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Autore: Khailea    06/05/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
Qualsiasi cosa ci fosse dietro la cattedra, a giudicare dal ringhio che emise pochi attimi prima la mano di Lighneers si avvicinasse non era Daimonas.
Il ragazzo fece appena in tempo a scansarsi, evitando di perdere qualche falange, prima che una bocca con tre file di denti si aprisse di fronte a lui.
Un corpo mastodontico, simile di stazza a quello di un orso, ma dalla corporatura più vicina ad un cane, sbalzò via il mobile, scaraventandolo assieme a Lighneers contro la parete spezzandolo a metà.
Il marrone pelo ispido ricopriva la maggior parte del corpo, ad eccezione di alcune cicatrici e di no strano marchio a forma di teschio bianco dagli occhi rossi sulla fronte, inciso sulla carne.
-E quello che diavolo è?!- gridò Nadeshiko atterrita.
Qualunque cosa fosse certo non era amichevole ed il gruppo si preparò immediatamente ad affrontarlo, mentre Ailea ed Astral si precipitarono a sciogliere Ryujin dalle manette.
Purtroppo, come in fondo si aspettavano, la bestia non rinunciò ad una preda tanto semplice, e si scagliò contro Ryujin spalancando le fauci.
Ailea stava usando uno dei suoi pugnali per scardinare le manette, mentre Astral estraendo le proprie pistole colpì l’animale dritto alla testa, riuscendo però a malapena a rallentarlo.
-Che?! Ma l’ho colpito!-
L’altro non rimase ad ascoltare le sue lamentele, ed abbassando il muso lo colpì con le spalle, schiacciando anche lui contro il muro saltando poi verso Ryujin.
Ailea fu costretta ad abbandonare le manette per proteggerlo, tentando come Astral di attaccare, aggrappandosi al muso dell’animale e pugnalandolo alla gola.
La lama del coltello si spezzò all’istante, e la bestia si liberò dell’ingombro spingendola via con la zampa, graffiandole il petto.
-Agh!-
-Ailea!-
Grace riuscì a trascinarla di lato prima che l’animale la schiacciasse, guardando allarmata il sangue che fuoriusciva dalle ferite. -Cazzo! Dobbiamo uscire da qui!-
-Certo, dopotutto non abbiamo un bestione di cento chili a sbarrarci la strada!- rispose Nadeshiko appiattita contro l’altro lato della stanza, assieme ad Hope ed Alexander, che sperò quella cosa si concentrasse sugli altri in modo da fare scappare la ragazza.
-Aiutatemi!-
Ryujin era ancora la portata principale, e per quanto ci provasse non riusciva a scivolare via dalle manette da solo. Le sue urla attirarono il cane, che prendendo la rincorsa tentò nuovamente di azzannarlo, venendo prontamente mangiato da Cirno che gli lanciò delle sfere sul muso per congelarlo.
-Che ne dici di una granita? Ah-Ah!- esclamò vittoriosa, perdendo il sorriso quando con un semplice gesto della mandibola quell’affare si liberò. -Oh… così non va…-
-Continua a distrarlo!- le gridò Annabelle correndo da Ryujin, recuperando il coltello di Ailea per liberarlo.
-Sai come si fa?- chiese lui speranzoso.
-Ehm… spero nella fortuna del principiante.-
Cirno cercò di farle guadagnare più tempo possibile, ma non era certo facile con quell’affare che frantumava il suo ghiaccio come se niente fosse, e che di fronte ai proiettili di Astral non batteva ciglio.
Lighneers era ancora estremamente frastornato, ma nonostante la testa che girava a mille riuscì in qualche modo a rialzarsi, digrignando i denti furioso.
Un conto era farsi prendere a calci senza spettatori, ma farsi umiliare di fronte ad un mucchio di gente era tutt’altra cosa.
-Aaaaaah!-
Caricando la creatura lo spinse al fianco per farlo cadere, tirandogli dei calci alle ginocchia cercando di fargli perdere l’equilibrio.
Proprio come l’altra sera sarebbe stato più piacevole colpire un albero.
La pelle di quell’affare era incredibilmente dura, ed i peli irti facevano l’effetto di milioni di piccoli aghi.
