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Autore: OrnyWinchester    17/06/2022    5 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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“Merlino, sei sicuro che questo possa funzionare contro quello spirito?” chiese Gaius con aria incerta, mentre sistemava i libri in disordine che avevano ricoperto il suo tavolo da lavoro.
“Non sono completamente certo, ma ci sono buone probabilità, sì.” rispose il mago, rileggendo di fretta la pagina di un grosso tomo ingiallito.
“E eliminare uno spirito del tempo non rischia di alterare la storia?”
“Non penso. Ogni era è contrassegnata dall’operato di più di uno spirito. Se questo ha deciso di fare i propri comodi, di sicuro ce ne saranno altri a gestire il tempo futuro. Altrimenti non avrebbe potuto comunque abbandonare il suo compito.” ragionò il mago.
“E conosci qualche incantesimo che ti permetta di eliminarlo?” chiese Dean, appoggiato al tavolo di Gaius.
“Più o meno. Conosco il principio generale. Questa volta starà a me comporre l’incantesimo. Del resto, una magia simile non si è mai resa necessaria finora, no?”
“Se non ci riesci tu, nessuno potrà farlo. Hai tutto il nostro sostegno.” continuò il giovane. “Tu, Sammy, hai trovato qualcosa in quel libro che sfogli da ore?”
“Beh, qui ci sono per lo più pozioni, ma forse combinandone una con l’incantesimo di Merlino, l’effetto potrebbe essere maggiore.” disse, notando la smorfia del fratello mentre parlava.
“Non escludiamo niente. Più frecce abbiamo al nostro arco, maggiori saranno le probabilità di vittoria.” aggiunse Merlino, annuendo con il capo.
“Della pozione posso occuparmi io.” confermò Gaius.
“A proposito di archi, dovremo equipaggiarci bene anche noi. Sai, solitamente utilizziamo altri tipi di armamenti.” disse Dean.
“Più tardi andremo nell’armeria e vi aiuterò a scegliere le armi e gli equipaggiamenti più giusti per voi. Sono diventato esperto in tutti questi anni.” sorrise il giovane.
“Grazie, Merlino.”
“E, ditemi, credete che anche questa Abaddon si farà viva?” domandò il mago a Sam e Dean.
“Non c’è modo di saperlo, ma se la conosciamo bene, di sicuro lascerà il lavoro sporco ad altri, proprio come sta facendo con quello spirito del tempo.” rispose Sam.
“Ma se la sua magia è così sconfinata come dite, perché avrebbe paura di uno scontro con voi?”
“Perché in fin dei conti è una maledetta vigliacca e sa perfettamente che ora possiamo sconfiggerla. Per questo ha messo in piedi tutto questo teatrino!” intervenne Dean.
“Avete trovato un modo per eliminarla?” chiese Gaius, incuriosito.
“Sì, tramite questo. Non avrà scampo!” rispose Dean, mostrando il Marchio di Caino a Merlino e Gaius.
“Avevo già notato quel simbolo sul tuo braccio, Dean. Cos’è esattamente?” domandò Merlino.
“E’ il Marchio di Caino. Con questo e un particolare pugnale è possibile uccidere quel demone. In tanti casi abbiamo provato a farla fuori, ma senza successo. Abbiamo tentato di tutto: farla a pezzi, bruciarla, pugnalarla, ma alla fine, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a farla franca. Questo è l’unico mezzo davvero efficace per annientare quell’abominio e mi è stato impresso direttamente dal suo possessore precedente, poiché solo uno può averlo.” spiegò Dean ai due esterrefatti ascoltatori.
“D’accordo, Dean. Ma non abbiamo la Prima Lama con noi. Anche se avessi Abaddon davanti, non riusciresti ad eliminarla senza.” dissentì Sam.
“Non abbiamo ancora provato! Secondo te, come mai la stronza si tiene così a distanza da quando è venuta a conoscenza della faccenda del Marchio? Sta perfino cercando di cambiare il passato pur di non scontrarsi con noi, Sam.”
