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Autore: jarmione    17/05/2022    0 recensioni
INTRO VARIATA
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Quando un triangolo ha quattro lati, non tutto è quello che sembra.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Amanda Rollins, Odafin Tutuola, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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“Ma come è possibile che abbiamo rallentato così tanto?” domandò Fin, guardando la lavagna e notando che non vi erano nuove prove o altro “Sono tutti così intasati?”

“Purtroppo ci sono i server che vanno a rilento” rispose Carisi “Il nuovo aggiornamento li ha mandati in palla”

“Se chiedo a Juan del baracchino degli hotdog sono sicuro che saprebbe fare di meglio” ribatté Fin.

Nel frattempo, Amanda stava discutendo al telefono con le compagnie telefoniche mentre Olivia stava facendo delle ricerche negli archivi di New York per rintracciare eventuali famigliari della ragazza.

La bionda finì per prima e, dopo essere passata accanto alla stampante comune e aver recuperato dei fogli, si avvicinò alla lavagna e li appese.

“Finalmente qualche novità” disse Fin raggiungendola.

Anche Carisi si avvicinò.

“Sono riuscita a controllare chiamate e messaggi delle ultime due settimane” spiegò “Il numero usa e getta risulta che era abilitato solo a chiamare e non a ricevere e si è fatto sentire solo negli ultimi quattro giorni” indicò un totale di venti chiamate suddivise nei quattro giorni appena passati, compreso quello dello stupro “Poco dopo le conversazioni, di venti/trenta secondi l’una, avvenute con questo numero veniva immediatamente chiamato il numero di Barba e le conversazioni duravano decisamente di più”

Fin teneva le braccia incrociate e osservava bene i tabulati ottenuti.

Decisamente non poteva essere stato il procuratore: che senso aveva chiamare la vittima con un numero usa e getta ben sapendo che il bersaglio ti avrebbe richiamato?

Il punto era sempre lo stesso, se Allison non parlava loro non potevano toglierlo dai sospettati.

“Di chi sono gli altri numeri?” chiese Carisi, giusto per togliersi la curiosità.

Amanda indicò due chiamate, una fatta da Allison e una ricevuta.

Erano di due ragazze amiche di Allison e di cui ci sono una miriade di messaggi, segno che preferivano chattare piuttosto che chiamarsi, ma nulla di compromettente.

Poi c’erano altri due numeri, ma erano per lo più chat e poche chiamate ed entrambi risalenti alla settimana precedente.

Uno apparteneva ad un certo Adam Foley e l’altro a Stanley Hale.

Con il primo vi era una sola chiamata ed il resto erano tutti messaggi mentre con l’altro erano per lo più messaggi e qualche chiamata sporadica.

Entrambe le chat erano parecchio confidenziali.

“Adam Foley? Sarà un parente” constatò Carisi, notando il cognome e venendo raggiunto da Olivia.

“Adam Foley è il fratello maggiore di Allison” la donna porse al detective un foglio con dei dati “I loro genitori sono morti in un incidente d’auto vent’anni fa e Adam si è preso carico della sorella con ordine del tribunale” rispose “Lavora come corriere per la Jet Transport e si trova fuori dallo stato per lavoro da due settimane, ho chiamato l’azienda che ha provveduto a richiamarlo, vista la situazione”

“Ma scusa, quanti anni avrebbe questo tipo?” domandò Fin, faticando ad immaginare l’età.

“Quaranta” rispose Olivia, facendo sgranare gli occhi a Fin.

“Quando l’ha presa in carico ne aveva appena venti” aggiunse Olivia.

“E’ una scelta coraggiosa” constatò Cragen, che nel frattempo li aveva raggiunti “Non è da tutti assumersi una responsabilità del genere”

“E di Hale che cosa abbiamo?” chiese Amanda, ricevendo un altro foglio da parte di Olivia

“Stanley Hale, è un architetto ed il suo studio si trova sulla Kenmar Street” spiegò Olivia “Risulta che è partito ieri mattina per affari fuori città e al momento non è raggiungibile”

Altra cosa che tutti notarono fu che il nome di Hale era segnato nella rubrica del telefono di Allison come Zio Stan.

“Sbaglio o non risultano gradi di parentela fra i due?” domandò Fin

“Noah ti chiama Zio Fin, la cosa è uguale” commentò Amanda, prendendo ad esempio il figlio di Olivia, che li considera tutti zii nonostante non ci fosse il grado di parentela.

