciso di non dirgli della Città Sotterranea finché non lo capirò.»
«Non è una buona idea. Se dovesse scoprirlo da solo potrebbe accusarti di avergli mentito» interviene Cooler, ripetendo una frase che ha pronunciato ogni singola volta che abbiamo affrontato questo discorso finendo quasi per litigare.
«Sono d’accordo» si accoda Hailstone. Per un’ennesima volta provo un sottile moto di gelosia nel vederli complici contro di me, ma mi costringo ad ingoiarla prima che possa sentirne il sapore aspro.
«Ottimo, quindi cosa suggerite?» quasi sputo fuori, stizzito. Sento di dover respirare profondamente o potrei perdere la mia compostezza. «Cosa dovremmo fare? Mostrargli i tunnel e il popolo e dirgli “ecco, fanne ciò che vuoi”? Come potremmo impedirgli di farsi scoprire o peggio, di creare danni?»
«Non possiamo in ogni caso» precisa Cooler, una nota amara nella voce. «Se davvero è l’Essere Perfetto, come desideravi, devi fartene una ragione: siamo nelle sue mani.»
Sospiro, rassegnato e tremante. Mi viene voglia di gridare. La sensazione di aver compiuto un enorme errore ritorna a divorarmi e Cooler fa di tutto perché questa non si spenga. Non posso fare altro che tentare di sminuire il pericolo.
«Non abbiamo ancora visto il suo potere. Potrebbe non essere Perfetto come crediamo.»
«Se davvero la sua nascita è come l’hai descritta, la probabilità che sia il mutante perfetto è alta» dice Hailstone. «Ma hai ragione, dobbiamo testarlo. Che ne pensi di farlo subito?»
Ho un brivido al pensiero, ma non posso astenermi.
«Sì. Hai ragione.»
«Fare cosa?»
Ci voltiamo di scatto tutti e tre verso l’ingresso della grotta. Freezer è lì, una minuscola e minacciosa macchia bianca che avanza verso l’interno. Mi accorgo solo adesso che, per quanto ne so, potrebbe aver ascoltato l’intero discorso, compresi dettagli che non avrebbe dovuto scoprire. Mi sforzo a non pensarci.
«Testeremo il tuo potere per confermare la tua Perfezione» dico. «Poi potremo procedere con i nostri piani.»
Se collaborerai.
Freezer non fa una piega e non risponde; si stringe nelle spalle, come se questa fosse nulla più che una scocciatura per lui. Poi guarda Hailstone.
«Chi è lui?»
Hailstone si piega sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza, ma è comunque fin troppo alto per poterlo guardare negli occhi ed è costretto ad abbassare il viso per farlo. Freezer gli si avvicina, sostenendo il suo sguardo senza cenno di esitazione o paura; solo un’enorme curiosità verso il terzo arcosiano che abbia conosciuto finora.
«Il mio nome è Hailstone. Sono un vostro amico» dice lui.
Freezer annuisce.
«Dove ti nascondevi?»
Hailstone mi guarda, non sa cosa replicare per non rivelare più di quanto io desideri, e Freezer coglie questa esitazione.
«Intendo, dove siete tutti? È da giorni che esploro questo posto senza trovare niente. Inizio a pensare che ciò che so non sia tutto, o forse sbaglio, padre?»
Se mi avesse trafitto il cuore con un raggio di energia avrei provato meno dolore e disagio. Non so cosa replicare, almeno non finché non interviene Hailstone a salvarmi, come sempre.
«È come dici e ti chiediamo scusa. Ti parleremo di tutto a breve, dopo aver capito come muoverci.»
«Sarà meglio.»
Sembra soddisfatto dalla risposta di Hailstone; a quanto pare conviene assecondarlo. Io, invece, ancora una volta provo inaspettatamente sentimenti contrastanti verso Hailstone, sentimenti che non ho mai provato prima che nascessero i miei figli. Il più insistente continua a essere la gelosia. Sono geloso per quanto bene riesce a rapportarsi con i miei figli a differenza mia, senza neanche volerne di propri.
In ogni caso ora devo essergli grato, perché Freezer non insiste.
«Allora, andiamo?» domanda. Resto per un attimo interdetto prima di capire cosa intenda.
«Sì, andiamo» annuisco. Hailstone e Cooler si mettono in piedi e tutti e tre mi seguono all’esterno, tra le tempeste, verso le montagne lontane.
 
