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Autore: LadyYuna94    01/06/2022    1 recensioni
Durante l'ultima finale mondiale in Russia che vide i Bladebreakers vincitori, l'avvento del Team delle Tenebre ha gettato nel caos il mondo del Beyblade e non solo, seminando distruzione e morte. Da quel momento, ogni anno un Beyblader chiamato il Prescelto parte con quattro accompagnatori, definiti Guardiani, per un lungo viaggio europeo, il Cammino, che lo vedrà impegnato in dieci match volti a prepararlo a sconfiggere i quattro nemici sovrannaturali. Elena Tornatore, sorella minore del campione italiano Gianni, a dieci anni dalla comparsa dei blader della Morte, intraprende il Cammino scegliendo come suoi Guardiani gli ex campioni del mondo: Takao, Rei, Max e il Professor Kappa e parte alla volta dell'Egitto con il suo inseparabile Beyblade Vulpilyon.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Max Mizuhara, Nuovo personaggio, Professor Kappa, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 37:

- Rei… Rei, mi senti?-
Il ragazzo era come se sentisse quella voce nei suoi sogni. Conosceva bene la persona che gli stava parlando, ma non riusciva ad aprire gli occhi e guardarla in faccia, le palpebre erano pesanti come macigni e lui sentiva i muscoli completamente bloccati.
Provava una sensazione strana, come se l’anima si fosse staccata dal suo corpo e stesse fluttuando chissà dove, incapace di tornare nel suo contenitore originario.
- Andiamo, svegliati!- continuò quella voce, in tono imperante.
Rei si sforzò di aprire gli occhi, imponendosi a sé stesso di metterci la forza necessaria per fare quel semplice gesto e quando mise a fuoco il volto della persona che lo aveva svegliato da quello strano torpore, si sentì più confuso che mai, trasalendo paurosamente.
- Kei… ma come…?- chiese sconvolto poi diede una rapida occhiata intorno e quel posto ricordava tanto un ospedale, ma qualcosa dentro di Rei gli diceva che quello non era decisamente un ospedale. O almeno, non uno reale.
- Dove siamo? E tu come fai ad essere qui?- chiese poi incerto il cinese
Il suo amico Kei se ne stava nella sua solita posizione con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo basso con i capelli a coprirgli gli occhi. Rimase in silenzio per un po’, mentre gli interrogativi di Rei restavano sospesi nell'aria senza trovare una risposta.
Rei, come primo istinto, si alzò dal letto e gli andò accanto. Da quando uno dei suoi migliori amici era, di fatto, morto alla finale dei mondiali, Rei non aveva fatto altro che pensare a quello che avrebbe voluto dirgli se avesse avuto la possibilità di vederlo ancora. Erano tantissime le cose che gli erano passate per la mente negli ultimi dieci anni, ma ora che si trovava di fronte a Kei, le parole gli erano rimaste tutte bloccate in gola senza avere la possibilità di essere pronunciate.
Il blader di origini russe alzò lo sguardo e fissò il suo ex compagno di squadra e, al di là di ogni aspettativa, sorrise.
Rei si rilassò.
Ecco cosa voleva dirgli, voleva semplicemente ringraziarlo per avergli salvato la vita quella notte a Mosca, per aver aver avuto più coraggio di lui nel compiere quel sacrificio. Kei gli aveva dato una seconda occasione e lui in quegli anni non aveva fatto altro che autocommiserarsi e sentirsi in colpa.
Poi dei flash gli passarono davanti agli occhi.
La Tigre Bianca, Elena, il Team delle Tenebre e l’incantesimo per trasformarlo in Bit Power Supremo.
Rei sussult e quasi perse l'equilibrio, attraversato prepotentemente da quei ricordi, allora Kei alzò lo sguardo.
- Ora sai cosa si prova- disse in tono comprensivo il ragazzo dai capelli bicolore.