Irritato dai suoi attacchi la bestia si decise a lasciare perdere Cirno e le sue sfere, voltandosi ringhiando con tutta l’intenzione di staccare la testa a Lighneers con un morso.
Prima potesse riuscirci Milton gli lanciò addosso la sedia della professoressa Sasaku, che probabilmente non lo ferì, ma almeno diede all’amico il tempo di allontanarsi, e soprattutto di afferrarla per portarla via da quella cosa.
Annabelle intanto sentiva le urla ed i rumori della lotta alle spalle, ma più si concentrava più le mani le tremavano.
-Non ci riesco!-
Grace aveva portato Ailea in un angolo della stanza, lontana dalla lotta, tamponandole la ferita per fermare l’emorragia, l’amica però non voleva saperne di restare ferma.
-Dacci un taglio! Vuoi finire dissanguata!-
-Non importerà se non ci occupiamo di quella cosa!- protestò Ailea pallida.
La situazione non era affatto delle migliori, tutti i colpi erano praticamente inutili ed a malapena riuscivano a schivare i suoi attacchi. A peggiorare le cose c’era il fatto quel mostro sembrava tutto tranne che stupido, infatti ogni volta che Alexander cercava di fare avvicinare Hope alla porta lui li bloccava.
-Fammi almeno liberare Ryujin…-
Tra tutti era quello più in pericolo, era solo una questione di tempo prima che fossero tutti troppo stanchi per continuare a rallentare quella cosa, e che divorasse il ragazzo.
Anche Grace se ne rendeva conto, e non voleva arrivare a tanto. -Va bene… vai!-
Scattando in piedi il più in fretta possibile Ailea raggiunse Annabelle, costringendola a spostarsi ed a cederle il pugnale.
La vista era leggermente annebbiata, ma riuscì ad aprire le manette nel giro di pochi secondi, liberando Ryujin che l’afferrò per la vita prima cadesse a terra dallo sforzo.
-Scusami.- disse lui imbarazzato.
-Ti sembra il momento?-
Astral, Cirno e Lighneers stavano ancora combattendo contro la bestia, mirando alle zampe sperando almeno una si decidesse a cedere, tuttavia erano molto più gli sforzi che i risultati, e uscire dalla porta non era più un’opzione disponibile.
Rimaneva solo la finestra, se non fosse stata bloccata da delle sbarre.
-Fateci uscire da qui!- gridò Nadeshiko aggrappandosi cercando di strapparle.
-Nadeshiko attenta!- gridò Hope spaventata. Furioso di fronte ai continui attacchi dei tra la bestia aveva perso il nume della ragione, ed aveva cominciato a sferrare artigliate a destra ed a manca ignorando il fatto di stare colpendo solo l’aria.
L’urlo di Nadeshiko fu abbastanza forte da attirare la sua attenzione, ed a nulla servirono i tentativi di Astral, Cirno e Lighneers per distrarlo.
Ululando la caricò con tutte le sue forze, e l’avrebbe facilmente schiacciata contro il muro se Hope non l’avesse spinta via in tempo.
Si sentì un forte boato ed il suono delle travi di legno che cedevano. Un passaggio si era aperto, ma la bestia non aveva intenzione di farli uscire senza combattere.
Il frastuono e la caduta della parete aveva attirato l’attenzione del resto del gruppo, che aveva voluto aspettare gli amici dal cancello della scuola.
-Ma che diamine…- borbottò Vladimir cercando di capire che razza di bestia fosse.
Al contrario suo Khal, Seraph e Lacie non si presero nemmeno la briga di chiederselo, correndo verso gli altri per soccorrerli.
L’animale era ancora rivolto verso l’interno dell’edificio, ringhiando e mordendo l’aria di fronte a qualsiasi movimento dei dieci, e non si accorse di Khal almeno fino a quando questo non gli saltò in groppa, estraendo una pistola dal fianco e sparandogli alla testa fino a vederlo crollare.
Peccato che perfino quando il caricatore fu vuoto la bestia era ancora illesa.
Sollevandosi sulle zampe si lasciò cadere all’indietro cercando di schiacciare il ragazzo, che riuscì a saltare prima questo potesse accadere, e Seraph ne approfittò all’istante per provare a colpire lo stomaco dell’animale.
