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Autore: lulette    08/06/2022    4 recensioni
|| 4 capitoli || COMPLETA ||
Dal capitolo I: Ad un certo momento, vide entrare un giovane uomo che dal modo in cui si muoveva, pareva sprizzare sicurezza da tutti i pori...
...Lo guardavano tutti: per forza! Era di una bellezza conturbante, quasi fastidiosa...
...'Dio, ti prego. Fa' che non sia lui'...
Si sedette al tavolino di Merlin, e gli porse la mano con un luminoso sorriso. "Tu devi essere...lui!"
'Come non detto. Grazie, Signore!'
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Proposal
















Merlin rimase fermo a pensare alle parole di Gwen. Era sfinito dopo il lungo colloquio avuto con la ragazza. Quello che gli aveva detto lo aveva fatto ribaltare all'interno.

Forse riusciva a capire che uno come Arthur non avrebbe potuto confidare a nessuno una cosa così privata. Nemmeno a lui. Eppure...

Gwen credeva quindi che Arthur stesse diventando gay o molto più probabilmente che lo fosse sempre stato, senza nemmeno rendersene conto. 
No. Non era possibile! Merlin avrebbe colto almeno qualche segnale.


O no?


Arthur era un maestro nell'arte della recitazione. Bastava osservarlo nell'intimità della sua casa e quando invece intratteneva i suoi amici.



Stava per ributtarsi nella mischia, quando Arthur lo raggiunse sorridendo con due piattini in mano.

"Merlin, credevo mi si sarebbe sciolta la torta. Non riuscivo più a trovarti. Non ti avevo chiesto di rimanere in zona?"

"Mi scusi capo, ma mi sono dovuto arrendere: stavo per essere fagocitato da un'invasione di cavallette giganti!"

Arthur ridacchiò "Cavallette è proprio il termine giusto per certa gente!"

Consegnò a Merlin uno dei due piattini.

"Stasera é lei a farmi da maggiordomo?" sorrise Merlin, lusingato da quel pensiero di Arthur per lui.

"Non ti sto facendo da maggiordomo. Sto solo facendo l'amico."

Merlin tacque, colpito da quelle parole, mentre Arthur si sedette e cominciò a mangiare.

"Gesù! La mia fetta di torta é gigantesca! É almeno quattro volte più grande della sua!"

"Perché puoi permettertelo, con un fisico asciutto come il tuo..."

Merlin arrossì. Gli scocciava che quei complimenti gli facessero quell'effetto, tipo scioglimento degli organi interni. Si considerava da sempre una persona seria e profonda che non dava importanza a certe piccolezze. Eppure se in quel momento Arthur gli avesse detto -tu sei bello ma stronzo- si sarebbe finto offeso, ma avrebbe gongolato di gioia.

Finita la deliziosa torta a tempo di record, Merlin fu invitato da Arthur a fare un bagno con lui. "Per favore! Non ho ancora toccato l'acqua e muoio di caldo!"

La prima cosa che fece Arthur fu quella di salire, portandosi appresso Merlin, sul trampolino più alto della piscina: circa sette metri di altezza, in una zona della piscina, controllata dai bagnini.

"Vado io, per primo!" disse Arthur felice. E fece un tuffo fantastico con tanto di salto mortale. Lo sforzo del tuffo aveva messo in evidenza tutti i muscoli della bella schiena di Arthur. E l'eleganza di quel volo aveva lasciato Merlin incantato.

Merlin gli fece un fischio di apprezzamento, appena lo vide riaffiorare. "Grande Arthur!" gli urlò dall'alto.

"Tocca a te! Fammi vedere di cosa sei capace!" gli gridò l'altro di rimando.

Merlin prese lo slancio, saltando più volte sul trampolino e volò molto in alto, toccando i piedi con la punta delle mani, come fosse un libro chiuso, poi lasciò andare il busto all'indietro formando per un attimo una croce perfetta e tirando le braccia sopra la testa un momento prima di entrare in acqua senza schizzi. Arthur era rimasto incredulo a guardarlo.

