Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Fiore del deserto    30/05/2022    1 recensioni
Periodo contemporaneo, Alice è la trisnipote di Alice Kingsleigh e, paradossalmente, né è la fotocopia fatta e finita. A differenza della trisnonna, però, “l’attuale” Alice ha un carattere poco combattivo, ma conserva una sensibile creatività che le permette di farsi strada nel mondo dell’arte: i suoi splendidi quadri, infatti, che hanno sempre come tema principale “Il Paese delle Meraviglie”, tematica tramandata di generazione in generazione grazie alla trisnonna, le hanno permesso di partecipare ad una mostra artistica molto rinomata. Tutto prenderà una prospettiva diversa, quando la stessa Alice si ritroverà catapultata nel Sottomondo, spinta dalla curiosità di inseguire un particolare coniglio bianco che va di fretta.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Andrà tutto bene. Tutto si aggiusterà.
Mally e il Leprotto avevano sentito il Cappellaio sentenziare queste due frasi molte volte, suonanti più come una certezza piuttosto che un comune modo per tenere alto il morale dei suoi amici.
Il fante non si era di certo limitato a rinchiudere i tre “malfattori” in un’unica cella e, chi ha modo di conoscere il suo sadismo, sa bene quanto la sua fantasia possa spingersi se c’è da fare soffrire qualcuno. Tanto per cominciare, il ghiro era stato rinchiuso dentro una gabbia penzolante – simile a quella usata per rinchiudere gli uccellini – grande abbastanza perché la bestiolina potesse compiere tre passi avanti e indietro. Il Leprotto, di sicuro, non se la passava molto bene nella sua di gabbia dal medesimo spazio angusto e la pazzia, la frustrazione, lo portava inevitabilmente a tirarsi violentemente le lunghe orecchie quasi a volersele strappare via.
Il Cappellaio, come detto precedentemente, non avrebbe mai permesso che i suoi cari amici scivolassero nello sconforto e puntualmente ripeteva le consolazioni citate prima. E ci voleva un grande coraggio per pronunciare simili frasi con tanta serenità, visto che lo stesso Tarrant si trovava nella sua cella ma impossibilitato a compiere un qualsiasi movimento, in quando il suo collo, i suoi polsi e le sue caviglie erano legate da catene così pesanti da procurargli delle fitte molto dolorose, benché facesse di tutto per non darlo a vedere.
Sarebbe andato tutto bene? Tutto si sarebbe aggiustato? Sì, se conosceva bene la sua Alice e poteva confermare della veridicità di questo. Il Cappellaio riconosce limpidamente quanto Alice sia forte e valorosa.
Un tonfo improvviso echeggia nella fredda, umida e lugubre sala delle prigioni e i tre indirizzano lo sguardo in direzione dell’origine del rumore, anche se non hanno alcun dubbio su di chi si possa trattare.
Stayne fa il suo ingresso e il suo sguardo non promette nulla di buono. Il Cappellaio e gli altri non possono sapere che il fante sia enormemente furioso per il trattamento ricevuto da quell’insulsa pittrice – come la sta nominando nella sua mente – e di come quella circostanza gravi così tanto dentro di sé al punto da volerla scacciare via. E, purtroppo, conosce già la sola ed unica soluzione.
Schiocca le dita verso una guardia, questa si fa avanti e sa che quel gesto indica di aprire la cella del Cappellaio. Il cigolio della cella rimbomba gravosamente, graffiando l’aria come una violenta artigliata. Il fante avanza in direzione di Tarrant, il quale rimane fermo sul terreno, accovacciato e dallo sguardo apparentemente sereno.
«Ora stammi a sentire.» inizia Stayne, stridente e torvo «Tu adesso mi dirai dove si trova Alice.» schiocca nuovamente le dita e altre due guardie fanno il loro ingresso all’interno della cella, portando un tavolo di legno scheggiato con sopra di esso uno strano involto «Sappi che so perfettamente come farti parlare.» nessuna risposta e il fante, dopo avergli scaraventato via il cappello a cilindro con un veloce manrovescio, gettandolo sul nudo suolo di pietra, lo afferra per i riccissimi capelli scompigliati e lo costringe a guardare in direzione del tavolo «Sta a te decidere: con le buone...» completa la frase non appena una delle carte da gioco espone il contenuto dell’involto «... o con le cattive.»   
