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Autore: Padmini    30/05/2022    2 recensioni
Con questa storia voglio modificare in modo drastico il Film e la Serie Boruto, che non mi stanno piacendo per niente. Alcuni personaggi verranno eliminati, altri avranno un destino diverso, lo scoprirete leggendo. Spero che vi piaccia!
dal Primo Capitolo
La voce di Boruto gli arrivò come una ventata d’aria fresca, suo figlio era lì, era lì per salvarlo! Con uno sforzo indicibile riuscì a voltare appena la testa, la vista era sfocata, ma riconobbe in qualche modo le sagome di Sasuke, gli altri Kage e … Boruto? Sì, era proprio lui, ma per caso indossava la sua vecchia giacca? Quella logora e strappata di quando era bambino? Non riuscì a trattenere un sorriso, anche se Boruto aveva barato, anche se aveva meritato la squalifica per ciò che aveva fatto, era fiero di lui, si era rialzato e aveva continuato, sfidando la vergogna, sfidando la sconfitta, aveva affrontato tutto quello per venirlo a salvare.
“Papà!”
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Eccomi di nuovo qui. Anche se non prometto di poter pubblicare con cadenza così ravvicinata, spero di potervi dare almeno un capitolo a settimana. Spero che il prologo vi sia piaciuto, immagino che abbiate capito cosa succederà nel primo capitolo. Dovremo fare un piccolo passo indietro per scoprirlo e capire cosa Shikamaru racconterà a Kakashi …

Fatemi sapere cosa ne pensate! Buona lettura <3
Mini




 

1. Ti voglio bene

 

Due giorni prima

Ricordava l’esplosione, ricordava la luce accecante e il villaggio che scompariva, poi era svenuto. Era quasi certo di aver avuto successo e di essere riuscito a salvare tutti, ma lui? Lui dove si trovava? Non gli sembrava di essere al caldo, in un letto d’ospedale, tutto era freddo attorno a lui, la luce del sole gli colpiva il viso e qualcosa di ruvido e duro lo teneva legato a … cosa? In più c’era quel dolore, un dolore sordo al ventre, come se qualcuno stesse risucchiando brutalmente via l’energia. Aprì a fatica gli occhi a fatica, di fronte a lui c’era quell’essere albino e cornuto che aveva interrotto gli esami di selezione dei Chunin, era concentrato teneva le mani, che emanavano una lieve luminescenza, posate sopra il suo ombelico. Cosa stava succedendo? Cosa stava facendo? Kurama? Perché sentiva che il suo Chakra stava lentamente svanendo?

“Vedo che ti stai svegliando” mormorò l’essere, senza distogliere lo sguardo dal punto che stava fissando “Ti stai svegliando, ma non durerà a lungo, temo.”

Naruto aprì la bocca per replicare, ma in quel momento si sentì terribilmente stanco, gli sembrò di avere un macigno appoggiato al petto e respirare era diventato terribilmente faticoso. Si lasciò scappare un colpo di tosse e si guardò attorno, quell’essere lo aveva legato a quello che sembrava un grande albero, ma non poteva esserne certo.

Tutto stava lentamente svanendo, non riusciva a tenere gli occhi aperti e i suoni giungevano ovattati alle sue orecchie.

“Ho quasi finito, non preoccuparti, tra poco non sentirai più dolore” continuò quell’essere, con una voce che avrebbe dovuto essere rassicurante, invece suonava terrificante “Tra poco, finalmente, La Volpe a Nove Code tornerà dalla Famiglia alla quale appartiene” esclamò, sogghignando soddisfatto.

Il silenzio attorno a lui era profondo e spaventoso, ma all’improvviso sentì un rumore, il suono dei portali aperti da Sasuke. Erano forse lì? Forse erano arrivati per salvarlo?

“Papà!!” 