"Magnifico, Merlin! Un tuffo da professionista. Oggi è già la seconda volta che mi lasci a bocca aperta. Ti ho sempre considerato una sorta di secchione e oggi ti ritrovo pieno di muscoli e talento sportivo. Cos'altro mi stai nascondendo?"

"Nessun segreto! Amo lo sport e ogni tanto mi diletto, ma tutto qui!" Merlin si fermò e guardò Arthur indeciso se continuare oppure no. "Comunque... non sono io quello che ha qualcosa da nascondere..."

Arthur lo guardò con un mezzo sorriso. "Stai parlando di me? Avrei forse dovuto dirti qualcosa e non l'ho fatto?"

"Io, questo, non l'ho detto. È solo lei che può saperlo..." rispose Merlin vago, guardandosi intorno.

"Si può sapere con chi hai parlato?"

"Non posso dirglielo. Amici, direi..."

"Amici? Sicuro? Dal tuo tono non si direbbe. Se ti hanno detto delle cattiverie su di me, non si tratta di amici."

"Nessuna cattiveria!"

Arthur cominciò ad agitarsi. "E cosa ti hanno fatto credere questi fantomatici amici?"

"Solo che avete avuto delle ...difficoltà, ma visto che non ero degno delle sue confidenze, credo sia meglio non parlarne più!"

"Che cosa fai? Lanci il sasso e nascondi la mano?" 

Possibile che Merlin intendesse proprio 'quello'? Arthur sentì bruciargli il volto: erano anni che non arrossiva in quel modo, anche se non era ancora matematicamente sicuro si trattasse di quell'argomento. "Ci sono cose ... difficili da dire... anche agli amici veri. Cose personali che non possono essere dette a nessuno..."

"Certo, immagino" fece Merlin deluso "ma è stato leie a dichiarare al mondo la nostra imperitura amicizia...io non ci ho mai creduto fino in fondo."

Lo stomaco di Arthur si contorse: "Questo é un colpo basso, Merlin! Credevo che l'amicizia tra noi fosse...reciproca"

"Esattamente quello che pensavo io, signore!"

All'improvviso Arthur sbottò: "Gwen! Hai parlato con Gwen! Solo Gwen o Mithian avrebbero potuto farlo, ma siccome Mithian non c'è..."

"È preoccupata per lei!"

"Che badi ai suoi fagioli, invece di andare a scocciare il suo ex e l'ex del suo ragazzo!" disse Arthur con un moto di stizza. "Mi sembra che anche lei ne abbia combinati abbastanza, di casini!"

"Non si arrabbi con Gwen, si arrabbi con me, invece!" disse freddo Merlin.

"Con te? E perché dovrei?"

"Perché io sono arrabbiato con lei, Arthur..."

"Ma...tu cosa centri? Che cosa vuoi?" chiese Arthur indurendo il tono.

Merlin pur accusando il colpo rimase calmo: "Io avrei potuto aiutarla. L' avrei accompagnata da un bravo specialista: un urologo, un sessuologo, uno psicologo, o da tutti e tre, se necessario. Mi sarei inventato qualcosa pur di aiutarla..."

"Merlin" parlò Arthur con fare più pacato "scusa, ma sono cose mie e francamente non ho piacere che tu ti intrometta."

Merlin si immerse con la testa sott'acqua e riemerse velocemente: "Me ne sono accorto" rispose serio.

Arthur sospirò e si sdraiò sull'acqua a fare il morto, con gli occhi chiusi. "Se proprio ci tieni, sappi che sono in analisi da un ottimo psicoterapeuta, da parecchio tempo, ormai!"

"Se non me lo dice, come posso saperlo? Però mi fa piacere per lei, Arthur!"

Il biondo si tirò su e gli andò vicino, scoccandogli una sguardo di sfida. "Pensavi forse che non sapessi badare a me stesso?" gli chiese con tono  pieno di arroganza.

A Merlin andò il sangue al cervello dalla rabbia. Rabbia raddoppiata dalla bellezza molesta del volto di Arthur, grondante acqua e inondato di sole, così vicino e...furioso. Nel caso di Arthur, mai detto fu più vero di 'Arrabbiato è ancora più bello!' e parlò per colpire: "Un uomo di trent'anni che ha bisogno di aiuto per lavarsi e vestirsi, può dare l'idea di non sapersi prendere cura di sé!"

