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Autore: Ivy001    11/05/2022    1 recensioni
RIECCOMI CON UNA NUOVA FANFICTION, STAVOLTA DAI TRATTI DI UN VERO E PROPRIO GIALLO, CON LA SPARIZIONE DI UNA DONNA E LE INDAGINI CONDOTTE DA ISPETTORI CHE ERAVAMO ABITUATI A CONOSCERE CON I PANNI DI RAPINATORI. SPERO VI PIACCIA. ATTENDO DI SAPERE COSA NE PENSATE PERCHE’ QUESTO MONDO CHE RACCONTO NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA TRAMA DE “LA CASA DI CARTA”
BESITOS A TODOS
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Il professore, Nairobi, Palermo, Raquel Murillo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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24 CAPITOLO

 

La chiusura del Mariposas, che persiste da ormai sette giorni, è un evento particolarmente significativo per chi vi lavora da anni. Non è mai accaduto che ci fosse un periodo di pausa tanto lungo.

E di questo si meravigliano i pochi dipendenti ancora residenti tra quelle mura, mentre assistono, impassibili, ai grandi cambiamenti previsti per il rinnovo del locale.

Martin Berrotti ha scelto il modus operandi migliore che giustificasse la decisione di serrare il Night Club.

Quale scusa più adeguata se non quella del rassetto del posto?

E non si tratta solo di ritinteggiare le pareti, cambiare gli arredamenti, o ampliare le zone privé…in una settimana il riordino prevede anche faccende di altro tipo.

“Allora? Si è ripresa? Come sta?”

“Fortunatamente è sana e salva! Tranquillo che appena possibile Manila sarà in piene forze e tornerà al suo lavoro”

Spiega il signor Dalì, in una delle quotidiane conversazioni, faccia a faccia, con Palermo.

“Piuttosto…” – continua poi – “Tua sorella ha deciso cosa fare con la storia della gravidanza?

Berrotti è molto preoccupato per le scelte di Monica, non essendo riuscito a farla ragionare come sperava.

Però, un barlume di speranza c’è… “Anche se lei si dimostra intenzionata ad abortire, non l’ha ancora fatto”

“Bene, questo è positivo”

“Ho provato a farla riflettere, a dirle che mi sarei occupato io del bambino. Ma nulla, continua a sostenere di non volere questo figlio”

“Liberati di quella pillola, Palermo. Non deve assolutamente prenderla”

“Ho tentato, però non ho ancora scoperto dove la tiene nascosta”

“Allora bisogna vigilarla al massimo. Stalle dietro, notte e giorno. Spiala, se necessario. Ordina ai due serbi di farlo per te, nei casi estremi. Tutto purché lei decida di continuare la gravidanza”
“In quanto suo fratello maggiore, è ciò che faccio da una vita” – precisa Martin.

“Non sempre tra fratelli, o tra parenti, esiste questa implicita condizione” – aggiunge il signor Dalì senza approfondire la questione.

Nel frattempo, la bionda, è serrata nella sua stanza. A farle compagnia è l’installazione di un televisore e degli snack che frenano le voglie giornaliere. In quei sette giorni di pausa dal “lavoro” ha avvertito la mancanza delle colleghe, nonostante non esistesse un’amicizia forte. Per di più, non passa notte con incubi che le ricordano della morte della povera Manila.

O meglio, una morte che lei crede sia avvenuta.

In realtà, il soccorso immediato e le cure necessarie, hanno dato i frutti sperati. La bella Julia è sana e salva, certamente debole ma in vita.

Seduta sul suo letto, fissa, in silenzio, il suo ventre piatto.

Una mano istintivamente si adagia su di esso e le rammenta che la creatura che si trova lì dentro potrebbe essere la sua rinascita, così come la sua sconfitta più grande.

“Sei ancora sicura di volerlo fare?” – la voce di Palermo, giunto in tale istante, fa sobbalzare la riccia che distoglie i pensieri dal bambino.

“Sono libera di decidere per il mio corpo almeno stavolta?” – sbotta lei, tenendo il broncio al parente.

“Lo vedi che sei incerta anche tu? Se fossi stata convinta l’avresti ingoiata appena Helsinki te l’ha consegnata. Invece, ad oggi, non hai la forza per farlo”
“Piantala, non metterci il carico da 11. La situazione è già complicata di suo, non voglio che ci sia tu a ripetermelo fino allo sfinimento” – replica lei, combattuta da mille paure.

