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Autore: Smeralda Elesar    27/04/2022    2 recensioni
Grazie al Guerriero Dragone, Lord Shen non è stato ucciso dalla sua stessa arma che crollava su di lui.
Non che il pavone sia minimamente contento della cosa, primo perché odia avere un debito con il panda, e secondo perché l'unica alternativa alla morte è la prigione, e per il suo orgoglio essere incarcerato è intollerabile.
Nonostante questo, Po vuole aiutare Shen a fare i conti con le ferite del passato.
Il problema è... come si fa ad aiutare chi non vuole essere aiutato?
Cosa può sorgere dal buio di una prigione per una creatura avvelenata dall'odio, dalla rabbia e dal desiderio di vendetta?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Ciò che sorge

***

Dal patto

***

Crawling to the darkness
Waiting for some hope
Can't remember where all the light's gone
I tried to force myself
Not to think about the past

(Forgive me – Serenity)

Maestro Shifu si affrettò tra i corridoi della prigione dietro Mastro Roccia per quanto la sua vecchia frattura gli permettesse.

Se davvero era veramente vero quello che il messaggero gli aveva riferito, il panda gigante si era appena meritato la sessione extra nella sala degli allenamenti più lunga della storia!

Il bufalo si fermò davanti ad una delle celle ed indicò dentro.

Già il fatto che la porta non fosse chiusa non prometteva nulla di buono, ma appena mise la testa dentro Shifu ebbe la conferma che non solo era come gli avevano riferito, ma poteva essere molto peggio!

Il pavone era abbandonato e completamente inerte, con il bianco delle ali e della coda drappeggiato addosso al panda; persino il collo non era reclinato nella sua posizione naturale sotto l'ala, ma era sostenuto sul torace di Po e con la testa nascosta nell'incavo del suo gomito.

Tuttosommato era una delle scene più singolari di cui gli fosse mai capitato di essere testimone.

***

-Oh, no, maes... mppff!!!-

Po si tappò la bocca appena in tempo con la zampa libera.

Immediatamente Shen scivolò e lui dovette afferrarlo prima che finisse a terra.

Maestro Shifu lo guardava sconcertato.

Po avrebbe voluto dirgli tante cose, ma aveva paura di svegliare il pavone, e quindi si sforzava in ogni modo di farsi capire con lo sguardo.

Shifu sospirò e roteò gli occhi, poi con un gesto gli fece capire di stare fermo.

Po si immobilizzò completamente, con le labbra serrate e le zampe strette attorno a Shen che ancora non si era svegliato per chissà quale miracolo.

Shifu si avvicinò a loro lentamente, ma tutta la sua attenzione era concentrata sul pavone.

Lo scrutò attentamente per quel che poteva vedere sotto le zampe di Po, e lentamente gli fece scorrere il palmo della zampa a pochi centimetri dalla schiena.

Po non poteva fare altro che aspettare.

Sapeva che l'ultimo incontro tra Shifu e Shen non era andato esattamente bene, ed aveva paura che gli ordinasse di lasciarlo.

Po non voleva. Non prima di essere riuscito a parlare con lui ed essersi assicurato che stesse bene. Per questo lo strinse in un gesto protettivo.

Shifu battè le palpebre un paio di volte, incredulo.

Ripetè l'esame, ma la zampa che scorreva sospesa sopra il pavone ebbe lo stesso movimento fluido di prima.

Shifu sollevò lo sguardo su di lui, e Po riconobbe la stessa espressione di quando lo aveva addestrato la prima volta, e di quando lui era riuscito a portare a termine i suoi compiti nel modo corretto senza combinare pasticci.

Il sorriso di Shifu era lo stesso, ed anche la luce nell'azzurro dei suoi occhi.

Il suo maestro si allontanò di un paio di passi all'indietro, poi si inchinò.

Non sembrava per niente arrabbiato, anzi, sembrava contento di quella cosa.

Annuì verso di lui un'ultima volta ed uscì dalla cella.

La porta rimase aperta come l'aveva trovata.

***

Shen apri gli occhi di scatto.
Si sentiva circondato da pelliccia ed il suo primo istinto fu dibattersi per liberarsi.

Il cuore aveva accelerato per la scarica di paura, e tentava di prendere fiato a grosse boccate.
-Calma, calma! Ecco fatto, ci penso io-
Si sentì sollevare e posare su una superficie di legno, che poteva essere solo una branda.