La lama non si spezzò, ma la resistenza che oppose esortò la ragazza a fermarsi prima che fosse troppo tardi.
-Scappate tutti!- grido Grace dall’interno dell’edificio, uscendo assieme agli altri tenendo Ailea sotto braccio.
Khal si sostituì immediatamente alla ragazza spingendola via, prendendo la compagna tra le braccia e correndo verso l’uscita.
Potevano tutti morire per quanto gli importava, ma lei no.
-Che razza di cosa è?!- chiese Vladimir seguendo il consiglio della rossa, fuggendo assieme a molti altri.
-Qualsiasi cosa sia tu corri!- gli rispose Zell voltandosi per controllare chi stesse seguendo. Pochi istanti dopo venne superato da Ryujin, che aveva preso in braccio Rahu per portarla via da quel mostro.
Al momento vicino al mostro erano rimasti solo Lighneers, Cirno ed Ayame, tutti gli altri si stavano mettendo in salvo assieme ai propri cari.
-Levatevi di torno…- ringhiò Lighneers senza togliere gli occhi di dosso dalla bestia, che almeno per il momento era fermo osservando i tre.
-E lasciarti tutta la gloria? Mai! Inoltre, senza di me sareste spacciati.- sentenziò Cirno pur prestando molta attenzione.
La sua risposta fu comunque meno folle di quella di Ayame. -Sarò sempre al tuo fianco amore mio.-
Con la sua motosega potevano sperare di fare qualche danno, ma dopo i fallimenti delle pistole non rimanevano molte opzioni.
Si aspettavano li avrebbe attaccati da un momento all’altro, invece la bestia continuava ad arretrare, fino a voltarsi ed a fuggire saltando oltre il cancello, lasciando i ragazzi senza parole.
-Oh… meglio così, no?- commentò Ayame confusa.
Lighneers non era dello stesso avviso. -Per niente.-
-Perché?-
-Perché avrebbe potuto mangiarci nel giro di un quarto d’ora. Se è scappato non è sicuramente per paura.-
-Che intendi?- chiese Cirno seguendolo mentre raggiungeva gli altri.
-Qualcuno l’ha richiamato.-
L’attacco era stato brutale, ma quasi tutti erano illesi.
Astral aveva qualche acciacco, Lighneers aveva perso del sangue dal naso, ed Ailea, quella messa peggio, era già stata portata via da Khal.
Quelli che rimanevano erano chiaramente atterriti.
-E quella sarebbe una punizione? La prof è uscita di testa.- rabbrividì Vladimir guardandosi attorno, indignato le permettessero di portare a scuola mostri simili.
-La prof non centra niente.- affermò Lighneers sicuro.
Aveva riconosciuto il simbolo sulla testa del mostro, corrispondeva a quello dell’uniforme del suo assalitore.
-Beh, è abbastanza pazza da fare qualcosa di simile…- ribatté Zell incerto, irritando il verde.
-Siete seri? Non avete un briciolo ci cervello?!-
-Ehi, bada a come parli. È stata già una giornata abbastanza pesante.- lo avvertì Astral minaccioso. -È scappato no? Quindi direi è chiaro Sasaku lo controllasse.-
-Dai, sentiamo come hai fatto questa deduzione.- lo sfidò Lighneers incrociando le braccia.
-Era nel suo edificio, e noi eravamo in punizione.-
-Ed è una persona cattiva nya.- aggiunse Lacie aiutando il fratello a reggersi in piedi.
-Avete visto il simbolo che aveva sulla testa? Vi sembra questa scuola lo usi?- ribatté Lighneers guardandoli uno ad uno. -Per non parlare del fatto che ve ne state con le mani in mano, quando avete ben altro da fare…-
In verità solo quelli che erano rimasti nell'edificio avevano notato il simbolo, gli altri erano stati troppo impegnati a fuggire per notarlo.
All’ennesimo rimprovero Astral non ce la fece più. -Senti dacci un taglio! Si può sapere di cosa stai parlando!? Abbiamo rischiato la vita, cosa dovremmo fare?-
Cosa dovrebbero fare?