- Elena- riuscì a dire sospirando il moro, ricordando immagini confuse della battaglia in Egitto e portandosi stancamente una mano alla fronte con una smorfia. Anche quello strano mal di testa non era decisamente reale.
- Ce l’ha fatta, li ha distrutti- lo rassicurò Kei, dando le spalle al suo amico.
- Ne ero sicuro, non si sarebbe mai arresa- rispose Rei abbozzando un sorriso
- Lei sta bene?- chiese improvvisamente in ansia, vedendo che Kei restava in silenzio.
- E’ a casa, tranquillo. Anche se non smette di piangere per te, mi fa saltare i nervi!- commentò infastidito il russo.
Rei aggrottò le sopracciglia.
- Piange? E tu come lo sai?- chiese con una nota di tristezza nella voce
- Dieci anni in questo limbo e il mio unico passatempo è stato osservare voi idioti che vi rovinavate la vita, la parte divertente è stata solo vedere Elena battere Takao in allenamento, a ripetizione- commentò con un ghigno sarcastico Kei.
- Mi dispiace- fu l’unica cosa, tra quelle che avrebbe voluti dirgli, che uscì a Rei.
Avrebbe dovuto provare ad aggiungere qualcos’altro, ma anche in quel frangente le parole gli morirono una dietro l'altra prima di arrivare alle corde vocali.
- Ad ogni modo, tu non puoi stare qui- tagliò corto l’eterno diciannovenne dei Bladebreakers, voltandosi e prendendo a camminare per quella stanza, fermandosi davanti ad una finestra.
Accettare delle scuse non era proprio nello stile di Kei e, nonostante ci fosse la concreta possibilità che Rei si stesse immaginando l’intera conversazione, notava che il suo compagno di squadra era esattamente come quando lo aveva visto l’ultima volta: sicuro, freddo e spavaldo, che non lasciava trasparire alcuna emozione.
Rei era di nuovo confuso, forse più di quando si era svegliato, ammesso che lo avesse fatto per davvero.
- Che vuoi dire?- chiese aggrottando la fronte
- Voglio dire che devi andartene, questo non è il tuo posto- cercò di chiarire Kei
- Andarmene? E dove? Se ci hai osservati come dici, sai bene che ho dato la mia vita in cambio del potere del Bit Power Supremo, esattamente come hai fatto tu- sottolineò Rei, indicandolo
- Per me è diverso- ribatté il ragazzo dagli occhi violacei.
- Io non avevo faccende in sospeso nella mia vita terrena- spiegò neutro, continuando ad osservare un punto indefinito fuori dalla finestra.
- Kei, avevi solamente diciannove anni, come puoi dire di non aver avuto faccende in sospeso? La tua vita non era neanche ancora cominciata- ribatté Rei
- Fidati- lo rassicurò il suo amico
- Avevo chiuso con il mio passato e la mia infanzia che mi tormentavano da sempre, avevo troncato i rapporti con mio nonno e la sua influenza negativa non poteva più nuocermi, avevo conosciuto voi, che mi avete reso una persona migliore e mi avete dato la possibilità di compiere una buona azione, tanto grande da cancellare quelle cattive che avevo commesso per tutta la vita- spiegò il ragazzo, voltandosi verso Rei e facendo brillare quel singolare orecchino nero sul lobo sinistro.
Rei rimase stupito ad ascoltare il suo amico e fu incapace di rispondergli.
- La mia anima si era già evoluta. Il mio tempo terreno era completo- concluse Kei serio, poi si spostò dalla finestra e si mise di fronte al suo amico.
Gli mise entrambe le mani sulle spalle e Rei non si riuscì a spiegare come mai lo sentisse davvero, se in quel limbo come lo aveva definito Kei stesso, ci finiscono solo le anime, teoricamente. Eppure, quel contatto sembrava terribilmente reale.
- Anche se...- disse il russo, prendendo ad essere serio di colpo
- Anche se…?- lo incoraggiò Rei con lo strano terrore di avere poco tempo per dei chiarimenti.