La voce di Boruto gli arrivò come una ventata d’aria fresca, suo figlio era lì, era lì per salvarlo! Con uno sforzo indicibile riuscì a voltare appena la testa, la vista era sfocata, ma riconobbe in qualche modo le sagome di Sasuke, gli altri Kage e … Boruto? Sì, era proprio lui, ma per caso indossava la sua vecchia giacca? Quella logora e strappata di quando era bambino? Non riuscì a trattenere un sorriso, anche se Boruto aveva barato, anche se aveva meritato la squalifica per ciò che aveva fatto, era fiero di lui, si era rialzato e aveva continuato, sfidando la vergogna, sfidando la sconfitta, aveva affrontato tutto quello per venirlo a salvare.

“Papà!”


“Papà!!”

Suo padre era imprigionato in quello che sembrava un albero gigante, i polsi e le gambe legati da delle liane, sembrava molto debole, ma era riuscito a voltarsi e a guardarlo.

Il nemico era di fronte a lui e sorrideva soddisfatto, non sembrava minimamente intimorito o preoccupato.

“Siete arrivati giusto in tempo … oppure no?”

Si allontanò da suo padre sogghignando.

“Non ho tempo per voi, non vale la pena combattere con esseri tanto inferiori, ho semplicemente rivendicato ciò che mi apparteneva. Sentirete ancora parlare di me e della mia famiglia!”

Nessuno fece in tempo a dire o fare nulla, Momoshiki Ootsutsuki colpì Naruto al petto in segno di sfregio poi, così come era comparso sull’arena dell’esame di selezione dei Chunin, lo strano essere scomparve.

Boruto vide del sangue uscire dalla bocca del padre quando ricevette il colpo e questo lo spaventò.

“Papà!”

Gaara si mosse per primo e, aiutato dalla sua sabbia, levitò verso Naruto, lo liberò da ciò che lo teneva legato grazie a un kunai, lo sostenne per le spalle e lo portò indietro.

Una volta a terra, cercò di aiutarlo a stare in piedi, ma Naruto cadde in ginocchio, privo di forze e fu lo stesso Gaara a intercettare la caduta e a posargli la testa sulle sue ginocchia.

“Naruto, cosa è successo?” gli chiese Sasuke, avvicinandosi.

Naruto, che sembrava faticare a tenere gli occhi aperti, aprì la bocca per parlare, ma gli uscì solo un sussurro. Gaara si avvicinò l’orecchio alle sue labbra per sentire meglio.

“Kurama?”

Naruto annuì e Gaara impallidì.

“Vuoi dire che …”

“Ha … ha preso …” iniziò Naruto, con un po’ più di sicurezza nella voce “Ha preso Kurama …”

Gaara gemette, poi guardò gli altri Kage, ma tutti avevano sentito e tutti erano a conoscenza di ciò che quel fatto avrebbe comportato.

“Naruto, stai sveglio, va bene? Vedrai che andrà tutto bene! Starai benissimo!” disse, incapace di accettare ciò che stava per accadere.

Naruto sorrise ma scosse la testa, infine si rivolse a Boruto.

“B-boruto … s-sei qui …” mormorò, sperando che il figlio si avvicinasse.

Boruto, che era rimasto paralizzato dall’ansia, sentendosi chiamare dal padre si avvicinò e si inginocchiò.

“Sono qui, papà” disse, pulendogli il viso dal sangue “Mi dispiace, non volevo deluderti!” continuò, cercando in tutti i modi di ricacciare indietro il pianto che era lì lì per esplodere.

“Sono fiero di te, ricordalo sempre …” mormorò, con la voce che perdeva forza di istante in istante “Ti voglio be-”

Si interruppe, un ultimo sospiro, poi lo sguardo andò al cielo e nel giro di pochi secondi i suoi occhi si chiusero per sempre.

“PAPÀ!!” gridò Boruto, in preda al panico “PAPÀ! RISPONDI PAPÀ!!”

Sasuke si avvicinò lentamente, posò due dita sul collo dell’amico, poi scosse tristemente la testa.

“NO!!” gridò Boruto, che aveva capito “NO!!”



