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Autore: AliaLexi    08/06/2022    1 recensioni
Parodia circa family friendly scritta capitolo per capitolo
Il lettore vivrà le avventure del protagonista Eragon, varie sventure e drammi com'era solito nel medioevo. Dai sassi verranno fuori lucertole volanti e il giovane verrà addestrato per essere il primo Volatore dopo secoli dalla scomparsa delle suddette lucertole. Si andrà esplorando il disagio intrinseco nella storia di questo feto sedicenne senza portare offesa allo scrittore o alla saga in generale, è stata scritta solo per divertimento e senza intenti offensivi.
Fate compagnia al nostro eroe!
(Andando avanti con la lettura giuro che migliora, una volta finito di parodizzare il libro intero revisionerò i capitoli.)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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1 - Comparsa del sasso magggggggggico


    La famiglia di Eragon era povera in canna. Ecco perché, una notte, il nostro mitico eroe era sulle tracce di una cerbiatta nel posto più pericoloso di tutto il suo paese. La Grande Schiena. A sentirla così, nessuno penserebbe mai ad un posto brutto e malvagio, però molta gente era convinta che lì avvenissero cose oscurissime. Non chiedetemi cosa mettevano nella birra, in quella cittadina. Ma comunque nulla di buono.

    La cerbiatta a cui puntava Eragon era insieme al suo gruppetto di amici best friend forevah. Era una povera bestia zoppa che scappava da tre giorni. Quindi capiamo che Eragon era un bullo della natura, se la prendeva sempre coi più deboli. Va bene, avevano bisogno di carne perché l'inverno era alle porte, ma almeno prendi una bestia sana al pari tuo, no? No. Eragon bullo era e bullo è rimasto.

    Aveva trovato di nuovo le tracce dei poveri cervi e cerbiatti, i loro escrementi erano molto familiari all'occhio attento del cacciatore. Anche con le tenebre della notte e gli stupefacienti nel sangue. Che eroe. Crediamo in lui. Raggiunse in fretta lo spiazzo dove gli animali si erano fermati per riposarsi e brucare un po' d'erba in santa pace. Incoccò la freccia e fece i soliti pensieri tragici sul fatto di dover abbattere la preda o sarebbe tornato a casa a mani vuote. E, se fosse tornato a mani vuote, avrebbe sprecato tre preziosi giorni rincorrendo il nulla. Che depressione, ma dopotutto questo era il medioevo. La gente crepava.

    Mirò alla cerbiatta. Altri pensieri tragicissimi. Scoccò. Il "tun" sordo della freccia nel tronco di un albero lo riscosse dalla concentrazione. Non aveva preso un bel nulla. Però la pietra comparsa magicamente con un carinissimo "puff" sull'erba catturò immediatamente la sua attenzione. Per essere un sasso grande come una palla da rugby sembrava anche troppo strano. Era blu con delle leggere e sottili venature bianche che si attorcigliavano sulla sua superficie. Ma Eragon non capì subito che quella era la famosissima pietra pomice, la più pregiata tra tutti i sassi del regno. Per Eragon era un tessssssssssssssoro. Il suo tesssssssssssssssssssssssssssssssoro. Lo portò a casa tutto contento, saltando e camminando esattamente come un nano pazzo facente parte di un'altra saga famosissima.

 
   
 
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