Otho
Il
libro era tra le sue mani bianche, come carbone tra cotone bagnato.
Era un
peso minimo, eppure sembrava gravare su quelle dita pallide, come debilitate da una lettura troppo intensa.
Lui aveva la mano poggiata sul pomello della porta, poteva
sentire l'ottone freddo bruciare sotto il suo palmo.
Era
stato come mangiare fuoco e riempirsi i polmoni di braci.
La
prima volta che l'aveva vista.
Stava per
morire ai piedi del proprio assassino.
Non
importava.
Naomi.
Se
nell'infinitesimale istante che precedeva la morte il pensiero sfiorava quanto
di più puro conservava la mente, allora forse aveva un senso morire.
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Spazio
dell'autore:
AngelVirtues: Grazie della lunga e graditissima recensione. Allora, innanzitutto l'alba è, per dirla in termini spicci, 'na cagata; nel senso che so perfettamente quale sia la
scena finale nell'anime e nel manga, e no, l'alba non c'è.
Peeeeeeeerò visto che avevo taaaanta voglia di scrivere
una cosettina simile e l'unica parola a mia disposizione era “alba”, ho ritenuto cosa buona e giusta far
finta di niente e andar per la mia strada.
Che
poi, in fin dei conti, a me piace anche così.
Per quanto
riguarda l'interpretazione, ahimè, debbo
purtroppo dare per vera la prima ipotesi, sebbene quella su Elle sia
sicuramente più particolare; l'alba in bianco e nero sta ad indicare, come hai
detto tu, un paesaggio di cui lui non può godere fino in fondo in quanto
emblema di purezza, serenità, tutte cose che Raito ha ripudiato sin
dall'inizio.
Tranquilla,
comunque, la tua teoria è molto bella. *Annuisce col
capoccione*
Grazie
ancora e alla prossima.