Attorno a lui c'erano le stesse le mura di pietra che aveva visto per un mese intero, quindi era ancora in prigione, ma la cella era diversa da tutte quelle in cui era stato fino ad allora.

Accanto a sé trovò il panda, che lo scrutava concentrato, come se cercasse su di lui i segni di qualche ferita.
Shen era ancora sconvolto per quello che era successo, ma almeno si rendeva conto della realtà, che non era in pericolo, e lentamente il suo cuore si calmò.

"Io... io ho davvero...?"

Peccato che una volta compreso dove si trovava e come ci fosse arrivato se ne vergognasse da morire.

-Allora, come stai?-

Guardò il panda di sbieco, incapace di rispondere per le troppe cose che ancora cozzavano dentro di lui.
-Tu non lo racconterai mai a nessuno-
-Ehm...-
Shen lo guardò male.
-Okay, okay. Farò del mio meglio-
-E non ne parleremo mai più. Mai e poi mai discuteremo di nuovo di quello che è successo oggi. Intesi?-

-Ma perché no? Insomma, non è stato poi così terribile! Cioè, no, sì, ad un certo punto è stato terrificante perché...-

-Panda!-
-Uff! D'accordo, come vuoi tu-
-Bene-

Il silenzio si prolungò fino a diventare imbarazzante.

Il panda lo fissava, ed ad intervalli regolari apriva bocca come per dire qualcosa ma poi la richiudeva.

-Si può sapere che ti prende adesso?-

-Mpfff!-

-Prego?-
-Non lo posso dire! Mi hai detto che non vuoi parlare di quello che è successo, ma a me vengono solo domande su quello che è successo, e allora...-

-Panda!-

-Cosa?-

-Pensa a qualcos'altro!-

-E a cosa?-

-Fai uno sforzo di immaginazione-

-...-

-...-

-Oggi vorrei trovare dei ravanelli. Sono buoni, sai? A me piace cucinarli, ma mi piacciono anche crudi. Una volta ero solo un bebé, e ne ho mangiati una cassa intera tutti da solo. Ed un'altra volta ho mangiato anche i mobili di bambù di mio padre. Sai, lui non sapeva che a me piacesse tanto il bambù, mi ha lasciato un attimo da solo in cucina e...-

-PANDAAA!!!!-

-Che c'è? Me l'hai detto tu di immaginare qualcosa, e l'unica cosa che so immaginare bene è il cibo!-

Shen stava ancora tremando per la stizza.

-Com'è possibile che... che...?-

-"Che" cosa, Shen?-

Shen buttò fuori l'aria.

-Niente, lascia perdere. E basta con il cibo-

-Uffa, non ti va bene proprio niente!-

Shen gli scoccò un'occhiata laterale che lo ridusse al silenzio.

"Finalmente! Non capisco come fa ad essere così! Non appena io comincio a credere che lui sia davvero superiore, ecco che fa qualcosa di immensamente idiota. Non credo nemmeno che lo faccia apposta. Una simile pianificazione richiederebbe troppa intelligenza"

-Hai detto che le cose possono andare in modo diverso. Come?-

-Ehm... di questo posso parlare, giusto?-

Shen gli diede il permesso con un cenno della testa.

-Okay. Allora...- il panda si fermò con la testa bassa ed il mento appoggiato ad un gomito.

Sembrava intento in un grande sforzo mentale, e Shen sperò che riuscisse a produre qualcosa di meglio di ciance sui ravanelli.

-Ci sono!-

All'improvviso Shen si trovò afferrato per le spalle e con il muso del panda a pochi centimetri dal suo becco.

-Panda!!! Lasciami subito!-

Ma se lo scrollò di dosso prima che lui potesse fare qualcosa.

-Che c'è adesso? Non va bene nemmeno questo?-

-Non ti hanno insegnato a non toccare le altre persone senza permesso?-

-Ehm... no-

-Bè, impara! E non rifarlo mai più!-

-Ma se fino ad ora... ops! Non posso parlarne...-

-Panda...- sibilò Shen come avvertimento.

-Okay, okay... scusa, ma perché non posso toccarti senza permesso? È perché... perché sono io?-

-Che tu sia tu è un'aggravante, ma in generale no, nessuno può mettermi le zampe addosso senza avvertirmi e se io non sono d'accordo-

-E quando combatti?-

-Restituisco-

-Oh, giusto... e da piccolo? Avranno pur dovuto prenderti in braccio, no? Mio padre una volta ha provato a portarmi a cavalluccio e...-

-Panda! Non farmi rimpiangere di non averti fatto male! Stavamo dicendo qualcosa su come intendi "aiutarmi"- lo interruppe in fretta Shen.

