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Autore: Sky_7    11/06/2022    0 recensioni
Perché qualcuno sceglierebbe mai di essere il cattivo di una storia? Da che esiste la divisione tra bene e male, nessuno si è mai definito cattivo, esistono solo due schieramenti dovuti a due opinioni contrastanti. è sufficiente questo a definire chi è il cattivo e chi il buono? E chi lo decide? Perché, da che mondo è mondo, sono i vincitori a scrivere la storia, che siano buoni o cattivi.
Se non fosse mai stato capitan Hook il cattivo? Se fosse solo stato una vittima delle circostanze, reso folle dai pensieri che non gli fanno trascorrere notti serene, dalla ricerca di quella vendetta contro un demone immortale che gli ha portato via non solo la mano destra ma anche la vita.
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Una storia in cui le cose sono andate diversamente rispetto a come le conosciamo.
Una storia che racconta il passato, presente e futuro del capitano James Hook, con tutti i retroscena e elementi inediti che racconteranno la sua storia e aspirano a dare un lieto fine a questo personaggio che nella sua lunga, lunghissima vita ha conosciuto solo dolore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Wendy Darling
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

Ci sono alcuni giorni in cui sai che accadrà qualcosa. Ti svegli come al solito, osservi il cielo limpido oltre la tua finestra, neanche una nuvola intacca quel meraviglioso azzurro e anche il mare è calmo come una tavola. Tutto è assolutamente normale.
Il risveglio di capitan Hook quella mattina fu più traumatico del solito, fitte acute e dolorosissime gli attanagliavano il polso destro, quella vecchia cicatrice bruciava come se la ferita gli fosse stata appena inflitta. Quella era una cosa strana e di certo sarebbe bastata a rovinagli non solo quella giornata ma, a causa del suo pessimo carattere, anche tutte le successive. Sicuramente un tempo non troppo lontano sarebbe stato così, ma non quel giorno.
“Buongiorno capitano” Wendy, pimpante e allegra come solo lei poteva essere, entrò nel salottino della cabina senza annunciarsi o anche solo bussare, un’azione che eseguita da chiunque altro avrebbe provocato una reazione sicuramente esagerata nel capitano, ma non se a farla era la fanciulla. Hook la raggiunse in pantaloni e veste da camera, aveva i capelli spettinati, non indossava gli stivali e neanche l’uncino, sembrava avesse appena lasciato il letto nonostante fosse già mattina inoltrata. Al contrario Wendy era vestita di tutto punto, beh per come si potesse essere vestiti di tutto punto su una nave pirata. La sua tenuta del giorno consisteva in un lungo abito di pregiata stoffa gialla che le arrivava alle caviglie, un altro dei tanti tesori sperduti arenati sulle spiagge di Neverland, era un po’ largo e scollato per lei e per questo, nonostante le temperature elevate, vi teneva la vecchia giacca rossa che le era stata restituita al suo arrivo. Per comodità vi aveva abbinato gli stivali che per stare sulla nave erano sicuramente più comodi delle scarpe da ballo con cui era giunta sull’isola, probabilmente erano un pugno in un occhio affiancati a quel vestito un po’ grande per lei e decisamente lontano dalla moda del suo tempo, ma qui entrava in gioco un altro dei punti a favore del trovarsi su una nave pirata: nessuno avrebbe avuto da ridire su questo abbigliamento fuori moda. Alt, in realtà solo il capitano avrebbe potuto parlare, più per il gusto di farlo che per reale interesse verso la moda femminile , ma da uomo, e soprattutto da padre, teneva per sé i suoi commenti. Era inoltre lecito aggiungere che non avrebbe esitato neppure a decimare la sua stessa ciurma se qualcuno si fosse azzardato a fare commenti di qualsiasi genere su sua figlia.
“Spero che tu non abbia esagerato con il rum dopo che ti ho lasciato ieri sera” proprio come farebbe una donna con diversi anni più di lei, Wendy gli si rivolse con le mani sui fianchi, una posa molto marziale e un atteggiamento             quasi da madre, forse un lascito anche di quella prima esperienza sull’isola insieme ai bimbi sperduti che l’avevano investita di tale ruolo.
“Non si esagera mai con il rum” e in aggiunta il capitano, adocchiata una bottiglia chissà come finita sotto la scrivania, se ne versò un nuovo bicchiere proprio sotto lo sguardo ceruleo della giovane.
