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Autore: Vento di Levante    28/04/2022    1 recensioni
Momenti di ordinaria amministrazione, a bordo della Revenge.
Metà pirati, metà idioti innamorati :)
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Equipaggio della Revenge, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Hamlet

 



Pete entrò con passo deciso nella cabina del capitano e si richiuse la porta alle spalle.
Stede posò la penna mentre lo osservava marciare fino al suo scrittoio, piantarci entrambe le mani sopra - stampando impronte di catrame sulla sua preziosa carta da lettere - e prendere fiato per parlare.


Poi però lo sguardo di Pete cadde sul sofà al centro della stanza, dove Ed stava sonnecchiando, e il marinaio richiuse la bocca con uno scatto; fece dietro front e si diresse verso la porta alla stessa velocità con cui era entrato.

"...Pete?"

"Sì Capitano!", rispose automaticamente Pete facendo un mezzo giro su se stesso e rimanendo sull'attenti davanti alla porta.

Stede aggrottò le sopracciglia. "Che cos'è stato..?" chiese, accennando allo scrittoio e alla sua carta piena di ditate.

"Stavo- Mi son - Mi sono ricordato che devo fare una cosa." si attorcigliò Pete, gesticolando verso il ponte sopra di loro. "Devo - ah - c'è il fiocco che non -" I gesti delle sue mani divennero sempre più complicati, finché finalmente intrecciò le dita e si fermò. "...Capito, no?", concluse, tirando su col naso.

Stede strinse le labbra. "E prima di ricordarti che..." e con un arabesco indicò il ponte sopra di loro, " - quello che è. Prima, voglio dire, cosa eri venuto a chiedermi?"

Pete divenne rosso come un'aragosta. "NIENTE." dichiarò, con sguardo improvvisamente vitreo. 

Stede allacciò le mani in grembo. "Pete," ritentò in tono più  conciliante, "Lo sai che puoi sempre parlare al Capitano, vero..?"

"Eraperunbiglietto," rotolò fuori dalla bocca di Pete. 
Stede attese che elaborasse. Quando ciò non avvenne, gli fece cenno di avvicinarsi.

Pete lanciò un'occhiata nervosa prima al capitano, poi alla sagoma addormentata di Ed; infine spiegò, abbassando lo sguardo, "C'è una cosa che volevo chiedervi di scrivere." E poi, sottovoce: "...su un pezzetto di carta."

"...D'accordo?" replicò Stede, abbassando la voce a propria volta, "...ma perché stiamo bisbigliando..?"

Pete si esibì in una nuova serie di gesti, questa volta all'indirizzo del sofa. 
"Per non svegliare Ed?" sussurrò Stede, e il marinaio annuì rapidamente. "Molto cortese da parte tua, Pete-"

"...Ma io sono già sveglio." intervenne Edward, facendo capolino oltre lo schienale del sofa. "Che combinate?"

"Oh!" fecero in coro i due allo scrittoio, l'uno con un sorriso, l'altro con tracce di panico.
"A Black Pete occorre uno scrivano!" annunciò allegramente Stede, mentre Pete emetteva un suono simile al cigolio di una porta male oliata.

Stede però non vi fece caso, perché in quel momento Ed si stava alzando dal sofa.  

Aveva gli occhi ancora pieni di sonno, i capelli sciolti e arruffati; la sua giacca giaceva abbandonata sul divano, così quando si stiracchiò, allungandosi come un gatto, l'attenzione di Stede fu completamente assorbita dalla pelle abbronzata delle sue braccia, dal movimento grazioso delle spalle - e dal sollevarsi della maglia che rivelò per un momento l'ombelico.

La distrazione di Stede doveva essere stata particolarmente evidente, perché quando finalmente alzò gli occhi per incontrare quelli di Ed, vi trovò una scintilla di riso.

Stede tornò precipitosamente a dedicarsi allo scrittoio, schiarendosi la voce. "E quindi, Pete." disse pareggiando aggressivamente una risma di carta; "che cosa volevi scrivere?"

"Ah, non è importante, Capitano, tolgo il disturbo." rispose il marinaio in tono supplichevole, ma Stede già agitava una mano riprendendo la penna. "Nessun disturbo!" 

"Erm..." 

"Meglio approfittarne, dato che siete già ai posti di combattimento," intervenne Ed, prima di avvicinarsi al tavolo con aria blandamente interessata. Ciò mise definitivamente fine alle proteste di Pete. "...è solo una frase, ecco." disse debolmente.

"E la frase sarebbe..?" domandò Stede intingendo la penna nel calamaio.

La risposta si fece attendere alquanto; quando però sia Edward che Stede alzarono lo sguardo su di lui, Pete deglutì, li fissò come se gli avessero appena ordinato di camminare sulla tavola, e finalmente disse: "Vorrei una delle frasi della storia che avete letto l'altra sera". Poi si affrettò ad aggiungere, contegnoso: "Quella dove alla fine muoiono tutti." 