-Oh. Sì, certo. Senti, io ce l'ho un'idea, ma prima devo parlarne con il mio maestro e con gli altri. Non è una cosa brutta per te, fidati-

Shen lo scrutò intensamente.

Il panda era speranzoso, non evitava il suo sguardo.

-Se io mi fido di te, che cosa otterrò?-

-Bè... è... non lo so di preciso. Dovresti chiederle a yi queste cose. Ma sarà qualcosa di buono, te lo prometto-

Shen lo scrutò ancora, scettico.

Ma d'altra parte il panda era già riuscito in parecchie cose che lui aveva reputato impossibili.

-Ti do una possibilità-

-Evvai! Senti, mentre vado... tu mi aspetti qui, vero? Sì?-

-Quante alternative ho?-

-Intendo... senza chiave-

Shen non capiva. Solo seguendo la direzione dello sguardo del panda si rese conto della porta aperta.

Un'ondata di qualcosa di indefinito gli fece arruffare le penne.

"Ha lasciato la porta aperta. Per tutto questo tempo ha lasciato la porta anche se io avrei potuto..."

-Io... io...-

Il panda lo aveva appena rifatto: lo aveva lasciato senza parole.

Si diede una scossa per riprendere il controllo.

-E sia. Aspetterò qui-

-Grande!-

Il panda si alzò in fretta e la branda cigolò per il movimento.

Sulla porta si voltò verso di lui come se avesse voluto dirgli qualcosa, ma appena aperto bocca la tappò con entrambe le zampe.

Gli fece un cenno vaghissimo e poi sparì dietro il muro.

Shen sospirò pesantemente.

Sapeva che avrebbe dovuto essere grato perché il panda aveva afferrato il concetto di non parlare di quello che era successo, ma dentro di sé riusciva solo a tremare per la paura di scoprire in quanti altri modi quell'orso bianco e nero avrebbe potuto essere imbarazzante.

***

La porta sbattè di lato con uno schianto.

-Maestro!-

-Panda! Che è successo?-

Po si buttò in ginocchio davanti a Maestro Shifu, che era più perplesso che mai, e cominciò a parlare velocissimo a proposito del fatto che Shen aveva pianto, che stava mantenendo la sua parola, che si poteva recuperare, che non era giusto lasciarlo solo, che...

Maestro Shifu, dopo lo spavento iniziale, comprese che non era successo nulla di grave, e che la sua impressione di quel pomeriggio sul pavone era solo confermata.

-Sì, panda-

-Ma maestro, per favoooreee!!! ... ehi!- Il panda sollevò la testa per guardarlo e poi si rimise seduto -Avete detto di sì? Ma non vi ho ancora chiesto niente-

-Lord Shen potrà essere ospitato al Palazzo di Giada. Se i maestri dela città dei Gong accetteranno, naturalmente. E se accettarà anche lui-

-Davvero?-

-Sì, Po. Ci ho riflettuto, e credo che tutti meritino la possibilità di cambiare e le condizioni giuste in cui farlo. Trovo che sia fondata la tua preoccupazione per cui Lord Shen, senza qualcuno che lo guidi, possa tornare su una strada sbagliata. Sarebbe davvero un peccato sprecare quello che tu sei riuscito a fare, per questo sono disposto ad accoglierlo... Panda?-

-Mmh?-

-Non piangere-

-Sniff... scusate...-

***

Aveva sempre tenuto insieme a forza i pezzi della cosa che tappava la sofferenza, certo che se l'avesse lasciata uscire sarebbe stata intollerabile.
Aveva avuto ragione.
Aveva fatto male come nessun'altra ferita fisica.
Però in qualche modo era passata.
Si sentiva meglio.
Meno a pezzi, meno ferito.

-L'ho già detto anche a Po-

-Ah!-

Shen trasalì alla voce proprio di fronte a lui.

Il muso della capra lo scrutava con la solita espressione benevola di sempre.

-Avere ragione mi da ragione. L'universo sapeva esattamente cosa faceva quando ha scelto proprio lui come guerriero destinato a fermarti-

-A FERMARMI?!- scattò Shen.

