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Autore: Khailea    11/05/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
Jack-Ailea-Khal-Astral-Lacie-Seraph-Ayame-Yume-Cirno-Annabelle:



-Dannazione! Dannazione! Dannazione! Dannazione! Dannazione!-
-Dacci un taglio Astral o giuro che ti butto di sotto!-
Era passato poco più di un quarto d’ora da quando Johanna aveva trovato il biglietto sulla sua porta, e metà del gruppo era immediatamente partita alla ricerca di Daimonas, setacciando ogni angolo dove fosse potuto andare.
Per il momento si erano divisi in due gruppi, quello ancora al dormitorio, con Zell, Hope, Grace, Milton, Alexander, Johanna, Sammy, Nadeshiko, Ryujin e Vladimir, e quello che al momento era sui tetti degli edifici a cercare indizi, tra i quali c’era anche Ailea che non riusciva più a sopportare le urla di Astral.
-Calmatevi entrambi, dobbiamo rimanere concentrati.- li rimproverò Seraph.
Non era facile, anzi, tra tutte le cose che potevano accadere quella era la peggiore.
Daimonas era sparito, di nuovo, nel giro di pochissimo tempo.
Nuovamente non avevano la minima idea di chi fosse stato, la traccia lasciata nel biglietto non spiegava in alcun modo la situazione e non aggiungeva informazioni utili.
Se Daimonas era stato ingannato potevano sperare la colpa fosse di qualcuno a lui vicino che già conoscevano, avevano tutti ipotizzato Richardson ma Vladimir aveva presto stabilito aveva un alibi di ferro, nei giorni precedenti infatti era stato in ospedale, a causa di un crollo dovuto alle ferite riportare tempo prima, e non avrebbe potuto in alcun modo avvicinarsi al ragazzo, o farlo avvicinare da qualcun altro.
Questo certo non l’aveva completamente rimosso dalla lista dei sospettati, ma aveva costretto il gruppo a cercare altre piste.
-Perché siamo sui tetti come degli uccellacci?! Che senso dovrebbe avere?- sbuffò Ayame visibilmente indietro rispetto agli altri a causa della motosega.
Le avevano detto di lasciarla indietro, ma non aveva voluto liberarsene.
-Dieci persone armate attirerebbero troppo l’attenzione.- spiegò Seraph. -Soprattutto se una di loro ha una motosega.-
-Mi spiegate allora dove stiamo andando?-
-Stando a quanto ci ha detto Milton ci sono alcuni posti che Daimonas trova rassicuranti, e dove tende ad andare quando ha bisogno di stare da solo.- disse stavolta Yume. -La biblioteca e la foresta sono i principali.-
-E noi stiamo andando…-
-Alla biblioteca nya!- disse Lacie in testa al gruppo, seguita a ruota da Jack.
Dopo che gli avevano detto cosa era successo qualsiasi altro pensiero era scomparso, la rabbia, la frustrazione e tutto il dolore avevano lasciato posto alla paura.
Non voleva perderlo ancora, non così. Poteva odiarlo, poteva non volergli parlare e non rivederlo più, andava bene tutto purché fosse al sicuro, eppure allo stesso tempo tutti questi pensieri lo facevano sentire un ipocrita.
Era stato lui ad abbandonarlo, a dirgli di morire da solo.
Il senso di colpa era tale da schiacciarlo completamente.
-Mancano pochi isolati alla biblioteca, ormai è chiusa, ma passando dal tetto potremmo entrare e controllare.- li avvisò Khal controllando la posizione tramite il cellulare.
C’erano molte altre biblioteche a Rookbow tuttavia quella era la più grande ed antica, e corrispondeva alle preferenze di Daimonas stando a quanto diceva Milton.
Come già sapevano era chiusa, ma entrare si rivelò estremamente facile grazie ad una finestra sul tetto.
Ailea e Seraph furono le prime ad entrare, seguite da Khal, che si assicurò le ferite della sua ragazza fossero stabili, Lacie, Astral, Ayame, Yume, Cirno, Jack ed Annabelle.
