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Autore: LorasWeasley    25/04/2022    3 recensioni
future|fic [iwaoi]
Haru, figlio di Oikawa e Iwaizumi, è sempre stato un bambino monello e casinista... ma i suoi genitori non sono mai stati da meno.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Il trauma
 

Haru aveva da poco compiuto quattordici anni quando scoprì la masturbazione e, di conseguenza, il porno.
Non ne parlò con i suoi genitori, ma sembrava che Kea, il suo migliore amico, l’avesse fatto senza alcun tipo di imbarazzo, fu quindi lui a indirizzarlo verso i siti più adatti (Haru non voleva sapere se gli fossero stati consigliati dal padre Kenma o dal padre Tetsuro) che non gli avrebbero distrutto il pc con un virus.
All’inizio era imbarazzato dalla cosa, ma più il tempo passava e più diventava un esperto in materia, cercando categorie sempre diverse e scoprendo cose che non aveva mai pensato potessero essere fisicamente possibili.
Iniziò uno dei periodi più tranquilli e rilassati della sua vita, soddisfatto di quello che faceva ogni notte e felice che le stanze in quella casa fossero insonorizzate. Tuttavia, questa sua spensieratezza non durò a lungo, poiché dopo solo due settimane si rese conto che anche i suoi genitori facevano sesso.
Era una cosa ovvia. Ma lui non ci aveva mai davvero pensato fino a quando, come un fulmine a ciel sereno, questo pensiero non gli rovinò la giornata.
Decise di non pensarci, poiché nessun figlio avrebbe mai dovuto riflettere al sesso che facevano i propri genitori, ma più decideva di non farlo e più tantissimi avvenimenti della sua infanzia gli venivano in mente e gli facevano notare dettagli che, prima di scoprire il porno, non avrebbe mai collegato all’atto del sesso in sè.
Un brivido gli attraversò la schiena e i ricordi che non pensava di essere riuscito a conservare, tornarono prepotenti a invadergli la mente.
 
-Perché non posso tornare a casa a dormire?- domandò un Haru di tre anni ai suoi nonni mentre erano all’interno della macchina di quest’ultimi.
-I tuoi papà stanno festeggiando il loro anniversario- rispose la donna.
-Che vuol dire?
-Come quando fai il compleanno, loro festeggiano il giorno che si sono sposati.
Haru sembrò pensarci su -E perché non mi vogliono? Io li ho invitati al mio compleanno!
Sua nonna, la madre di Tooru, rise -Quella è una festa per grandi, fanno cose che i bambini non possono vedere.
Haru era sempre più confuso, ma per fortuna suo nonno intervenne cambiando argomento -Ci divertiremo insieme, ordiniamo la pizza?
-Sì!- e tutte le domande sul perché quella notte dovesse stare lontano da casa furono completamente dimenticate.
 
-Papà?- chiamò Haru di quasi cinque anni mentre aiutava come meglio poteva a tirare fuori i loro oggetti dagli scatoloni del trasloco una volta trasferiti nella loro nuova casa a Tokyo.
-Mh?- domandò Tooru impegnato in altro.
-Cos’è questo?- domandò Haru alzando tra le mani un indumento di vestiario che non aveva mai visto.
-Un reggiseno- rispose meccanicamente l’uomo prima di spalancare gli occhi e rendersi conto del suo errore.
-E a cosa serve?
Tooru preferì non rispondere, ma Haru aveva preso i loro caratteri peggiori, quindi gonfiò le guance infastidito e corse dall’altro genitore chiedendo a gran voce -Papà! Cosa è un reggiseno?
Iwaizumi, anche lui impegnato nel suo lavoro, non si accorse dell’indumento che il bambino teneva tra le mani e rispose meccanicamente -Lo usano le donne per proteggere il seno, come noi usiamo le mutande.
Haru annuì mentre la sua mente rifletteva sempre di più -Okay, ma se non ci sono donne in casa, di chi è questo?
Hajime si voltò di scattò e sbiancò, poi sussurrò piano -Mettilo solo nel cassetto di tuo padre.
-L’ha dimenticato la zia?- suppose allora il più piccolo.
-Sì, diciamo di sì.
 
Una notte Haru ebbe un incubo e non ci pensò due volte prima di raggiungere i suoi genitori in camera da letto.
Era talmente scosso che non si accorse della posizione che i due avevano mentre apriva la loro porta senza neanche bussare, ma dal fracasso che fecero non poté non notare Tooru che spingeva via Hajime (fino a quel momento sopra di lui) talmente forte da farlo rotolare a terra.
Haru si bloccò -Papà? Stai bene?
-Sto bene- grugnì infastidito l’uomo e allungò una mano in attesa che Tooru gli passasse le sue mutande, cosa che il pallavolista fece senza farsi vedere dal bambino.
-Allora- disse poi questo per attirare l’attenzione del bambino su di lui -Perché sei sveglio a quest’ora?
-Ho fatto un incubo.
-Ow, piccolo… vieni, puoi dormire con noi.
-Mi canti quella canzone bella?
-Certo! Tutto quello di cui hai bisogno- concluse Oikawa, mentre un Iwaizumi vestito lo raggiungeva di nuovo sul letto.
Haru si mise tra di loro, poi non poté fare a meno di chiedere a entrambi -Perché dormite in mutande? Non c’è freddo?
-Sh, non interrompere papà mentre canta la ninna nanna.
E così Haru dimenticò quella domanda.
 
-Haru- rimproverò Iwaizumi nel vedere che il figlio stava giocando con il cibo che aveva nel piatto, cercando di passarlo di nascosto a E.T. quando questi non guardavano -se non mangi tutto ti metto in punizione!
Il bambino mise il broncio -Non mi piace stare in punizione.
-Non deve piacerti, altrimenti non sarebbe una punizione!
Haru lo fissò confuso -Ma a papà Tooru piacciono le punizioni.
Il diretto interessato soffocò con il cibo che aveva in bocca nel sentire quella frase, si riprese solo dopo diversi sorsi d’acqua e, sconvolto, si rivolse al figlio -Cosa hai detto?
-A te le punizioni piacciono, ti ho sentito dirlo l’altro giorno a papà.
I due adulti si lanciarono uno sguardo che, fortunatamente, il bambino non poteva ancora capire.
-Non dirlo in giro, okay?
 
Ogni cosa che gli era sembrata strana nella sua vita e che aveva classificato come qualcosa di “poco conto” adesso aveva un senso, tutto aveva un senso.
-Haru?- chiamò Tooru quando lo raggiunse in camera per portargli la merenda e lo trovò steso sulla scrivania con il volto depresso -Che succede? Sembra che tu abbia visto un fantasma.
-Mi sono appena reso conto che tu e papà fate sesso- borbottò in un mormorio depresso.
Oikawa lo fissò confuso per qualche secondo, poi rispose tranquillo -Non comportarti come se ci avessi visto! Cosa dovrei dire io, che ho proprio beccato i tuoi nonni mentre lo facevano?
Haru lo fissò ancora più sconvolto e l’adulto rise, poi gli diede la merenda e andò via.
Lasciò l’adolescente non solo con l’immagine terribile che i suoi genitori facevano sesso ma… con anche quella dei suoi nonni.
  
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