-Esatto. Solo a fermarti. Ti ha impedito di fare del male agli altri, ma non ha mai voluto fare del male a te-

Shen era prontissimo a ricominciare a gridare di tutto e di più contro il panda, contro di lei, contro le ciotole e le profezie, ma qualcosa in fondo alla sua mente scivolò al posto giusto alla parola "fermare".

-Sì... a fermarmi... non capisci? La tua dannata profezia non ha mai smesso di compiersi! Da quando è ricomparso, lui... lui è sempre stato lì, a fermarmi, ogni volta che avrei fatto del male a qualcuno. E mi ha fermato anche dal fare del male a me stesso-

Shen si sentiva scuotere dalla consapevolezza.

Non solo al porto, ma anche in prigione, e poi contro il panda minore, quando aveva voluto impiccarsi, quando aveva minacciato di uccidersi con la sua arma, tutte le volte che si era scagliato contro il bue, quando aveva affrontato la popolazione, quando sarebbe morto di fame piuttosto che rinunciare ad andare al cimitero.

Il panda era sempre stato lì, a fermarlo.

Shen aveva creduto che lo facesse per dispetto, ora sapeva che era stato per proteggere, e non solo gli altri da lui, ma anche lui da sé stesso.

-E tu... tu lo sapevi!-

La capra scosse la testa.

-Tu sopravvaluti le mie capacità. In effetti non credevo che avrebbe avuto questo senso-

-Non mentire! Tu sai sempre tutto!-

-Non è vero, Shen. Ci sono tante cose che vorrei sapere e che invece non so-

-Ad esempio?-

-Vorrei essere sicura di come sarà la tua vita da ora in poi, ma non leggerò mai più il tuo futuro-

Lui la guardò a testa alta.

-Bene. E adesso?-

-Ne parlerai con lui-

-Con chi?-

-Credo si riferisca a me-

Shen si voltò verso l'entrata della cella e trovò il panda minore ad attenderlo.

-Che cosa vuoi qui?-

-Voglio proporti un cammino da percorrere-

Shen inclinò la testa di lato per osservarlo, gli occhi ridotti a due fessure.

Il maestro si avvicinò a lui ed alla capra con la massima naturalezza.

-Ogni creatura merita l'opportunità di cambiare e le condizioni giuste per farlo. Se tu giurerai di comportarti in modo da non danneggiare nessuno con le tue azioni, io mi impegno ad offrirti un posto sicuro in cui vivere per farti ricominciare-

-Non voglio la vostra carità-

-E se fosse solo comprensione? Nessuno vuole umiliarti-

-Come puoi pensare che accettare di vivere dove mi viene imposto non sia umiliante per me?-

-Nessuno ti impone nulla. Giura di non attaccare mai più nessuno per primo e sarai ugualmente libero, ma dove andresti? Il bando dalla Città dei Gong rimane, non si può cancellare. Saresti libero ma solo al mondo, e nessuno merita di essere gettato in pasto al mondo senza avere alcuna risorsa-

-Mi è già accaduto-

-Ed è un'esperienza che vuoi ripetere? Io non credo-

Shen lo guardò offeso, troppo oltragiato dalla brutale verità per ribattere.

Il maestro scosse la testa.

-Le mie scuse. Sono stato inopportuno. Quello che voglio dire è che, per un periodo, possiamo offrirti ospitalità al nostro villaggio-

-Un villaggio?!-

-Che ti aspettavi, che ti regalassimo un impero?! Un villaggio, sì! E considerati fortunato!-

Il panda minore gli voltò le spalle ed uscì dalla cella.

Solo sulla porta si voltò verso di lui e lo scrutò severo.

Non gli disse nulla, solo scosse la testa e sparì.

Shen rimase a fissare con astio il punto in cui era scomparso.

-Ebbene? Avevi previsto anche questo?-

-Non ho bisogno di evocare il fumo per prevedere che difficilmente con il vostro carattere potrete mai andare completamente d'accordo. Servirebbe un grande sforzo da parte di entrambi per venirvi incontro-

Shen sapeva di avere sul becco un verso di disprezzo e non si curò di nasconderlo.