Una volta richiusa la finestra accesero i propri cellulari, rimanendo in silenzio temendo potesse esserci qualcuno e cominciando a cercare.
-Caspita, questo posto fa venire i brividi..- sussurrò Cirno.
-Ti farebbe lo stesso effetto di giorno.- la punzecchiò Astral. -Non sembra esserci nessuno, potremmo accendere le luci.-
-Così sì che attireremo l’attenzione da fuori.- ribatté Ayame. -Se non c’è nessuno possiamo andarcene no? Daimonas non sembra…-
Il rumore di passi interruppe la ragazza, e tutti immediatamente si nascosero tra gli scaffali, cercando di capire chi ci fosse oltre a loro.
Non era Daimonas, ma un uomo terribilmente alto e magro, dal volto scavato e la testa calva, che indossava una strana divisa nera di cui non si intravedevano bene i dettagli da lontano.
L’uomo camminava indisturbato, avvicinandosi ai loro nascondigli quasi sapesse fossero lì.
Era arrivato praticamente davanti ad Annabelle, Jack e Cirno, quando si fermò prendendo un lungo respiro.
Il suo intero volto si aprì improvvisamente in quattro parti, rivelando una gigantesca bocca con decine di file di piccoli denti, e l’urlo agghiacciante che produsse fu abbastanza forte da fare tremare le pareti e paralizzare il gruppo.
-Aaaah fatelo smettere!- gridò Cirno tappandosi le orecchie, non riuscendo purtroppo ad attutire il rumore.
Mentre i tre cercarono di allontanarsi i loro amici corsero ad aiutarli, Astral infatti sparò un colpo alla spalla dell’uomo per farlo tacere, ma questo lo evitò spostandosi di lato guardando poi nella sua direzione e riprendendo fiato.
L’urlo successivo fu altrettanto forte ed era completamente incentrato sul ragazzo.
-Aaaaaah!-
-Nya Astral!-
Lacie non riusciva a muoversi, con il suo udito quel suono la stava distruggendo, avvicinarsi troppo le era impossibile, ma non voleva lasciare il fratello in balia di quel mostro.
Fortunatamente nemmeno Seraph aveva alcuna intenzione di farlo, e si lanciò alle spalle di quella cosa mirando un fendente al collo.
L’attacco stavolta servì ad interrompere l’urlo, e la ragazza i lanciò immediatamente contro di lui per continuare ad attaccarlo, ma nessuno dei suoi colpi riusciva ad andare a segno.
Era troppo veloce, e l’altro non sembrava nemmeno impegnarsi a giudicare dal modo in cui teneva le braccia dietro la schiena.
-Bastardo!-
Ailea si unì a Seraph menando colpi con i suoi pugnali, cambiando costantemente direzione degli attacchi e obbiettivo, anche così però non riuscirono a fare nulla, e scocciato dalle due l’uomo saltò sopra una delle librerie, inspirando nuovamente.
-Tappatevi le orecchie!-
Il gridò di Yume si perse immediatamente, schiacciato da quello dell’altro, che stavolta aveva aumentato l’intensità rendendolo ancora più stridulo.
Le orecchie di Lacie cominciarono a sanguinare, e dal dolore la ragazza perse i sensi.
-Lacie!- rendendosene conto Astral corse vero la sorella, prendendola in braccio e tappandole le orecchie cercando di correre verso l’uscita, ma qualcosa glielo impedì e lo colpì al ginocchio. -Aaaah!-
Doveva essere stato un proiettile, era addirittura riuscito a perforargli la carne, ma quando lo cercò a terra il ragazzo trovò solamente una biglia di ferro.
L’uomo o il mostro che stavano affrontando aveva rivelato cosa teneva tra le mani, una frombola, un’arma medievale simile ad una fionda, composta da una corda e da un sacchettino in pelle dove si metteva il proiettile, catapultato poi verso il nemico.
Con quell’affare era riuscito a fargli un danno simile?
