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Autore: Lady_Crow    20/04/2022    1 recensioni
Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Ma di cosa sono fatti i sogni? Cosa significa: “Vissero per sempre felici e contenti”?
 Isabeau e Navarre sono finalmente insieme, ma i loro guai non sono finiti. Marquet, il Capitano della Guardia al servizio del Vescovo, è ormai stato sconfitto; tuttavia, a Roma, suo fratello Leroy preme perché gli vengano assegnati degli uomini, in modo da poter riconquistare Aguillon e vendicarsi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Etienne Navarre, Imperius, Nuovo personaggio, Philippe Gaston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Navarre era un uomo intelligente; troppo intelligente per credere a quanto le cose fossero filate – relativamente – lisce fino a quel punto, perlomeno dalla morte del Vescovo in poi. Certo, era stato temuto e odiato ad Aguillon, com’era ben prevedibile che accadesse trattandosi di un uomo crudele e spietato, e non avendo di fondo altra legge al di fuori del proprio egoismo malato. D’altra parte però, persino ogni eresiarca di cui il cavaliere avesse mai udito notizia aveva sempre trovato almeno qualche discepolo, e il Vescovo – per quanto umanamente deplorevole – aveva governato su Aguillon per più di una decade; il suo potere non avrebbe potuto risultare tanto duraturo nonostante tutte le angherie da lui inferte al popolo se perlomeno fra le sue schiere non vi fosse stato qualcuno di autenticamente fedele; fedele di una fedeltà che andasse ben oltre quella che lui stesso era stato costretto a mostrargli in nome dell’alleanza fra la propria famiglia e la Santa Madre Chiesa, simboleggiata da una delle gemme che tanto orgogliosamente portava incastonate nell’elsa della propria spada. A proposito della spada ereditata da suo padre: Etienne finalmente aveva potuto portarla dal miglior fabbro di Aguillon insieme a uno smeraldo, scelto congiuntamente da lui e Isabeau, perché potesse venire anch’esso incastonato nell’elsa, simboleggiando la loro vittoria sul Vescovo e la loro speranza, che mai gli era riuscito di distruggere. Lei non aveva perso l’occasione per prendersi bonariamente gioco del consorte, a causa della cui testardaggine – aizzata dall’ostilità nei confronti d’Imperius – avevano rischiato di mandare all’aria l’unica possibilità di salvezza. Lui aveva reagito in un modo che appena qualche settimana prima non avrebbe mai creduto possibile: aveva riso. Aveva riso di quei momenti in cui aveva temuto che tutto fosse perduto, per lui e per la sua amata; aveva riso perché adesso poteva permetterselo.

Poteva permetterselo davvero però?

La signora di Aguillon dormiva con la testa poggiata al suo petto, col respiro profondo tipico di chi indulge in un sonno tranquillo, mentre lui le accarezzava i capelli biondi, ancora troppo corti, che aveva temuto di non rivedere mai più, sostituiti dalle piume che per due anni l’avevano ricoperta durante le ore diurne, quando guardava il mondo attraverso i suoi occhi di falco. Forse sì, poteva permetterselo, considerando il fatto che – contro ogni aspettativa – fosse finalmente tornato a stringere fra le braccia la sua amata nella forma originale e autentica. D’altro canto però era un suo preciso dovere proteggere quel che con tanta fatica e dopo tanto dolore avevano riconquistato.

Non era solo la logica del potere, e neppure solo la paura, a dirgli di doversi guardare da qualcuno alla sua corte. Ci doveva essere qualcosa, un dettaglio sfuggitogli durante il giorno, che però si era depositato sul fondo della sua mente e adesso tornava a tormentarlo. Qualcuno, in maniera sottile, si era tradito, e lui era stato troppo preso dalla felicità appena ritrovata e dalle sue nuove responsabilità per reagire immediatamente, ma non abbastanza sprovveduto perché la cosa gli scivolasse completamente addosso.
Isabeau – nel sonno – per un attimo trattenne il respiro, forse sognava. Lui abbassò lo sguardo su di lei cercando di non muoversi troppo, in modo da non svegliarla, e lei subito riprese a respirare profondamente. Lui cercò di rilassarsi, comprensibilmente colto dal dubbio che le sue tensioni potessero turbare i sogni della sua sposa. Strinse le labbra cercando ancora disperatamente quel dettaglio, da cui poteva dipendere la loro sorte, perso da qualche parte nei meandri della sua mente.

   
 
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