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Autore: VigilanzaCostante    04/05/2022    5 recensioni
Ogni mattina Lavanda Brown si costringeva dentro alla sua immagine, stereotipata, riflessa nello specchio. Rideva in modo sguaiato, sbatteva le ciglia con fare civettuolo, camminava per i corridoi con Calì alla sua destra.
Ma era Calì quella che tutti notavano, era Calì quella che rimaneva impressa.
[Questa storia partecipa alla challenge "MAY the inspiration be with you" sul forum Writing Games]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lavanda Brown
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prompt del 4 maggio: Personaggio A è abituato ad avere tutto sotto controllo, ma qualcosa sfugge perché succede una catastrofe: incidente, morte di una persona cara (se vogliamo rimanere sul tragico), ma anche un crollo dei voti a scuola, essere rifiutati per la prima volta, litigare con degli amici. Mostrare come personaggio A accetta il fatto che non può prevedere tutto e che ci sono dei cambiamenti che non può tenere sotto controllo.


 


Controlla(ti)
 
 
Sistemare i capelli dentro il solito cerchietto, dipingere un sorriso sulle labbra, lisciarsi la gonna sperando che fosse abbastanza lunga da nascondere la cellulite sulle cosce. Ogni mattina Lavanda Brown si costringeva dentro alla sua immagine, stereotipata, riflessa nello specchio. Rideva in modo sguaiato, sbatteva le ciglia con fare civettuolo, camminava per i corridoi con Calì alla sua destra.
 
Ma era Calì quella che tutti notavano, era Calì quella che rimaneva impressa.
 
Aveva odiato tutte le materie finchè al terzo anno non aveva conosciuto la Divinazione. Inutile, sosteneva qualcuno. Imprecisa e confusa, diceva qualcun altro.
Non capivano: non capivano quanto facesse bene anche solo la remota sensazione di avere tutto sotto al proprio controllo. Perchè prevedere – o per lo meno trattenere, rielaborare, progettare, sperare – era qualcosa che le riusciva bene. E che si tenessero aritmanzia, pozioni e trasfigurazioni. Che rimanessero attaccati alla fredda logica di due elementi combinati nello stesso calderone. Che diventassero Medimaghi, Auror o fabbricanti di bacchette! Le sarebbe bastata un’esistenza mediocre, se per lo meno accompagnata dalla dolce convinzione di avere padronanza del proprio futuro.

 
Ma poi quella Hermione Granger aveva fatto rotolare la sfera di cristallo, e aveva reso una barzelletta il suo unico talento.
 
Quando Ron l’aveva lasciata aveva pianto rumorosamente. Poi si era asciugata le lacrime, aveva sorriso a Calì e aveva detto “In realtà lo sapevo, lo avevo predetto”. Che poi, non era cosa così tanto lontana dalla realtà. Ci sono certe cose che anche senza una sfera di cristallo o una tazzina di caffè si riescono a percepire: un silenzio prolungato, due sguardi (non il tuo) che fanno a gara per cercarsi nella Sala Grande, la costante sensazione di elemosinare le attenzioni.
Quando Ron l’aveva lasciata era stato un sollievo, una certezza quasi consolatoria: hai ancora tutto sotto controllo, Lavanda. E comunque aveva Calì, le lezioni di Divinazione e i cerchietti lilla a tenerle fermi i capelli.

 
Però solo allora aveva capito che a volte anche se si riesce a prevedere o controllare, la vita può fare comunque male.
 
Sistemare i capelli dentro il solito cerchietto, dipingere un sorriso sulle labbra, lisciarsi la gonna sperando che fosse abbastanza lunga da nascondere la cellulite sulle cosce. Abitudini che anche con un’intera scuola in guerra non era riuscita ad abbandonare. Piccoli tic che le ricordavano che qualcosa non era cambiato, che qualcosa poteva essere ancora controllato.
Perché la guerra – nonostante i mille segnali – non l’aveva calcolata. Non l’aveva considerata. Come si può anche solo immaginare un dolore così tanto grande da spaccare in due un paese?
Così aveva pianto, urlato, lottato. Aveva lanciato sfere di cristallo e tazzine di caffè, infrangendo i suoi sogni mediocri contro mostri senz’anima.


 
Quando lui l’aveva attaccata e con il suo peso le aveva immobilizzato il corpo, i capelli fuoriuscivano dal cerchietto e non c’era neanche un’ombra di sorriso su quelle labbra viola.





 
Angolo dell'autrice:

L'avvertimento OOC è perchè penso che sia un'interpretazione fin troppo personale del personaggio di Lavanda Brown e della sua introspezione. 
   
 
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