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Autore: Siluvaine    18/04/2022    1 recensioni
Leggerissima storia di Pasqua in cui i nostri Corvi vengono coinvolti da Colm e Marya in una caccia alle uova pasquali. Questa è la piega che secondo me prenderebbero le cose, in una bella e soleggiata giornata di primavera.
Fic fluffissima e sdolcinatissima, ambientata in un futuro dopo Il regno corrotto in cui tutti vivono felici e tranquilli.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo molte peripezie e molte maledizioni lanciate, sono contenta di pubblicare questa tenera fic. Ne approfitto per augurarvi una buona Pasqua.

*****



Quelle vacanze di Pasqua si prospettavano piene di sole.

Le strade erano inaspettatamente piene di turisti, alcuni perfino in abiti leggeri, e iniziava a sentirsi profumo di fiori e il dolce richiamo dell'estate.

A Ketterdam era tutto sommato un periodo di pace, gli affari lasciavano tranquilli sia gli abitanti della Stecca che di casa Hendricks, dove, in occasione delle vacanze, si trovava anche Colm Fahey che aveva deciso di venire a trovare suo figlio. Il padre di Jesper sarebbe rimasto diversi giorni e fu subito chiaro a tutti che sia lui che Marya fossero intenzionati a festeggiare degnamente la festa.

I sei Corvi furono quindi invitati a partecipare ad una caccia al tesoro tradizionale. Il tesoro in questione erano trenta piccole uova decorate che erano state nascoste nell'ampio giardino della magione. Si trattava di piccoli gioielli di arte confettiera fatti di zucchero duro e con un intenso ripieno al cioccolato, tutte dipinte in colori pastello.

La notizia della caccia al tesoro fu accolta con entusiasmo da alcuni, e da altri con una reazione che definire tiepida sarebbe un eufemismo. Tuttavia, alla menzione di un premio per chi avesse raccolto più uova, Wylan incrociò le braccia al petto assumendo un’aria seria e perfino lo sguardo di Kaz si fece più interessato.

Si ritrovarono così, nel primo giorno di festa, a riunirsi per questo gioco che aveva chiaramente preso l’aria di una sfida. Perfino prima che Marya desse l’avvio alla ricerca, si erano già formate delle prevedibili coppie con l’intento di cercare più in fretta degli altri le preziose uova.

In realtà, le cose presero subito una piega differente.

 

Tra le rose, Matthias osservava Nina intenta nella ricerca. "Amore, non vinceremo mai se continui a mangiare tutte le uova che trovi", disse in tono critico. Il ragazzo tornò a cercare a sua volta, evitando il più possibile i cespugli di rovo, nella speranza di riuscire a radunare almeno qualche uovo di zucchero.

"Oh, sta’ zitto, musone che non sei altro!" ribatté lei. Nina continuò a cercare, le guance rosse che facevano pendant con il vestito primaverile. I colori delle rose circostanti sembravano darle ancora più luce.

 "Voi fjerdiani non sapete proprio divertirvi." ribadì lei per l'ennesima volta in direzione di Matthias. "Chi se ne importa della gara quando queste uova sono così buone!"

Nina ne trovò un'altra, che mise prontamente in bocca con aria trionfante.

Matthias sospirò in maniera drammatica, solo per farla indispettire, ma in cuor suo sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere quel sorriso luminoso sulle labbra della sua amata.

Perfino perdere una competizione con quel maledetto demjin.

 

Tra le ortensie, Jesper stava seguendo Wylan, impaziente.

"E dai, soltanto un attimo" si lamentò, avvicinandosi in ampie falcate. Si piegò in avanti verso il ragazzo, sussurrando vicino al suo orecchio. "Non ci vede nessuno".

Wylan sbuffò, poi si chinò improvvisamente accanto ad una delle enormi piante di ortensie. "Jes, non ora" ribatté. "Non stai prendendo questa cosa seriamente". Scostò una larga foglia e infilò la testa alla base della pianta, per poi riuscirne con un uovo tra le dita.