 

Il buio svanì presto, una luce bianca e luminosa quasi lo accecò, ma i suoi occhi si abituarono presto. Dove si trovava? Non sentiva più dolore, non sentiva più nulla, si trovava in un luogo completamente bianco e luminoso. Si alzò senza alcuna fatica e si guardò attorno, quando una voce conosciuta lo chiamò. Erano anni che non sentiva quella voce, ma la riconobbe all’istante e capì cosa gli fosse successo.

“Speravo di vederti qui il più tardi possibile, Naruto”

Si voltò di scatto e lo vide: suo padre. Minato Namikaze era lì, come lo aveva visto l’ultima volta, alla fine della guerra, non era cambiato per nulla, solo gli occhi erano azzurri come li aveva in vita e non neri, segno della resurrezione temporanea che gli aveva permesso di combattere fianco a fianco con lui.

Naruto si guardò attorno, cercando di abituarsi a quella nuova situazione. Sapeva di essere morto, il nemico gli aveva sottratto Kurama dal corpo,non avrebbe potuto sopravvivere. Il pensiero andò subito all’amico, ma anche a Boruto, a Himawari, a Hinata. Prima di capire di amare Hinata non gli sarebbe importato di morire, nemmeno senza aver coronato il suo sogno di diventare Hokage, ma ora aveva loro, aveva iniziato a vivere per loro … e ora?

Suo padre si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.

“So a cosa stai pensando, è esattamente ciò a cui pensavo io quando fui costretto a lasciarti da solo. Non c’è stato un solo giorno che abbia rimpianto il nostro destino, avrei voluto vederti crescere, vederti diventare forte …”

Naruto annuì e capì che almeno lui aveva visto crescere Boruto e aveva avuto anche Himawari, ed entrambi erano abbastanza forti da poter andare avanti senza di lui, in più c’erano Hinata, Kakashi, Sakura, Sasuke e tutti gli altri, inoltre ci sarebbero stati l’uno per l’altra: non sarebbero mai stati soli.

“Sono felice di aver parlato con lui” disse “Voglio che sappia che sono fiero di lui e che gli voglio bene.”

Minato annuì.

“Anch’io sono fiero di te, figlio mio.”





 

Sasuke sospirò.

“Mi dispiace, Boruto, ma non c’è nulla che possiamo fare.”

Boruto si voltò verso il suo maestro e vide qualcosa che lo spaventò ancora di più. Sasuke stava silenziosamente piangendo.

Lui, che raramente dimostrava i suoi sentimenti, l’Eminenza Grigia, uno dei ninja più potenti del mondo, stava piangendo.

“No …” continuò Boruto, scuotendo la testa, si guardò attorno, anche gli altri Kage stavano piangendo, in particolar modo Gaara, che sembrava aver perso un pezzo di cuore “No …”

Boruto si voltò verso il padre, che sembrava star solo dormendo, posò l’orecchio sul suo petto e sentì il silenzio più totale, un silenzio spaventoso come una notte senza stelle.

“Papà …” mormorò, poi scoppiò a piangere senza ritegno “Perché?” chiese “Era solo un pugno, no? Perché è …” chiese, senza riuscire a terminare la frase, non poteva accettare di pronunciare la parola morte in relazione a suo padre.

“Come ha confermato lui stesso” spiegò Chojuro, che aveva nel frattempo ripreso il controllo delle sue emozioni “Momoshiki Ootsutsuki gli ha sottratto Kurama”

“Quindi?” domandò il ragazzo “Cosa significa?”

“Quando a una Forza Portante viene sottratto il Cercoterio …” iniziò Gaara, ma si interruppe, ciò che stava per dire era troppo forte anche per lui. Stimava Naruto come persona e come Kage, un nodo in gola gli rendeva difficile parlare.

Darui rimase in silenzio, Kurotsuchi sembrava senza fiato “ … la Forza Portante … muore.” concluse infine, senza riuscire a trattenere la disperazione nella voce.

Con uno sforzo enorme Gaara alzò lo sguardo verso Boruto.