Olivia annuì “Però lei ha un motivo un po’ più giustificato” Porse l’ultimo foglio a Fin il quale non riuscì a nascondere il suo stupore.

“Adam Foley e Stanley Hale sono sposati?”

“Uh, caso interessante” commentò Cragen sospirando, mentre il suo cellulare trillava in segno che era arrivato un messaggio “Ci sono novità sul kit stupro fatto da Allison”

Tutti si avvicinarono per ascoltare.

“Negativo” disse, porgendo il suo cellulare ad Olivia.

“Ci sono segni di penetrazione ma non risultano residui di liquido seminale, deve aver usato il preservativo” commentò la detective “In più tutti i segni riportati su Allison non hanno impronte di alcun genere”

“Detto così sembra che ci sia stato un rapporto consensuale e che qualcuno sia giunto dopo per farle del male” disse Carisi

“Io direi che chiunque sia stato doveva essere un professionista” disse Amanda “Da quello che so, la scientifica non ha trovato impronte di scarpe o qualcosa di perso da parte dello stupratore”

“Sembrerebbe il crimine perfetto” commentò Cragen, voltandosi poi verso Olivia “Lui che ha detto?” chiese, riferendosi all’unico sospettato che avevano.

“Purtroppo la conosce molto bene” disse sommessamente Olivia “Ha ammesso che si frequentano ma...non ha detto altro”
“Le piacciono giovani” ridacchiò Fin, cercando di smorzare un po’ la tensione “Buon gustaio”

Amanda cercò di non ridere.

“Rimane il fatto che, senza le registrazioni delle telefonate, non possiamo escluderlo a tutti gli effetti” Commentò Carisi “Ed Allison non si è ancora fatta sentire”

A quel punto si voltarono tutti verso Cragen, sperando che il loro superiore avesse un’idea per sbrogliare la situazione.

Cragen ci rifletté, ma c’era solo una soluzione.

Stando a quello che Barba ha detto ad Olivia su di lui e su Allison, se volevano farlo parlare avevano ben poche scelte

“C’è solo un modo per farla parlare” disse “Andate a prenderlo”

 

*****

 

Rafael Barba aveva appena concluso un’udienza vinta ancora prima di partire.

Eppure non aveva l’aria soddisfatta, anzi tutt’altro.

Aveva lo sguardo basso, cupo e le sue mani si muovevano freneticamente ed il respiro era irregolare.

Era talmente agitato che, per un istante, aveva rischiato di mandare a monte la sua arringa facendo cadere la giuria nella scelta sbagliata.

Avrebbe voluto vedere Allison, infrangere tutte le regole e cercarla, ma il suo lato da procuratore lo aveva obbligato a stare fermo e non infierire nelle indagini in corso.

Era brutto essere considerato un sospettato e sentirsi come tale nonostante non abbia fatto assolutamente nulla e fosse innocente per davvero.

Se avesse potuto urlare ed esprimere tutta la rabbia che aveva, mezza New York sarebbe crollata seduta stante sotto le sue vibrazioni vocali.

Non appena fuori dal tribunale, ancora sugli scalini, si fermò e respirò a pieni polmoni l’aria fresca, sperando che lo aiutasse a calmarsi e placare il sangue che sentiva ribollirgli nel cervello.

Ma non era affatto semplice, specie se due figure a lui ben conosciute si stavano avvicinando.

Erano lì per lui, quello era sicuro.

Viste le premesse del mattino, decise di mantenere anche lui il distacco professionale e li guardò salutandoli con un cenno del capo.

“Detective Carisi, Benson” li guardò dritti negli occhi “Posso esservi utile?”

Olivia rimase in disparte e Barba realizzò che non erano lì per dargli aggiornamenti sullo stato di salute di Allison.

Carisi, mantenendo la discrezione più totale, fece spuntare appena le manette che aveva in tasca.

“Vi prego, state scherzando” mormorò Barba, mentre Dominick abbassava lo sguardo.

Olivia, a quel punto, si avvicinò “Non le useremo, ma non rendere il nostro lavoro più difficile di quanto già non lo sia”

Barba strinse la ventiquattro ore e trattenne tutte le imprecazioni che minacciavano di uscire.