Quando rialzò lo sguardo, si trovò Jesper accucciato davanti. Le lunghe membra dello Zemeni erano piegate in quella posizione accovacciata facendo angoli impossibili, e a Wylan vennero in mente quegli uccelli di carta che i turisti potevano comprare lungo la banchina di Quinto Porto. Una risata stava per sgorgargli dalle labbra quando Jesper gli prese il viso con entrambe le mani e lo baciò.

Gli lasciò le labbra un istante dopo. "Solo due minuti?" chiese lo Zemeni, gli occhi che viaggiavano sul viso di Wylan studiandone ogni tratto.

"Tu lo sai che così lasceremo vincere Kaz, vero?"

Le dita di Jesper accarezzarono dolcemente le sue guance, spostandosi verso l'alto fino a sfiorare i riccioli rossi.

"Al diavolo Kaz. E poi, nessun premio può essere meglio di te" mormorò avvicinandosi, e sfiorando il naso con quello del ragazzo.

Wylan alzò gli occhi al cielo, ma poi posò la cesta di uova e afferrò la giacca di Jesper, attirandolo a sé. Lo Zemeni perse l'equilibrio e la sue labbra si spinsero su quelle di Wylan, mentre entrambi scomparivano tra i fiori.

 

Tra i delphinium, Inej raggiunse Kaz con passi silenziosi. Il ragazzo si voltò a guardarla, alzando un sopracciglio in tono inquisitorio.

"Nina sta mangiando tutte le sue uova." riferì lei. "Jesper e Wylan sono da qualche parte a fare i romantici".

"Questa sfida è anche troppo facile" disse Kaz.

Inej lo guardò tirare fuori un sacchetto di uova di zucchero dalla giacca. Non ebbe dubbi neppure per un istante che lui le avesse portate appositamente per barare.

“Bene” mormorò lui, intento ad aggiungere alcune uova al suo cesto. Le osservò, facendo calcoli a mente su quale numero di uova sarebbe apparso meno sospetto, ma gli avrebbe consentito allo stesso tempo di vincere. Infine ne aggiunse altre due, i guanti neri che si sporcavano leggermente di zucchero color pastello ogni volta che le toccava. Quando si ritenne soddisfatto, si voltò verso Inej.

“Dovremmo aspettare un altro po’ prima di tornare da Colm e Marya, altrimenti sarebbe sospetto”. I suoi occhi si abbassarono, come se stesse studiando i delphinium tra i loro piedi. “Che ne dici di aspettare sulla panchina in fondo al parco?”

“Ottima idea” rispose lei, prendendo il cesto e facendo strada. I passi di Kaz la seguirono, il bastone che affondava appena nel terreno erboso.

Magari, pensò Inej, quando fossero stati seduti sulla panchina, nella pace del giardino, avrebbe provato a pulire dal viso di Kaz il segno di zucchero colorato che gli aveva tinto di azzurro la punta del naso.

 

Sulla veranda, Colm versò del tè a Marya, godendosi il sole e la piacevole brezza che si stava alzando dal mare.

“Ah, i nostri ragazzi crescono così in fretta”. Bevve un sorso dalla propria tazza, mentre Marya annuiva dolcemente, osservando il giardino in fiore. “Credi che apprezzeranno del dolce di Pasqua come premio?”.

La donna sembrò contemplare l’eventualità, poi un sorriso le illuminò gli occhi svegli. “Se non gli dovesse piacere, potremmo sempre sostenere che fosse uno scherzo, dargli qualcosa a caso come premio e mangiare noi tutto il dolce”.

La risposta colse alla sprovvista Colm, che sbottò in una risata, e un attimo dopo stavano entrambi ridendo, il suono semplice e puro che si confondeva tra i cinguettii degli uccellini.

 

  
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