“So cosa si prova, è successo anche a me, in passato. Venni rapito dai membri dell’Organizzazione Alba, che mi sottrassero il Tasso a una coda, ma grazie alla vecchia Chiyo e alla sua tecnica proibita, creata per donare chakra e vita alle marionette, tornai in vita. Per tuo padre, purtroppo, non c’è nulla che possiamo fare.” concluse, continuando a piangere silenziosamente.

Per Gaara, Naruto era un salvatore, lo aveva trascinato fuori dalla solitudine e dal dolore, gli aveva insegnato come accettarsi e come condividere il suo amore.

Raramente gli occhi del Kazekage mostravano i suoi sentimenti, Boruto lo sapeva bene, ma in quel momento le sue lacrime gli fecero comprendere appieno la tragedia che si era appena consumata.

Suo padre era morto.

Suo padre non si sarebbe svegliato.

Suo padre non avrebbe più potuto avere troppo da fare con il lavoro per occuparsi di lui.

Suo padre non gli avrebbe più sorriso.

Suo padre non avrebbe più potuto fare nulla …

Il pensiero andò a sua madre e a Himawari, già le immaginò devastate dalla notizia, ma si sforzò di non piangere, senza rendersi conto che lo stava già facendo.

 

Il silenzio era calato tra i presenti, solo il vento rompeva quel muro di dolore, tutti si guardavano negli occhi spaesati, senza sapere come fare. Naruto era stato per tutti loro un faro, una guida, un esempio da prendere di fronte alle difficoltà e, nonostante tutti fossero ninja rispettati e temuti, sapere di averlo perso li fece sentire soli, indifesi.

Boruto guardò gli altri Kage e Sasuke, tutti sembravano devastati da quella notizia, lui si sentiva annientato.

Un silenzio ancor più pesante calò sulla valle, tutti i presenti non avevano parole per descrivere il loro dolore, ma fu Chojuro a parlare per primo.

“Non voglio essere inopportuno, ma dobbiamo rientrare e, soprattutto, pianificare un attacco. Quei due membri della famiglia Ootsutsuki hanno la Volpe a Nove Code ora e ci hanno velatamente minacciato, dobbiamo fare qualcosa per prevenire un attacco, per proteggerci.”

Chojuro guardò Naruto.

“So che state tutti soffrendo, ma restare immobili nel dolore non ci porterà alcun bene. Dobbiamo difendere ciò che Naruto ha contribuito a creare, la pace che abbiamo ottenuto grazie soprattutto a lui.”

Gaara annuì, si pulì il viso dalle lacrime e si voltò verso Sasuke.

“Ci dovrai portare a Konoha” disse “Lì informeremo Kakashi che, fino a che non verrà eletto un nuovo Hokage, dovrà riprendere la sua mansione.”

Boruto, ancora chino sul padre, fremeva dalla rabbia. Lui era appena morto e loro già parlavano d’altro? Come potevano … come riuscivano a … Sentì la rabbia montare, ma ancora una volta la mano salda di Sasuke lo fermò.

“So come ti senti, Boruto, so che provi una rabbia indescrivibile, ma ora come ora l’unica cosa a cui possiamo pensare è come vendicare tuo padre e proteggere la sua eredità.”

Boruto respirò a fondo, la mano di Sasuke era un’ancora che gli impediva di naufragare nella tempesta delle sue emozioni.

“Parlerò io con tua madre e …”

“Parlerò io con Hima” lo interruppe Boruto, alzandosi e asciugandosi le lacrime. Sasuke annuì.

“Molto bene. Andiamo.” disse, quindi aprì il portale che li avrebbe ricondotti al Villaggio.

Gaara creò una lettiga di sabbia sotto il corpo senza vita di Naruto, lo sollevò e insieme agli altri attraversò il portale.

 

Tutti al villaggio stavano aspettando il ritorno degli eroi, tutti sapevano che sarebbero tornati vincitori, con Naruto malconcio ma salvo al loro fianco. Sasuke aveva avvisato che, una volta rientrati, sarebbero ricomparsi là dove erano svaniti, così nessuno si era mosso, in attesa del loro rientro, ma nessuno si sarebbe aspettato che il portale si aprisse tanto presto.