“Cos’è che ti frena da mandare giù quella pillola? E cosa invece ti spinge a volerlo fare? Spiegami perché io non capisco” – Martin, con fare premuroso, siede di fianco alla bionda, mostrandogli la sua vicinanza.

“Cosa credi? So cosa succede qui quando una di noi resta incinta”

“Che intendi dire?”

“Nulla” – risponde Monica, evitando di approfondire l’argomento.

“Nulla, un corno! Sai qualcosa che ignoro?”

“Piantala, Martin. Inutile che fingi con me”

Berrotti la guarda, confuso, e non riesce a trovare spiegazioni al comportamento bizzarro di Stoccolma.

“Io non vi regalerò mio figlio, per permettervi di farne ciò che volete, chiaro?”

Ed ecco che viene alla luce la reale intenzione che Monica nasconde da settimane.

“Quindi, stai ammettendo che il non volerlo era una menzogna?”

“Non lo voglio perché non merita di vivere questa merda di vita, capisci?”

La giovane Monica Gaztambide, non più tanto ingenua e succube dei potenti, tira fuori gli artigli.

Con gli occhi lucidi, lascia emergere una paura indomabile.

“Nessuno gli farebbe del male, lo sai bene”
“No! Non so nulla, Martìn. Così come non sapevo che schifo di futuro mi attendeva quando decisi di mettere piede al Mariposas. Tu mi avevi promesso sicurezza…”

“E te l’ho offerta!”

La bionda scuote il capo, sconvolta dalla risposta del fratello – “Seriamente sei convinto che dovermi spogliare, ballare audacemente, a volte andare a letto con i clienti, sia stata la sicurezza che volevo?”

Berrotti abbassa lo sguardo, cosciente di non averle donato una effettiva protezione – “Perdonami, non pensavo odiassi tanto questa vita”
“Io sognavo di innamorarmi, di sposarmi, di avere tanti bambini…e guardami! Al pari delle puttane”

Il gergo non abituale della giovane donna, spiazza totalmente Berrotti che, con aria incredula, cede al senso di colpa e le offre la via di salvezza.

“Allora vattene, cosa aspetti? Prendi le tue cose e sparisci!”

La delusione e la tristezza traspaiono da ogni sua parola, invadendo l’ambiente di pesantezza.

“Vattene!” – ripete lui, alzando la voce – “Sei come le altre, un’irriconoscente. Va’ pure e ti accorgerai, appena lo farai, che là fuori è peggio che qui. Non hai nessuno, Monica”

“La libertà. La sola cosa che voglio”

“Nairobi e le sue idee strampalate hanno inciso anche su di te?”

“Non c’entra nulla Nairobi. Smettila di pensare sempre a quella donna. L’astio nei suoi confronti è ingiustificato. Hai preteso che la detestassi anche io, quando, in realtà, sogno da sempre di assomigliarle”

Esterrefatto dalla difesa di sua sorella nei confronti della gitana, e specialmente del paragone con lei, Palermo vorrebbe gridarle in faccia che tale disprezzo verso la zingara è più che legittimo e che rivelargli di quel suo desiderio di imitarla, sono l’ennesima pugnalata.

“Non puoi capire! Fa’ come vuoi…apri quella porta e vattene. Ma ricorda che se superi il confine, non potrai più tornare indietro” – percorre pochi metri che lo separano dalla porta, con una forte morsa allo stomaco, mentre nella sua mente di affollano pensieri, paure, ricordi di un recente passato…macigni che pesano sul suo cuore.

“Ti auguro di trovare un amore corrisposto… solo così sarai libera!”

Così dicendo si appresta ad affrontare l’ennesimo abbandono, chiudendosi in un rancore, che aumenta a vista d’occhio, verso chiunque lo ha costretto a una vita di merda.

Cammina a passo lento, faticando a sostenersi, schiavo di una debolezza emotiva e mentale che incidono su quella fisica.

Adagiandosi alla parete, trattiene la rabbia e la voglia di gridare e piangere disperato.

Il flash che si palesa di fronte ai suoi occhi, come fosse visto, per la prima volta, dall’esterno, è l’esatta notte che cambiò per sempre le sue certezze.