-Dobbiamo scappare!- tentò di urlare quando il silenzio tornò nella biblioteca, ma l’uomo non glielo avrebbe permesso tanto facilmente e per darne conferma cominciò a bersagliarli dall’alto, costringendoli a mettersi al riparo.
-Come ce ne andiamo da qui?!- gridò Ayame mentre tappava le orecchie di Yume, che a causa del suono cominciava a vederci doppio.
-Le pistole non bastano, non è umano!-
-Grazie mille Khal, questo sì che aiuta!-
-Frantuma tutto il mio ghiaccio!- protestò assieme a loro Cirno, le cui sfere chimiche erano sì estremamente efficaci, ma anche fragili. Erano fatte così apposta, in modo a contatto con una superficie dopo il lancio esplodessero subito, ma significava anche che in una situazione simile non facevano in tempo a mantenersi che diventavano inutili.
-Io credo di poterlo raggiungere, ma ho bisogno di qualcuno che lo distragga!- disse Jack dopo essersi cucito le orecchie con il filo che portava sempre con sé. Magari non bastava ad annullare il suono, ma lo attutiva quel tanto che bastava da farlo muovere.
-Ci penso io.- rispose Annabelle alzandosi in piedi, preparandosi per scoccare una freccia con l’arco.
Non l’aveva portato con l’intenzione di usarlo, ma solo per sicurezza in caso sarebbe servito, e in quel momento era assolutamente necessario.
La sua prima freccia si conficcò poco sotto un metro il piede dell’avversario, ma attirò la sua attenzione, e cosa simile fecero anche le altre, venendo prontamente deviate ogni volta si avvicinavano troppo.
Ad ogni freccia la frustrazione di Annabelle cresceva, ma non importava, perché aveva dato tutto il tempo a Jack di raggiungere l’uomo alle spalle, spingendolo oltre la libreria facendolo precipitare con lui a terra.
Si alzò un polverone tra loro e vari libri a causa dei tremori gli caddero addosso, la presa di Jack però si era mantenuta salda contro l’uomo.
Nell’oscurità stavolta riuscì ad intravedere un dettaglio sulla stoffa, un teschio bianco con due occhi rossi, lo stesso del cane che li aveva aggrediti.
Il terrore si impossessò all'istante di lui, e la presa sulla divisa si allentò.
L'altro ne approfittò per trarre un profondo respiro, preparandosi ad attaccare, ma venne interrotto dal suono delle sirene fuori dall’edificio.
Ailea fu la prima a reagire, afferrando la mano di Khal saltando sugli scaffali per raggiungere le finestre. -Merda! Via tutti!-
Il consiglio fu seguito anche dall’uomo misterioso, che tirando un pugno a Jack si liberò dalla sua presa, lanciandosi tra le ombre della biblioteca sparendo nel nulla.
-Astral nya… mi fischiano le orecchie…- sussurrò Lacie cominciando a riprendere i sensi.
-Va tutto bene. Ci sono qua io… ci sono qua io…-
Nel giro di pochi istanti la polizia entrò cercando i responsabili dell’effrazione, ma tutti erano già spariti.
I dieci ragazzi approfittarono del tetto per scappare, ma ogni loro passo era carico di preoccupazione.
-Chi era quello?! Da dove è saltato fuori?- Ayame tanto quanto gli altri era furiosa.
Tramortita dal rumore non aveva potuto fare nulla, e per poco non aveva lasciato là dentro la motosega alla polizia.
-Aveva sulla divisa lo stesso teschio che abbiamo visto sul cane!- raccontò Jack stringendo i pugni.
L’aveva avuto tra le mani e se l’era lasciato sfuggire.
-Quindi la prof era veramente innocente?- chiese Cirno sorpresa.
-Lighneers lo sapeva! Quel bastardo deve avere qualche informazione.-
Astral era furioso, se veramente Lighneers sapeva qualcosa e non l’aveva detto gli avrebbe rotto il collo.
Sua sorella era stata ferita per cercare delle informazioni che forse lui aveva.
-Allora la prossima mossa è trovarlo, non dovrebbe essere difficile.- disse Khal sicuro, certo non sarebbe stato più complicato di trovare Daimonas.
 