Il tono di Merlin trasudava fiele e Artù restò a bocca aperta, sinceramente offeso: "Ne ho a sufficienza di te, per stasera! Vedi di starmi alla larga finché non ti passano le scalmane, Merlin!"

"Più che volentieri!" ribatté Merlin con un mezzo inchino storto, poi si voltò e se ne andò, nuotando veloce.




Merlin tornò nello spogliatoio. Aveva il morale letteralmente sotto le infradito e si sedette su una panca con la testa fra le mani, sospirando avvilito. Non aveva mai litigato con Arthur in quel modo.

Arthur aveva sbagliato a parlargli così ma lui non era stato da meno.

Era solo o almeno così credeva, perché ad un tratto gli sembrò di sentire un paio di versi strani provenire dall'interno dei bagni.

Poco dopo, infatti, dalla porta di uno di essi, uscì un ragazzo, giovane e alto che si sistemava il costume. Merlin notò due larghi dilatatori ai lobi delle orecchie e molti tatuaggi sul corpo. Il giovane si lavò faccia e mani e quando si specchiò urlò risentito: "Non potevi evitarlo? Ti piace marcare il tuo territorio?" continuò toccandosi il collo.
Merlin lo guardò basito per un istante. Il ragazzo doveva avere qualcosa che non andava. Forse era solo ubriaco. Merlin controllò che il ragazzo non indossasse gli auricolari.

"Fino a poco fa, non ti lamentavi, però!" 

Merlin rimase immobile, vedendo con la coda dell'occhio qualcuno uscire dallo stesso bagno del ragazzo alto. La voce, purtroppo per lui, era quella inconfondibile, di Gwaine.

Merlin chiuse gli occhi per un attimo 'Dio, che serata del cazzo! Ma non potevo rompermi l'osso del collo mentre venivo in qua e finire in ospedale, invece che in questo posto!"

"Ah, ci sei anche tu!" disse Gwaine in modo scocciato, rivolto a Merlin, appena lo vide.

"Sì, Gwaine, ma sto per andare a casa." 

che Perché si stava giustificando con lui? Che gli importava? In fondo non era lui ad essere stato appena beccato a farsi uno, nei bagni. Ecco perché Arthur prima aveva avuto quel dubbio, di loro insieme nel bagno.

Gwaine doveva essere un habitué! Merlin sentì che stava per venirgli su la torta.

"Oh, non ti stai divertendo?" chiese il capellone con cinica compassione.

"Vedo che c'è chi si diverte per tutti e due!" rispose Merlin con un'espressione mezza disgustata.

"Sei...geloso? ...oppure sei invidioso?" chiese Gwaine, stirando le braccia voluttuosamente sopra la testa.

A Merlin stavano per saltare i nervi. Normalmente non sarebbe successo, ma dopo quella sera, dopo Arthur...
 
Si rese conto che qualsiasi risposta data a quel fantoccio, sarebbe stata a suo sfavore. Allora decise di giocare.

Merlin si alzò e si avvicinò con fare sicuro a Gwaine, tanto che questi fece un passo indietro. Allungò una mano vicino al volto dell'altro e molto lentamente, gli spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, guardandolo fisso negli occhi e sussurrando infine: "Forse... sono solo pentito!"

L' altro lo guardò con aria truce, ma quando Merlin vide per un attimo, passare il dubbio negli occhi di Gwaine, fu soddisfatto.

Nell'uscire dal bagno sentì il ragazzo alto chiedere all'altro: "E quella chi é? Una delle tue troiette?" A Merlin scappò quasi da ridere. 

Purtroppo avrebbe dovuto aspettare ancora prima di potersi rivestire  e tornare a casa. 

Sempre che una casa ce l'avesse ancora. 

Sempre che Artù non volesse cacciarlo.




Appena uscito dallo stabile, vide da un lato Arthur che puntava diritto verso di lui. Dall'altro lato, riconobbe la schiena nuda di Lance, all'interno di un gruppetto di persone, per cui si buttò a pesce in mezzo a quello, giusto un attimo prima che il suo capo lo raggiungesse.

