Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Khailea    01/06/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
La conversazione con Jack non aveva aiutato a rallegrare gli animi, come di solito solo il ragazzo con le sue battute sapeva fare, anzi aveva solo peggiorato l’umore generale.
A tutti sembrava di avere di fronte una montagna insormontabile, Daimonas era stato nuovamente rapito, ma da un demone, ed a quanto pare tra i peggiori nella storia.
Un conto era affrontare qualcuno come Richardson, ne avevano tutte le capacità, un altro invece era questo.
Rahu in particolare era ancora stordita dal discorso, e più ci pensava più sentiva un nodo stringerle lo stomaco.
La voce del professor Anshu arrivava ovattata alle orecchie della ragazza, che aveva cominciato a sudare freddo.
-Ra-ra…- Ryujin notandolo allungò una mano verso di lei, facendola sobbalzare al contatto. -Va tutto bene, sono qui.-
Stavolta la vicinanza al fratello non bastava a farla sentire meglio. -Professore, mi scusi posso andare in bagno?- chiese alzando bruscamente la mano.
Non aveva idea di cosa stesse parlando, anche se a giudicare dall’espressione dell’uomo non sembrava molto contento di essere stato interrotto.
-D’accordo, ma la prossima volta non mi fermi nel mezzo della frase.
-Mi scusi.-
Senza nemmeno guardarlo negli occhi Rahu corse verso la porta, spalancandola e chiudendosela alle spalle alla ricerca di un po’ d’aria, fermandosi all’istante quando notò i corridoi vuoti.
E se l’avessero attaccata? Il pensiero la schiacciò come un macigno, e terrorizzata Rahu rimase ferma sul posto, non sapendo cosa fare.
Sentiva la nausea serrarle la gola, ma non si azzardava a fare un altro passo.
-Rahu?-
Per poco non gridò quando sentì pronunciare il suo nome, voltandosi però vide soltanto Johanna, che preoccupata le mise una mano sulla fronte. -Ti senti male?-
-… come fate a essere così calmi?-
Era una domanda lecita, nessuno di loro sembrava agitato, ed invece che armarsi o chiamare soccorsi erano lì a lezione.
Johanna la guardò con un timido sorriso, prendendola per mano sedendosi a terra e portandola accanto a sé.
-Non lo siamo. Nessuno di noi lo è.-
-A me non sembra proprio…-
-Perché altrimenti scateneremmo il panico.-
-Chiamate aiuto allora!- protestò Rahu alzando la voce, controllandosi subito dopo per evitare il professore le sentisse chiacchierare in corridoio. -Siete solo dei ragazzini, e stiamo parlando di affrontare un… non posso nemmeno crederci di starlo per dire… un… demone?- era quasi ridicolo dirlo ad alta voce.
Forse era tutto uno scherzo e lei c’era cascata in pieno, il ricordo della mano di Jack che si mozzava però la colpì con tutta la sua realtà.
Era troppo per essere uno scherzo.
-So come ti senti, nemmeno io all’inizio ci credevo, ma al mondo ci sono molte più cose di quelle che conosciamo. Alcune spaventose purtroppo.-
-Vuoi dirmi ora che esiste anche il topolino dei denti allora?-
-Ahah, chi lo sa, magari in quelle storie c’è un fondo di verità.- scherzò divertita Johanna. -Per quanto riguarda chiedere aiuto, molti di noi ci pensano quando succedono queste cose, io sono la prima, ma la verità è che non possiamo.-
-Hai il cellulare in mano.- protestò Rahu, vedendola come unica soluzione possibile.
-Credi veramente che ci crederebbero?-
Alla risposta di Johanna l’altra si ammutolì, nascondendo il viso tra le ginocchia.
-Quasi non riesco a crederci nemmeno io…-
-Se anche riuscissimo a provare che stiamo dicendo la verità, metteremmo in pericolo Jack e Daimonas.- aggiunse Johanna gravemente. -Quando gli umani trovano qualcosa che non comprendono, tendono a distruggerlo. Non voglio perdere dei miei amici, capita già fin troppo spesso.-
-Non è facile andare tutti d’accordo eh?- sorrise Rahu, ripensando a com’era la vita a casa, tra tanti fratelli e sorelle.
