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Autore: Liza Inverse    27/04/2022    0 recensioni
Aziraphale e Crowley sono stati mandati sulla terra come ago della bilancia per preparare l'umanità all'Apoclaisse: mentre l'angelo doveva condurre gli uomini a fare buone azioni, e a punire le cattive, il demone aveva l'incarico di tentare l'umanità nel peccato.
Lungo la storia però entrami si sono incontrati più volte, e non sempre i loro obiettivi si sono conclusi, soprattutto se c'era di mezzo una bevuta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I soldati stavano piantando i pali per le tende dell’accampamento notturno, mentre Aziraphale si occupava del fuoco.

Per lui sarebbe stato estremamente facile poter accendere il focolare con un solo pensiero, ma preferiva farlo alla maniera umana: era curioso riuscire a vedere come una semplice scintilla potesse appiccare fuoco al legno così facilmente.

Per migliaia di anni era stato affascinato dalle varie tecniche che gli uomini avevano inventato: dal semplice raccogliere un ramo incendiato all’invenzione della pietra focaia.

Oh, ovviamente la sua spada non contava: quello era fuoco Sacro, che non avrebbe influenzato più di tanto la materia: del resto nemmeno il cespuglio a cui Mosé parlò con il Metatron era andato veramente a fuoco.

Si tolse l’elmo appuntito ed il camaglio. Erano due oggetti piuttosto pesanti da portare, e decisamente per appiccare il fuoco non erano proprio consigliati, visto che il fuoco scaldava il ferro piuttosto in fretta, e se n’era accorto la prima volta delle conseguenze.

Si tolse anche il giaco di cuoio con le piastre, poi si inginocchiò di fianco al cerchio di pietre del focolare.

Accanto a lui il cuoco stava togliendo l’attrezzatura da cucina dal mulo.

“Oggi abbiamo fatto veramente poca strada!” si lamentò il cuoco, un tizio magro e allampanato, senza capelli ma con una barba che avrebbe potuto sostituirli se solo fosse stata pettinata in maniera giusta.

Aziraphale si fermò a riflettere. “Sì, è vero. Mi chiedo come mai. È qualche giorno che stiamo rallentando.”

Un altro soldato giovane e magro si avvicinò con un secchio pieno d’acqua preso dal ruscello lì vicino. “Sembra che sia uno degli ultimi gruppi che si è unito alle truppe. - disse -  Sono lenti perché perdono il loro condottiero continuamente.”

Aziraphale inclinò la testa in segno di fastidio. “La guerra purtroppo porta anche i meno competenti ad unirsi. Per fortuna anche loro hanno la fede in Dio.”

Il soldato rise. “Non credo, Non fa altro che bestemmiare il signore tutto il giorno. Il suo cavallo ha meno fede di lui però, non fa altro che disarcionarlo! Per questo sono così lenti!”

Aziraphale che stava sfregando le pietre focaie tra di loro si fermò e si voltò verso il suo compagno. “Scusa, cos’hai detto?”

“Che il cavaliere nuovo non è cavaliere per niente! Viene continuamente disarcionato da cavallo!”

Aziraphale si alzò e cominciò a vagare tra le truppe.

Guardò verso ogni tenda, sui giacigli e nelle varie cucinette. Per un momento, pensò anche di guardare nelle botti.

Non gli ci volle molto a trovare un tipo che per l’ennesima volta veniva spinto su un cavallo da un paio di poveri disgraziati e regolarmente cadeva dalla parte opposta dopo pochi istanti.

L’angelo raggiunse l’uomo a terra e gli allungò una mano per aiutarlo a rialzarsi.

“Crowley!” disse con stizza Aziraphale.

“Aziraphale! Che piacere vederti in guerra!” esclamò il demone..

Aziraphale, al contrario, non sembrava per niente compiacuto. “Che cosa ci fai qui? Ho il sospetto che non sia per aiutare la conquista del Sacro Romano Impero e della Parola di Dio!”

“Ovviamente no! Sono qui per rallentare la campagna.” rispose il demone in tutta tranquillità mentre tentava di alzarsi e di avvicinarsi di nuovo al cavallo.