Mally e il Leprotto emettono un gemito strozzato alla vista degli strumenti da tortura che verranno utilizzati sul loro amico, qualora decidesse di non parlare. Il problema era che il Cappellaio non aveva deciso di non parlare... ma si era imposto di non parlare. Non ha nessuna paura della frusta lunga quasi mezzo metro, con un manico lungo la metà, la cui seconda cinghia è collegata ad esso con un anello metallico e sulla quale sono stati attaccati delle strisce brevi, terminanti in ganci aventi la forma di becchi di rapaci. Non ha paura nemmeno della frusta adiacente alla prima, quella con diverse strisce di cuoio intrecciate con fili, le cui estremità sono libere e finenti con degli uncini. Non ha nessuna paura della terza frusta, la più lunga e con una banda più larga, dapprima imbevuta di latte e lasciata essiccare al sole per rendere le cinghie dure e affilate come rasoi.   
Stringendogli i capelli con più forza, Stayne lo obbliga a fare la sua scelta.
«Per l’ultima volta,» domanda biecamente «dove si trova Alice?»
Gli occhi verdi del Cappellaio ricadono sugli sguardi atterriti e apprensivi di Mally e del Leprotto. Le sue labbra si stirano in un sorriso strano, fuori luogo, folle. Temerario.
«Ricordate la canzoncina che cantavamo in onore della Regina Bianca? Quando in volo te ne vai, pipistrello cosa fai? Hai...»
Infastidito, il fante lascia malamente la presa e ignora la canzone intonata dal Cappellaio. Un altro schiocco di dita e i due cavalieri obbediscono senza fiatare: il Cappellaio viene liberato dalle catene, ma solo per dare alle guardie la possibilità di privarlo degli abiti superiori, scoprendone il busto e le braccia. Sempre per ordine di Stayne, il Cappellaio viene legato nuovamente e fatto adagiare col petto sul gelido muro, in modo che possa esporre la schiena.
Il Cappellaio avrebbe continuato a cantare senza vacillare, se il fante non avesse cominciato a percuoterlo con il primo colpo della prima frusta con una violenza inaudita. Un gemito viene strozzato dal Cappellaio, ma resiste insolitamente e riprende a canticchiare, seppur tremante per il dolore.
Un altro colpo, più concentrato e più violento. Non c’è pietà nell’arida e nera anima del fante e la crudeltà aumenta a dismisura quando ripensa al rifiuto di “Lady Hightopp”. Nessuna donna aveva mai osato rifiutarlo e una banale parente di un misero cappellaio non sarebbe, di certo, stata la prima a farlo. Era piuttosto facile riversare tutto il suo sfogo sulla pelle di un prigioniero indifeso, legato ed inerme, così come era piuttosto soddisfacente.
I colpi aumentano e Stayne non sembra stancarsi, ma la resistenza del Cappellaio lo innervosisce. Si ferma per cambiare lo strumento di tortura, il tempo che serve perché il Cappellaio possa prendere un momento di respiro.
Mally non ce la fa, ha sopportato anche troppo. Non vuole che il suo povero amico continui a soffrire così.
«Alice è Lady Hightopp!» strilla tutto d’un fiato, attirando l’attenzione di tutti i presenti.
Il povero ghiro, con il cuore a pezzi per aver assistito alla tortura del Cappellaio e per aver tradito Alice, crolla immediatamente e si pente di quanto ha appena fatto. Il Leprotto lo guarda con occhi sgranati, mentre il Cappellaio sbarra lo sguardo poiché comprende quanto l’incolumità di Alice sia in pericolo.
«Cosa?» sibila Stayne nel sentire una simile rivelazione, mentre lo sguardo si riempie di sadica gioia «Che cosa hai detto?»
