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Autore: lmpaoli94    02/05/2022    1 recensioni
Roma, Estate 1944
Lontano da quell’affetto che credevo potesse non finire mai più.
I bombardamenti notturni mi facevano riflettere in quel presente che ormai credevo potesse essere incancellabile e immutabile.
Eppure io mi ricordavo di te, Kate.
I tuoi occhi e il tuo sorriso prima di partire e salire su quel pullman lontano da te e verso quel dovere che la guerra mi stava chiamando.
Le tue lacrime offuscavano il tuo sorriso e i tuoi dolci baci che emanavano quel profumo di libertà che sembravo aver perso per sempre.
Ma io voglio ricordarti così: felice, sorridente e spensierata.
Perché non posso vivere solo di ricordi.
Voglio vivere insieme a te, in un futuro scritto su carta indelebile in cui nemmeno la morte potrebbe mai cancellare.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Richard Castle, Roy Montgomery | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Pearl Harbor, 6 dicembre 1941

Ormai il ricordo di Kate era una constante quando la mia solitudine intravedeva quel pizzico di oscurità che mi rende timoroso di un futuro solitario e in piena depressione.
La mia vita da soldato ha fatto in modo di servire una nazione che stava a guardare con occhi interessati l’esito di una guerra che anche questa volta, sarebbe stata molto lunga a concludersi.
Gli uomini potenti e la follia di un nazista che voleva conquistare il mondo, aveva messo tutti in pericolo e la sorte di ognuno di noi sarebbe stata messa a dura prova mentre le vite continuavano ad essere spezzate.
Tutto ciò era surreale.
Era troppo snervante per me credere che il futuro di qualcuno potesse essere messo a dura prova dalla guerra e dalla spietatezza della morte.
Perché se la morte non risparmia nessuno, nessun vedeva un futuro certo oltre questa guerra.
I tedeschi avanzavano impercettibilmente conquistando ogni territorio che cercava di difendersi ed essere contro la loro follia, ma le notizie non potevano essere confortanti.
Gli alleati faticavano a resistere e paesi come Inghilterra e Francia erano continuamente messi a dura prova.
Gli uomini che credevano nella libertà combattevano impercettibilmente.
Ogni nazione prevedeva un futuro diverso da quello che Hitler voleva dipingere per quelli che come noi volevano qualcosa di diverso.
Qualcosa di speranzoso.
E mentre cerco di scrivere memorie inermi per ricordarmi che niente può essere lasciato al caso, Pearl Harbor era divenuta la mia casa lontano da quella magnifica Italia che aveva potuto cambiare per sempre il corso del mio destino.
Il buio dei miei occhi si stava facendo sentire sempre più reale e la luce fioca delle lampadine della mia stanza era scandita dal silenzio interrotto che i miei compagni di camera si accingevano al momento in cui io avessi potuto spegnere tutto.
< Che cosa stai scrivendo, Castle? >
< Niente di quello che ti possa interessare, Esposito > replicai seccato cercando di rimettere tutto apposto < Posso rimanere ancora un attimo da solo. >
< Sono le undici di sera, Castle. Dovevamo essere a letto da un pezzo. >
< Ti ho forse disturbato in qualche modo, Ryan? >
< NO. però siamo curiosi di sapere che cosa ti frulla in quella testa da scrittore… Scrivi tutto per una donna? Chi potrebbe attendere il tuo ritorno a casa? >
Non volevo rispondere a quelle domande curiose e impertinenti che mi lasciavano ancora interdetto e dolorante.
la mia vita privata non poteva riguardarli in nessun modo e anche se Ryan ed Esposito erano i miei compagni di stanza nonché miei migliori amici, volevo tenere ancora tutto per me.
Ancora per un po’.
< Ho capito, Castle > fece Ryan con tono pacato < Non vuoi parlarne con i tuoi amici. >
< E questo è un vero peccato > replicò piccato Esposito < Ma siamo i tuoi amici… >
< Javier, non insistere ti prego. È normale che Castle stia scrivendo ad una donna. >
< Sto solo descrivendo i miei pensieri in questa notte così oscura senza dimenticarmi di una donna che non vedo ormai da cinque anni e mezzo. >
< Davvero? Da così tanto tempo? >
< Il mio incontro con lei è stato come un soffio di vento benevolo mentre l’aria tempestava le mie speranze e mi spingeva verso i miei doveri.
L’ambasciatore Montogomery fu molto chiaro a questo punto: dovevo pensare solo alla nazione. E di fatti è quello che sto facendo. >
< Non poso credere che hai prefeirto pensare prima alla nazione e poi al tuo amore perduto > fece Esposito indignato < Ti rendi conto che sei ancora cotto? Tu non fai altro che pensare a quella donna e ti deprimi non sapendo che riuscirai a rivederla… Perché ti fai così del male? >
< Perché solo le mie scelte. Dolorose o giuste che sia. >
< Caro Richard Castle, hai mai fatto qualcosa di tua spontanea volontà? Dicci la verità. >
< Che vuoi dire con questo Ryan? >
< Vogliamo sapere se hai mai preso decisioni da solo… Oppure c’è sempre stato qualcuno ad importi quello che dovevi fare nella tua vita. >
< Perché volete saperlo? >
< Perché vorresti liberarti da qualsiasi oppressione della vita e da ordini che anche tu non vorresti mai ti fossero stati impartiti… E magari qualcuno è riuscito a decidere per te per farti essere un soldato al servizio della patria. Non è forse così? >
< Vuoi girare il coltello nella piaga, Esposito? >
< Voglio solo aiutarti… >
< Beh, non ne ho bisogno > ribattei stizzito < Non ho bisogno di ricordare la mia vita passata che non ha fatto altro che portarmi dolore. Iniziando dall’abbandono di mio padre e da una madre che in realtà non mi ha mai amato. Per questo ho deciso di percorrere la carriera militare… E certe volte, alcuni sacrifici, ci spingono ad essere diversi. E non quelli che siamo realmente. >
Ripensare al mio passato familiare, mi aveva rovinato il sonno e quella tranquillità che cercavo di conquistare da qualche tempo a questa parte.
Mi sentivo afflitto e più solo che mai e i miei amici non mi erano minimamente d’aiuto.
Non erano cattive persone, ma la loro curiosità era davvero snevante.
E solo adesso ho capito che non lo facevano per aiutarmi.
Era brutto pensarlo, ma in fondo era davvero così.
< Castle, ci dispiace aver riaperto una tua vecchia ferita. >
< Lascia stare, Ryan. Sto bene… Buonanotte. >
Sentendoli bisbigliare e Ryan che cercava di difendermi, non avevo altro pensiero se non verso la mia Kate e quel suo profumo che ancora inondava le mie narici.