Dovrebbero cercare il loro amico, che aveva seguito un pazzo che con ogni probabilità lo aveva ingannato. Ecco cosa Lighneers avrebbe voluto dirgli, ma fu costretto a mordersi la lingua.
Se parlavano così, forse non avevano ancora letto il messaggio.
Menomale che era stato certo dell’affidabilità di Johanna… non poteva dir loro la verità, aveva già fatto abbastanza, e gli stavano già ampiamente dimostrando di essere inutili viste le loro condizioni.
Come sempre, non gli restava altro che lavorare da solo.
-Niente.-
Serrando i pugni Lighneers si diresse verso il dormitorio, con tutta l’intenzione di iniziare le sue indagini.
Forse una volta trovato il biglietto sarebbero riusciti a capire cosa stava succedendo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Jack-Annabelle-Grace-Johanna-Sammy-Milton-Nadeshiko-Ayame-Ryujin-Rahu-Yume-Cirno-Vladimir:
 
Le speranze di Lighneers non vennero esaudite tanto presto.
Dopo quello che era successo, con lo strano animale a scuola, la stragrande maggioranza del gruppo aveva preferito tenere le distanze da quel posto, perfino chi viveva al dormitorio.
Erano troppo stanchi per restare fuori a passeggiare, e troppo numerosi per trovare un posto al chiuso dove sedersi tutti insieme.
Alla fine la casa di Ayame era stata l’opzione migliore.
-Preparatevi a strabiliarvi! Sperimenterete con i vostri occhi com’è vivere nel lusso!- sorrise Ayame non appena superarono i cancelli dell’immensa villa.
-Siamo già stati tutti qui.- puntualizzò Grace, ma l’altra scosse il capo.
-Quella volta non conta. Ho già fatto preparare tutto, sono certa non stiate più nella pelle!-
Sembrava più lei quella che non stava nella pelle ad avere tanti ospiti a casa, però era anche vero che, viste le dimensioni e il lusso in cui viveva, si prospettava qualcosa di veramente grandioso.
Come da copione vennero accolti da due maggiordomi che aprirono loro l’ingresso, e che li condussero nel salotto al primo piano.
I mobili erano stati spostati, sostituiti da quasi una ventina di pouf, tutti di colori diversi, accanto ai quali c’erano delle ciotole colme di gelato di ogni gusto.
Un maggiordomo seduto al lato della stanza aveva con sé un carretto dei gelati, e sarebbe stato pronto a rifornirli in qualsiasi momento.
-Wooow!- esclamò Johanna colpita, pronta a scattare qualche foto.
-Mh, niente male.- annuì Zell, riferendosi soprattutto al gigantesco televisore installato per il loro arrivo.
-Io mi prenoto per tutti i tipi di gelato!- sorrise Nadeshiko lanciandosi su uno dei pouf.
-Non dovevi scomodarti tanto. È già molto ci stai ospitando tutti.- disse grata Milton, prendendo posto assieme agli altri.
-Non mi sono scomodata io.- ribatté Ayame, indicando con un cenno del capo il maggiordomo.
-E comunque non sono spesso in casa, quindi non dispiace a nessuno stare un po’ in movimento.-
-Se avessi una casa così non uscirei mai. Diminuirei un po’ il rosa ed il viola però.- commentò Vladimir. -E le finestre.-
-Che sei un vampiro?- ironizzò Nadeshiko.
-Nah, troppo mainstream. Però immagina come sarebbe bello questo posto pieno di lead.-
-A me piace la luce naturale.-
-Già, c’è molta luce naturale nelle discoteche.- ridacchiò l’altro irritandola.
-Miiii zitto!-
Il gelato e le comodità del salone stavano già sortendo l’effetto desiderato, facendo dimenticare la mattinata ai ragazzi, solo Annabelle si sentiva ancora a disagio.
Si era rigidamente seduta sul pouf, e rimaneva immobile come se fosse a scuola.
Tra le chiacchiere generali Ayame non ci mise molto a notarla, e sbuffò irritata. -Guarda che non ti mangio.-
-O-oh! Non volevo dire…-
-Lo so cosa volevi dire.- la zittì l’altra prendendo un morso di gelato. -Rilassati e basta.-
Era decisamente più un ordine che un invito, però Annabelle apprezzò comunque il gesto, e si accoccolò più comodamente. -Ehi Milton, anche tu stai già facendo delle foto?- scherzò guardando la ragazza, riferendosi al fatto era incollata al cellulare, un po’ come Johanna, che però stava facendo selfie e foto di gruppo.