L’inconsolabile Mally non ha mai desiderato di poter sparire all’istante.
 
Marmorea
 
Quando si muoveva, lo faceva sempre con molta grazia, dando l’illusione di danzare perennemente. Negli ultimi tempi, purtroppo, la Regina Bianca faceva non poca fatica a continuare a mantenere questo suo stato di soave danza, dal momento che più il tempo passava e più le cose non facevano che peggiorare. Tempo. Semmai avesse davvero avuto un senso poterlo nominare. Lo stesso tempo aveva perduto il proprio significato e concretezza, niente più era certo e tutto stava crollando ogni giorno di più.  
Con amara mestizia, seduta su di una candidissima panca dal colore che richiamava fortemente la neve, Mirana continua a passare le giornate in momenti di autocommiserazione, rimpianti e rimproveri verso sé stessa. Era davvero servita la pietà, quel giorno, quando Alice aveva messo a posto le cose, riportando la cronosfera al suo giusto e legittimo posto, scusandosi sinceramente con la sorella nel tentativo di mettere fine ad un conflitto durato per troppi anni?
Questa volta, probabilmente, non c’era nessuna bambinata aventi le crostate come pomo della discordia. Semplicemente, Iracebeth poteva essere definita come una di quelle persone nate per essere malvage?
Mirana scuote la testa, socchiudendo gli occhi, non accettando seriamente il fatto che la sorella conservi realmente una così sciagurata natura. Con un tuffo al cuore, la povera Regina Bianca, nuovamente senza la sua corona, si ritrova da sola. Senza corona, senza famiglia, senza speranza.
I pensieri vengono spazzati via con l’arrivo di un gruppo di dame e gentiluomini, rigorosamente abbigliati con il candido colore predominante del castello della Regina Bianca, i quali informano la loro amata sovrana dell’arrivo di McTwisp e che, a loro dire, sembra avere una notizia molto urgente da dare.
Mirana acconsente di incontrarlo, non è solita fare attendere chi si sia disturbato a giungere nel suo castello e, a maggior ragione, se hanno delle nuove da dichiarare.
Incontrato il coniglio presso la sala del trono, McTwisp è scortato dai gemelli Pinchi e appare molto affaticato, nervoso e apprensivo. La dolce regina gli dà il tempo di ricomporsi, lo mette ad agio e la bestiola inizia, finalmente, a parlare.
«Alice è qui.» afferma uno dei gemelli, al posto del coniglio.
«Alice è tornata.» fa da eco il fratello.
Questa rivelazione dà vita ad un sussulto collettivo, specialmente da parte di Mirana. Un fulmine a ciel sereno, non se lo sarebbe mai aspettata.
«Ma il saggio Brucaliffo,» continua tristemente il coniglio «ha nuovamente negato che si tratti di lei. Eppure,» un sussulto di sconforto «io sono così sicuro che si tratti di lei
«E così sarà.» lo consola la Regina Bianca «Non ti sei sbagliato la prima volta che la portasti qui, così come non ti sei sbagliato adesso.»
«Ma adesso è in pericolo con il Cappellaio, il ghiro e il Leprotto.» aggiunge Pinco Panco.
«Alla rovescia, il Cappellaio, il ghiro e il Leprotto sono in pericolo insieme a lei.» dichiara Panco Pinco.
Mirana emette un sobbalzo e chiede una spiegazione a riguardo.
Il coniglio prende la parola e spiega ogni cosa: il crudele fante di cuori ha rapito Alice, insieme al Cappellaio e gli altri, conducendoli dalla Regina Rossa. Altro, purtroppo, non sa.
Il cielo solo sa cosa potrebbe succedere ad Alice in quell’orribile posto, ma il fatto che Stayne non abbia giustiziato istantaneamente la ragazza quando avrebbe potuto farlo, la dice molto lunga. Probabilmente, non l’avrà riconosciuta – e se lo augura con tutto il cuore – ma adesso Alice si trova in serio pericolo.
Devono agire in fretta, trovare al più presto una soluzione.
Non c’è più un solo momento da perdere.  
  
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