Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: DavideWolfstar    09/05/2022    1 recensioni
Per Harry la Tana è sempre stato un calore, quel calore che vuol dire famiglia, amore, affetto, amicizia, ma a pochi giorni dalla fine della guerra non trova più quel conforto, riuscirà infine a ritrovare quel calore?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Non è molto però è casa”, erano state quelle le parole che Ron aveva usato per descrivere La Tana la prima volta che l’aveva vista. Harry non aveva mai visto niente di più bello, non aveva mai creduto potesse esistere niente, oltre ad Hogwarts che potesse trasmettere quel calore che lui identificava come casa. Qualcosa però si era sicuramente spezzato in lui, nei due giorni e nelle due notti che Harry aveva trascorso alla Tana, non era stato per niente in grado di ritrovare quel calore, quel senso di famigliarità. Tutto gli era così estraneo, non solo quella casa, ma qualsiasi cosa. Sentiva di non appartenere più a nessun posto. Fred, Tonks, Remus erano morti per cosa? Per lui? A causa sua?
Non era lui, infine, che doveva sacrificarsi? Perché era tornato? Perché non era andato “avanti”? Voldemort era ormai morto, sconfitto. Eppure, non ne sentiva alcun merito. Era il suo destino, quello che Dumbledore aveva scelto per lui, quello che anche lui stesso si era ritagliato, ma non era altro che questo: destino. Non aveva avuto neppure il coraggio di ucciderlo, aveva gridato “expelliarmus”, certo conscio che la bacchetta di Sambuco apparteneva a lui. Certo di vincere.
Harry avrebbe voluto isolarsi, andarsene, ma doveva aiutare, doveva fare qualcosa per quelle persone che, in fondo al suo cuore, aveva sempre considerato una famiglia. Doveva aiutare Molly, Arthur, George, Bill, Charlie (sì era arrivato persino lui dalla Romania), Percy, Ron (al solo pensiero dell’amico si sentì fremere ancora di più dal senso di colpa) e doveva anche aiutare lei: Ginny. Lei era l’unica cosa che in parte gli faceva vedere un po’ di luce, doveva esserci per lei, per loro. E poi, appena tutto questo sarebbe finito, sarebbe arrivato il momento di farsi da parte.  Loro contavano su di lui, ma lui sapeva che in realtà non avrebbero dovuto fare altro che odiarlo. Il loro dolore era causato da Harry. Dalla profezia prima, e dalle scelte che lui stesso aveva fatto.
Un’altra giornata stava arrivando alla sua conclusione. Aveva passato tutto il giorno ad aiutare ad aiutare a pulire la Tana, i primi giorni avevano dovuta ricostruirla quando i Weasley avevano lasciato la Tana per andare da zia Muriel, i Mangiamorte si erano divertiti a saccheggiare e distruggere gran parte della Tana. Ora che la Tana era stata ricostruita bisognava pulirla e arredarla. L’indomani infatti sarebbe avvenuto il funerale di Fred Weasley e tutto doveva essere pronto. Harry aveva deciso di non cenare quella sera, si era allontanato da tutti e si era diretto verso la collina dove, un tempo, lui e gli altri Weasley giocavano a Quidditch. Era rimasto là, da solo a fissare il tramonto, e poi ancora assorto cercando di non pensare. Al tramonto si sostituirono le stelle, la luna brillava piena in alto nel cielo, vederla lo ferì tantissimo, ripensò a Remus, a Tonks, ripensò a sé stesso come padrino, ripensò al piccolo Teddy. Era così assorto a pensare tutto questo che non si accorse dell’arrivo di Ginny, solo quando si sedette al suo fianco si scosse dal suo rimuginare. Fece un flebile sorriso. Non parlarono, la rossa gli si accostò vicino, posò la sua testa sulla spalla di lui. Sulla collina si sentiva solo il rumore flebile, quasi inudibile, dei loro respiri.  Harry si sentì quasi riscaldato da quel contatto, almeno per un momento. Mosse il braccio sinistro, quello al lato della ragazza, e lo avvolse intorno alle spalle della ragazza. Trovò un po’ di calore, sembrò per un momento che tutto sarebbe andato a posto, erano loro due, erano Harry e Ginny. Commise l’errore di guardare una seconda volta in cielo e il riflesso della luna sui suoi occhiali lo riportò a pensiero di Remus, di Tonks ed infine di Fred. Il gelo tornò a scorrergli nell’anima. Fu in quel momento che Ginny, sempre senza parlare, lo strinse forte in un abbraccio. Rimase per un po’, qualche secondo, o forse mezzo minuto, inebetito, poi ricambiò quell’abbraccio. Il freddo lo attanagliava ancora, fin nelle viscere. La strinse forte. Poi, come qualcosa di meccanico il suo corpo si mosse da solo, si staccò leggermente da quell’abbraccio per far sì che i loro visi si potessero fronteggiare, si guardarono negli occhi e come avevano già fatto altre volte i loro visi erano completamente allineati e si avvicinavano sempre di più. Ad occhi chiusi, senza aver dato un comando cosciente al suo corpo le sue labbra si posarono sulle labbra di Ginny. Entrò luce, entrò calore. Fu un secondo. Non andava bene, non andava ancora tutto bene. Però, con quelle braccia avvolte intorno alle sue spalle, con le sue labbra avvolte intorno alle labbra di Ginny fu davvero calore, il calore di un momento. Il freddo però era ancora là, chissà se sarebbe mai scomparso.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DavideWolfstar