-Shen, pensaci. Non hai dove andare, non hai nulla. Potresti stare da me, ma...-

-Non so quale sia peggio-

-Qualsiasi scelta sarà la peggiore, finché non riuscirai a vederne i lati positivi-

-Quali lati positivi? Sottomettermi a chi mi ha sconfitto, rinunciare a chi sono per nascita e rinunciare al mio talento nell'usare la polvere nera. Far dire di me che sono pentito e far credere a tutti che mi sono ritirato perché ho accettato la sconfitta e riconosciuto la loro superiorità, questi sarebbero i lati positivi?-

-Shen, non...- la capra sospirò -Shen, tu sai cosa sei. È ora che impari ad esserlo anche senza il giudizio degli altri. Io credo che stare per un periodo in un posto diverso, dove nessuno ti conosca, possa farti solo bene. La Valle della Pace non è migliore né peggiore di altri posti, lì saresti solo al sicuro e con persone che conosci già-

-Le conosco perché mi hanno sconfitto, ed ogni giorno mi ricordarebbe quell'umiliazione-

-Tu la ricorderesti. Loro non ti portano rancore né vogliono umiliarti, e ti hanno aiutato anche se diffidavano di te. Sei tu che devi lasciare andare questi pensieri, Shen, altrimenti ti consumeranno dovunque sarai-

Come quando il panda minore gli aveva sbattuto in faccia il fatto che lui fosse ancora vivo solo grazie alla pietà del guerriero nero e bianco, anche in quel momento Shen si sentì costretto a vedere quello che non voleva vedere.

Purtroppo o per fortuna aveva una consapevolezza diversa, ed in quel preciso momento prese coscienza di quanto male si fosse fatto da solo, e di quanto avesse continuato a ferirsi attribuendo agli altri giudizi che in realtà venivano da sé stesso.

Non riusciva a dire nulla.

Sapeva dov'era la verità, ma si rifiutava di sottomettersi.

-Non sei solo. Anche se pensi che sia così, non lo è. Ma devi imparare a vedelo-

Lui rimase nel suo ostinato silenzio, a difendersi dalla sua comprensione e dalla sua gentilezza.

-Ora ascoltami, Shen. Avranno una proposta per te, e sarà ragionevole. Quale che sia, io ti consiglio di accettarla, anche se nell'immediato non ti piace-

Non riusciva a dire nulla. Avrebbe voluto, ma nella sua mente c'era solo il vuoto.

-Hai tempo per riflettere. Ci vedremo presto-

Anche la capra uscì dalla cella e Shen rimase solo.

Non appena fu sicuro che non ci fosse più nessuno nelle vicinanze lasciò andare un sospiro e crollò con le testa tra le ali.

***

Po non stava più nella pelle!

Di fronte a Maestro Bue, Maestro Croc, e vicino al suo maestro ed ai suoi amici, lui cercava spesso lo sguardo dell'anziana capra per rassicurarsi.

Bue e Croc si scambiarono un'occhiata, e Croc parlò per primo.

-Per concludere questa storia, voi che proposte avete?-

Po sapeva di dover lasciare parlare Shifu, che aveva parlato prima con tutti loro e che sapeva benissimo cosa dire.

-Io sono disposto ad accogliere Lord Shen al Palazzo di Giada per un periodo di tempo, per controllare il suo comportamento. Non voglio tuttavia imporglielo come obbligo, perché ritengo che sarebbe controproducente imporgli delle restrizioni. Sappiamo quanto sia testardo, ed imporgli limiti che non siano strettamante necessari peggiorerebbe la situazione-

-Dunque dovremmo lasciarlo andare anche se lui non volesse restare al Palazzo di Giada?-

-Ritengo che sarebbe la cosa giusta da fare-

-Questo è troppo!- esclamò Bue.

La Divinatrice lo toccò piano sul gomito per calmarlo.

-Maestro Bue, l'unica cosa importante è che Shen accetti di non fare del male agli altri. Ormai credo che abbia compreso, ma capisco che voi vogliate delle garanzie. Posso fare io una proposta?-

-Parlate, Divinatrice-

-Io propongo di far firmare a Shen un giuramento solenne, in cui promette di non costruire mai più armi da fuoco, di non usare in nessun modo la polvere nera per arrecare danno di nessun tipo alle persone o alle cose, ed in cui si impegna a combattere solo per difendersi, e senza mai attaccare per primo in nessuna circostanza. Fino a che manterrà queste condizioni potrà vivere come meglio riterrà opportuno. Cosa ne pensate?-

-Credete che manterrebbe questo giuramento?-

-Lord Shen ha tanti difetti, ma non sporcherebbe il suo onore. Se accetterà, lo manterrà-

-E se non accetterà? Dobbiamo essere pronti a tutto-

La Divinatrice sospirò.

-Se non accetterà sarà difficile. Io...-

-Accetterà, glielo dirò io!- esclamò Po.

