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Autore: Ivy001    16/05/2022    1 recensioni
RIECCOMI CON UNA NUOVA FANFICTION, STAVOLTA DAI TRATTI DI UN VERO E PROPRIO GIALLO, CON LA SPARIZIONE DI UNA DONNA E LE INDAGINI CONDOTTE DA ISPETTORI CHE ERAVAMO ABITUATI A CONOSCERE CON I PANNI DI RAPINATORI. SPERO VI PIACCIA. ATTENDO DI SAPERE COSA NE PENSATE PERCHE’ QUESTO MONDO CHE RACCONTO NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA TRAMA DE “LA CASA DI CARTA”
BESITOS A TODOS
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Il professore, Nairobi, Palermo, Raquel Murillo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tokyo e Rio accolgono Santiago, giunto alla loro porta, mentre sono indaffarati a preparare alcuni borsoni con la roba che l’ispettore gli ha ceduto per vivere dignitosamente.

Lopez ha, davanti agli occhi, la prova della partenza e del conseguente addio, di quelli che hanno abitato le sue mura e a cui, volendo o non volendo, si è affezionato.

E il macigno che pesa sul cuore dell’ormai Bogotà è inevitabile.

“Cosa succede?” – chiede Silene, intenta a ripiegare una t-shirt.

“Ho bisogno del vostro aiuto” – spiega il quarantaduenne, sentendosi decisamente scomodo nella richiesta.

“Certo, dicci tutto” – risponde Anibal, accortosi subito dell’aria preoccupata dell’uomo che gli ha aperto le porte di casa sua.

“Una vostra testimonianza” – senza giri di parole, Santiago va dritto al punto.

Tokyo, spiazzata, si interrompe nel suo da farsi, spostando, lenta, lo sguardo sul quarantaduenne – “Stai scherzando, spero! Credevo avessimo deciso che…”

“Si, Tokyo, lo so e mi dispiace coinvolgervi ancora. È che, voi siete in partenza, e noi necessitiamo di quanti più dettagli possibile”

“Io non so nulla oltre ciò che ti ho raccontato il primo giorno” – sostiene la Olivera, amareggiata dalla promessa infranta – “Inutile che mi tempestate di domande, per l’ennesima volta. Otterrete gli stessi risultati”

Infastidita, getta una camicia sul letto, allontanandosi per raccogliere i restanti pezzi in bagno e sistemarli nell’apposito borsone.

“Perdonala, Santiago. Io, se avete bisogno, ci sono”

“Ti ringrazio, Anibal” – risponde Bogotà, dandogli una pacca sulla spalla.

“Ti aspetto nel salone. Comprenderò se Tokyo non vorrà intervenire…” – così dicendo, l’ispettore lascia la coppia nuovamente da sola.

È in tale momento che Rio raggiunge la compagna, notando il nervosismo in lei.

“Mi amor, perché sei così restia nel dare una mano a chi ti ha salvato la vita?”

“Non è per recargli un dispiacere. Sai bene che, per chiunque si dimostra umano verso di me, io do il cuore… ma Santiago ci aveva promesso che…”
“Ma, Silene, in casi di questo tipo, dove gli eventi si susseguono senza avere modo e tempo di gestirli, tutto cambia rapidamente. Non si può dare per assodato qualcosa… come tu necessiti di fuggire da Madrid, Lopez ha bisogno di chiudere la sua indagine”
“Nairobi non la prenderà bene” – commenta la Olivera, spostando l’argomento sulla gitana.

“La prenderà come l’hai presa tu, immagino”
“Forse anche peggio. Avvertirà il peso di questa invasione di privacy…”

“Se avete raccontato i fatti come li avete vissuti, non trovo alcun problema nell’esporli ancora” – sostiene Cortes, decisamente confuso dai comportamenti delle due Farfalle – “Se non avete nulla da nascondere, perché alzate questi muri contro la giustizia?”

“Mi vida, conosci quanto di losco si cela in quel dannato Night Club”

“Già”

“Comprenderai che per le sottoscritte parlare è dura…ricordare è dura… e più riportiamo a galla vecchi ricordi, più diventa complicato poter dimenticare e ricominciare da capo. Nairobi e io desideriamo solamente abbandonare i panni di Mariposas. Siamo stanche di identificarci nelle vesti succinte di spogliarelliste. Non vogliamo avere più niente a che fare con quel posto e con quella gente”

“Proprio per tale ragione, prima collaboriamo, prima gli ispettori risolveranno il caso di Lisbona, prima potremo iniziare una nuova vita. Vieni con me, Tokyo. Metti da parte il dispiacere per la promessa non mantenuta. Ne va’ della tua felicità e del tuo futuro” – le porge una mano, cercando di convincere la fidanzata ad unirsi nell’interrogatorio.

