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Autore: ClostridiumDiff2020    15/06/2022    0 recensioni
Billy Russo è in ospedale, semicosciente per via dei farmaci. Ha subito un lungo intervento, la sua memoria vacilla, fatica a riprendersi e naufraga in una miriade di frammenti del suo passato ed è qui vedrà Oscar. Quando erano piccoli le loro menti erano legate da un sottile filo che in momenti di incoscienza permetteva loro di comunicare telepaticamente. Oscar gli propone di raggiungerlo, di iniziare una nuova vita con lui come progettavano quando erano piccoli. Grazie a un’infermiera che lo ha preso in simpatia riesce a scappare ma quando arriva in Europa a Berlino nel luogo prestabilito, Alexanderplatz ma Oscar non c’è e Billy inizia a temere di esser diventato pazzo o di esserlo sempre stato sentendo la voce di una persona che non esiste se non nella sua mente. L’unica a cui non ha mai nascosto niente a cui ha confessato cose che nemmeno a Frank ha mai detto. I due non possono incontrarsi perché vivono in due dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Oscar Billy è un altro uomo, mentre nella dimensione in cui vive Billy, Oscar è morto da ragazzino in un tragico incidente. Troveranno il modo di attraversare il Multiverso?
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billy Russo, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 56







Il ragazzino più alto li seguiva a distanza, scrutandolo accigliato.
Billy sbuffò con un mezzo sorriso sconcertato, se non fosse stato tanto debole non si sarebbe certo fatto mettere i piedi in testa da un branco di mocciosi che puzzavano ancora di latte.
Ma dopo aver scacciato uno spettro succhia vita e con un corpo morente in un'altra dimensione si era ritrovato debole e indifeso come un poppante e lo detestava.
Si guardò attorno. Erano entrati in un palazzo malmesso.
La mocciosa con i capelli color paglia dette una strattonata alla corda con cui lo avevano legato e lo guardò con un mezzo sorriso divertito. Lui rispose prendendo un appunto mentale di scordare la sua regola aurea di non far male ai ragazzini, dopotutto restava sempre quella di non farlo agli animali, poteva essere più che sufficiente per la sua coscienza.
La marmocchia doveva avere una quindicina d’anni eppure lo squadrava con uno sguardo decisamente inadatto per uno scricciolo di quell’età.
Lui se la rise tentato di dirle che non sarebbe mai stato interessato a una mocciosa che poteva tranquillamente essere sua figlia.
 
“Dobbiamo proprio darlo in pasto alle creature? È così carino… con quegli occhioni da cucciolo… Posso tenerlo come animaletto da compagnia?”
Billy digrignò la mandibola e maledì quella spossatezza. Se solo avesse riacquistato i suoi poteri… Se solo quella dannata marmocchia non…
Una morsa allo stomaco, un crescente senso di nausea e gemette.
Se solo non avesse stretto tra le mani la sua Aleksandra.
La seconda mocciosa, con fin troppe lentiggini e una cesta di capelli rossi lo scrutò. “È vecchio… Buono solo come carne da macello, lo doneremo agli spettri… visto quello che è riuscito a fare prima ci dovrebbe dare anche un bello spettacolo… Ma visto quel colorito palliduccio dubito che durerà a lungo… E noi avremo un altro mese di tregua… Dopo aver banchettato con lui gli spettri ci lasceranno in pace per un po’…”
Le sue parole erano sprezzanti ma il suo sguardo lo scandagliava con ancora più cura della sua compagna.
“Dobbiamo proprio lasciarlo vestito?” sbuffò la marmocchia dai capelli color paglia.
La rossa scosse la testa e Billy dilatò le narici, a questo era ridotto? A essere il giocattolo che si strattonavano finché non lo avessero rotto?
La predatrice, Daisy… E adesso due marmocchie di cui era felice di non essere padre.
 
Alla fine lo spintonarono sulla terrazza, ma era riuscito a tenersi i vestiti.
Se doveva morire lo avrebbe fatto con la sua dignità ancora indosso.
Gli spettri erano già là… Billy poteva avvertire i loro sguardi bramosi.
Se gli avessero strappato l’anima nutrendosi della sua vita cosa sarebbe successo? Sarebbe svanito?
Cercò il potere dentro di sé ma riuscì solo a ritrovarsi ancora più debole e impotente.
Mentre la nausea lo divorava… Aleksandra era ancora stretta nelle mani di quella maledetta ragazzina.
Cercò quello strano oggetto dorato che portava ancora legato alla cintura, il regalo di uno sconosciuto… un oggetto misterioso… Non seppe nemmeno perché lo aprì perché scrutò l’aletiometro cercando di vedere oltre quei simboli scarabocchiati sul quadrante.
Le lancette rimbalzarono più volte sul simbolo del gufo, ancora e ancora strappando a Billy un sorriso.
 
Evie…Oscar…
 
Avrebbe voluto rivederli, sentirsi di nuovo completo…. E invece…
 
Lo spettro incombeva su di lui, lui chiuse gli occhi sperando di sprofondare in un ricordo bello, di morire con almeno un sorriso.
Rivide il suo corpo steso in quel letto, avvertì la stretta della Predatrice e almeno quello gli dette soddisfazione, non lo avrebbe avuto… anche se morire per negare un pasto a quella creatura era una magra consolazione.
Poi fu l’oblio.
 
 
 
Ehi sei sveglio?
 
La voce di Evie lo raggiunse e Billy aprì occhi. Lei era seduta accanto a lui e gli sorrideva cercando di nascondere l’apprensione stampata nei suoi occhi.
“Non mi freghi piccola… Stai morendo di ansia, smettila di fare la dur…”
Evie lo abbracciò con forza e Billy si abbandonò, era con lei, ancora una volta.
“Mi stritoli…” ansimò lui divertito. La sentiva, calda. Il suo profumo gli riempiva la narice. L’odore di viaggio nel Multiverso, di stanchezza e lotta, di fuoco e rabbia, l’odore di Evie.
Non aveva più timore, imbarazzo era tutto così semplice quando quella connessione si intrecciava.
“Billy non voglio lasciarti mai più! Desidero restare sempre con te e condividere ogni cosa. Non solo la gioia ma la rabbia, il dolore… Anche quando ci feriamo l’un l’altro tienimi con te. Anche quando sei arrabbiato con tutto e tutti voglio poter restare accanto a te, sanguinare con te e gioire in ogni sfumatura del tuo essere…”
Lui annuì accorgendosi di tremare.
“hai rimesso in riga quelle pesti?”
Evie rimase nascondendo il volto nell’incavo del suo collo “Qualcuno doveva dar loro una bella sculacciata…”
Billy la strinse, il tremore non voleva andarsene, il suo corpo stava morendo e lo tirava a fondo, ma Evie era con lui e non lo avrebbe più lasciato.
Si aggrappò a quella presa, a lei, a quel senso di completezza che iniziava ad avvertire malgrado il vuoto lasciato da Oscar.
“Evie… Il mio corpo nel mio mondo mi sta richiamando… Io… Sto sprofondando sempre di più… E la predatrice mi attende… è là… in attesa… Quando cadrò di nuovo lei mi ucciderà…”

 

   
 
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