Shifu lo guardò male e Po si rese conto di aver infranto le regole un'altra volta.

Mestro Bue si rivolse direttamente a lui.

-Guerriero Dragone, sappiamo quanto ci tieni che lui possa intraprendere un cammino di non distruzione, ma dobbiamo essere pronti davvero a tutto-

Po annuì.

-Io propongo che se rifiuterà queste condizioni o se le violerà, la sua pena sia la reclusione a vita in una prigione in isolamento-

Po trattenne il respiro.

-Tuttavia non voglio usarla come una minaccia contro di lui. Gli proporremo queste condizioni ed il documento da firmare, ma senza dirgli quale sarebbe l'alternativa-

-Maestro Bue, e se fosse lui a chiederla?- chiese la Divinatrice.

-In quel caso saremmo costretti a dirgli la verità. Deve capire che dobbiamo proteggere gli innocenti-

-Capisco. Sì, sono d'accordo-

-Resta la questione del suo bando dalla Città dei Gong- riprese Croc -Io propongo di lasciarlo in vigore per il momento. Sarebbe pericoloso riammetterlo nella città che ha subito tanti danni a causa sua. Forse, con il tempo e se dimostrerà di essere cambiato, potrà tornare. Sei d'accordo Bue?-

-Io propongo un'unica eccezione. Potrà entrare dentro i confini della città una volta l'anno, nel giorno in cui si onorano i defunti, per visitare il tempio della sua famiglia-

A quella proposta tutti si guardarono attorno in cerca dello sguardo dei vicini.

Una cosa simile proprio da Maestro Bue non se la sarebbero mai aspettata, ma nessuno lo avrebbe contraddetto.

-Apprezzo molto questa eccezione, Maestro. Spero che Shen sappia apprezzarla allo stesso modo-

-Lo spero anche io, Divinatrice-

-Oh, bene! Quindi è andata? Può uscire di prigione e niente pena di morte e... ahioo!-

Po si chinò a massaggiarsi la zampa colpita da Mastro Shifu.

-No, Guerriero Dragone, niente pena di morte- confermò Maestro Bue -Quanto all'uscire di prigione, prima dovrà accettare tutte le condizioni. E se accetterà la vostra ospitalità vi auguro buona fortuna-

Po stava per rispondere ma un'altro colpetto da Shifu lo dissuase.

-Maestro Bue, so che Shen ha un carattere più che difficile, tuttavia spero davvero che accetti. Potrebbe imparare qualcosa dalla vicinanza con le persone giuste, ed io spero davvero per lui che riesca a trovare un equilibrio-

Maestro Bue rimase a guardarlo.

-Non posso crederci... voi ve lo prendereste davvero? E tentereste persino di rieducarlo o qualcosa del genere, scommetto-

-Shen ha delle ottime capacità. Mi sento in dovere di provare almeno a fargli vedere una via diversa per utilizzarle-

Bue rimase in silenzio, a meditare sulle parole di Maestro Shifu.

-Va bene! Prendetevelo! Portatelo via, fatene ciò che volete! L'importante è che non faccia mai più del male a nessuno!-

Nessuno ebbe il coraggio di biasimare Maestro Bue per quell'ultimo scatto di esasperazione verso il pavone.

***

In fondo alla cella l'oscurità si era addensata più del normale.

Nel corridoio si vedeva il bagliore rossastro delle lanterne, ma non ne entrava abbastanza per illuminare la parte più interna.

Shen stava ancora aspettando.

Tentava inutilmente di tenere a posto i lembi della veste dove era stata strappata dal guan dao, ed in quel modo teneva le ali avvolte attorno al corpo.

Di tanto in tanto gettava occhiate alla porta che era rimasta aperta, ma si distoglieva subito.

La verità era che, per la prima volta in vita sua, non sapeva cosa fare.

Si sentiva confuso e talmente smarrito da non riuscire a mettere in ordine le idee.

Lui era sempre stato il tipo che prendeva le decisioni in fretta, senza esitazioni, senza stare a fare troppi inutili calcoli, adesso invece, anche volendosi buttare a testa bassa in una direzione qualsiasi, non sapeva proprio quale prendere.

Ed ogni volta che guardava la porta c'era una minuscola parte di sé che sperava di veder comparire il panda o la Divinatrice, e poi vergogna e rabbia per scoprirsi così insicuro.

Sentì immediatamente i passi in avvicinamento perché il suo udito si era ormai assuefatto all'acustica di quell'ambiente.