La conversazione cominciava a rilassarla, ed essere assieme a qualcuno la faceva sentire al sicuro.
-Per niente, soprattutto in questo periodo, però ci vogliamo tutti bene, e ci siamo sempre quando qualcuno ha bisogno.-
-Già, non mi aspettavo mi avreste aiutata con Sharazade.- ammise Rahu, rimpiangendo ora la “lotta” con quest’ultima. Vincere era stato più semplice che dovere affrontare l’argomento dei demoni. -Grazie comunque, sto meglio ora.-
-Non c’è di che. Per qualsiasi cosa ci sono sempre.- sorrise Johanna. -Vuoi tornare in classe?-
-Direi di sì, non sono stata molto corretta con il professore.-
-Non preoccuparti, penso sia abituato ormai con una classe simile. Sa come gestirci.-
Dopo qualche ultimo istante le due tornarono in classe, dove Ryujin guardò preoccupato la sorella appena varcò la soglia, ma questa le sorrise facendogli capire ora stava bene.
Questo purtroppo non bastò a ridurre il senso di colpa che il ragazzo provava, anche se era già qualcosa.
Se avesse potuto avrebbe rispedito Rahu subito a casa, non poteva farlo però senza il timore durante il viaggio le sarebbe successo qualcosa.
Ormai anche lei, come tutti quanti, era finita nel mirino di un grande male.
Il suono della campanella segnò la fine della lezione di geografia, e l’inizio di quella di ginnastica, dove per una volta la professoressa Dumb concesse un po’ di svago agli studenti, organizzando una sfida di pallavolo.
Visto il numero di studenti era ben più alto di quello richiesto per una squadra normale preparò addirittura dei turni in modo che tutti potessero giocare.
Per chi comunque aveva ben altro per la testa due ore non passarono molto facilmente, e quando anche l’ultima lezione raggiunse il termine l’aria si fece nuovamente tesa.
In silenzio aspettarono che la maggior parte degli studenti si allontanasse verso i cancelli, spostandosi a poco a poco verso il giardino del dormitorio, assicurandosi di non attirare sguardi indiscreti.
-Bene, siete tutti pronti?- chiese Jack dopo che si furono seduti in cerchio a terra.
Silenziosamente gli altri annuirono.
-D’accordo… allora direi di cominciare.- si vedeva fosse in difficoltà, come non esserlo in fondo. Stavano parlando di una parte del suo passato e del suo stesso essere tutt’altro piacevole, di creature spaventose che davano loro la caccia, e lui era l’unico ad avere un’idea di cosa stesse succedendo e di come affrontarli. La pressione non era poca. -Allora, ci sono molti tipi di demoni, ciascuno ha un potere diverso ed in aggiunta hanno tutti un’arma. La loro forza non ha niente a che vedere con quella degli esseri umani, perfino quelli più deboli sono capaci di ucciderne facilmente.-
-Non è un buon inizio…- commentò Grace rabbrividendo.
-Devo essere onesto con voi.-
-E quelli che stiamo affrontando di che livello sono circa?- chiese Zell preoccupato.
-A giudicare da quelli che abbiamo affrontato, direi il più basso.-
-Stai scherzando vero?-
-Difficilmente mandano qualcuno di importante per degli esseri umani. Credo siano soldati semplici.- spiegò Jack.
-Non so se sentirmi offesa o sollevata.- commentò Ailea storcendo il naso.
-Io direi la seconda. Siamo ancora vivi.- rispose Seraph, con Jack completamente d’accordo.
-Sì, tutto sommato questa è un’ottima notizia. Finché ci muoveremo in gruppo e nessuno rimarrà da solo avremo qualche possibilità di sopravvivere ai loro attacchi, avremo bisogno di allenarci però.-
-E tu ci insegnerai, vero?- chiese Sammy speranzosa.