- Non so come spiegartelo, ma voglio che tu ora mi ascolti… molto attentamente- esordì Kei prendendo coraggio e guardandosi intorno circospetto.
Rei si limitò ad annuire sicuro.
- Qualcuno vuole farmi del male… o me lo sta già facendo, non so dirtelo con esattezza- le iridi ametista di Kei scintillavano di una strana luce, come di preoccupazione e Rei trasalì.
- Cosa? Come?! Come fanno a farti del male se… se…- non riuscì a completare la frase, bloccandosi a metà.
- Se sono già morto? Già, ottima domanda- rispose con sarcasmo Kei
- Devi spiegarti meglio, come faccio ad aiutarti sennò?- chiese disperato il cinese
- Qualcuno tiene legata la mia anima da qualche parte, se ne vuole servire per qualcosa di oscuro, ma non so cosa e vorrei tanto saperlo- a quella rivelazione Kei strinse forte i pugni lungo i fianchi.
- Ok, d’accordo, usciremo di qui, insieme… te lo prometto, Kei- disse Rei, poggiando lui questa volta le mani sulle spalle dell’amico e stringendole leggermente, ma il russo scosse la testa.
- Non posso tornare, Rei- asserì sicuro
- Certo che puoi, troveremo un modo, vedrai- cercò di rassicurarlo il moro, ma la realtà era che neanche Rei aveva la benché minima idea né di dove si trovassero, né se fosse stato possibile andarsene da lì, né tanto meno se tutta quella situazione se la stesse immaginando.
- Io non posso… ma tu devi tornare indietro, tu puoi, so come farti uscire da qui- disse risoluto Kei
- Beh, è perfetto! Che aspettiamo allora? Andiamo via!- rispose Rei, quasi esultando
- Tu. Io non posso, te l’ho già detto. Il mio tempo terreno si è esaurito- gli ricordò, mentre ciuffi grigi gli andavano a coprire nuovamente gli occhi.
- Allora perché mi hai detto che qualcuno vuole farti del male se non mi dai la possibilità di aiutarti? Vuoi continuare a farmi sentire in colpa per altri dieci anni?- chiese stizzito Rei
- Non è colpa tua se sono finito qui, lo sai benissimo- lo informò Kei dopo un lungo sospiro, poi gli rivolse uno sguardo rassicurante.
- Sarà meglio che tu vada adesso… perché al contrario di me, hai ancora una marea di cose da fare- lo incoraggiò Kei, piegando leggermente la curva delle labbra in un sorriso.
- Ad esempio?- chiese Rei incerto e Kei iniziò a ridere talmente di gusto che il cinese quasi fu spaventato da quella reazione. Non aveva mai visto il suo amico ridere così, eppure avevano trascorso insieme tre lunghi anni tra campionati e tornei, come una squadra, insieme a Takao, Max e il Professor Kappa.
Era incredibile come avessero passato così tanto tempo insieme e lui non ricordava di aver sentito la risata di Kei nemmeno una volta.
- La cosa più complicata del mondo. Ti sei innamorato- gli disse cercando di rimanere serio e per un attimo Rei si sentì in imbarazzo. Il suo amico da quella specie di aldilà li aveva osservati per bene, si trovò a pensare il moro.
- D’accordo e allora? Che differenza fa, ormai?- chiese Rei rassegnato e la loro attenzione venne catturata da una luce che si irradiava dal fondo di quel corridoio deserto.
Kei sorrise sicuro, guardando in direzione della luce.
- Ci siamo- lo informò Kei
- Cosa? Che vuol dire?-
Rei era nella più totale confusione.
- Consideralo un regalo per aver salvato il mondo e un premio per la Prescelta, te l’avevo detto che conoscevo una scorciatoia per farti uscire- rispose tagliando corto il giovane.
- Perché non vieni con me? Andiamo via insieme, ti prego Kei!- urlò Rei disperato, come se avesse capito di non avere più il tempo di avere altre risposte dal suo amico.
