Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Evola Who    06/05/2022    1 recensioni
Non erano più dentro alla nave, nel bel mezzo della galassia e diretti a Nevarro. Adesso erano davanti al maestoso ingresso di un palazzo in marmo, con due piccoli prati verdi ben curati, circondato da un portico colonnato e costruito con architetture esotice. Sopra di loro, il cielo azzurro brillante e il sole caldo, i cui raggi splendenti erano accompagnati da qualche leggero refolo di vento e dai dolci cinguettii di uccelli...
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baby Yoda/Il Bambino, Carasynthia Dune, Din Djarin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 10
Lo scontro
 
Qualche minuto dopo…

Mando e Cara furono scortati da una guardia, che li accompagnò ad uno dei giardini del palazzo, molto ampio e con l’erba estremamente corta. Lì c'era già una piccola tenda scoperta con con tante sedie con in mezzo un piccolo tavolino pieno di vino e uva. E dentro Oberyn in armatura, con una guardia dietro di lui e Ellaria accanto.

I viaggiatori spaziali, entrano dentro alla tenda, accolti dagli sguardi sorridenti dei due.

“Ben arrivati” disse Oberyn allegramente: “Allora? Che ne pensate della nostra arena provvisoria?” disse.

“Beh, è un bel giardino.” disse Cara, cercando di alleggerire la tensione.

“Come promesso, mi sono messo l’armatura più bella che ho.”

Era un’armatura di rame, con le spalle spesse dello stesso metallo, molto ruvida, quasi maculata. Sotto portava un corpetto di pelle che gli copriva i fianchi, aperto sul cavallo, che lasciava vedere degli aderenti pantaloni scuri, come i lunghi stivali che aveva ai piedi.

“Impressionate” disse Cara. “Rame?”

“E metallo” rispose il principe, sistemandosi le maniche.

“Però, non si è messo un elmo.” notò Mando.

“Non ne ho bisogno.” rispose Oberyn.

“Allora, lo scontro sarà in lance” spiegò, mentre la guardia gli passava due lance lunghe in legno lucido, con una punta di rame affilata.

Sia Cara che Mando rimasero confusi da quella scelta, ma il principe spiegò: “Tranquilli, sono lame finte. Non sono realmente affilate. E anche se fossero vere, non credo che avrebbero effetto su di lei.” Ammirò per l’ennesima volta, la sua armatura.

Questo fece crescere ancora più il sospetto di Mando, mentre diede a Cara la conferma sulla sua teoria.

Mando prese la lancia che gli stava porgendo Oberyn, già pronto per combattere.

“Allora, prima di iniziare, qualche piccola regola” disse Oberyn. “Ovvero, siamo liberi di fare tutto, ogni mossa è bene accetta, e il primo che ammette la sconfitta, finisce il duello.”

“Chiaro” rispose Mando freddamente.

“Bene, allora che vinca il migliore!” concluse sorridendo, mentre Mando sotto il sguardo impaziente prendeva posizione.

Ma prima, Oberyn scambiò un appassionante bacio portafortuna con la sua amante, prima di prendere la lancia in mano e avanzare sul prato.

Mando e Cara si scambiarono una occhiata perplessa da quella scena.

“Allora, buona fortuna…” disse Cara incerta, dando una pacca sulla spalla di Mando, in segno di incoraggiamento.

Mando sospirò e andò sul campo.

Cara si sedette sulla sedia, vicino a Elleria.

“Allora, davvero tra lei e Mando, non c’è proprio niente?”

“Cosa? No!” disse subito Cara. “Troppo impegnativo.” rispose con tranquillità. Lasciando perplessa l'altra donna.

“Uh! Altro succo!” soggiunse la ribelle, riprendendo il calice e versandosi un bicchiere di vino.

Mando si fermò a distanza da Oberyn, con la lancia in posizione in mano e pronto per combattere, ma il principe con la lancia fece vari volteggi in alto, in un modo fluido e veloce, mentre camminava attorno all'avversario lasciandolo perplesso.

Quando finì, Ellaria fece un piccolo applauso, mentre lui si girò verso di lei facendo un sorriso ammagliante e un piccolo inchino.

“Wow” disse Cara ammirata: “Bravo. Ma è un tantino esibizionista.”

“Si sta solo riscaldando.” rassicurò lei.

“Hai finito?” chiese Mando.

Oberyn si girò verso di lui, rispondendo: “Oh, ma io ho appena iniziato! Sei tu, che non hai fatto nemmeno una mossa.” E ridacchiò.

Mando sospirò e gli si avvicinò con la lancia in posizione, pronto ad attaccare. Ma fu parato dalla lancia di Oberyn.

“Tutto qui? Un po' scarso come inizio” commentò sarcasticamente.

Mando sbuffò, buttandosi contro di lui con la lancia, ma il principe parò tutti i colpi, e bastò un attimo di distrazione, perché Oberyn gli desse una bastonata sul fianco scoperto, facendolo fremere di dolore.

Cara impressionata disse: “Wow! È davvero bravo!”

“E non ha nemmeno iniziato!” disse Ellaria soddisfatta, sorseggiando il suo vino. Mando si riprese in fretta dal colpo, mettendosi in posizione.