“Vuoi davvero attaccarti alla bottiglia di prima mattina? James andiamo, non sta bene”
“Tralasciando che il sole è alto già da un pezzo, non è neanche mai troppo presto per il rum” non le diede altro tempo per replicare perché, sorridendole sarcasticamente, bevve il bicchiere tutto d’un fiato. La sua intenzione non era di certo quella di infastidire l’irascibile ragazza, quanto invece intontirsi abbastanza da alleviare almeno un po’ il dolore al braccio. Non voleva che Wendy se ne accorgesse e, da abile bugiardo quale era, sarebbe riuscito a tenere quel segreto, ma se poteva anche unire a ciò un po’ di divertimento che ben venga.
“Mh volevo ringraziarti”
“Per?”
“Spugna stamattina mi ha portato il materiale di cui parlavo ieri per il mio acchiappasogni, oltre allo spago anche pezzi di stoffa e delle perline di legno levigato e altre di vetro. Non ne avevo mai viste, sono splendide” poi le si illuminarono gli occhi, fuggì fuori dalla cabina per ritornare subito dopo con qualcosa tra le mani.
“Che ne pensi? È la prima volta che ne faccio uno, ma mi ritengo soddisfatta” e detto ciò gli mise in mano l’acchiappasogni. C’era un ben lavoro dietro e si vedeva, riconobbe una delle stecche del corsetto per fare il cerchio che fungeva da base per gli intrecci di fili bianchi, infine c’erano le conchiglie e le perline.
“Per fortuna non ci sono sonagli o altra roba del genere, farebbe un baccano infernale durante una tempesta” Wendy scoppiò in una risata argentina, probabilmente immaginando cosa sarebbe potuto accadere.
“Sì, forse hai ragione... Oggi ci alleniamo un po’ con la scherma?” Hook si prese qualche secondo per riflettere mentre, allontanatosi da lei, si apprestava ad indossare il supporto dell’uncino.
“Va bene, ma non sarò io oggi il tuo avversario” senza bisogno che le chiedesse nulla, non che si sarebbe mai abbassato a farlo, Wendy gli si avvicinò per aiutarlo ad allacciare le cinghie, un paio di volte lo aveva visto fare a Spugna ed era certa di riuscire ad aiutarlo
“Cosa? Perché?”
“Voglio vedere il tuo miglioramento contro un vero avversario, o meglio contro qualcuno con una tecnica meno raffinata della mia” le rispose con un cenno del capo quando gli porse la camicia, non tanto per non interrompere il discorso quanto per il maledettissimo orgoglio. A Wendy comunque andava bene così.
“Se mi accorgerò di qualche tua carenza saprò immediatamente come intervenire per migliorarla”
“C’è dell’altro sotto, vero? E non tentare di prendermi in giro” il capitano ghignò come era solito fare, soprattutto quando non aveva la minima intenzione di rispondere a una sua qualche domanda scomoda.
“Vai a vestirti decentemente, non ho intenzione di minacciare qualcuno di morte perché ti si sono viste le caviglie”
“Antipatico” Wendy gli fece una linguaccia, ma eseguì comunque quanto detto. Quando lo raggiunse sul tetto, Hook stava controllando la sua spada che Sparky aveva appena finito di affilare, osservò la ragazza, quindi, solo di sfuggita. Giunse sul ponte quasi saltando allegra, ma strizzava gli occhi probabilmente a causa del sole cocente. James sorrise a mezza bocca mentre il pensiero di procurarle un cappello si affacciava nella sua mente.
“Dunque, chi sarà il mio avversario quest’oggi?” un sorrisetto dispettoso le increspava le labbra e sembrava intenzionata a dare filo da torcere al povero disgraziato che avrebbe incrociato la spada con lei. Non aveva dimenticato il rifiuto di James Hook di insegnare a sparare, ma non si dava per vinta, avrebbe dimostrato di meritarlo. E poi che razza di pirata sarebbe mai stata se non sapeva sparare?
“Comincia con Cecco, poi vediamo come te la cavi”
Inutile dire che, contro lo stile sofisticato impartitole da James, i poveri marinai avevano ben poche possibilità di spuntarla, finendo inevitabilmente a tappeto e gonfiando l’ego della giovane.