 
 
 
 
 
 
 
Lighneers:
 
 
Il pomeriggio era stato un completo fiasco.
Nei dintorni del dormitorio nessuno sembrava avere informazioni su Daimonas, e non c’era alcuna traccia su dove il ragazzo potesse essere andato.
Lighneers aveva perfino tentato di ricordare se il ragazzo gli avesse raccontato qualcosa di particolare durante la loro ultima conversazione, ma non c’era nulla di utile.
Alla fine aveva deciso di controllare la stazione nella foresta, visto era un luogo che piaceva molto a Daimonas, e se fosse scappato usandola magari le telecamere avrebbero notato qualcosa.
Era ormai quasi arrivato quando improvvisamente inciampò in una radice, finendo a terra come un sacco di patate.
-Ugh… sul serio?-
Cominciava ad averne abbastanza di quella storia. Sbuffando fece per alzarsi, ma qualcosa lo bloccò. Altre radici si erano avvinghiate ai polsi ed alle caviglie, bloccandolo sul posto.
Strappandole con forza il ragazzo riuscì a liberarsi ed a spostarsi su un fianco, poco prima che la punta di un’alabarda gli si conficcasse nella testa.
-Siamo al secondo round?-
Tra i rami degli alberi intravide una figura femminile, dai capelli a caschetto e la pelle pallida, vestita con la stessa divisa dell’uomo dell’altra sera.
La donna alzò una mano ed una serie di rampicanti tentò di salire sul corpo di Lighneers per bloccarlo, ma il ragazzo fu più veloce e come lei salì sui rami vicini per evitare il contatto con il terreno.
-Siete voi che avete rapito Daimonas, non è vero?-
L’altra non rispose, scendendo dall’albero con grazia e camminando verso l’alabarda, raccogliendola da terra.
Il suo silenzio irritò il ragazzo, ma questo non ebbe tempo di dire altro che avvertì qualcosa serrargli la gola. Alcuni dei rampicanti erano rimasti aggrappati alla sua maglietta, ed avevano preso a crescergli addosso cercando di stritolarlo.
Strappandosi le piante di dosso Lighneers distolse l’attenzione dalla donna, che ne approfittò per scagliarsi contro di lui con l’alabarda menando un fendente in pieno petto.
Lighneers riuscì ad evitare con facilità il primo colpo, ma la velocità dei successivi fu tale da metterlo in difficoltà, costringendolo ad una rapida ritirava.
Aveva già imparato la sua lezione, contro quei tizi non c’era da scherzare, ed il fatto non avesse avuto nemmeno il tempo di attaccarla era una conferma più che sufficiente, per quanto frustrante.
La donna sembrò intuire i suoi pensieri, perché al primo passo di Lighneers gli si parò davanti bloccando sul nascere la sua fuga, continuando incessantemente ad attaccarlo creando delle piante che lo rallentassero.
Trovandosi alle strette il ragazzo fu costretto a contrattaccare, ma ogni tentativo apriva nella sua difesa delle falle che rischiavano di farlo uccidere da un momento all’altro. L’unica soluzione che riuscì a trovare fu quella di muoversi all’indietro cercando di allontanarsi, anche questa idea però si rivelò inefficace visto la sua avversaria prese a girargli attorno impedendogli di muoversi troppo.
-Aaaaaaaah vai al diavolo!-
Preso dalla rabbia all’ultimo affondo della donna Lighneers si spinse al suo fianco piegandosi in avanti e caricandola con tutto il suo peso, venendo prontamente schivato da un semplice salto dell’altra. Questo tuttavia gli diede abbastanza tempo per allontanarsi, e ritrovato il proprio baricentro prese a correre verso i confini della foresta, distanti poco più di una trentina di metri ormai.
Se lo scontro con l’altro colosso e l’orso dell’ultima volta gli avevano insegnato qualcosa era che nessuno di loro proseguiva lo scontro se c’era il rischio di testimoni.
Il perché non gli era chiaro, avrebbero potuto uccidere chiunque con estrema facilità, ma forse volevano solo evitare di dare troppo nell’occhio.
Sentì un rombo alle proprie spalle, ma non si azzardò a voltarsi, concentrandosi sull’evitare cumuli di piante che cercavano di attorcigliarsi attorno alle sue caviglie.
Quando finalmente superò l’ultima fila di alberi fu come avere appena concluso una maratona.
Con il fiato corto, osservato dai passanti che camminavano nei dintorni, Lighneers lanciò una rapida occhiata verso la foresta, trovando in lontananza la donna che lo fissava immobile.
Non intendeva rimanere un secondo di più da quelle parti, riprendendo a correre si allontanò rapidamente, pensando ad un nuovo piano per trovare Daimonas.
 