“Grande combattente, ma si fa sorprendere così facilmente dai suoi avversari?” commentò sarcasticamente Oberyn.

Mando iniziava ad arrabbiarsi. Si buttò contro di lui con la lancia alzata e pronto a colpire, ma Oberyn lo parò subito con il suo bastone, tenendolo teso, per poi rispondere con un altro colpo e spingerlo a terra.

Lui cercò di colpirlo sui piedi, ma Oberyn prese il controllo della sua lancia, facendola volteggiare sopra alla testa fino ai piedi per un paio di volte. Per poi dargliela sulle spalle e colpirlo sull’elmo.

Mando doveva ammettere che era davvero abile e veloce. Più di quanto di pensasse. E forse, si stava pentendo, di averlo così sottovalutato.

“Andiamo, ti ho visto combattere con la tua amica!” disse Oberyn dietro alla spalla, ridacchiando: “So che puoi fare di meglio! In fondo, non hai quella armatura a caso. No?” e rise.

“Non credo che sia una buona idea, provocarlo.” commentò Cara incerta: “Mando è una persona facilmente irritabile. E non credo che la strategia del suo principe, sia una buona idea.”

“Oberyn è fatto così.” lo giustificò Ellaria. “Non lo sta provocando. Lo sta solo spronando a fare di più. È un comportamento amichevole.”

“Se lo dice lei…” disse Cara, incerta ma preoccupata.

Mando cercò ancora di colpirlo ai piedi. Ma il principe di Dorme riusciva sempre a parare. E più lui cercava di avvicinarlo per colpirlo, più lui era in grado di allontanarsi in fretta con dei piccoli salti all'indietro. Questo fece perdere ancora di più la pazienza a Mando.

Il cacciatore di taglie prese fiato, guardando il suo rivale, che non sembrava minimamente stanco; anzi, più andava avanti, più sembrava diventare ancora più agile.

“Che cosa le prende?” lo stuzzicò Oberyn. “È tutto il meglio che riesce a dare?” e ridacchiò, camminandogli intorno.

“Coraggio, so che può fare di meglio. Ci sto andando anche leggero…” e sorrise maliziosamente. “Magari, potresti essere più agile, se ti togli quella pesante armatura, non credi?”

“Oooh, non bene…” disse Cara tra sé e sé, dopo aver sentito quelle parole. Già preoccupata della sua reazione.

“Almeno, così, possiamo divertirci entrambi” provocò ancora.

Mando alzò la lancia, correndo verso di lui, ma Oberyn lo parò come sempre, tenendo tese le due armi in aria, e poi insieme abbassarono le lance all’altezza del petto, tesi e con i volti molto vicini tra di loro.

“Andiamo, Mando, non ci stai nemmeno provando a combattermi…” disse con tranquillità. “Perché non dici ‘mi arrendo!’ e la finiamo qui? In fondo, che cosa ti costa una notte nel mio palazzo?”

“La vita dei miei amici!” rispose Mando infuriato.

“Che melodrammatico! Perché mai una notte del mio palazzo, metterebbe a rischio la vita dei tuoi amici?”

Mando cercò di rispondere con un attacco, ma fu rovesciato da Oberyn, ritornando alla stessa posizione.

“In fondo, di che cosa hai realmente paura, eh? Hai paura di scioglierti un po'? Hai paura di goderti un po' la vita?” elencò Oberyn maliziosamente: “In fondo, non ti piacerebbe perderti nei piaceri di una bella nottata calda, piena di desideri e di passione, per una volta sola? Con qualcuno al tuo fianco?”

Lo sguardo del principe era ambiguo, tagliente e malizioso. Come se provasse piacere solo a quel pensiero appena descritto.

“Sei un viscido!” rispose Mando, inorridito dal suo atteggiamento. E pensare che prima, lo comprendeva e lo ammirava per le sue parole e per la sua storia. Ora invece, si trovava davanti a un essere strafottente e manipolatore, che non riusciva ad accettare un no, come risposta. E questo lo disturbava.

“Oooh, Mando. Così mi lusinghi” disse Oberyn con voce calda, continuando a sorridere.

Il cacciatore di taglie si irrigidì sotto all'elmo, attaccandolo più volte, cercando di buttarlo a terra, mentre continuava a fare passi indietro.

Oberyn si allontanò, evitando i colpi del rivale per un soffio. Con una capriola si gettò a terra, e con un colpo della lancia lo percosse alle caviglie per un paio di volte. Ma Mando cercò di girarsi verso d lui, correndo con la lancia.

Di nuovo, il principe riuscì a sottrarsi a ogni colpo, fino ad arrivare davanti a lui, colpendolo sotto la cinta così forte da farlo piegare e gemere di dolore. E quando fu piegato in due, Oberyn gli diede un calcio sul petto, facendolo cadere a terra.

Gli occhi preoccupati di Cara e quello fieri di Elaria guardarono tutta la scena, pensando che, ormai, il duello fosse praticamente finito.

Oberyn si alzò in piedi, con un calcio fece allontanare la lancia di Mando e poi lo guardò con aria soddisfatta.