“Sai, è un vero peccato che io non abbia una pistola. Ti consiglierei di ripensarci, come vedi con la spada me la cavo già molto bene”
“Non insistere Wendy. Non ti metterò mai in mano una pistola” replicò ignorando palesemente lo sbuffo della fanciulla. Il braccio faceva ancora molto male e neanche tutto l’alcol ingerito bastò a intorpidirlo abbastanza da non fargli sentire dolore. E questo non era un buon segno, perché era ormai prassi che quando il dolore al braccio lo attanagliava senza una ragione il folletto si era svegliato con la luna storta.
“CAPITAAAM HOOOOK” la sua voce petulante giunse alle loro orecchie prima della sua figura svolazzante. Anni di esperienza valsero la Hook la capacità di individuare il punto preciso da cui il suo nemico sarebbe giunto ben prima del suo arrivo, i suoi occhi erano già tinti di color cremisi.
“TUTTI AI PROPRI POSTI CANI ROGNOSI. CHE NESSUNO SI FACCIA TROVARE IMPREPARATO” cominciò immediatamente ad abbaiare ordini cercando di muoversi velocemente sul ponte affollato e disordinato e l’equipaggio si affrettò ad eseguire, Wendy vide persino caricare i cannoni con strane munizioni che sembravano tagliate.
“Wendy, tu va sotto coperta”
“Neanche per sogno, io resto qui”
“Questo è un ordine, ragazzina. Non te lo sto chiedendo” ma Wendy non indietreggiò davanti a quegli occhi infuocati, bensì lo fronteggiò a testa alta.
“Questo non è un gioco, Wendy”
“Non lo è mai stato, James. E io non sono più una bambina che va protetta dai mali del mondo” Hook strinse i denti, se solo avesse avuto il tempo non avrebbe esitato a caricarla in spalla e chiuderla nella sua cabina dove sarebbe stata al sicuro, ma Pan palesò il proprio arrivo scoccando una freccia che si conficcò sul ponte esattamente ai suoi piedi.
“La tua mira è peggiorata mostriciattolo. Un tempo mi avresti centrato un piede” esclamò voltandosi di scatto, ma con molta attenzione per continuare a nascondere Wendy dietro di sé, finché avesse potuto nasconderla sarebbe stato meglio.
“E finirla così velocemente azzoppandoti? Decisamente più divertente obbligarti a supplicare per aver salva la vita” con movimento scenografico volto solo a nascondere la figura di Wendy, Hook partì all’attacco tanto con la spada quanto con l’uncino. Wendy nel frattempo fu caricata di peso due marinai che si preoccuparono di tapparle anche la bocca perché non urlasse.
Lo scontro non era durato molto, ma come da tradizione nessuno era intervenuto nello scontro d’onore tra il capitano e la sua nemesi. Wendy, chiusa nella sua stanza, impiegò quasi lo stesso tempo a scassinare la serratura con un tagliacarte e un cavatappi, sebbene molto probabilmente se avesse dovuto replicarlo non ci sarebbe riuscita, e corse immediatamente sul ponte in tempo per vedere la lama del pugnale brillare alla luce del sole troppo vicino alla gola di Hook.
“PETER” bastò urlare il suo nome perché anche il tempo smettesse di scorrere, lo stesso folletto era bloccato e si girò lentamente verso sinistra. Già la voce gli era familiare, ma quando la vide mancò poco che gli occhi rotolassero fuori dalle orbite per quanto stava sgranando gli occhi.
“Non mi dai il ben tornata, magari a filo di spada?” come Peter, anche James aveva gli occhi sgranati maledicendo e bestemmiando dentro di sé in ogni lingua che conosceva. Cosa cazzo c’era da difficile da capire nell’ordine va sotto coperta?!
“Mi sembrava di averti detto di non tornare!” la voce di Peter trasudava rabbia, non aveva dimenticato gli ultimi trascorsi con la sua ex amica e questa volta nessuno gli avrebbe impedito di imporle la lezione che meritava.
“E ti sembra male” rispose Wendy senza scomporsi “Mi hai solo invitato ad andarmene quando non ho più fatto ciò che tu volevi” la giovane se ne stava dritta in posa di difesa con la spada davanti a se e il braccio sinistro dietro la schiena, come le era stato insegnato. Dal canto suo, poco distante, Hook sembrava invece pronto all’attacco e nervoso alla vista del folletto fin troppo vicino a Wendy.