 
* * *
 
 
Mi sono allontanato il più possibile dagli ingressi della Città Sotterranea ed è la prima volta che lo faccio con i miei figli al seguito. Non potevo fare altrimenti, stavolta; l’unica idea che mi venga in mente per questa prova richiede che siamo il più distante possibile dagli ingressi dei tunnel. In tutto il resto della superficie la Città Sotterranea è così in basso nel ventre della terra che nessuno sentirà nulla di ciò che accade quassù.
Mi fermo quando vedo una roccia abbastanza grande a qualche centinaio di metri. Parlo direttamente a Freezer.
«Alla tua età dovresti a stento riuscire a stare in piedi senza barcollare; non dovresti poter utilizzare l’energia, e se pure la mutazione te lo consentisse, non riusciresti a produrne tanta da poter distruggere quella roccia a questa distanza. Né Cooler né Froze ci sono riusciti. Se tu avrai successo, vorrà dire che sei un essere fuori dal comune. L’Essere Perfetto.»
Mi aspettavo poche esitazioni, eppure Freezer sembra rifletterci e questo è anomalo. Forse non è convinto di poterci riuscire? No, non credo sia questo. Ho una strana sensazione mentre lo guardo, pensieroso, lanciare uno sguardo indagatore alla roccia lontana e poi tornare a me con un sorriso.
«Padre, mi offendi anche solo dubitandone. Posso distruggere qualsiasi stupida roccia io desideri.»
«Dimostramelo» dico facendomi da parte. Il suo sorriso si allarga, sembra sinceramente divertito.
«Come vuoi tu.»
Si alza in volo di qualche metro arrivando poco sopra la mia testa. Si muove con una fluidità e un’eleganza che quasi mi incantano; è un essere di un fascino incredibile, attraente, letale. Bianco come solo la superficie di Arcos può rendere il suo figlio più potente.
Solleva le braccia al cielo e presto queste si illuminano di un’energia violacea, a tratti nera per quanto è intensa. L’energia si accumula tra i suoi palmi in una piccola sfera della dimensione di un granello di grandine; più che sufficiente a mandare in frantumi quella roccia, considerando la potenza che emana.
Ma Freezer non la scaglia verso il bersaglio. La lascia lì dov’è, tra le sue dita, e quella continua a crescere piano ma costantemente fino a diventare grande quanto il suo palmo, poi come la bioplacca incastonata sul suo cranio. L’inquietudine dentro di me aumenta allo stesso ritmo.
Sott’occhio scorgo Cooler alla disperata ricerca del mio sguardo ma non ho il coraggio di voltarmi. Il cuore mi balza in gola.
«Freezer!» sputo fuori urlando. «Basta così! Non esagerare o potresti farti del male!»
«Mi hai detto di dimostrarti che posso distruggere qualsiasi roccia io desideri» risponde lui, mentre la sfera letale lo costringe ad allargare le braccia per quanto è cresciuta. Ride, inebriato dal potere e dall’energia. «A quanto pare amo le sfide!»
La sensazione di pericolo incombente si trasforma quasi in panico. Mi sollevo in volo per raggiungerlo; devo provare a fermarlo prima che… prima che…
Non ho neanche il tempo di avvicinarmi. Forse per impedirmi di intervenire, o forse perché anche la sua energia ha un limite, Freezer arretra di un passo e si volta dall’altra parte; poi il mio incubo si fa reale. Scaglia la sfera letale al suolo a una velocità inaudita.
La terra trema a contatto con quella bomba esplosiva. Un’onda anomala travolge qualsiasi cosa intorno al punto in cui l’energia inizia a fondersi con il terreno; scioglie strati di neve, poi di permafrost, infine incontra la dura roccia del sottosuolo e la spacca lentamente, di netto.
Il calore è così intenso che devo allontanarmi di corsa. Ho appena il tempo di afferrare Cooler per un braccio e trascinarlo via con me, ma non riesco a vedere Hailstone.
L’ultima cosa che scorgo prima di voltarmi è un’immensa crepa che si apre sulla superficie di Arcos. Dai suoi lati l’acqua scivola all’interno come una cascata infernale, evaporando un attimo dopo in una nuvola rovente che potrebbe ustionarmi se solo mi ci avvicinassi. Freezer è esattamente nel mezzo di quella nube e non so se essere preoccupato per lui o desiderare che non ne esca più.
Il panico ormai è puro terrore misto a disperazione. Ormai ne sono certo: è un mostro. Quest’essere a cui ho dato la vita è un autentico mostro.



-

Prossimo capitolo:

24/04





*  *  *
 


Nota dell'autrice

*respira, inspira*

Salve, giovanotti.

Spero abbiate passato una buona Pasqua che, come vedete, a me ha portato consiglio. 

Un anno fa vi lasciavo l'ultimo capitolo di Cold: Origins, e mettevo in pausa il progetto a tempo indeterminato. Una settimana fa ho iniziato a ripensarci e, complici le ferie, ho potuto lavorarci un po' e soprattutto rimettere a posto le idee... perché di cose da scrivere qui ce ne sono tante (proprio tante!) e non avrei mai voluto perdere di vista alcuni dei dettagli che mi fanno amare questa storia e che, spero, piaceranno anche a voi.

Finora, compreso questo, ho scritto tre capitoli di cui il terzo è uno spin-off dal POV del mio amato Cooler. Spero di riuscire a scrivere molto di più nei prossimi giorni, ma per le prossime 3 settimane avrete di certo qualcosa da leggere!

Come sempre, grazie di cuore a chi è rimasto e benvenuto a chi ha da poco scoperto il mio mondo. Non dimenticate di farmi sapere cosa pensate, le vostre teorie sono pura ispirazione!

A presto, ragazzi!

- Gio

 

   
 
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