"Lance! Che bello vederti! Stai una favola! Fatti abbracciare!"

Lance, un po' confuso ma sorridente, ricambiò con affetto. Merlin sentì un dito nervoso, picchiettare forte sulla sua spalla. Che fosse Arthur? ...

Era Gwen. "Guarda che sono qui!" disse con voce irata la ragazza, ma si capiva che le veniva da ridere. 

"Gwen!" e subito Merlin si mise a sussurrarle all'orecchio: "Scusa, ma avevo bisogno di un diversivo" e gli indicò con gli occhi Arthur che a due metri da loro, osservava la scena con le braccia incrociate e un bel broncio sulle labbra.

"Ma cosa gli hai fatto? Sembra nero! Vuole forse portarti a letto e tu hai paura?" sussurrò a sua volta la ragazza con un gran sorriso.

"No, non ricominciare!"

"Tu sei l'unico con cui potrebbe provare...ne sono sicura!"

"Ma perché?"

"Intanto potresti smettere di abbracciare il mio fidanzato?"

"Oh, sì! ...Scusa, Lance!" Merlin si spostò.

"Tutto a posto!" rispose Lance tranquillamente.

"Perché, mi chiedi?" riprese la ragazza "Sei dolce, sei bello e soprattutto... lui si fida di te."

"Grazie, ma a me non pensi?"

"Certo! Però ora é lui ad avere bisogno. Non potresti per una volta sacrificare il tuo benessere, per il suo bene, senza fare tante storie?"

"Benessere? Non credevo che il mio sedere si chiamasse così!"

"Amore?" li interruppe Lance, rivolgendosi alla sua ragazza "Potresti cercarmi qualche cosa da bere, intanto che faccio due passi con Merlin?"

Gwen sospirò. Quando Lance faceva così, significava che lei stava esagerando. "Ok!"

Poi si rivolse a Merlin. "Ehi, attento a te, che ti spio!"

Lance prese Merlin sotto il gomito e si allontanò dal gruppo. Arthur scosse la testa e se ne andò, probabilmente a sbollire la rabbia da un'altra parte.

"Merlin, posso dirti che hai messo insieme un gran bel fisico?"

"Non solo puoi dirlo, ma puoi ripeterlo tutte le volte che vuoi!"

Lance rise: "Mi siete mancati! Tu e tua ironia!"

"Anche tu mi sei mancato, ma se non ricordo male, fosti tu a lasciarmi!"

"É vero! Ma io non credo che tu abbia mai capito il vero motivo per cui lo feci!"

"Perché un bel giorno...miracolo...ti sei svegliato 'guarito'!"

"Non sono 'guarito'! Gli uomini mi piacciono ancora."

"Ok, allora diciamo che ti sei accorto che le caratteristiche femminili ti attiravano più di quelle maschili. Cambia poco!"

"Non é stato quello il motivo. Ancora non lo sapevo. Però è vero che fu una doccia fredda per me!" 

"Non fu una passeggiata, nemmeno per me."

"Lo so e mi dispiace. Ho 35 anni e da poco ho scoperto la mia bisessualità. All'inizio mi sono sentito come una specie di ...traditore...di quello che ero sempre stato, della mia famiglia che tanto aveva fatto per accettare la mia omosessualità, del mondo gay di cui avevo sempre fatto parte. Un percorso strano, il mio."

"Concordo!"

"Io ti ho lasciato perché, anche se ti amavo, non sopportavo più il tuo rapporto con Arthur!"

Merlin rimase di sasso: "Come hai detto?"

"Tu non te ne accorgevi neppure, ma Arthur veniva sempre prima di tutto, per te. Fin da quando ci mettemmo insieme. Io ero geloso e sono stato molto male!"

"Io ero innamorato di te, Arthur era il mio lavoro."

"Lavoro? Tanto da preferire di stare con lui a Natale, a Pasqua, in estate e tante altre volte, più che con me!"

"Non me l'hai mai detto. Se l'avessi fatto, io..."