Olivia e Carisi furono, comunque, il più cauti possibile e si misero al suo fianco facendo in modo da farli apparire come se fossero tre colleghi/amici che stavano discutendo di qualche caso.

Sapevano che non avrebbe opposto resistenza e non se la sentivano di ammanettarlo come un pregiudicato davanti a tutti.

Per quanto Barba fosse loro grato per questa avvedutezza, non poté non sentirsi sprofondare.

Il terreno sotto i suoi piedi sembrava che lo stesse risucchiando e già vedeva la sua carriera finita.

Sperò vivamente che quell’equivoco venisse velocemente confutato e che Allison si decidesse a parlare per tirarlo fuori da quella situazione.

Pregò, ancora, che tutto quel caos fosse solo uno scherzo di pessimo gusto.

Purtroppo, però, capì che non era affatto una burla perché Carisi, il cui sangue freddo era superiore a quello di Olivia, iniziò ad elencargli i suoi diritti.

 

*****

 

Il procuratore Barba era seduto nella sala interrogatori.

Nessuno era ancora andato a parlare con lui e le scartoffie dell’arresto erano state compilate lentamente e con ben poca voglia.

I quattro detective si scambiavano delle occhiate degne di una partita a poker.

Sembravano camminare su un filo talmente sottile che a breve si sarebbe spezzato.

Cragen arrivò ad immaginare che, prima o poi, avrebbero tirato a sorte per decidere chi doveva entrare e parlare con lui.

Era la loro tattica per avere una confessione, ma più passava il tempo più non sapevano che scuse inventare per non entrare in quella stanza e iniziare un interrogatorio.

Nel momento stesso che avevano fatto salire Barba nell’auto, avevano mandato un messaggio ad Allison per comunicarle che avevano trovato un sospettato.

Erano stati vaghi, non avevano fatto nomi, ma erano sicuri che a breve sarebbe arrivata.

Solo che quel “breve” si era allargato a quaranta minuti abbondanti e, secondo la legge, avrebbero già dovuto iniziare l’interrogatorio.

In più, se entro un paio di ore dall’arresto nessuno parlava con lui e nessuno veniva a scagionarlo o incriminarlo, avrebbero dovuto rilasciarlo per mancanza di prove.

Barba non era stupido, sapeva che stavano prendendo tempo per vedere se Allison parlava, ma iniziava a perdere le speranze.

Le stesse speranze che stavano esaurendo fra il gruppo dei detective.

“Io ho esaurito le idee” disse Carisi, rompendo il silenzio e cercando di giungere ad una soluzione “Io e Olivia lo abbiamo portato qui, perciò tocca a voi due”

“Tante grazie, amico” Sbuffò Fin, alzandosi in piedi “Va bene, ci parlo io, ma uno di voi deve seguirmi”

Sembravano come dei bambini che discutevano su chi doveva fare cosa, scendendo persino a compromessi.

“Vengo io” si offrì Amanda, alzandosi e raggiungendo Fin.

Fecero per andare verso la sala degli interrogatori, ma un trambusto nella zona ascensore li fece bloccare.

“Cavolo” commentò Fin “Decidiamo chi deve muoversi e succede il finimondo”

“Fatemi passare!” esclamò una ben famigliare a Carisi e Amanda “Vi prego, devo parlare con detective Carisi”

L’interessato si alzò e andò verso l’ingresso “Tranquilli, ci penso io” disse Dominick, avvicinandosi ai due poliziotti di guardia.

Era arrivata Allison, finalmente.

Era stata dimessa...o si era auto dimessa.

Visti i segni che aveva in volto, sarebbe stato meglio se fosse rimasta lì ancora una giornata, ma vista la situazione era un bene che fosse lì.

Ora il caso poteva prendere una piega diversa.

“Ho ricevuto il messaggio della detective Rollins” mostrò il suo telefono ed il messaggio mandato da Amanda, tremando visibilmente “Lo avete preso davvero?”

Non sembrava per nulla sollevata, anzi...era terrorizzata.

“Purtroppo le prove in nostro possesso ci hanno permesso di farlo” rispose Carisi.

“E che prove avete?” domandò Allison “Io non ho fatto nomi e il kit stupro so che è risultato negativo!”