A Rio basta poco.

Silene accetta, seppure con un peso sullo stomaco… credeva fosse tutto finito; invece, al momento è costretta a tornare ad indossare i panni di Farfalla.

Bogotà, nel frattempo, giunge davanti la porta della camera di Agata.

Deve chiedere anche alla gitana di testimoniare, di nuovo.

È una fatica enorme farsi avanti e affrontarla dopo la litigata.

Eppure il tutto viene facilitato dall’improvvisa apertura dell’uscio da parte della stessa Nairobi.

“Che fai qui, fermo come una statua?” – chiede lei, stranita, accortasi di un’ombra riflessa e giunta alla porta appositamente per controllare di chi si trattasse.

“Ehm…ecco io…” – l’agitazione dell’ispettore nel vedere la donna con cui discusse qualche ora prima, è percepibile.

“Sei qui per farmi un’altra scenata?”

Combattuto se chiederle scusa per l’eccessiva reazione, o rafforzare la sua tesi, il quarantaduenne esita dal rispondere.

Ma la zingara non coglie nel turbamento dell’ispettore la causa dovuta all’interrogatorio imminente. Ipotizza sia dovuto al loro litigio.

“Che strana la vita” – commenta lei, rientrando in stanza, dando modo a Santiago di mettervi piede, seguendola.

L’uomo si chiude l’uscio alle spalle, ascoltandola in silenzio.

“Stavamo per fare l’amore, poi…una parola di troppo…e ora a stento ci guardiamo negli occhi”

Avvertendo la responsabilità di quanto accaduto, Bogotà lo conferma – “So di avere le mie colpe, ma ti ho parlato del mio passato, di come sono stato abbandonato da ben sette donne. Avresti potuto prevedere la mia reazione…”

“Ma se mi hai attaccato senza che dicessi qualcosa per spiegare...” – aggiunge la zingara.

Il confronto tra i due, dopo una notte insonne, è necessario a chiudere il discorso rimasto in sospeso e mettere la parola fine a inutili dissapori.

“Perdonami” – risponde Lopez, realmente amareggiato e cosciente di aver alzato i toni inutilmente – “Però, le mie scuse sono vane, giusto?”

“Che intendi dire?”

“Che te ne andrai lo stesso. Tokyo e Rio hanno preparato dei borsoni e partiranno quanto prima. Li seguirai?”

La questione così delicata e dolorosa per Nairobi è stata l’assillo che, nelle ore di solitudine, l’ha dominata con prepotenza.

“Non lo so. Non so più nulla. Fino a qualche settimana fa avevo chiaro in mente cosa fare della mia vita, una volta lontana dal Mariposas. Ma conoscerti e innamorarmi di te non era nei miei piani”

“Lo stesso vale per me, Nairobi. Però…questo imprevisto che entrambi non potevamo prevedere, è stato l’imprevisto più bello che potesse capitarmi”
La confessione di Bogotà, mista all’imbarazzo nel pronunciare tali parole, imbarazzo che credeva superato verso di Agata, tocca il cuore di quest’ultima.

Sentirlo e vederlo talmente dolce e fragile basta ad eliminare quanto avvenuto poco prima.

“Ho agito da immaturo ed egoista. Ti chiedo di nuovo perdono, Nairo” – con il capo chinato e gli occhi bassi, come un bambino che fa una marachella e se ne vergogna, l’ispettore si lascia andare perfino a qualche lacrima.

Ed è solo allora che la zingara gli si avvicina e lo abbraccia.

Gli accarezza i capelli, mentre lo sente stringerla con forza e nascondere la testa sul suo collo.

“Vorrei tanto restare con te a Madrid…” – sussurra la donna al suo orecchio, fortemente combattuta nel prendere la decisione più giusta al suo benessere.

“Non posso vivere senza di te” – confessa il quarantaduenne, singhiozzando.

Seguono minuti di silenzio, durante i quali la coppia gode della vicinanza.

Che piacere potersi inebriare l’uno del profumo dell’altra, e di riscoprirsi più innamorati che mai.

Man mano che i secondi scorrono, e i corpi si appicciano, così come i loro cuori che battono all’unisono, Santiago avverte dentro di sé quanto sia essenziale la presenza di Agata nella sua quotidianità. Ed ecco che si lascia totalmente andare, giungendo a dire cose che, fino a minuti prima, non avrebbe mai pronunciato – “Sono disposto a venire via da questa città e di mandare tutto al diavolo pur di starti accanto”

E Nairobi, spiazzata da tali dichiarazioni, ricorda inevitabilmente le parole di Tokyo della sera precedente.

