Quante ali deve ancora perdere? Quante volte dovrà tagliarsele per salvare quel ragazzino dalla troppa fretta di morire? Quanti amici ha già perso e quanti ne perderà ancora per colpa sua? 
Erano tutte domande che Levi si stava ponendo immerso nel buio della sua stanza, non amava avere luci accese quando si immergeva nei suoi pensieri. 
Anche Erwin, che ancora era con lui, aveva rischiato grosso una delle ultime volte che erano corsi a salvarlo e proprio in quell'occasione aveva perso degli altri compagni e almeno un altro paio di ali. 
Quelle si ostinavano a ricrescere e lo facevano ogni volta senza tregua, lasciandogli solo per un giorno abbastanza libertà. 
A volte le odiava davvero molto, le odiava perché rappresentavano in qualche strano modo i suoi sentimenti; col tempo aveva imparato che più erano candide e luminose più era doloroso perderle e di conseguenza seppellire chi non aveva fatto ritorno. 
Fosse stato per lui neanche le avrebbe volute; eppure nonostante tutto in molti casi lo avevano aiutato e si era salvato proprio grazie a loro. Era considerato il soldato più forte dell'umanità, ma la forza fisica e la botta di culo non erano nulla in confronto alla fragilità del suo cuore. 
Fragilità che lui nascondeva insieme ai suoi sentimenti dietro a una facciata fredda e impassibile, ma che appena chiudeva dietro di sé la porta della sua stanza essa gli cadeva addosso; schiacciandolo e facendolo piangere ogni volta. 
Perché non sembra ma lui un cuore lo ha, anche se nascosto dietro mille muri. 
Ed è dal suo sguardo che si può capire tutto di lui, si può capire come in realtà sia la persona più emotiva di questo mondo maledetto che lo costringe a soffrire; è nei suoi occhi che ci trovi l'universo. 
E ogni volta rimane sorpreso di piangere così tante lacrime, pensa sempre di averle finite e invece sono lì nei suoi occhi e lungo il suo viso che scendono silenziose e lui non può e non vuole trattenerle, ha già imparato che se le trattiene poi gli usciranno nei momenti meno opportuni.