“Fa lo stesso”
Fa lo stesso” ripeté facendogli il verso “I capricci sono una caratteristica dei bambini. Avevo quasi dimenticato quanto i tuoi fossero particolarmente fastidiosi” Peter Pan partì immediatamente all’attacco, ma Wendy fu rapida a reagire intercettando l’affondo e respingendolo. Sotto gli occhi attenti del’equipaggio e quelli sconvolti dei bimbi sperduti, Wendy rispondeva con maestria agli attacchi di un avversario con molta più esperienza di lei, ad ogni colpo evitato o parato Peter si infuriava sempre di più. Dal canto suo, Wendy teneva gli occhi aperti e studiava il suo nemico, per secoli non aveva avuto che James come unico avversario degno di nota e questo aveva avuto delle conseguenze impossibili da non notare per qualcuno che s’intende dell’arte della scherma: i suoi colpi erano adatti ad un combattimento con un mancino, il fatto che Wendy usasse la mano destra lo destabilizzava. Intanto un ricordo apparve brevemente davanti agli occhi di Wendy, il giorno in cui lei e Peter raggiunsero le rovine del castello per salvare John e Michael, fu il folletto a darle per la prima volta in mano una spada e insegnarle come usarla, insegnamenti soppiantati giorni dopo da quelli più tecnici di James. Quell’occasione era stata anche la prima volta in cui vide il capitano da vicino, rimanendo incantata davanti ai suoi occhi.
Ogni affondo di spada era una pugnalata in pieno stomaco per Hook che si risanava ma lasciava il dolore quando invece Wendy evitava o parava il colpo. Ogni volta che le lame si incrociavano un moto d’orgoglio gonfiava il petto di Wendy che spesso e volentieri si lasciò andare, come faceva con il capitano, a ghigni soddisfatti; d’altro canto per Peter erano l’ennesimo affronto che alimentava la sua rabbia cieca e omicida. Come alimentato dalla sua stessa rabbia, il tempo cominciò a cambiare, una tempesta si preparava a scatenarsi.
“Dobbiamo fare qualcosa. Non riuscirà a tenerlo a bada ancora a lungo, lui è troppo potente perché possa batterlo da sola” non appena pronunciate queste parole al proprio fidato primo ufficiale, Hook si trovò trascinato in alto da qualcosa di immateriale che lo fissava con i suoi vuoti occhi neri.
“Ben fatto ombra. Vediamo cosa farai adesso senza lui a guardarti le spalle, Wendy” sarà stata la paura per le sorti del suo mentore, l’adrenalina o, più semplicemente, magia, ma un bagliore sinistro lampeggiò negli occhi di Wendy. Fu breve e quasi invisibile per gli altri che correvano loro incontro, ma sufficiente a distrarre Pan che, colto alla sprovvista, si trovò ad urlare di dolore quando la spada della giovane lo ferì con un affondo sulla sua spalla. Sfortunatamente fu solo una ferita superficiale perché il folletto indietreggiò di un passo appena in tempo, ma quel dolore fu abbastanza perché l’ombra perdesse la presa sul capitano e concentrasse la sua attenzione su Wendy.
“Signorina!” Wendy si trovò appena in tempo ad afferrare una torcia lanciatele da un marinaio, perché un momento dopo si trovò a puntarla sull’ombra che le vorticò vicino. Con spada alla mano e torcia nell’altra sembrava pronta a combattere ancora, ma la verità è che la stanchezza cominciava a farsi sentire e il buio e il vento cominciavano a destabilizzarla. In realtà, solo in quel momento si rese conto degli uomini che cercavano disperatamente di ammainare le vele per salvarle dalla furia della tempesta sempre più vicina. Poi arrivarono le onde e quello che solo quella mattina era un dolce dondolio, divenne ora un giro di giostra mortale. Il fuoco scoppiettava piegandosi alla volontà del vento quando agitava la torcia davanti a sé ogni volta che l’ombra le si faceva più vicina, il suo istinto le diceva che non avrebbe dovuto farsi toccare e non era intenzionata a scoprirne il perché.