La notte in cui scoprì che i sentimenti nutriti per l’uomo che ama, sono unilaterali… un uomo, venerato come un Dio…un uomo per cui ha sacrificato se stesso e il suo reale essere …. un uomo che, senza minimo interesse verso di lui, sferra la decisiva pugnalata al cuore, rapida e profonda …quella pugnalate che ha segnato il suo animo per sempre.

E la voce di quel Lui rimbomba nella sua testa come un martello pneumatico….

La voce di chi non ha esitato a raccontargli dettagli intimi di notti infuocate.

 

“Andrés, che succede? Sei qui ma sembri altrove”

“Scusa, amico! E’ che non avrei mai immaginato che quella zingarella che abbiamo accolto mesi fa potesse eccitarmi tanto”

“Eh?”

Così, notando lo shock e la confusione dipinti sul viso di Palermo, il signore in questione gli dà una pacca sulla spalla e aggiunge – “Intendo Agata. Cazzo, Martin, non puoi immaginare quanto fuoco abbia dentro quella giovane donna”

“Ehm… quindi ti diverti con lei, la usi e basta?” – chiede Berrotti, fingendo scarso interesse. In realtà è proprio da quel preciso istante che la gelosia prende il sopravvento. E la gitana verso cui nutriva una profonda tenerezza inizia a diventare un ostacolo e una croce per i suoi sentimenti.

“Chissà… potrei abituarmi ad averla vicino” – si lascia andare il tipo.

“Che cosa hai appena detto?” – esclama incredulo Martin – “Andres, ma tu non sei il tipo che…”

“Che prende seriamente una relazione? Beh… forse stavolta le cose sono differenti. Forse Agata ha saputo toccare le corde giuste. Forse sono io che sono cambiato…”
“O forse ti è andato di volta il cervello” – commenta Palermo, decisamente ed evidentemente alterato.

“Piantala con le gelosie adolescenziali. Quando eravamo ragazzini, ci poteva stare…ma ora, direi anche basta, no?”

“Da quando in qua usi un gergo giovanile? La Jimenez ti ha influenzato anche su questo? Oppure hai preso, finalmente, in considerazione uno dei tuoi cinque figli?” – la frecciatina di Berrotti colpisce a pieno l’amico che, infastidito da una palese critica, lo ignora.

“Torna a lavorare. Abbiamo una nuova Mariposa da accogliere”

Il socio annuisce, mentre lo ascolta spiegare la storia della nuova inquilina, una certa Tokyo.

“Vai da lei adesso?” – chiede l’innamorato ferito, guardando Andres allontanarsi, diretto alle scale per salire al primo piano.

Ma quest’ultimo non lo degna della minima considerazione. Prosegue il suo passo, pronto a dilettarsi nell’ennesima notte di focosa passione.

 

Ciò che accadde quella sera, qualche mese dopo la nascita del piccolo Axel, figlio di Nairobi, resta scolpito nella memoria di Palermo, decisamente ferito dal totale menefreghismo di chi, per anni, era l’oggetto dei suoi sogni.

Oggi che tutto nella sua vita è cambiato, che colui che amava sopra ogni cosa ha lasciato le redini del Mariposas, Berrotti cerca distrazioni in Helsinki.

Si diverte con il serbo, pur di non pensare allo schifo di vita che si è creato e nella quale ha costretto sua sorella minore.

Una responsabilità di cui si è fatto carico alla morte dei loro genitori.

Coinvolto dal progetto del Night Club, voluto a tutti i costi dal suo migliore amico, Andres De Fonollosa, ha ceduto al piacere del denaro e, in primis, all’infatuazione per il socio in affari.

Ma il Mariposas richiedeva Farfalle…e Monica, affidatagli, e di cui era tutore, era, all’epoca, quella più adeguata a seguire i piani del locale.

“Cosa cazzo hai combinato? Hai detto che poteva andarsene? Ma sei impazzito?” – lo rimprovera, duramente, il signor Dalì.

“Fidati, tornerà. Lì fuori, da sola, senza nessuno, non andrà molto lontano”

“Manda qualcuno a sorvegliarla. Entro 24 ore la rivoglio qui! Chiaro?” – il tono intimidatorio del Boss, inquieta perfino Martìn che annuendo, si allontana per delle chiamate.

“Ehi…sono Palermo. Ascolta, voglio una scorta che segua Stoccolma. È urgente… è appena andata via dal Mariposas. Fate in modo che torni indietro…” – chiusa conversazione, Berrotti si appresta ad una delle prime notti in piena e totale solitudine, divorato dal dolore, dalla rabbia e dal senso di colpa per le condizioni di infelicità a cui ha condannato non solamente se stesso, ma perfino sua sorella.