 
 
 
 
 
 

Rahu-Zell-Hope-Grace-Milton-Alexander-Johanna-Samantha-Nadeshiko-Ryujin-Vladimir:
 
 
Come molti altri del gruppo Grace era stata costretta a restare al dormitorio, mentre gli altri andavano alla ricerca di Daimonas, ma la cosa non le piaceva per nulla.
Non era la compagnia il problema, tra le persone con lei infatti c’erano Hope, Milton, Johanna, Sammy, Vladimir, Rahu e Ryujin, ed anche i restanti, Zell, Alexander e Nadeshiko, riusciva a sopportarli.
Era l’impotenza di non potere aiutare a farla uscire di testa.
L’unico che poteva fare qualcosa chiuso nella camera di Milton, dove avevano deciso di sistemarsi, era Vladimir, che tramite il suo pc portatile stava controllando le telecamere alla ricerca di qualche indizio.
-Non è servito l’ultima volta e non sta servendo ora… ma a che serve la tecnologia?!- sbuffò il ragazzo scontento.
-Continua a provare, magari troverai qualcosa.- lo incoraggiò Hope, sperandoci con tutto il cuore.
-Lo sapete vero che probabilmente chiunque l’ha preso non è umano vero? Posso arrivare solo fino ad un certo punto.-
-Come scusa?- ribatté Rahu confusa.
Lei non era a conoscenza di tutti i piccoli segreti all’interno del gruppo, Ryujin non gliene aveva ancora parlato, ed aveva sperato che in caso sarebbe stato Daimonas stesso a farlo, visto anche per lui non era stato semplice accettare la cosa.
Purtroppo nemmeno quello sembrava il momento migliore per parlarne, e Milton fu costretta ad ignorarla. -Lo sappiamo, ma non possiamo escludere nessuna possibilità.-
Se ciò che c’era scritto nel biglietto era vero, allora non era difficile capire che Daimonas fosse stato avvicinato da qualcuno con dei poteri simili ai suoi.
Avevano visto tante di quelle cose al limite del possibile ormai che non era difficile arrivarci, questo però complicava comunque di molto le cose.
Nessuno di loro aveva le stesse capacità dell’amico, se avessero dovuto affrontare qualcuno di pericoloso come sarebbero andate le cose?
-Quanto era probabile che ricapitasse nel giro di un paio di mesi?- borbottò Zell sfregandosi il viso stanco.
-Ehi, credi che a lui faccia piacere ritrovarsi in questa situazione?- lo linciò Grace con un’occhiataccia.
-Beh, se c’è andato volontariamente sì.- ribatté Nadeshiko mentre si faceva una piccola treccia tra i capelli.
-Come puoi dirlo?- rispose Johanna infastidita dal suo commento.
-Perché se sta male tanto quanto Jack allora ci credo che sia scappato con qualcun altro.-
Il silenzio cadde immediatamente nella stanza. Era stata una risposta brutale, ma non sbagliata purtroppo… se analizzavano la faccenda da quel punto di vista, la rottura con Jack poteva avere influenzato parecchio le decisioni di Daimonas.
Nessuno volle continuare oltre la conversazione, e preferirono tutti concentrarsi sulle proprie cose in attesa di qualche nuova notizia.
Trascorse un buon quarto d’ora prima che qualcuno bussasse alla loro porta, ormai verso la mezzanotte.
-Devono essere gli altri!- disse Hope correndo verso l’ingresso, sperando in qualche buona notizia.
La mano della ragazza arrivò a sfiorare la maniglia, quando un gigantesco aculeo perforò il legno, arrivando ad un centimetro dal suo viso.
-Hope!-
Alexander scattò subito in piedi afferrandola e portandola via dalla parete, mentre altri aculei comparvero riempiendo di fori la porta.
Una volta distrutta completamente fece il suo ingresso la figura di un uomo dalla carnagione scura ed i lunghi capelli neri legati in decine e decine di trecce, alcune delle quali avevano assunto una solidità maggiore, trasformandosi negli aculei di poco prima.
Nella mano sinistra teneva un falcione, ma non era certo la minaccia maggiore.
Alexander fu il primo a reagire, puntando una pistola contro l’uomo sparando l’intero caricatore, ma ogni singolo colpo venne deviato dagli aculei, e lo sconosciuto lentamente si avvicinava pronto ad attaccare.
