Phonecall From The Dead
Con il ciclo “vere
storie di fantasmi” racconto storie che dovrebbero essere vere,
raccontate a me dai
miei parenti o amici. Storie che hanno vissuto
sulla loro pelle.
Che ci crediate o no, queste storie sono tutte vere. La prima, “Cemetery
Ghost” mi è
accaduta in prima persona. “Phonecall From The Dead” racconta
Un avvenimento
paranormale avvenuto a mia nonna…
Di una cosa
sono sicuro: i fantasmi esistono.
Le
mani candide e rugose di mia nonna accarezzavano la pasta dei ravioli. Lei era
scettica nei confronti di ciò che veniva confezionato nei supermercati e,
avendo un passato da pasticciera, si preparava da sola la pasta per cucinare i
suoi gustosi primi piatti. La televisione era accesa in salotto, ma i suoi
sensi non la seguivano. Era accesa per compagnia ,per
creare la giusta atmosfera di pace familiare all’interno di quella casa. All’improvviso
il telefono verde sull’ingresso cominciò a squillare.
“Un
attimo!” gridò Elvira pulendosi le mani infarinate, facendole scorrere sotto l’acqua.
Chiuse il rubinetto e le scosse , mentre il telefono
continuava a squillare.
Driin, driiin, driin…
“Arrivo
…Arrivo”
Driin…driiin…driiin…
“Eccomi…sono
quI!” disse, alzando la cornetta e portandosela all’orecchio destro.
“Pronto?”
Partirono come dei sospiri e poi delle interferenze, come se fossero frequenze
radio disturbate.
“Pronto? Chi parla? Chi parla?” chiese mia nonna con
insistenza “Fanculo!” urlò poi quando le onde radio cominciarono a farsi ancora
più disturbanti, riappendendo con forza. Ma neanche il tempo di tornare
dai suoi ravioli fatti in casa che un altro squillo la fece sussultare. Avvicinò la mano alla cornetta, la pose sull’orecchio destro e
rispose: “Pronto? Chi parla?” e tra quel miscuglio di voci, rumori
distorti e rumore bianco riusciva chiaramente a percepire le parole di quello
che , una volta, era suo marito, morto anni prima.
“Veglierò…su…di…te…”
E
cadde la linea. Il cuore di Elvira fece un capitombolo nell’abisso più
recondito del suo corpo, quando voltandosi vide chiaramente l’immagine del
nonno davanti a sé, davanti alla porta del bagno, che sorrideva.
Elvira
volle raggiungere quella figura, ma più si avvicinava e più quella si
distruggeva a pezzi, si dissolveva pezzo dopo pezzo, come un puzzle.
Quando
ormai il suo braccio stave per toccare quella che poteva essere un’allucinazione,
la persona che tanto amava scomparve del tutto.