Nei loro occhi Jack vide tutte le loro paure e la fiducia che riponevano in lui.
Per un istante gli sembrò di rivedere gli occhi di Daimonas, e sentì un nodo alla gola.
-Sì, non permetterò vi accada nulla.-
-Allora direi di iniziare già adesso.- disse Astral scrocchiandosi le nocche, pronto ad agire.
-Voi allenatevi pure. Io ho un mio piano in mente.- disse all’improvviso Nadeshiko, alzandosi in piedi.
-Nade, siediti per favore.- la intimò Vladimir.
-Neanche per sogno! So cosa fare, e non mi fermerete!-
-Nadeshiko! È una cosa seria!- Jack fece per alzarsi e seguirla mentre la ragazza si allontanava, ma Ailea lo fermò.
-Lo sai che non ti ascolterà, tu stai qui e spiega quello che dobbiamo fare, io la seguo così almeno non verrà ammazzata. Spero…-
-Arriva anche la grande Cirno! Pronta a difendere i più deboli!- esclamò Cirno saltando in piedi, correndo verso Nadeshiko.
-Vado anche io, per sicurezza.- sorrise dispiaciuta Yume, preferendo comunque perdersi il racconto piuttosto che sapere la sua amica in pericolo da sola.
Khal era pronto a fare lo stesso, quando Ailea lo fermò. -È meglio se resti, almeno poi mi spiegherai cosa vi dite.-
-Non voglio lasciarti sola.- protestò Khal tentando di alzarsi, ma la ragazza spingendo le mani sulle sue spalle glielo impedì. Per tutta risposta l’altro le afferrò i polsi, rifiutandosi di lasciarla andare.
-Vado io allora. Se dovete stare a perdere tempo tanto valeva lasciarla andare da sola.- sbuffò Seraph alzandosi, lanciando un’occhiata a Seraph come a dire “tu non ci provare a fare come lui”.
Astral capì al volo, e per quanto fosse preoccupato la lasciò andare.
Nemmeno Jack era entusiasta del fatto già tre persone se n’erano andate per i fatti propri, era letteralmente quello che aveva detto di evitare, Johanna però gli venne incontro trovando una piccola soluzione.
-Posso registrare con il mio telefono e mandare sul gruppo, così potranno vedere il video.-
Non era certo fosse la migliore delle idee lasciare a chiunque una testimonianza del fatto i demoni esistevano, ma avevano già perso troppo tempo per continuare ad aspettare.
-Va bene, piccola spiegazione generale. Nonostante la loro potenza, ciascun demone ha un punto debole, nessuno escluso, ed è l’unico modo per ucciderlo veramente. Può essere un occhio, il cuore, il ginocchio, la spalla, qualsiasi cosa.-
-Il tallone?- ironizzò Ayame, guardando verso Lighneers sperando di avergli strappato un sorriso, non vedendo nemmeno una smorfia.
-Qualsiasi cosa. Capire qual è il punto debole però non è semplice. Alcuni tendono a proteggerlo con più cura rispetto ad altre parti, altri per non destare sospetti evitano di farlo, mettendo pure punti trappola facendo credere siano il punto debole quando in realtà non lo è. Bisogna osservare con molta attenzione i loro movimenti, ed aspettare facciano un passo falso. Più la lotta andrà avanti più è probabile capiti.-
-Quindi ci basta capire il punto debole ed è fatta nya?- chiese Lacie sentendosi più fiduciosa dopo questa notizia.
-Circa, avrete visto anche voi che non è così facile colpirli, ed anche se ci riuscite penetrare la pelle può essere molto dura.-
-Perciò capire dove colpire non significa avere la vittoria in pugno.- concluse Alexander, per la prima volta interessato ad un argomento non incentrato su Hope, anche se in verità in parte lo era, visto serviva a proteggerla.