-Ah, sì… sì stavo facendo delle foto.- rispose l’altra sforzandosi di sorridere.
Nessuno ci credette veramente, probabilmente stava ancora cercando di contattare Daimonas, che per il secondo giorno consecutivo si rifiutava di rispondere al cellulare.
Solo Jack ne era all’oscuro, ed anche se era accanto alla ragazza non badava molto a ciò che faceva.
Si limitava a rigirare il cucchiaio nel gelato, trasformandolo più in una zuppa sciolta.
L’intera situazione lo faceva sentire uno schifo. Aveva detto delle cose terribili a Daimonas ed ora era lì a divertirsi con gli altri.
Non se lo meritava, avrebbe dovuto andarsene e trovare una fossa dove sotterrarsi, la fatica però gli impediva perfino di alzarsi. Se era riuscito ad arrivare fin lì era perché lo avevano trascinato.
Proprio come Milton non fu difficile per gli altri notare il suo malumore, ma nessuno riuscì a dire nulla.
Cosa potevi dire ad una persona che sembrava un cadavere ambulante? Sia in senso letterale che metaforico, in questo caso.
Anche chi non era stato presente alla sua confessione sulla rottura tra lui e Daimonas intuiva ci fosse qualcosa che non andava tra i due, anche se non potevano immaginare fosse andata tanto male, ma nessuno intendeva rigirare il coltello nella piaga.
Valeva lo stesso per la lotta di poco prima. Ormai l’avevano associata alla punizione della professoressa Sasaku, e volevano solo dimenticarsene.
-Cirno, se continui ad aggiungere tutto quel ghiaccio ti si congelerà il cervello.- disse Yume guardando l’amica che continuava ad aggiungere strati su strati.
-Non puoi intaccare qualcosa che non hai…- borbottò Zell, facendo quasi andare il gelato di traverso a Vladimir, beccandosi oltretutto un’occhiataccia da Ryujin.
-Il gelato non può sconfiggermi! Io sconfiggo il gelato!- affermò l’altra convinta, avventandosi sulla ciotola come un lupo affamato.
Ridendo Sammy provò ad evitarla, ma dovette subito fermarsi sentendo un acuto dolore alla testa. -Credo mi si sia congelato il cervello…-
-Io ho finito invece! Bis grazie!- esclamò Cirno raggiungendo il maggiordomo.
Zell guardò trionfante Ryujin, indicandogli con un cenno della testa la ragazza. -Visto?-
-Ha solo una formidabile resistenza.- ribatté l’altro rifiutandosi di prenderla in giro, la sua attenzione venne però distolta dalla sorella, che fissava la ciotola in silenzio.
Aveva visto molte cose durante i suoi viaggi alla ricerca del fratello, ma mai come quel mostro... l'idea di essere stata ad un passo da un pericolo simile l'aveva turbata, e sorpattutto che Ryujin avesse rischiato la vita.
Il ragazzo intuì facilmente i suoi pensieri, e avvicinò la mano alla sua, accarezzandola gentilmente cercando di rincuorarla.
-Basta chiacchiere! È il momento di scegliere cosa vedere!- esclamò Ayame afferrando il telecomando, accendendo la televisione e impostando Netflix.
-Vediamoci Arcane, è molto bello.- propose Vladimir alzando la mano.
-Perché non The Office? Fa molto ridere.- disse invece Johanna, che aveva da poco iniziato la serie.
-Io voglio vedere Disincanto!- gridò Cirno saltando sul pouf.
-Che ne dite di Heartstopper?- suggerì Yume.
-Ma se ci guardassimo un film invece?- disse Grace preferendo non iniziare qualcosa di eccessivamente lungo.
-Il problema della scelta si ripropone, ma per me andrebbe bene.- annuì Ryujin.
-Allora ci riguardiamo Pirati dei Caraibi. Avevo proprio voglia di rivedere il mio capitano.- sorrise Ayame cercando il film.
-Oooh sì ti prego! È da una vita non lo vedo!- esclamò felice Johanna.