"Tu forse mi avresti accontentato, ma quando stavi con lui, tu eri diverso e vedevo che eri più felice di quando stavi con me... Sapevo che non lo facevi apposta e sarebbe stato inutile fartene una colpa. Speravo solo ti sarebbe passata e sono rimasto con te perché non volevo perderti, ma quando ho capito che con Arthur non sarebbe mai cambiato nulla, non ce l'ho più fatta. Mi capisci?"

"Dico solo che se me l'avessi detto allora..." Merlin strinse le labbra "...ma ormai non ha più importanza!"

Lance strinse le labbra, a sua volta: "È così!"

Merlin stava per congedarsi, quando Lance lo fermò: "Sinceramente credevo che ti saresti messo con lui, dopo la fine della nostra storia!"

"No, non ci pensavo neanche. E poi é stato un brutto periodo per me. Avevo deciso che non mi sarei più innamorato: non volevo più soffrire. Mi ero messo in testa di diventare un donnaiolo e anche un 'uomaiolo' ... hai capito, comunque! Ma bisogna esserci portati e io non lo ero."

"A cosa ti riferisci?"

"La sera, uscivo spesso, per bere e per rimorchiare."

"Hai avuto molti amanti in quel periodo? Sei umano anche tu, dopotut..."

"Neanche uno! Arrivavo ai baci, qualche volta un po' oltre, ma all'ultimo mi tiravo sempre indietro! Non ero in grado di usare il sesso come distrazione. Fu in quel periodo che cominciai a capire di essere un ... coglione."

"Non dire questo. Non era una cosa da te...é stato meglio così. Prendilo come un complimento Merlin! Non potrebbe valere lo stesso discorso per Arthur, per tutte le storie che ha avuto?"

"Non direi. Al contrario di me, lui non si é mai fermato!"

"È vero, ma alla luce della consapevolezza del suo problema, la cosa diventa più comprensibile. Pensa a come deve essersi sentito: solo, triste e sbagliato. Non vorresti aiutarlo?"

"Per favore! Almeno tu, non chiedermi di fargli da cavia!"

"Come vuoi Merlin e in bocca lupo!"

"Grazie, anche a te!" si dissero scambiandosi un paio di baci sulle guance e Lance tornò da Gwen.



Merlin vide che qualcuno si stava già accomiatando da Morgana, quindi il momento era quello buono per andarsene via. 

Morgana lo ringraziò e lo abbracciò: "Che hai Merlin? Dov'è finito il tuo magico sorriso?"

"Sono solo un po' stanco" e si sforzò di sorridere. "Ti ringrazio per avermi invitato alla tua magnifica festa!" Morgana non aveva alcuna colpa del suo stato e meritava che quel giorno fosse per lei, il più felice possibile, senza ombre di alcun tipo.



Prima di entrare negli spogliatoi, Merlin si fermò a guardare l'acqua delle piscine al chiuso. Non c'era nessuno. Le parole di Lance, di Gwen, di Gwaine e soprattutto di Arthur, gli giravano in testa senza sosta.

"Gwaine! Lance! Spero tu ti stia divertendo, Merlin!" udì alle sue spalle. 

Merlin si girò verso Arthur. "Mai divertito tanto!" disse cinicamente.

Dalla posizione del corpo di Arthur, Merlin capì che il capo era ancora arrabbiato.

"Ho incontrato Gwaine poco fa, tronfio come un tacchino, e mi ha detto che praticamente gliel'hai servito su un piatto d'argento!"

"Che cosa?"

"Il tuo culo, Merlin!"




Merlin pensò per un attimo a come spiegare l’accaduto ad Arthur, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di mettersi a ridere, a ridere così forte e così a lungo che anche Arthur rimase sorpreso.

Appena provava a parlare ricominciava a ridere.

Era tutto talmente assurdo!

“Se me lo spieghi forse, potrei ridere anch'io!” fece Arthur scocciato.

Merlin prese alcuni profondi respiri per calmarsi.

“Lui…ha fatto lo stronzo e per vendicarmi ho fatto un po’ il cretino! Niente di che! Ma si vede che lui ci é cascato! In fondo lo scopo era questo!”

“Ti rendi conto che non é facile crederti?”