-Esatto.- annuì Jack. -Possiamo direi che ci sono due specie di demoni normalmente, li avete anche già visti, alcuni sono più umanoidi, altri animaleschi, e per ciascuno serve uno stile di combattimento diverso. Con quelli umanoidi è utile combattere con uno stile corpo a copro, anche se utilizzano delle armi è più facile metterli all’angolo rispetto a quando sono distanti, ma è estremamente pericoloso e bisogna rimanere costantemente concentrati. Per i demoni animaleschi invece vale il contrario, dovete stare il più distanti possibile. Non hanno una vera logica e sono più semplici da ingannare se si gioca d’astuzia, ma basta un solo colpo per venire gravemente feriti, i loro artigli sono affilatissimi.-
-Già, non me ne parlare…- sbuffò Ailea sfiorandosi il petto. I punti delle ferite che aveva subito erano ancora visibili da sotto la camicia, e facevano ancora piuttosto male.
-Per entrambi i casi, le armi da taglio vanno affilate con cure, evitate le armi da fuoco e non combattete senza un piano.-
-Come niente armi da fuoco?- protestò Astral, visto erano le armi con cui era più abile.
-Per via della pelle, ve l’ho detto, è molto resistente e solo in alcuni punti e con delle lame ben affilate può essere ferita. Alla fine dei conti, bisogna mantenere la calma, agire in gruppo e valutare la situazione. Ci alleneremo per sviluppare delle strategie, così saremo sempre pronti ad ogni evenienza.- disse infine Jack, sperando potesse bastare a tenerli al sicuro.
Nonostante non avesse portato buone notizie il suo intervento era servito a dare coraggio al gruppo, che si preparò per pensare ad un piano di attacco.
L’unica ancora immersa nei propri pensieri era Milton, che riusciva a pensare solo al dettaglio dei punti deboli.
Si chiese se anche Daimonas ne avesse uno, se fosse a conoscenza di tutte le cose Jack aveva appena raccontato, e se per questo fosse in pericolo.
Tramite la rosa almeno era sicura che fosse ancora vivo, ma quanto avrebbe potuto aspettarli?
-Milton? Va tutto bene?-
Annabelle aveva notato la sua espressione ed il modo in cui rimaneva in silenzio, e preoccupata le si era avvicinata.
Riscuotendosi l’altra annuì brevemente. -Sono solo un po’ pensierosa.-
-Stai pensando a Daimonas, non è vero?- disse Hope intromettendosi, prendendole delicatamente la mano. -Vedrai che lo troveremo.-
Milton non rispose, limitandosi a sorridere.
Aveva talmente tante cose per la mente che non se la sentiva di parlare, non le importava nemmeno che stessero rischiando di venire attaccati da dei demoni, voleva solo ritrovare il suo migliore amico.


 
 
 
 
 
 
 
Daimonas:
 
Con molta calma il ragazzo era riuscito a tornare nella propria camera ed a stendersi sul letto.
Sentiva tutti i muscoli del corpo dolere e la mente era affaticata dall’eccessivo sforzo a cui era sottoposto, ma non si pentiva della scelta aveva preso.
Stava facendo degli importanti cambiamenti, ed Alastor lo stava aiutando a compierli.
Istintivamente si passò una mano tra i capelli sudati, sorprendendosi ancora una volta di quanto fossero corti.
Sfiorò con facilità le corna che sbucavano tra le ciocche, e che ora non aveva più motivo di nascondere.
Se qualche mese prima gli avessero detto avrebbe vissuto una tale pace senza tenerle sotto il capello, non ci avrebbe creduto, ma lì erano tutti uguali, e non aveva nulla da temere.
Il bussare della porta interruppe i suoi pensieri, probabilmente era Wyen, perciò rispose senza pensarci.
-Avanti.-
Come aveva immaginato lentamente la porta si aprì, ed il viso della sorella comparve. Dopo ogni allenamento era lei che gli portava da mangiare, o che lo assisteva se aveva bisogno di cure, cominciava perciò ad abituarsi ai suoi arrivi.
-Grazie Wyen.- le sorrise vedendola appoggiare il piatto sul tavolo.
-È un piacere, come ti senti?-
Era sempre così posata ed elegante nei movimenti, come una perfetta bambola di porcellana.