Stede offrì un sorriso di scuse. "Mi rendo conto che ne abbiamo lette almeno due o tre con lo stesso esito."

"Quella con il tizio che parla con il teschio."

"Oh! Certo." si illuminò Stede, "Ti ricordi più o meno quale..?"

Black Pete strinse le labbra, guardò prima Stede, poi Ed, e poi si chinò per bisbigliare all'orecchio del capitano.

Stede si trovò a sorridere suo malgrado."...oh; quindi non si tratta di un biglietto qualsiasi," mormorò, sfogliando la sua copia di Amleto fino al secondo atto. "Non chiederò a chi è diretto," assicurò; anche se, nel momento stesso in cui parlava, si rese conto che a bordo poche altre persone avrebbero saputo leggerlo.

Rivolse al foglio un sorriso ancora più ampio e trascrisse la frase a grandi lettere nitide.

Mentre l'inchiostro asciugava, Ed si sporse a guardare chinandosi sopra la spalla di Stede. I suoi capelli sciolti sfioravano la pagina.

"Leggila," chiese, a voce bassa.

Stede si voltò a guardarlo; era così vicino da potergli contare le ciglia. Fortunatamente, i suoi occhi scuri erano abbassati sul foglio; catturavano in caldi riflessi il sole che entrava dalla finestra. 

Stede si schiarì la gola e fece del suo meglio per recitare:

"Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova. Dubita che la verità sia bugiarda, ma non dubitare mai del mio amore."

La voce lo tradì con un tremito proprio sulle ultime parole. Tacque, senza osare alzare lo sguardo dal luccichio dell'inchiostro fresco.

Si ricordò dell'esistenza di Pete quando tirò rumorosamente su col naso, anche lui con gli occhi lucidi fissi sul foglio.

"Be', Pete, amico, hai scelto l'artiglieria pesante." borbottò Ed tirandosi indietro; Stede avvertì immediatamente una folata fredda, quasi si fosse nascosto il sole.

"E' - è sdolcinato, vero?" fece Pete, mortificato. "Era una cattiva idea, lo sapevo, non è nient-"

"Non è sdolcinato, è Shakespeare!" protestò Stede proprio malgrado; ma dal fondo della mente sentiva già avanzare la familiare eco - ragazzino ricco, viziato, viola mammola-

"Credi a me, Pete, se qualcuno si presentasse a dirmi in faccia una cosa del genere..." intervenne Ed piantando una mano sulla spalla del marinaio, e sia Stede che Pete trattennero il fiato, aspettando l'abbattersi del colpo letale.
"...cadrei subito in ginocchio a fargli la mia proposta, se capisci cosa intendo." concluse Ed con una strizzatina d'occhi.

Stede e Pete si scambiarono per un istante uno sguardo incredulo, prima di esplodere in una tremula risata di sollievo.
Lo spettro gelido dell'umiliazione, che stava già stringendo fredde dita sul cuore di Stede, allentò la presa.

"E' solo che - avevo pensato di provare a ricopiarla," sospirò Pete, "Ma forse è un po' troppo difficile."

"Sono sicuro che qualsiasi cosa fatta da te sarà apprezzata." disse Stede in tono incoraggiante. 

"Be', ho una buona mano con l'intaglio," borbottò fra sè il marinaio; e poi esclamò, "Sapete cosa, proverò a fare così. Con le mie mani. Lasciamo stare il tizio con il teschio." E poi, lanciando a Stede una rapida occhiata: "...forse sarà più utile a voi che a me." 
E filò via prima che il capitano, improvvisamente purpureo, trovasse qualcosa di sensato da replicare.

"Insomma, un favoloso sonnellino interrotto per niente," osservò Ed, mentre si appoggiava allo scrittoio a braccia conserte.

"...Be', suppongo che sia un bell'esercizio di calligrafia," rispose Stede con una piccola risata; cercò di non fermarsi a guardare la forma della schiena di Ed, leggermente curva in avanti, difesa appena da quel tessuto di cotone impossibilmente fine.

Stava piegando il foglio per metterlo via quando sotto i suoi occhi apparve la mano bruna di Ed, palmo in su, in attesa. "...Allora lo prendo io," borbottò, guardando in alto. "Non c'è dubbio che potrebbe servirmi migliorare la mia, di calligrafia."

"Oh," (...e perché Stede stava arrossendo, adesso?) "Possiamo fare qualche esercizio, se vuoi," offrì. "Scegliamo insieme cosa vuoi ricopiare?"

"Ti va di leggere per me?" chiese Edward, inclinando il capo per posare su Stede uno sguardo quasi timido; e davvero, se non si fosse trovato seduto allo scrittoio, Stede sarebbe caduto in ginocchio, subito, per mettere ai suoi piedi tutta la sua totale conoscenza teatrale, letteraria, e anche di più.   

 


 

NB, headcanon numero tre: Edward sa leggere, probabilmente, ma non sa scrivere

   
 
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