“Non saresti dovuta tornare Wendy. Hai dimenticato che qui comando io, io decido chi resta e chi va, chi vive e chi muore” Peter Pan avanzò di alcuni passi, incurante della lama ancora macchiata del suo sangue che Wendy gli puntava contro “Mi piace avere a che fare con un nemico alla volta e sarà qualcun altro a pagare la tua insubordinazione al mio volere”
“WENDY TIENITI FORTE!” con lo stomaco chiuso dalla paura la ragazza voltò la testa nella direzione opposta in tempo per vedere un’onda di dimensioni mastodontiche abbattersi con forza sul vascello e si sentì trascinare dalla corrente.
Nel caos riuscì ad afferrare una cima che colpì il viso mossa dalla corrente e vi si aggrappò con tutte le sue forze finché non emerse fuori dall’acqua. In superficie era l’inferno e sebbene non vedesse molto, sentiva il rumore del legno che scricchiolava e si spezzava sotto l’irruenza del mare, i tuoni sempre più vicini tra loro e le urla.
“UOMO IN MARE!”
“GETTATE L’ANCORA. DOBBIAMO FERMARCI!”
“LANCIATE UNA CIMA AL CAPITANO!”
Con tutte le forze che riuscì ad accumulare, Wendy arrancò fino al parapetto e si sporse oltre, sempre tenendo stretta la cima fissata alla ruota dell’ancora, alla ricerca di una familiare giacca rossa che le permettesse di identificare la posizione del capitano. Non vide l’uomo lottare contro la corrente per tornare a galla, ma identificò un’altra immagine altrettanto spaventosa: il coccodrillo su uno scoglio che scuoteva la testa agitando come una bandiera il cappello rosso con la piuma del capitano tra le fauci. Lasciò la cima e si preparò a saltare, ma due paia di braccia le si avvolsero intorno.
“NO! NO, METTEMI GIÚ. DEVO ANDARE DA LUI!”
“Wendy no! Il capitano non ci perdonerebbe mai se ti accadesse qualcosa”
“HA BISOGNO DI AIUTO!”
 
Le onde erano troppo forti, troppo alte. Nessun uomo avrebbe mai potuto avere la meglio sul mare e in quel momento, mentre l’acqua di mare bruciava nei polmoni e nelle ferite aperte, mentre il freddo gli stringeva le membra, seppe con assoluta certezza che era così. Prima di perdere i sensi e sprofondare nella fredda oscurità, sentì solo un’altra parola che sarebbe rimasta marchiata a fuoco nella sua memoria
“PAPÀÀÀ!”
 

Ancora una volta Peter Pan era sfuggito a una sua trappola mortale, portando con sé gli ostaggi. Ma, per una volta, a Capitan Hook sembrò non importare.
“Io sono...”
“PETER ATTENTO”
“Un ricordo”  
Non ci aveva fatto caso lì per lì, ma una volta solo con i propri pensieri quella voce di bambina le tornò alla mente insieme al dolce viso che aveva visto seppur per troppo poco tempo.
Non poteva credere ai suoi occhi, ma dal primo istante fu certo dell’impressione avuta. Wendy. Ripeteva quel nome da quasi un’ora, talvolta mentalmente e altre volte in un sussurro, assaporando ogni lettera. Assomigliava tanto a Mary, la stessa forma del viso, lo stesso sorriso, gli stessi capelli chiari. Ma gli occhi, quegli occhi color di nontiscordardime, li aveva presi da lui. Non c’erano dubbi, non avrebbero mai potuto essercene. Wendy era sua figlia.

SPAZIO AUTRICE
Beh, ho deciso che seppur con i miei tempi, finirò questa storia. Proprio oggi ho finito di scrivere il capitolo appena pubblicato, ho qualche idea sul prossimo ma non so quanto ci vorrà per pubblicarlo. Nel frattempo sto correggendo gli errori dei capitoli precedenti, modificando dettagli poco coerenti con la nuova piega che voglio dare alla storia e inserendo delle immagini. Creare dei fotomontaggi da me mi prende un po' di tempo, ma sono molto d'aiuto per descrivere le scene che ho in mente, non avete idea di quanto mi piacerebbe saper disegnare in questi momenti...
Credo di aver finito il "confessionale" di oggi, spero che il capitolo vi sia piaciuto

 
   
 
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