-Devo ancora abituarmi a tenere quella forma, non posso credere che dovrà essere quasi una seconda pelle.-
-Con gli allenamenti sono sicura ce la farai.- lo incoraggiò lei. -Hai tutte le capacità per farlo.-
-Ti ringrazio, spero tu abbia ragione. Non vorrei stare facendo tutto questo per niente.-
Non voleva essere una delusione per suo padre.
Il pensiero l’aveva sfiorato certe volte, era un istinto quasi primordiale che provava ogni volta era costretto ad interrompere gli allenamenti.
Era ancora troppo presto per considerare Alastor come un vero padre, eppure temeva la sua delusione.
-Daimonas, posso farti una domanda?- chiese all’improvviso Wyen.
-Certo, dimmi pure.-
-… com’è fuori?-
La domanda lo spiazzò, e gli ci volle qualche istante per riprendersi. -Non sei mai uscita dal castello?-
Wyen scosse la testa, senza alcun dispiacere nello sguardo. -Il mio posto è qui. Accanto a nostro padre.-
Quindi lui non l’aveva mai portata fuori? Poteva centrare con il fatto che la ragazza, a quanto gli aveva detto, non aveva la loro stessa forza?
Forse voleva solo proteggerla, però questa rivelazione fece provare a Daimonas un moto di pietà.
Per quanto talvolta orrendo, il mondo era anche meraviglioso.
-È difficile da spiegare, è immenso, pieno di gente unica. Alcuni sono crudeli, altri gentili.- tentò di spiegare, ma gli era impossibile farlo, avrebbe dovuto farglielo vedere.
-Nostro padre dice gli umani valgono meno degli insetti.-
Era un’affermazione un po’ dura, ed estrema. Probabilmente fu piuttosto evidente il pensiero del ragazzo, perché Wyen lo fissò piegando la testa.
-Non è proprio così… esistono anche delle brave persone.-
-Tu ne hai conosciute?-
-Sì, erano miei amici.- annuì Daimonas con una punta di dispiacere nella voce, per l’averli abbandonati.
-E com’erano?-
Ecco nuovamente una domanda a cui era molto difficile trovare risposta.
-Sono… unici. C’è questa ragazza ad esempio che si chiama Lacie, è sempre pronta a tirarti su di morale con un abbraccio ed a strapparti un sorriso quando ti vede giù, e suo fratello Astral la ama più di qualsiasi altra cosa al mondo, si prende cura di lei e di tutti i suoi amici, o Ailea, che per te sarebbe risposta a combattere contro chiunque in qualunque momento. E poi c’è Milton che… - che era la cosa più vicina ad una sorella che avesse mai avuto. -… sono tutti molto speciali.- disse alla fine forzando un sorriso.
Perlomeno Wyen sembrava soddisfatta della risposta.
-Interessante… grazie per avermelo raccontato.- disse allontanandosi verso la porta. -Ora devo andare, tornerò presto se avrai bisogno di qualcosa.-
Come era arrivata se ne andò nello stesso silenzio, lasciando solo Daimonas.
-“È una brava ragazza.”- intervenne Mostro dopo qualche minuto.
-Sì, sono felice sia qui anche lei.-
La sua presenza rendeva l’intero castello più accogliente, senza di lei probabilmente le cose sarebbero state molto diverse.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nadeshiko-Cirno-Seraph-Yume:
 
-Nadeshiko, tesoro, non credi che sarebbe meglio tornare indietro?- tentò di convincerla per l’ennesima volta Yume, fallendo miseramente ad ogni passo.
-Noooooo! Miiiii ho detto che ho un piano!-
-Lo so ma… vedila così, se dovessi scegliere che vestito indossare ad un appuntamento verrei subito da te no? Se devi farti vedere una strana macchia sul corpo, vai dal dermatologo. Quindi se parliamo di cose come demoni, si ascolta qualcuno che sostanzialmente lo è.-
Il suo discorso era perfettamente logico, ma Nadeshiko si rifiutava di ascoltarla.