Dovette aspettare ancora poco per veder comparire la Divinatrice ed il coccodrillo.

Lo salutarono entrambi con rispetto, e lui rispose con un cenno della testa.

-Sono qui in rappresentanza del Consiglio dei Maestri della Città di Gong Min- cominciò il rettile.

Shen gli fece cenno di continuare, anche se immaginava cosa gli avrebbe detto: data la presenza della capra, quella doveva essere la "proposta ragionevole" di cui lei gli aveva parlato.

Se era così era strano che non ci fosse anche il bue con loro, ma Shen capiva perché non volesse vederlo né sentiva la sua mancanza.

-Sono qui per proporre un accordo per concludere... il mese di proroga-

Shen era praticamente certo che stesse cercando di dire qualcosa ma avesse tentato di evitare parole come "prigionia" e "detenzione".

Il rettile gli porse un rotolo di carta da una custodia a forma di cilindro.

-Qui c'è tutto quello che ti chiediamo di mantenere-

Shen lo guardò ma senza prendere il rotolo.

-Dimmi la verità, non provi soddisfazione a sapere che sono chiuso in una cella dopo che io ho rinchiuso te ed il bue?-

Sperava di vedere apparire rabbia o disgusto, invece il coccodrillo ebbe quasi la stessa espressione del panda: malinconia, rassegnazione, tutte cose che lui non comprendeva.

Non lo guardò direttamente quando gli rispose.

-Sei libero di non credermi, ma io sono stato umiliato altre volte e so come ci si sente. E non mi piace farlo ad altri-

Per la prima volta si guardarono davvero negli occhi, e Shen non trovò nessuna malizia che gli facesse credere che il coccodrillo stesse mentendo solo per manipolarlo.

Tese l'ala per prendere il rotolo di carta e si girò in modo da avere più luce per leggere.

C'era tutto un elenco di cose che lui si impegnava a non fare, quali attaccare per primo, convincere altri a farlo al posto suo, costruire armi ed insegnare a costrurle ad altri, usare la polvere nera per fare alcun tipo di danno, violare di nuovo il bando imposto su di lui venti anni prima.

L'ultima eccezione lo sorprese.

Gli veniva concesso un unico giorno di sospensione dal bando, per la commemorazione dei defunti, in modo che lui potesse fare visita al tempio di famiglia.

Non sapeva di chi fosse qull'idea, ma sapeva bene che gli ispirava sentimenti contrastanti.

Alzò gli occhi dal testo e guardò prima la capra e poi il coccodrillo.

Entrambi aspettavano la sua risposa, e lui poteva sentire addosso quanto loro cercassero di convincerlo.

Volevano che accettasse, quello sarebbe stato il modo migliore per tutti per chiudere tutta quella vicenda.

Tese la pergamena di nuovo al coccodrillo.

-Non posso-

-Shen! Ti prego...-

Gli bastò incrociare lo sguardo con gli occhi dorati della Divinatrice perché lei facesse silenzio.

-Non posso- ripetè.

Gli occhi dell'anziana erano lucidi di lacrime mentre si stringeva il petto.

Shen si rese conto che il suo dolore lo metteva a disagio, ma ugualmente non bastava, e lui non riusciva a forzarsi a fare qualcosa che rifiutava.

Il coccodrillo fece per dire qualcosa ma un'altro sguardo bastò a zittire anche lui.

-So che ci saranno delle conseguenze, le affronterò-

Il coccodrillo annuì a testa bassa, la Divinatrice invece era triste come mai Shen l'aveva vista prima di allora.

-Outch! Ahi!-

Si voltarono tutti e tre verso la porta, in tempo per vedere il panda che rotolava nel rettangolo e si fermava disteso di schiena.

-Accidenti, che caduta! Credo di essere inciampato-

Si diede una leggera spinta per mettersi a sedere e poi per alzarsi in piedi.

Shen si sentiva abbastanza in imbarazzo per entrambi a quel punto.

-Allora, che mi sono perso? Hai accettato, non è vero?-

Il silenzio nella cella era palpabile.

-Bè? Perché nessuno dice niente?-

Si fermò di nuovo a guardarli.

-Ehm... c'è nessuno? ... andiamo, sì o no?!-

-Guerriero Dragone, mi dispiace, ma...-

-Accetto!- esclamò Shen.