-Allora via alla maratona dell’uomo più sexy del mondo! Dopo Lighneers, si intende.-
La stragrande maggioranza preferì ignorare il commento, alzando gli occhi al cielo esasperati, contenti di poterti godere qualche ora di tranquillità e nullafacenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
Hope-Alexander-Ailea-Khal:
 
La testa di Ailea martellava furiosamente, il petto le bruciava ed avvertiva una forte stanchezza in tutto il corpo.
Anche solo aprire gli occhi richieste svariati minuti di sforzi, ed una volta fatto si rese conto di non essere più all’edificio della professoressa Sasaku, ma in un’ampia camera dal soffitto bianco, e con una finestra socchiusa a pochi metri da lei.
-Amore, come stai?-
Voltando la testa riconobbe Khal, anche se in un primo momento gli occhi rimasero offuscati.
-Dove siamo?- chiese cercando di mettersi a sedere, ma lui glielo impedì.
-A casa mia. Avevi bisogno di cure.-
Guardando meglio, una flebo era attaccata al suo braccio, ed il petto era coperto da una lunga scia di bende.
-Cosa… oh, merda…-
L’attacco di quel cane-orso, le aveva squarciato il petto ed aveva perso molto sangue.
-Questa è morfina, per il dolore. Ti ho medicato al meglio delle mie cure. Non preoccuparti per il sangue, è bastata una piccola trasfusione.- sorrise lui baciandola.
-Tutto questo a casa tua?-
-Sono molto preparato.-
Avrebbe potuto portarla all’ospedale, ma anche così aveva funzionato in fondo, non era certo quello inoltre che l’avviliva.
Era stata messa ko nel giro di un paio di secondi, di nuovo.
-Dio… ma perché…- borbottò Ailea nascondendo il viso tra le mani.
-Che succede?-
-Questo, succede.- rispose indicandosi il petto.
Non servirono altre spiegazioni, ormai la conosceva abbastanza bene da sapere quanto la irritasse trovarsi in difficoltà.
Di contro, c’erano poche altre cose che rendevano Khal così felice. Ogni volta che era in queste condizioni era costretta ad affidarsi a lui completamente.
-Ci sono io qui.- sorrise accarezzandole la testa, sedendosi accanto a lei sul bordo del letto. -Ci sarò sempre.-
Nel mentre parlavano, molti piani più in basso, anche Alexander ed Hope erano entrati nel palazzo, non sapendo i due erano già all’interno.
L’unico pensiero del ragazzo era stato portare Hope in un luogo sicuro, visto non aveva idea se quella bestia fosse ancora nei paraggi, e non c’era posto più sicuro del grattacielo del fratello, per quanto portarla lì lo terrorizzasse.
-Alexander, sei sicuro di non volere raggiungere gli altri?- chiese nuovamente Hope, accarezzandogli la mano.
-Perdonami, ma voglio accertarmi non ci siano pericoli.-
Il timore di farla sentire in gabbia lo assalì, ma preferiva lo odiasse piuttosto che venisse ferita.
Fortunatamente Hope non rispecchiava mai i suoi pensieri, e difatti lo baciò. -Non devi scusarti. So che lo fai per il mio bene.-
Com’era possibile che ogni volta la guardava si innamorasse ancora di più?
Si sentiva la persona più fortunata del mondo ad averla accanto, e sperava di poterglielo dimostrare.
-Allora, che cosa vuoi fare?- chiese Hope sorridendo, seguendolo verso l’ascensore.
-Ecco… ti andrebbe di dipingere?-
-Ooh sì! Sarebbe fantastico, è da tanto che non lo faccio!-
Tra studi e discussioni varie l’unico momento in cui poteva farlo era durante l’intervallo, e si limitava più che altro a degli scarabocchi.
Alexander amava dipingere, era uno dei pochi modi in cui riusciva ad esprimersi apertamente, e per questo aveva chiesto al fratello di preparare una stanza nel grattacielo per poterlo fare liberamente.
Liberamente forse era una parola eccessiva, visto comunque faceva molta attenzione a non ritrarre qualcosa che potesse offenderlo, ma Khal si era premurato di dargli tutte le tele e le tinte di cui aveva bisogno.