"Non avrei voluto trovarmi lì, quando dallo stesso bagno sono usciti Gwaine e quell'altro. Ma stasera é nata male! Mi ha chiesto se ero geloso di lui... cosa avrei dovuto fare?”

[“Gwaine é tanto stupido, quanto bello!]* Cosa hai fatto? L’hai baciato?”

“Ma neanche morto! No! Era ancora sporco di …mh…quell’altro!”

“Allora é vero che sei geloso di lui?”

Merlin si avvicinò ad Arthur che lo fissò con occhi interrogativi, ma non si spostò. 

“Non sono geloso di Gwaine!” mormorò Merlin. E avvicinò una mano al viso di Arthur provando a spostargli i capelli dietro un orecchio. Il suo capo lo guardava serio e Merlin non riuscì a fissarlo come aveva fatto prima con il capellone. 

‘Dio, é stato più facile con Gwaine’ pensò, notando il lieve tremore delle sue mani.

“Con lei non si riesce! Ha i capelli troppo corti!” 

“Mi stai dicendo che é quello che hai fatto con Gwaine?”

“Sì, tutto qui! Ho trovato sgradevole anche solo fargli questo… come potrei essere geloso di lui…”

 

“E con me? Hai trovato sgradevole farlo anche a me?”

“No. Occuparmi di lei non é mai stato un problema. Sarà per via del mio lavoro…”

“Già…” Arthur deglutì e rimase ancora un attimo a guardarlo negli occhi, poi si riscosse. “Se non altro, Gwaine se lo é meritato. Occhio però, che é un po’ troppo su di giri stasera…”

“Tanto vado via…”

Merlin vide chiaramente la delusione nell’espressione di Arthur che si lamentò: “Così presto? No, dai! Il meglio deve ancora venire. Parte una nuova orchestra tra poco che fa una musica fantastica. Si balla!”

“Sono stanco!”

“Cerca di resistere ancora un po’. Morgana vuole fare un ballo con te, é il suo compleanno…”

“Gliel’ha detto Morgana o se lo é inventato lei adesso?”

“Conosco bene Morgana e so per certo che…”

“Bugie! E le dirò che questa festa, per me, é stata una vera schifezza...”

“Cerchiamo di migliorarla allora...ora che alcuni ospiti sono andati via, volevo stare un po’ insieme a te! Intanto volevo scusarmi per prima!”

“Le chiedo scusa anch’io, Arthur!”

 

Arthur rimase a lungo in silenzio, indeciso su cosa fare. Poi parlò: “C’è una cosa di cui vorrei parlarti…”

“Di cosa si tratta?”

“Così a freddo non è così facile, Merlin! Speravo di avere il tempo di spiegarti le cose con più tranquillità”

“Non potrebbe spiegarmele domani?”

“No, non quando lavori! Ci vuole la giusta atmosfera.”

Un piccolo campanello d'allarme risuonò in lontananza nella testa di Merlin. “Mi sembra una cosa importante!”

“Lo é!”

“Devo preoccuparmi?”

“No, al contrario! É ...una cosa bella, credo, solo che é un po’ complicata da spiegare!”

“E allora, perché non taglia direttamente la testa al toro e me la dice?”

“Possiamo almeno sederci da qualche parte a bere qualcosa?”

“Venga qui con me!” E Merlin si sedette sul bordo della piscina, con le gambe a mollo. “Per il bere, abbiamo già dato il nostro congruo contributo alle distillerie inglesi, stasera.”

Arthur sorrise appena e si sedette, tuffando i piedi in acqua.

“Dica pure, Arthur. La ascolto!”

“Gwen prima ti ha detto del mio problema…”

“Sì!”

“E tu sai che sono in cura da uno psicanalista…”

“Sì!”

“Hai notato che non sto frequentando alcuna donna ultimamente?” Arthur non riusciva a guardare in faccia Merlin.

“Da tre mesi, signore!” anche Merlin trovava i propri piedi molto interessanti.

“E sai perché?”

“No!”

“Me l’ha chiesto il mio terapeuta…”

“Per quale motivo?”

“Vorrebbe capire se ho altre… preferenze!”