 

 

“E tu cosa hai deciso di fare? Verrai via con noi come avevano stabilito mesi fa?”

 

“Non so più cosa fare, a dire il vero!”

 

“Per via di Santiago? Beh…potrebbe venire con noi, no?”

 

“Toky, lui ha il suo lavoro qui. Non ho intenzione di metterlo di fronte a un aut aut”

 

“Però tu qui sei in pericolo, Nairo, e lui ne è consapevole. Se ti ama sul serio, non avrà dubbi”

 

“Non voglio perderlo, ma… no…non posso andarmene…”

 

“Proprio perché non vuoi perderlo, mettilo di fronte al fatto compiuto! Vedrai che sarà la prova del nove, hermana, perché capirai cosa nutre davvero per te! Anche se io sono stracerta del suo amore”

 

Esattamente come le disse Silene nei minuti prima del rientro a casa dell’ispettore e dell’arrivo di Rio alla villa, Santiago dà prova certa dei suoi sentimenti, e questo basta a Nairobi per prendere la decisione della vita.

Così gli chiede, per avere certezza assoluta - “Partiresti con noi?”

L’uomo solleva il capo, incrociando gli occhi commossi della gitana.

Le sfiora con tenerezza il viso, estasiato dalla morbidezza della sua pelle – “Sarei un coglione a perdere la donna che amo. Prima ho agito come il solito Santiago. Ma adesso…adesso sono Bogotà. E Bogotà non abbandonerebbe mai Nairobi, costi quello che costi”

Emozionata e con il cuore a mille, Agata lo bacia sulle labbra. Un bacio delicato, dolce, che sugella un momento da immortalare tra i suoi ricordi.

Godendo a pieno di tali istanti, il quarantaduenne sembra aver messo da parte la principale ragione per cui si è recato nella stanza della zingara.

Ed è Rio, assieme a Tokyo, a riportarlo con i piedi per terra.

La coppietta, infatti, notando il ritardo di Nairobi in salone, dove Daniel è intento ad attenderli, si è recata esattamente nella camera.

“Che succede?” – chiede la Jimenez ai due, trovandoli sull’uscio.

“Stiamo aspettando te, amica mia, sbrigati” – risponde Silene, mostrandosi mansueta nei toni, per merito delle parole del suo ragazzo che ha saputo tranquillizzarla dopo l’attimo di nervosismo.

“Per quale motivo?” – domanda, stranita, Nairobi.

“Ehm…” – i fidanzatini, imbarazzati, intuiscono che il padrone della villa non ha ancora rivelato il motivo di quell’incontro in salotto. Quindi, con una banale scusa se la danno a gambe, lasciando la gitana nuovamente sola con il suo compagno.

“Si può sapere che cosa sta succedendo?”

“Ecco io… vedi, Nairo… prima che tu fraintenda quanto sto per dirti, sappi che la richiesta che ti faccio non ha nulla a che fare con il nostro rapporto”

“Eh?” – esclama, confusa – “Arriva al punto, ti prego”

“Ehm…le indagini su Raquel continuano. Abbiamo bisogno di voi…di nuovo”

Agata solleva un sopracciglio, spiazzata – “Cosa? Non dirmi che…”

“Non ti arrabbiare, ti prego”

“Non mi arrabbio, però sai come la penso. Ci avevi promesso che eravamo fuori da questa storia”
“E lo siete. Ma prima di lasciare Madrid, vorrei mettere la parola fine a questo caso e salvare Lisbona”

Nairobi, indietreggia, tornando cupa e silenziosa, il che causa un dispiacere in Bogotà.

“Ecco, lo sapevo, ti sei incazzata di nuovo. Non era mia intenzione. Daniel è un coglione…mi ha messo nei casini per niente…”

“Shhh” – lo zittisce lei all’improvviso – “Siediti qui” – lo invita a prendere posto sul letto, accanto a dove si è appena seduta.

“Agata, non voglio deluderti più, se non te la senti, lasciamo perdere” – premette l’ispettore.

Tale premura fa sorridere Nairobi che, invece, contrariamente a quanto si potesse ipotizzare, non alza muri e barriere.

“Mi fa male ricordarlo, mi farà ancora più male raccontarlo a voce… però, basta patire in silenzio”

“Sei sicura di volerlo fare?”

La gitana annuisce e con le mani tremanti si accinge a raccontare ciò che ancora nessuno conosce del suo passato.
   
 
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