Cragen, che aveva sentito il trambusto, uscì dal suo ufficio e si avvicinò a Carisi per aiutarlo “Signorina Foley, noi stiamo solo facendo il nostro lavoro” le disse, cercando di mantenere un tono calmo “Se lei potesse dirci qualcosa di più in merito a questa situazione noi sapremo se la persona arrestata è quella giusta oppure no”

“Oh, quindi avete arrestato una persona che non sapete nemmeno se è collegata con me” incrociò le braccia e scosse la testa “Fate sul serio?”

“Allison, ascoltami” Olivia provò a tamponare “Ci siamo basati sulle prove in nostro possesso e sono state sufficienti per farci restringere il campo”

Allison iniziò a tremare ancora di più e dal suo volto iniziarono a sgorgare lacrime, che scesero copiose lungo tutto il suo volto.

Nonostante ciò, cercò di mantenere la sua posizione, deglutì e cercò di non balbettare mentre domandava “Chi avete preso?”

Tutti i detective si guardarono e Olivia prese di nuovo in mano le redini “Il procuratore Rafael Barba”

Allison sgranò gli occhi, il suo stomaco si rivoltò e si paralizzò, divenendo pallida.

Per un attimo, Olivia credette che stesse per svenire.

“Allison?” la donna cercò di richiamare la sua attenzione “Allison, tesoro, guardami”

Ma Allison non la guardava.

“N-n…” non riusciva a parlare e nemmeno a respirare.

“Portatemi dell’acqua” ordinò Olivia e Fin corse subito al distributore “Allison…” Olivia la fece sedere e poi prese una sedia mettendosi al suo fianco.

Fin arrivò subito dopo con un bicchiere di acqua fresca e lo porse ad Allison, che bevve con mano tremante e gocciolando per terra.

Lentamente riuscì a riprendersi e respirare normalmente.

Dopo aver fatto dei profondi respiri, sotto lo sguardo attento della detective Benson, Allison si sentì in grado di parlare.

“Non è lui” mormorò guardando negli occhi Olivia “Non è stato lui”

Olivia notò la sincerità negli occhi di Allison e si voltò verso gli altri, che annuirono.

“Al rilascio ci penso io” disse subito Fin.

“Io vado a parlarci” aggiunse Carisi, andando immediatamente nella sala degli interrogatori dove avevano messo il procuratore ad attendere.

“Guardo se la stanzetta si è liberata” si offrì Amanda, andando a controllare se la stanza che usavano per parlare con le vittime era libera e utilizzabile.

Olivia rimase da sola con Allison e le rivolse un piccolo sorriso “Sei sicura di questo, Allison?”

La ragazza annuì “Più che sicura”

Olivia fu grata ad Allison per aver parlato e aver detto la verità, ma questo non toglieva il fatto che c’era uno stupratore a piede libero in giro per la città.

“Prenderemo atto di questo ma…” Olivia sospirò “Tu sai che aiutandoci a scagionare il procuratore Barba, dovrai dirci qualcosa di più?”

Allison sgranò gli occhi e la guardò, scuotendo la testa “No” disse “La prego detective, non mi faccia parlare”

“Ascolta, Allison” Olivia fece richiamo a tutta la sua proverbiale pazienza ed empatia “So benissimo come ti senti e quanto è difficile, ma...se tu non ci dai maggior indizi, noi saremo costretti a trattenere il procuratore e le carte che il mio collega compilerà saremo obbligati a stracciarle”

Allison scosse di nuovo la testa “No, vi prego, Rafael non centra niente, ma non fatemi parlare”

Olivia ebbe l’ennesima conferma che tra lui e la ragazza vi era una relazione e questo non era decisamente di aiuto.

“Ed io ti credo” rispose sinceramente Benson “Ma abbiamo bisogno di una conferma maggiore”

“Se parlo mi farà ancora del male”

“Non finché ci sarò io” la rassicurò Olivia.

Allison teneva lo sguardo basso e cercava un modo per sviare la questione, ma non aveva nessuna idea.

Capì che l’unico modo per uscirne, aiutando così Rafael, era dire tutto ciò che sapeva.

“O-ok” mormorò, pentendosi amaramente di averlo detto “Ma parlerò solo dopo che avrete rilasciato Rafael”

Olivia sospirò di sollievo e annuì, con l’approvazione di Cragen, che era rimasto ad ascoltare.

  
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