Mando era a terra, esausto, con il fiato corto e devastato dalla idea di perdere.

“Allora?” disse Oberyn con soddisfazione, camminandogli intorno: “Non ti arrendi?” e ridacchiò.

Mando cercò di rispondere, ma non ci riusciva.

“Oh, devo dire che è stato deludente come duello.” continuò. “Forse sei solo un po' arrugginito. Magari... ti posso aiutare anche su questo… se accetterai il mio invito.”

Si fermò davanti a lui con aria soddisfatta: “Basta solo dire due parole: mi arrendo.”

Mando non voleva farlo, ma non sapeva come sconfiggere una persona così agile. Finché non capi una cosa: doveva giocare sporco.

Attivò il bracciale della sua armatura con un gesto, guardò le caviglie del suo avversario rispondendo: “Mai!”

Si alzò di scatto con il busto, puntò il braccio contro di lui, facendo attivare la corda sul bracciale e legandola attorno ai suoi piedi.

Oberyn fu preso di sorpresa. Guardò in basso i piedi legati, poi alzò lo sguardo verso Mando che lo tirò in avanti, facendolo cadere a terra a pancia in su, con aria preoccupata e inaspettata da quel gesto.

Come Ellaria, mentre Cara sorrideva, sapendo che sarebbe riuscito a cavarsela.

Lo tirò verso di sé, e quando lo ebbe davanti, si mise a cavalcioni su di lui, prendendolo dal bordo della sua armatura, tirandolo verso di sé e dicendo con tono profondo: “Un consiglio, non perderti in chiacchere inutili, quando combatti!”

E con i pugni iniziò a colpirlo ripetutamente, sfogando tutta la rabbia repressa che aveva accumulato durante l’incontro, mentre ormai lui non poteva più difendersi.

Ellaria a quella scena si alzò spaventata, urlando disperata: “Oberyn!”

“Oh no! Non bene!” disse Cara alzandosi in piedi, impensierita da Mando e dalla sua furia improvvisa.

Il cacciatore di taglie continuò a colpirlo ripetutamente in faccia, con l’obbiettivo di non vedergli più il sorriso in volto, dimenticandosi tutto il resto.

Mi arrendo! Mi arrendo!” urlò Oberyn disperato.

Mando si fermò di colpo, non capendo le sue parole.

“Mi arrendo! Hai vinto!” ripeté Oberyn con tono terrorizzato: “Ti prego, non colpirmi più!"

E lì, vide realmente il volto del principe di Dorme: sguardo perso, con i capelli appiccicati sulla fronte, un occhio gonfio, il sangue che gli colava dal naso, mentre cercava di prendere fiato.

E lì iniziò a perdersi nei suoi pensieri. Soprattutto per quel volto, quel volto martoriato

Perché era come il suo. Ogni volta che si toglieva il casco, dopo un duro scontro, si ritrovava davanti alla stessa facca, ridotta nelle stesse condizioni, se non peggio.

Ma questa volta, era lui il carnefice, contro a una persona sì insopportabile e ambigua, ma che si era presa cura del bambino. E che si era aperta con lui, raccontandogli le sue tragedie… forse era stato onesto, dimostrando la curiosità nei suoi confronti. Provò anche sensi di colpa. Che cosa stava facendo?

Abbassò il pugno, si spostò e si alzò in piedi, allontanandosi da lui. In silenzio.

Andò verso a Ellaria, che spaventata rimase ferma, rigida. Sperando che non se la prendesse anche con lei. E questo, Mando lo notò e si dispiacque.

“Dov’è il cristallo?” chiese tranquillamente.

“Io… io non lo so!” rispose Ellaria spaventata: “Lo ha sempre tenuto Oberyn! Non ho idea di dove l’abbia messo o altro…. Lo giuro sulla vita delle mie figlie!”

Mando abbassò la testa, dispiaciuto per quello che era successo. Ma non sapeva come scusarsi.

“Mi può condurre dal piccolo? Lo aspetterò lì.”

Ellaria non rispose, lo guardò tesa e ordinò alla giardia di scortarlo nelle camere delle figlie. E quando Mando seguì la guardia insieme a Cara, l’amante corse verso al principe preoccupata e urlando il suo nome.

“Ma che ti è preso?!” rimproverò Cara a bassa voce: “Sembravi impazzito! Capisco i tuoi dubbi, ma mi sembra esagerato accanirsi contro di lui in quel modo!”

“Lo so e mi dispiace” ammise. “Ma mi sono fatto prendere dalla rabbia… ma chiederò scusa…” e abbassò la testa, senza aggiungere nulla.

La ribelle lo guardò preoccupata da quelle parole, chiedendosi che cosa gli avesse scatenato tutta questa furia contro a un principe ambiguo ma che non sembrava malvagio. Anzi, lei aveva intuito l’interesse fisico di Oberyn verso Mando.

Ma, a quanto pareva, i Mandaloriani erano molto ottusi su certe cose. Ma almeno, aveva sapevano riconoscere un errore.
E in più, adesso, potevano riprendere il cristallo.
 

 

Fine capitolo

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Evola Who