Johanna terrorizzata prese in braccio Sammy cercando di allontanarla, schiacciandosi contro la parete mentre gli altri si pararono davanti a lei per difenderle.
Rahu di fronte alla comparsa dell’uomo rimase completamente di pietra, non tanto per la sorpresa dell’aggressione, anche a palazzo capitavano da parte di chi voleva usurpare il ruolo del padre, ma più per quegli strani capelli e gli occhi malevoli, mai visti prima.
Ryujin vedendola bloccata si affrettò a spingerla dietro di sé per proteggerla.
-Sai che dovrai ripagare quella porta, vero?- disse Nadeshiko muovendosi sul posto pronta a combattere, facendo attenzione ad ogni mossa dell’uomo. -Ed il tuo vestito fa schifo, comunque.-
Indossava una specie di divisa completamente nera, con uno strano marchio a forma di teschio dagli occhi rossi sul petto.
Tra tutti Vladimir fu il primo a riconoscerlo. -Oh no…-
-Cosa? Sai chi è?- chiese Grace senza togliere gli occhi di dosso all’altro.
-È lo stesso marchio del cane-orso.-
Il tempo delle chiacchiere era finito. Con uno scatto l’uomo saltò in mezzo a loro, mulinando il falcione ed irrigidendo ogni singola treccia.
Ryujin afferrando uno dei cuscini dal letto di Milton riuscì a bloccarvi l’arma all’interno, in modo almeno quella non creasse problemi, ma uno degli aculei riuscì a trafiggere la spalla di Vladimir, ed a graffiare il viso di Johanna.
Zell tentò di utilizzare la lama del proprio tirapugni per colpire l’uomo alla schiena, questo tuttavia si voltò con una velocità disarmante, scaraventandolo a terra e facendo scivolare via il cuscino dalla punta dell’arma, mirando alla testa del ragazzo.
Questo riuscì ad evitarla per un soffio spostandosi di lato, ed il falcione si conficcò nel legno del pavimento, sprofondandovi addirittura per metà.
-Scappate!-
Hope, Alexander, Milton, Johanna, Sammy, e Vladimir seguirono immediatamente il consiglio precipitandosi fuori dalla porta, mentre tra quelli rimasti Nadeshiko corse ad aiutare Zell, afferrando una sedia lanciandola sulla schiena del nemico.
L’effetto fu minimo, e sembrò solo irritarlo.
-Oh, andiamo!-
-Spostati!-
Grace spingendola via riuscì ad evitare che gli aculei la trafiggessero.
Ormai erano tutti fuori, rimaneva solo Rahu, che vedendo tuttavia il fratello ancora nella stanza si voltò gridando. -Ryujin!-
-Portatela via!-
Nadeshiko afferrò la ragazza per la vita prima che potesse rientrare, lasciando Zell, Grace e Ryujin alle prese con quel mostro, che dopo essere riuscito a rimuovere il falcione dal pavimento attaccò Grace, sfruttando sia l’arma che gli aculei per bloccarla spingerla sempre di più all’angolo senza lasciarle via di fuga.
-Bastardo… non credere sia così facile.-
Aspettando l’istante prima che l’attaccasse Grace saltò sulla parete alle proprie spalle, riuscendo a superare l’uomo in altezza lanciandosi dietro di lui e correndo verso la porta, seguita da Ryujin e Zell che certo non intendevano proseguire quello scontro impari.
Gli altri erano già distanti, nel giardino attorno al dormitorio, che impotenti osservavano i loro amici fuggire.
-Ma chi diavolo è quello?!- sbraitò Vladimir stringendosi la spalla per il dolore, fissando incredulo l’uomo che, come se niente fosse, usciva dalla camera quasi passeggiando, squadrando ciascuno di loro come fossero al pari degli insetti.
Erano certi li avrebbe attaccati, invece l’altro si voltò, incamminandosi oltre i corridoi del dormitorio avvertendo delle urla in lontananza.
I rumori della lotta avevano attirato l’attenzione, e purtroppo per gli altri loro non potevano andarsene.
Le grida della professoressa Mustang si sentirono perfino oltre i cancelli della scuola, e quasi fecero rimpiangere ai ragazzi lo scontro.
-Che cos’è successo?!-
 