Il cavallo fece un gesto di irritazione con la zampa e sbuffò nervosamente. Crowley sibilò di rimando.

L’angelo gli si rivolse con il medesimo tono di irritazione. “Complimenti! Ci stai riuscendo bene! Stai rallentando tutta l’armata!” 

Crowley si voltò verso di lui ed aggrottò le sopracciglia. “È quello che devo fare! Cosa credi? Che mi stia divertendo? Mi sto miracolando le ossa da cinque giorni! Sono continuamente nel fango, e non sto nemmeno simpatico al cavallo!”

“Ovvio che non gli stai simpatico! Sei un demone! In ogni caso sappi nemmeno io mi sto divertendo! Il cibo è veramente pessimo, mi tocca accendere il fuoco e per poco le prime volte non mi sono ustionato la testa stando troppo vicino al fuoco, con queste cose di ferro!” Aziraphale indicò alcuni camagli ammucchiati per terra.

Crowley sbuffò. “È una perdita di tempo, non credi?”

Un lampo di consapevolezza attraversò il volto di Aziraphale, ma riassunse subito la sua espressione impassibile di giustiziere. “Lavorare per il piano ineffabile non è una perdita di tempo!” Rispose tra i denti senza levare lo sguardo dalla pila di camagli.

Crowley fece una smorfia. “Davvero sei convinto? Guardati! Guardami! - Indicò prima se stesso e poi l’angelo - Sono centinaia di anni che siamo in mezzo al fango, sotto il sole cocente, ci rompiamo le ossa, compiliamo scartoffie, e per cosa? Da me nemmeno guardano quello che scrivo! Vanno direttamente alle ultime righe! Potrebbero benissimo mettere un questionario con una domanda e due crocette. ‘L’hai fatto? Sì, No’ e poi si passa al prossimo. Prossimo fango, prossimo deserto, prossime stramaledettissime ossa rotte per colpa di un quadrupede! - il cavallo nitrì seccato -  A nessuno interessa come lo fai.”

Crowley fece una pausa drammatica ed alzò un sopracciglio “O se sei tu a farlo.” Un lampo di malizia gli attraversò gli occhi.

Aziraphale arretrò scandalizzato. “Stai… suggerendo che dovremmo cominciare a fare l’uno il lavoro dell’altro?”

Crowley alzò le spalle. “Beh, se la metti in questo modo…”

“Io non la metto in nessun modo, è quello che tu hai sottinteso! E comunque non mi venderò certamente al Demonio!”

Crowley si massaggiò un braccio indolenzito. “Ascolta Aziraphale, - disse suadente - non è una questione di vendersi alla concorrenza. Nemmeno io ci tengo a lavorare con i tuoi colleghi. Però alla fine, quello che fai tu lo faccio anche io, no? Stessa famiglia, piani lavorativi diversi. Quindi, può darsi che ogni tanto qualcuno faccia entrambi i lavori dell’altro, mentre in altre occasioni semplicemente non ci si metta i bastoni tra le ruote. Credi che mi stia divertendo, adesso?” Gesticolò indicando l’accampamento intorno all’imbrunire, e il cavallo.

Poi continuò. “Non sempre. Solo ogni tanto. Tipo ‘ehi, io ho cercato di farlo, ma ho avuto ostacoli maligni’ E dai la colpa a me. Lo stesso farei io con te. Poi ognuno per la sua strada. Tu ritorni a mangiare pavoni farciti e io… Farò qualcosa. È un grosso risparmio di tempo ed energia.”

Aziraphale abbassò lo sguardo perplesso. Strinse le labbra. Sospirò e poi tornò a fissare gli occhi ipnotici dalle pupille verticali di Crowley.

“Solo ogni tanto?” chiese.

“Solo nel caso tutti e due siamo obbligati ad ostacolarci.” affermò Crowley allungando la mano. “D’accordo?”

Aziraphale esitò. Mosse il braccio verso Crowley poi lo ritirò di nuovo per qualche secondo. Infine allungò la mano e prese quella del demone. “D’accordo.”

Il cavallo sbuffò e scalciò facendo spaventare Crowley che inciampò nei suoi stessi piedi e cadde a terra.

  
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