-Ormai è inutile tornare indietro, tanto vale assecondarla.- mormorò Seraph, rinunciando all’idea di riuscire a convincere la ragazza, oltre a lei inoltre c’era anche Cirno, che prendeva la cosa con altrettanta leggerezza.
-Non so di cosa vi preoccupiate, ci sono io qui con voi.-
Nessuno disse nulla, non erano decisamente dell’umore giusto per farlo.
Nonostante l’apparente tranquillità con cui si muovevano infatti ciascuna era ben allerta controllato tutto ciò che le stava attorno.
Seguendo Nadeshiko tra le vie della città arrivarono grazie al navigatore nel cellulare della ragazza nei dintorni di un piccolo negozio dall’esterno color crema ed un’insegna a forma di gemma.
Sicura della destinazione la ragazza entrò per prima, facendo tintinnare i campanelli appesi sopra la porta.
Cirno la seguì a ruota, mentre Seraph e Yume si guardarono perplesse prima di entrare.
L’interno del negozio era adorabile, i muri in legno erano stati dipitni di una tenua tonalità di rosa e gli scaffali erano colmi di centinaia di gemme e pietre di vario tipo, ciascuna lucidata a dovere e tenuta con cura.
Una giovane commessa dai corti capelli a caschetto arancioni le salutò con un sorriso, al quale Nadeshiko rispose frettolosamente prima di raccogliere le più grandi gemme attorno a lei.
-Prendo queste grazie.-
-Ma certo, un’ottima scelta. Anche io ne uso un po’ quando voglio rilassarmi a casa.- sorrise la ragazza calcolando quanto sarebbe costato.
-Ho decisamente vari modi per usarlo.- annuì Nadeshiko passandole una carta.
-Oooh guardate questa quanto è bella!- esclamò Cirno in sottofondo.
-Quella è una dumortierite, aiuta a sviluppare le abilità mentali.-
In una situazione diversa forse ci sarebbe stato spazio per una battuta, ma Yume e Seraph erano ancora piuttosto stordite.
-Nade, non sarà questo il piano a cui ti riferivi… vero?- chiese Yume titubante.
-Ma certo!-
Con un sorriso raggiante l’amica si avviò verso l’uscita, ignorando i prezzi vertiginosi che aveva appena pagato.
-Stai scherzando vero? Non puoi essere seria.- borbottò Seraph seguendola assieme alle altre.
-Non preoccupatevi, ho usato una vecchia carta che Vladimir ha dimenticato.-
-Puoi prestarmela?- chiese Cirno sorridendo, ricevendo contro tutte le aspettative la carta dall’amica. -… non mi aspettavo l’avresti fatto.-
-Tranquilla, ne ho ancora tante.-
-Nadeshiko, credi veramente che questi cristalli ci saranno utili?- si intromise Yume interrompendole.
-Se colpisce abbastanza forte qualcuno con questi lo stende di sicuro.- sorrise Cirno.
-Certo che ci saranno utili! Lo dicono tutti.- ribatté tranquilla l’altra.
-Tutti chi?-
Alla domanda di Seraph Nadeshiko le mostrò il proprio cellulare, aperto ancora su una pagina con una lunga lista.
-Qui, vedete? Dice: come affrontare i propri demoni.-
Stavolta anche Cirno sembrò interdetta, mentre le altre due rimasero completamente pietrificate.
-Oh tesoro…-
Sbuffando Seraph le strappò il telefono di mano, indicando il titolo. -Come affrontare i propri demoni INTERIORI.-
Effettivamente dal modo in cui era messa la pagina si leggeva poco la parola, e sembrò che fosse la prima volta che Nadeshiko la notava.
-Ops. Oh beh, se li tiriamo in testa a quei mostri vedrete che saranno efficaci. E poi sono belle.- rispose la ragazza senza scomporsi. -Torniamo dagli altri allora?-
Era passata meno di un’ora, ma Seraph era più stanca che dopo un’intera giornata di lezioni.
-Sì… torniamo dagli altri.-
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Khailea