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“Sono arrivato il prima possibile” – comunica Daniel, mettendo piede nella villa Lopez, accolto da una rapida pacca sulla spalla da parte del socio che gli dice – “Entra, sistema la tua roba dove ti pare. Dobbiamo muoverci quanto prima, perché abbiamo perso fin troppo tempo”

Bisogna fare un bilancio dei fatti, e, al momento, la situazione è in stallo.

“Hai detto di aver salvato la Murillo, un anno fa. Beh direi che la soluzione è scavare tra i tuoi ricordi”

“Amico, non hai idea di quanto mi ci sia voluto per far riaffiorare quel frammento di vita?””

“Forse è ancora oscuro qualche dettaglio. Ad esempio, che faccia avevano i due criminali che ti hanno aggredito?”

“Non ne ho la più pallida idea. I loro volti sono un buco nero. Però se sentissi almeno le loro voci, sono sicuro che saprei identificarli”

“Allora…pensiamo ed agiamo su ciò che conosciamo”

“Cioè…nulla! Un fallimento totale, Daniel”

“Vanno interrogate le Farfalle…e quel tale Cortes! Abbiamo poche scelte”
“Ho promesso loro che le avrei tenute fuori e che sarebbero stati tutti e tre al sicuro”

“E sarà così. Ma non possono essere del tutto estranei ai fatti. Soprattutto la tua fidanzatina…lei ha vissuto qualcosa di forte da poter essere la testimone più rilevante”
“A parte che non è la mia fidanzata” – commenta l’ispettore maggiore, turbato.

“Che succede? Già avete litigato?”

“Lascia perdere! Ti avviso che i miei ospiti sono in partenza”
“Cosa? Cazzo, che stiamo aspettando? Va’ a chiamarli. Devono aiutarci. Ti devono un favore” – sostiene deciso Ramos.

“Io non faccio nulla per ricevere qualcosa in cambio…”

“Lo so, ma adesso è una nostra priorità. Abbiamo interrogato tutti…perfino la piccola Paula. Non vedo perché non possiamo farlo con due colleghe di Lisbona e con il tizio che sia Berrotti che Stoccolma avevano messo in mezzo, lasciando pensare chissà cosa…”

Le teorie del figlio del commissario, effettivamente, sembrano la sola ultima speranza di raccolta di informazioni utili ai fini delle indagini.
“Già! Forse hai ragione...” – riflette il quarantaduenne, che sembra convincersi. Hanno poche carte da giocare – “A proposito, quando ti ho lasciato solo in Portogallo, non hai scoperto nient’altro su famiglia e amici di Raquel?”

“Lo ripeto, socio…no! La signora Marivi mi ha chiesto chi fossi ben dieci volte, in quei due giorni. Paula era molto riservata, con me non si è riuscita a sciogliere come ha fatto con te. Alison Parker, beh…la moretta ha pensato bene di provarci con me, ma io elegantemente l’ho rifiutata…”

Mentre racconta, vanta anche il suo sex appeal con le donne, suscitando una risata distesa del collega.

“Non ci credo! Tu che rifiuti una ragazza? Che ti succede, Dani?”

“Beh… voglio risolvere la questione Mariposas quanto prima. Sono convinto che debba essere salvata anche Stoccolma; quella poverina è la sola rimasta in prigione”

“Sul serio pensi alla biondina?”

“Cosa c’è di male?” – risponde, imbarazzandosi, il trentenne – “Voglio portarla via da quell’inferno. Anche tu, dopotutto, hai fatto lo stesso per Nairobi”

Precisamente… Santiago ha giocato il tutto e per tutto pur di aiutare la bella gitana. E adesso corre il rischio di perderla. O meglio, la sta perdendo…con il suo comportamento e le sue paure sta mandando a rotoli una relazione che credeva, finalmente, quella giusta.

“Dai, che aspetti? Vai a chiamarli. Se vuoi digli che l’insistenza è stata la mia, e che tu c’entri poco e nulla” – insiste Daniel, affrettando i tempi.

Accettando la caparbietà del collega, mai così deciso come in quell’occasione, Lopez si avvia, inizialmente verso la stanza di Tokyo e del compagno, pronto a porre alla coppia l’ennesima scottante e delicata richiesta.

   
 
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