La stanza era leggermente più piccola delle altre, ed una parete era stata sostituita da una gigantesca finestra, che gli permetteva di notare i più piccoli dettagli della città o di ammirare il paesaggio nel suo insieme.
Appena entrata la ragazza spalancò gli occhi dallo stupore. -È bellissimo!-
Accumulati in un angolo c’erano numerosi quadri terminati, molti dei quali erano paesaggi o animali.
-Non dipingi mai delle persone?-
-Non sono soggetti apprezzo molto.-
Lo annoiavano terribilmente ad essere sincero, non aveva mai trovato in nessuno dei dettagli abbastanza interessanti che lo spingessero ad osservarlo a lungo.
L’unica persona che aveva cercato di ritrarre era la madre, o almeno ciò che rimaneva nella sua memoria.
-Credo che dipingerò questa finestra.- disse Hope sistemandovi il cavalletto accanto. -Sai già cosa farai?-
-… forse.-
Magari se non l’avesse notato avrebbe potuto provare a dipingerla. Nonostante gli anni di pratica era abbastanza certo di non potere racchiudere la sua bellezza su una semplice tela, ma provarci gli avrebbe concesso una scusa per guardarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
Astral-Lacie-Seraph:
 
-Aiah! Potresti essere un po’ più delicata?!-
-Se stessi fermo magari non ti farei male.-
Dopo ciò che era successo a scuola Astral aveva portato immediatamente Lacie a casa, preoccupato quel gigantesco cane potesse dare loro la caccia, e Seraph l’aveva seguito per aiutarli e trattare le sue ferite.
Nonostante avesse cercato di nasconderle una volta che l’aveva costretto a togliere la camicia non aveva più potuto negare l’evidenza. Soprattutto al fianco destro aveva vari tagli e lividi, ed anche le gambe non erano del tutto illese.
Al momento Lacie si trovava in sala, occupata a cercare un film da guardare, mentre gli altri due erano in cucina, Astral seduto sul tavolo con Seraph davanti a lui che stava disinfettando i graffi.
-Non sono niente di che… avremmo potuto guardarci due film a quest’ora.- brontolò Astral distogliendo lo sguardo.
-Smettila. Saranno anche lievi, ma se fanno infezione sarà un grosso problema.
-Ah! Mai successo.-
Certe volte la sua testardaggine lo irritava, ma non gliel’avrebbe certo data vinta.
Ailea sapeva essere cento volte peggio, c’erano state delle volte in cui l’aveva dovuta addirittura picchiare per costringerla a farsi curare.
-Ho quasi finito, sta fermo.-
-Ma pizzica!- non c’era verso riuscisse a rimanere immobile per più di un minuto, ed il fatto Lacie probabilmente si stava già mangiando tutti i pop-corn lo rendeva più impaziente. -Non possiamo pensarci dopo?-
L’occhiataccia di Seraph bastò come risposta.
Sbuffando Astral alzò gli occhi al cielo, cercando di pensare ad altro.
C’era ancora un po’ di luce fuori, e i raggi del sole illuminavano i biondi capelli della ragazza.
Nella penombra era veramente splendida, perfino con la divisa rovinata ed i capelli scompigliati.
-… sai, se ti comprassi una divisa da infermiera, sarei più buono.-
Il viso di Seraph si addolcì, anche se di poco. -Una divisa divisa, o qualcosa di un po’ più…-
-Ah beh, a scelta tua! Non voglio influenzarti.- sorrise lui, avvicinandole una mano al fianco, accarezzandola dolcemente.
-Mh-mh…-
-Certo, con una cosa un po’ più… sarebbe interessante.-
-Interessante? In che modo?- scherzò lei lasciando che la mano passasse dal fianco alla schiena, scivolando sempre più in basso.
-Potrei dimostrar…-
-Datevi una mossa nya!-
Dalla stanza accanto le urla di Lacie ruppero completamente l’atmosfera dei due. La ragazza aveva avuto abbastanza tempo per decidere che film vedere, ed ora era impaziente di iniziare.
Difficilmente avrebbe concesso ai due del tempo per finire la conversazione.
-Ne riparliamo stasera?- disse Astral dolcemente.