Kei scosse la testa e poi con uno scatto uscì da quella stanza chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Rei da solo.
Quest'ultimo tentò di aprirla e chiamò il suo amico più volte, quasi urlando e cercò di buttare giù quella maledetta porta. Kei lo osservava attraverso il vetro e Rei cercò di leggere il suo labiale in qualche modo.
Non lasciare che mi facciano del male.
- Kei! Kei, ti prego, torna qui!!! Chi è che vuole farti male?- chiese ancora Rei, forzando ancora una volta la maniglia che sembrava non voler scattare in alcun modo.
Ci rivedremo, Rei, ho fiducia in te.
Queste furono le ultime parole del russo, prima di voltare le spalle a Rei e sparire attraverso quella luce, mentre una strana forza risucchiava Rei per trascinarlo via. E poi il buio.

Il Professor Kappa era arrivato tremendamente in ritardo quella mattina in ufficio.
Bevve il suo adorato caffè Starbucks bollente mentre si infilava il camice e trafficava con le scartoffie che il suo assistente gli aveva mollato tra le mani non appena lo aveva visto varcare la soglia del PPB, facendo attenzione a non versarci sopra la bevanda. Avrebbe tanto voluto anticiparsi, proprio per godersi quel rito che era la sua colazione nell’amata caffetteria sotto casa, ma anche una cosa semplice come bere un caffè in pace, era diventata difficile per l’impegnatissimo scienziato.
Tantissimi giovani che erano tornati a praticare il Beyblade provenienti da ogni parte del mondo si erano iscritti ai corsi tenuti dalla grossa azienda americana, nota per formare blader fortissimi, dunque il da fare si era praticamente decuplicato al ritorno dal viaggio in Europa.
Il prof si era diretto ad ampie falcate verso il suo ufficio, sperando che la Dottoressa Mizuhara fosse tanto impegnata da non notare il suo ritardo. Oltre a tutto il lavoro da fare riguardante le sue ricerche, aveva anche promesso ad Elena di ripristinare i Beyblade che lei gli aveva dato prima di salutarsi, ma era stato così sommerso di impegni che era riuscito solo a smontare i due Bey e aveva ancora tutti i pezzi sparsi sul suo tavolo da lavoro, in attesa di essere rimontati.
Quando entrò in ufficio e alzò lo sguardo, tutti ciò che aveva in mano, compreso il caffè, cadde a terra combinando un vero disastro sul pavimento. Il Professor Kappa si lasciò sfuggire una parolaccia, cosa che non era davvero da lui. I tre mesi passati con Takao dovevano aver avuto una terribile influenza su di lui, pensò per un attimo.
- Prof non ti agitare.-
Gli stava chiedendo con cautela quel ragazzo alto e atletico mezzo nudo, parandosi di fronte a lui.
Il Professor Kappa, deglutendo a vuoto, si avvicinò al telefono fisso della scrivania e continuando a guardare ad occhi sbarrati quella persona che, inaspettatamente si trovava nel suo ufficio, premette il pulsante dell’interno di Max.
- Good morning, prof, mi chiami per chiedermi di coprirti con mia madre perché hai fatto tardi? Tranquillo è in riunione, sei salvo- lo rassicurò il suo amico con la solita voce allegra, ma il Professore parve non farci caso.
- Max, per favore, vieni nel mio ufficio. Credo che da Starbucks abbiano messo degli stupefacenti nel mio caffè stamattina- e mise giù.


Ciao a tutti! Capitolo in anticipo perché non avrò modo di pubblicare domani... 
Ad ogni modo, ci avviciniamo inesorabilmente alla fine (sono molto triste per questa cosa...) manca davvero un niente per sapere come andrà a finire tra i nostri eroi.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti, ma proprio tutti i miei lettori ancora una volta e, in particolare come sempre LadyK_1989 con i suoi preziosi consigli e la carica giusta!
Un abbraccio a tutti <3
LadyYuna94

 

   
 
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