-Cosa?!- il coccodrillo si voltò di scatto verso di lui a bocca aperta -Ma se hai appena detto che...?-

-Accetto. Tutte le condizioni. Fatemi firmare-

-Oh, bene! Ha accettato! Ci voleva tanto a dirmelo?-

Shen ignorò il panda e si concentrò sulla pergamena che era tornata a lui, assieme all'inchiostro e ad un pennello da scrittura.

Yeguang Shen Xing.

Aspettò che l'inchiostro si assorbisse completamente prima di arrotolare i due fogli e consegnarne uno a Croc.

-Visto? Tutto sistemato! Yi, Maestro Croc, perché eravate così seri?-

Il coccodrillo non ebbe il coraggio di rispondere, la Divinatrice invece si avvicinò al panda e lo abbracciò stretto.

-Una volta qualcuno ha detto che eri un panda magico. Aveva ragione, tu sei davvero un panda magico. Grazie, ragazzo mio!-

E lo strinse ancora.

Il panda ricambiò l'abbraccio con tanta naturalezza, anche se ancora era perplesso.

Shn si guardò molto bene dal fargli sapere che era stato proprio lui a definirlo "panda magico" e che subito dopo gli aveva dato dello stupido.

Abbassò lo sguardo sul documento che aveva appena firmato e sospirò.

***

Maestro Shifu aspettava davanti all'ingresso principale della casa.

Avrebbe dovuto capirlo già da quando il panda aveva lasciato il suo posto a tavola prima del solito che c'era qualcosa che non andava, ma tuttosommato quella volta non era grave come le precedenti.

Avrebbe voluto rimproverare Po per essere sgattaiolato di nuovo fuori senza permesso, ma dopotutto l'ultima volta che il panda aveva disobbedito all'ordine di non andare alla prigione era stato un bene perché aveva impedito a Lord Shen di impiccarsi, quindi non poteva essere così male lasciar fare a lui.

La porta si aprì di uno spiraglio, e quando Maestro Shifu avanzò con la lanterna si trovò davanti non solo il panda, ma anche il pavone bianco e la Divinatrice.

-Ma che...?! Panda! Che significa questo?!- ed indicò Shen.

-Maestro, ha accettato tutto! E quindi... ora è libero, no? E quindi... viene con noi al Palazzo di Giada... e... oh, accidenti, ho sbagliato di nuovo?-

Maestro Shifu sospirò.

-La cosa peggiore è che non hai sbagliato. Solo, mi aspettavo un minimo di preavviso-

Si fermò a guardare Shen, che ricambiò il suo sguardo senza abbassare la testa.

-Va bene, resterà qui già da stanotte. Domani vedremo se c'è qualche altra formalità da sbrigare, altrimenti partiremo prima possibile-

-Sì, Maestro-

-Divinatrice, spero che il mio allievo non abbia causato problemi-

-Al contrario, Maestro-

-Bene, sono contento. Quanto a Lord Shen, c'è una stanza libera. Da questa parte-

Si incamminò su per le scale ed il pavone lo seguì.

Shifu si accorse che la Divinatrice usava il suo bastone per bloccare il panda prima che andasse con loro, e questo lo sollevò dal dover fare l'ennesimo rimprovero al suo allievo.

Non si scambiarono nemmeno una parola per tutto il tragitto.

Arrivati davanti alla stanza vuota Shifu scostò la porta e fece cenno che poteva entrare.

Il pavone lo sorpassò senza un parola di gratitudine, ma anche senza la solita arroganza.

-Lord Shen. Forse non riusciremo mai ad andare d'accordo, ma sono sincero quando dico che vorrei che tu trovassi pace-

Per un solo attimo qualcosa di simile ad un'emozione increspò la superficie dei lineamenti del pavone, ma immediatamente tornarono immobili e neutri.

Chinò la testa in segno di comprensione, ma non aggiunse nulla.

Shifu annuì e lo lasciò solo.

Era ancora presto per pretendere una cosa come un ringraziamento.

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Cantuccio dell'Autore

Sono tornata!

Confido nella vostra pazienza.

In questo capitolo Shen si è trovato di fronte ad una scelta, stavolta da affrontare a mente lucida.

È stato molto più difficile questo che affrontare il crollo emotivo del capitolo scorso.

Devo ammettere che ce l'ho avuta la tentazione di lasciarlo fermo nel suo orgoglio, ma alla fine non ce l'ho fatta.

Vi aspetto al prossimo capitolo per una lettura più leggera.

Smeralda E. Elessar









   
 
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