In testa al gruppo c’erano Sasuke e Boruto, con gli occhi ancora rossi per il pianto recente, dietro di lui gli altri Kage e infine Gaara, che sembrava star trasportando Naruto su una lettiga di sabbia. Tutti sembravano illesi, non avevano nemmeno un graffio.

Tsunade fu la prima a farsi avanti.

“Siete già qui? Com’è possibile? Cosa è successo?”

Sasuke guardò tutti negli occhi.

“Sarò brutale, ma non c’è altro modo per dirvelo.”

Prese un profondo respiro.

“Momoshiki Ootsutsuki ha attaccato il villaggio con il solo scopo di rapire Naruto e sottrargli Kurama. Cosa che, mi duole dirlo, è riuscito a fare. Il fatto che lui appartenga al clan Ootsutsuki certamente gli ha dato il potere di estrarlo da solo e in breve tempo.”

“Cosa … “ Tsunade sussurrò, poi guardò oltre Sasuke e vide Naruto, pallido, disteso sulla sabbia manipolata da Gaara, con occhi che non avrebbe più riaperto.

Sasuke si guardò attorno, ma non vide Kakashi, probabilmente era ancora in vacanza con Gai.

“Il Sesto Hokage dovrà essere informato e dovrà riprendere le sue mansioni fino a quando non sarà eletto l’ottavo.”

Boruto, come in trance, si avvicinò a Himawari, che era rimasta pietrificata dalla notizia, la strinse forte e attese, fino a quando la sorellina scoppiò a piangere.

“Ci sono io, sai? Saremo sempre insieme, papà sa che ti proteggerò qualsiasi cosa accada.”

Hinata era immobile, pietrificata dal dolore, non aveva sentito nè visto nulla a parte Naruto, inerme, freddo e senza battito. Sasuke le si avvicinò, ma Sakura era già al suo fianco e le aveva messo una mano sulla spalla, ma la donna non si scompose, era abituata fin da bambina a non manifestare le sue emozioni, lo avrebbe fatto più tardi in privato, o almeno era quella la sua intenzione, se non fosse che Sakura scoppiò a piangere proprio accanto a lei. Sentire il dolore di Sakura fece scattare qualcosa in lei, riuscì a sfuggire dalla presa della donna e si avvicinò lentamente al marito, che ancora era steso a terra, freddo e immobile, si inginocchiò con l’eleganza che contraddistingueva ogni suo movimento e lo abbracciò, lo strinse forte e solo quando il suo viso fu del tutto nascosto scoppiò a piangere in modo discreto ma intenso, solo il movimento ritmico delle sue spalle tradiva il suo sfogo.

Shikamaru, che fino a quel momento era rimasto immobile, devastato dalla visione di Naruto senza vita, si riebbe.

“Contatterò io Kakashi” disse piano, rivolto a Tsunade, che sembrava a sua volta senza parole e stravolta.

La ex Hokage annuì “Portiamolo dentro” disse, rivolgendosi a Gaara “Nessuno dovrà sapere nulla fino a quando non lo saprà anche Kakashi, per ora teniamo la cosa riservata.”

Tutti i presenti, a parte Boruto, Hinata e Himawari, che ancora erano chiusi in se stessi, annuirono. In silenzio, Gaara allargò la sabbia sotto Naruto per permettere a Hinata di stargli accanto anche durante il trasporto e la mosse per portarlo all’interno, seguito da tutti. Sasuke rimase fuori, incapace di muovere un solo muscolo, distrutto dal dolore in un modo che nessuno avrebbe mai compreso.

Un silenzio pesante calò sui presenti, un vento potente portò diverse nuvole e presto il cielo si fece grigio, sembrava che persino la natura percepisse l’umore dei presenti.

Sotto, la vita nel villaggio sembrava scorrere come sempre, le persone andavano e venivano senza curarsi di nulla, non sapevano che qualcosa di terribile era accaduto, che niente sarebbe stato più come prima.

   
 
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