 
 
 
 
 
 
 
Daimonas:
 
 
Dopo che Alastor era uscito dalla sua camera Daimonas aveva rapidamente controllato i dintorni, trovandola semplice ma comoda.
Non aveva ancora acceso il braciere, e non aveva intenzione di farlo da solo. Il suo rapporto con il fuoco sarebbe difficilmente migliorato, e se poteva evitarlo ne era felice.
In compenso aveva trovato nel bauletto accanto al letto dei nuovi abiti da indossare.
Era molto simile alla divisa che aveva visto sugli altri demoni nel castello, completamente nera e con un teschio dagli occhi rossi inciso al petto.
Ripensando al modo in cui li avevano lasciati passare si chiese che ruolo avesse il padre in quel luogo.
Un bussare alla porta interruppe qui pensieri.
-Permesso.-
La voce apparteneva ad una ragazza poco più bassa di lui, dai lunghi capelli biondi racchiusi in una treccia che le arrivava alle spalle, e vestita con un lungo abito verde dalle maniche lungo e dei mocassini marroni, il dettaglio però che più catturò la sua attenzione furono i suoi occhi, completamente verdi senza pupilla, proprio come i suoi erano azzurri.
-Buona sera, spero di non disturbare. Ti ho portato la cena.-
Tra le mani teneva un piatto coperto da un coperchio in ferro.
-O-oh, ti ringrazio.-
Con un rispettoso cenno del capo la ragazza entrò, appoggiando il piatto sul tavolo.
-Necessiti di qualcosa? Posso portati altro, o desideri accenda il braciere?-
Effettivamente non gli sarebbe dispiaciuto se qualcuno l’avesse fatto al posto suo. La stanza probabilmente con lo scendere della notte si sarebbe rinfrescata, e sarebbe stato sciocco dormire al freddo con un braciere poco distante.
-Se non ti dispiace… scusami.-
-È un mio dovere.-
Rispondendo nuovamente con un inchino la ragazza si inginocchiò accanto alla legna, avvicinando una mano.
Una fiamma si accese all’istante davanti a lei, debole ma confortevole.
-Non sei umana, vero?- chiese Daimonas avvicinandosi.
Probabilmente nessuno lì lo era, ma tra tutti era quella che lo sembrava di più.
-Non completamente. Come nel tuo caso, la mia genitrice era un essere umano.-
E invece il padre…
-Chi sei?-
Alzandosi da terra la ragazza lo guardò prendendo i lembi del vestito che indossava, piegando le caviglie quel poco che bastava da permettere un elegante inchino.
-Il mio nome è Wyen, e sono tua sorella maggiore.-
   
 
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