A Merlin andò di traverso la saliva e tossicchiò malamente poi disse con voce rauca, girandosi verso di lui per guardarlo: “Lei ...pensa di avere altre preferenze?”

“Fino a poco tempo fa no, ma ora… non lo so più.”

“Avete ventotto anni. Non é un po’ tardi?

“Tu, a quanti anni l’hai scoperto?”

“Presto. A quattordici anni avevo già baciato tutte le ragazzine del paese e l’anno dopo mi misi con un ragazzo!”

“Non l’avrei mai detto…delle ragazzine, intendo!” disse Arthur malizioso.

“Solo baci a stampo! I baci alla francese mi facevano ancora senso” sorrise Merlin al ricordo.

“Comunque…guarda Lance!” ribattè Arthur. 

“Cosa centra Lance?”

“Potrei stare per intraprendere lo stesso percorso di Lance, ma… al contrario! E lui é parecchio più grande di me.”

Merlin non avrebbe mai creduto che Arthur ammettesse… che pensasse… non aveva senso! Non ci poteva credere neanche per un attimo.

“Non potreste semplicemente soffrire…che so… di priapismo.** É una patologia poco conosciuta, ma molti dei sintomi sono i vostri.”

“No, ho fatto anche alcune visite urologiche e non soffro di priapismo. Dal punto di vista fisiologico é tutto a posto. É stato diagnosticato come un disturbo di origine psicologica.”

“Quindi state aspettando l’uomo adatto per verificare che si tratti di una condizione generalizzata e di un problema di identità sessuale non riconosciuta.”

“Sì. Parli come il mio dottore, Merlin” soffiò divertito Arthur “e quindi sto aspettando…”

“Aspettate che cosa?”

“Più che altro chi! Devo dire che finora non me la sentivo…”

“É cambiato qualcosa?”

“Forse!”

“Non c’è un altro modo? Mi sembra tutto così arido e freddo. Che so… la pornografia omosessuale?”

“Sembra che non sia poi così attendibile! Tu sai, ad esempio, che la maggior parte dei fruitori di pornografia gay maschile é rappresentata da uomini etero?”

“Davvero? Ma… perché?”

“Pare che ci sia una componente di immedesimazione più forte con un uomo attivo in un rapporto gay rispetto all’uomo eterosessuale in una coppia mista. La mancanza di una donna, inoltre, crea meno insicurezza negli utenti e meno gelosia e conflittualità nei confronti dell’attore.”

"Chiedo scusa ma non ho capito un tubo! Ora é lei a parlare come un medico! Questi etero che si impicciano di cose non loro e poi fanno tanto gli schifiltosi da fuori. Bah…Ma in definitiva, Arthur, la soluzione qual è?"

“Finché non provo non lo saprò mai con certezza!”

“Mi perdoni, ma io non la vedo proprio come gay!” Ora era Merlin ad essere geloso. Giá con tutte le donne di Arthur era stato faticoso, ma con un uomo…sentiva che non l’avrebbe sopportato. Probabilmente, se…quando fosse successo, avrebbe dovuto andarsene, magari con una scusa. I suoi occhi cominciarono a bruciare e si riempirono di lacrime, che il ragazzo cercò di ricacciare indietro a forza. “Capisco” disse solamente, con il capo chino perché l’altro non vedesse i suoi occhi lucidi.”

“Non mi sembra che tu capisca. Tu … te la sentiresti?”

“Di cercare qualcuno adatto a lei?” 

‘Dio, ci mancherebbe solo questo!’ pensò afflitto il moro. “Io non credo, no! Mi spiace ma, no!”

 

Arthur alzò gli occhi al soffitto. “Intendo…te la sentiresti di farlo tu…con me!”

 












*Dalla frase: “Sei tanto stupido quanto brutto!” detta da Arthur a Merlin nell’episodio 4x10.

 

**Priapismo: erezione patologica del pene, involontaria, spesso dolorosa, che dura anche più di 4 ore.



Ringrazio tanto le gentilissime susiguci, aredoni01 e Kylo_Ren. Ringrazio chi mi ha messo nelle preferite e nelle seguite. E infine ringrazio chi ha letto, per le tante visite! Mi avete reso felice!
   
 
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