-… forse.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Daimonas:
 
L’interno del castello era simile ad un gigantesco labirinto di saloni e corridoi, che si alternavano al passaggio dei due mentre procedevano spediti in silenzio.
L’atmosfera rigida del luogo impediva al ragazzo di porre domande ad Alastor, e il bisogno di metabolizzare tante informazioni non contribuiva.
Era suo padre, e c’erano centinaia di persone come lui, anche se persone non era esattamente il modo giusto per definirle.
Perché si trovavano tutti in quel luogo? Come mai non ne aveva mai incontrati prima? Cosa rappresentavano quelle divise e che ruolo aveva Alastor in tutto questo?
Chiamarlo padre, o anche solo pensarlo, gli risultava ancora troppo difficile.
Era felice che lo avesse incontrato, e che per tutto questo tempo non lo avesse mai lasciato veramente da solo, ma non c’era ancora quel legame che rendeva tutto più semplice e naturale.
Nemmeno lui in fondo lo chiamava in maniera diversa dal suo nome, ma avevano tutto il tempo adesso per conoscersi.
Immerso in questi pensieri non aveva prestato veramente attenzione al percorso davanti a sé, almeno fino a quando non si fermarono davanti ad uno spesso portone in legno.
-Questa sarà la tua stanza. Non è molto, ma spero abbia tutto ciò di cui avrai bisogno. Sentiti libero di informarmi del contrario.-
Aprendola rivelò una camera dai muri in pietra, con un letto sistemato in un angolo, dalle coperte ed i cuscini ben sistemati, un baule ai piedi, e infine un tavolo e delle sedie poco distanti da un braciere spento.
Lo stile era semplice, ma era assolutamente adeguato ai suoi standard.
-Ti ringrazio.-
-Prima di andare, c’è qualcosa di cui vorrei parlare.- cominciò l’uomo passandogli accanto. -So che non deve essere stato facile per te, ma hai fatto la scelta giusta. Tu sei destinato a grandi cose. Tutto ciò che hai vissuto, il dolore, le agonie e le sofferenze causate dagli umani saranno le braci dalle quali sorgerà la tua vera forma. Ma prima di questo c’è qualcosa che vorrei chiederti.-
-Che cosa?- chiese Daimonas guardandolo.
-Abbandona le spoglie passate. Permettimi di accompagnarti nel primo passo.- rispose Alastor spostandosi dietro di lui, sfiorandogli i capelli.
Capiva cosa volesse dire, se voleva continuare lungo quel percorso e cambiare doveva farlo sia dentro che fuori. Per la verità, era una cosa che aveva visto fare a molte persone, anche in piccoli gesti.
Forse un nuovo inizio era tutto ciò di cui aveva bisogno.
-D’accordo.-
Sentì i capelli sollevarsi, poi il loro peso svanì. Non li aveva tagliati, era più come se tramite i suoi poteri Alastor li avesse fatti dissolvere, accorciandoli della misura che desiderava.
La frangia che per tanti anni aveva nascosto il viso di Daimonas era sparita, i capelli erano poco più lunghi di un paio di centimetri, e le corna erano completamente scoperte.
Di fronte a quel cambiamento il ragazzo si sentì nudo, ma fu anche una piacevole sensazione.
Alastor non disse nulla, voltandosi verso la porta ed uscendo, chiudendosela lentamente alle spalle per lasciarlo solo.
-Ora riposa, avremo tempo per parlare più tardi.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Il pomeriggio di film a casa di Ayame si era protratto fino a sera. Alcuni avevano deciso di dormire a casa sua, mentre altri, come Johanna, avevano preferito tornare a casa e godersi la prima mattina del fine settimana in tutta calma.
Per le strade soffiava una piacevole brezza, ed i corridoi esterni del dormitorio erano silenziosi.
Prima di tornare in camera Johanna aveva approfittato della passeggiata per andare alla Feltrinelli e comprare un libro, e non vedeva l’ora di iniziare a leggerlo.
Era ormai arrivata di fronte alla porta, quando notò un foglio attaccato sulla cima. Sperava non si trattasse di un rimprovero per avere disturbato dei vicini, ma capì subito che si trattava di tutt’altra cosa.
-… oh no!-
   
 
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