Da qualche parte in questo mondo lei era l^ che attendeva forse un mio ritorno o addirittura aveva cercato di dimenticarmi.
ma non volevo pensare alle cose brutte per cercare di addormentarmi.
Volevo farlo con il suo sorriso, l’unico toccasana che mi potesse far dormire come un bambino piccolo.


7 dicembre 1941

Il giorno dopo cominciò in quella straziante sirena che si poteva chiamare sveglia.
Non riuscivo a capire quante ore potessi aver dormito perché mi sentivo stanco e senza energie.
Il sole inondava quella base mentre le urla in lontananza avrebbero per sempre riecheggiato nelle mie menti.
Un fruscio sconsiderato mi aveva fatto capire che non era il solito addestramento mattutino.
Solo vedendoli ancora avvicinare a velocità inaudito potei subito capire che era un nemico che ci aveva colto alla sprovvista.
In pochi minuti, si scatenò un inferno esorbitante che ancora oggi fatico molto a raccontare.
Il fuoco e i proiettili trapassavano qualsiasi cosa gli capitava a tiro e molti dei miei compagni non avrebbero mai potuto raccontare a nessuno quello che avevano attraversando.
ma io, cercando di divincolarmi in mezzo a quell0inferno, nemmeno la mia branda era il posto adatto per poter riposare.
Molti cercarono di passare al contrattacco, ma molti dei nostri aerei vennero distrutti con tale velocità che era impossibile rispondere fuoco con il fuoco.
Ormai avevo creduto che la mia esistenza era messa a dura prova.
Cercavo una via d’uscita che non sarebbe mai arrivata se non fosse per quello spirito guida che mi sussurrava di resistere.
Vegliava su di me come una corazzata mentre cercavo di nascondere invece che combattere.
Le grida là fuori erano strazianti e disperate e non riuscii nemmeno ad avere notizie dei miei compagni in mezzo a tutto quel fumo.
Solo dopo pochi minuti riuscii ad intravedere Esposito che in prima linea cercava di sparare contro quegli aerei, ma senza successo.
Tutto sembrava inutile.
Ormai era finita: Pearl Harbor non sarebbe mai più esistita e la nostra vendetta sarebbe stata presto mescolata ad un giudizio che non poteva tardare oltre.

   
 
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