“Sì. Ma se dovesse affrontarci qui…”
“Se dovesse affrontarci qui, almeno avremo la possibilità di respingerla, come abbiamo fatto finora. Poi, sarà da vedere se riusciremo a fare qualcosa di più stavolta.”
“Aspettate. State sbagliando entrambi.” intervenne Merlino.
“In che senso?”
“Questa Abaddon, o come si chiama, ha inviato lo spirito del tempo in questa epoca per evitare che si costituisca l’organizzazione di cui anche voi fate parte, che le ha dato la caccia per molti anni. Ma non è stata lei a mandare voi qui, o almeno non avrebbe potuto. Se le cose stanno così, non è nemmeno al corrente del fatto che anche voi vi trovate in quest’era insieme al suo alleato.” rifletté Merlino.
“Già. Ha ragione!” esclamò Dean, rivolgendosi a Sam. “La puttana non sa che noi ci troviamo a Camelot e per questo non si farà vedere qui.” “Vi chiedo ancora scusa per il mio linguaggio, Gaius.” disse al medico, dopo averlo visto trasalire.
“Non preoccuparti, inizio a farci l’abitudine.” lo tranquillizzò.
“E tra l’altro, Sam, noi come siamo finiti qui? Non abbiamo ancora risposto a questa domanda, ricordi?”
“Non lo so, Dean. Forse uno dei Principati ha scoperto le intenzioni dello spirito del tempo e ci ha mandato qui a risolvere la faccenda. Sarebbe anche plausibile.”
“No, me l’hai detto tu l’altro giorno. Secondo quel Julian, i Principi celesti non hanno questi poteri.”
“E’ vero. Me ne ero dimenticato. Stanno succedendo talmente tante cose che inizio a perdere colpi.” sbottò Sam, in difficoltà.
“Dean, tornando al simbolo sul tuo braccio, è pericoloso per te? Intendo dire, se è una delle parti che permettono di eliminare un essere tanto potente, avrà delle ripercussioni su chi lo utilizza, no?” domandò Merlino.
“Sì. Ha una serie di effetti negativi: la furia omicida è la prima. Ma, non temere, riesco a tenerla sotto controllo. Almeno per ora. Anzi, devo dire che da quando ci troviamo qui, non ho mai avuto la sensazione che il Marchio potesse avere il sopravvento sulla mia volontà.” notò il maggiore dei Winchester.
“Forse è perché ti trovi in un tempo diverso dal tuo e in questo momento è qualcun altro il suo reale possessore.” gli spiegò Gaius.
“Non ci avevo pensato. Grazie, Gaius. In questo caso potrebbe anche non funzionare con Abaddon, ma mi porgerò il problema solo se dovesse verificarsi.”
“E, Dean? Quel Marchio finirà per renderti… oscuro?” domandò nuovamente Merlino.
“Potrebbe, ma troveremo una soluzione prima che questo accada, Merlino. Non lascerò che mio fratello diventi una forza del male, non preoccuparti.” disse Sam convinto, prima che fosse Dean a rispondere.
“Finché non avrai eliminato quell’essere, dovresti cercare di essere positivo, di pensare a quanta oscurità hai estirpato dal mondo e a quante persone hai salvato. Non è un granché, ma dovrebbe darti la forza necessaria per resistergli.” propose il mago, angosciato per la sua sorte.
“Grazie, Merlino. Farò come dici.”
“Bene. Ora torniamo a noi e decidiamo come muoverci.”
 
***
 
“L’addestramento di oggi è stato davvero stancante, sire. Ci avete sfinito per bene.”
“Mi dispiace, Parsifal. Ma dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza. Morgana potrebbe attaccarci da un momento all’altro e non sappiamo nemmeno con cosa potremmo avere a che fare.” disse Artù, mentre lui e i cavalieri prendevano la via dell’armeria per riporre le armi e cambiarsi.
“Sire, ci avete messo al corrente della situazione e conosciamo Morgana ormai. Non ci lasceremo abbattere tanto facilmente. Non può essere peggio della prima volta che abbiamo combattuto tutti insieme. In sette contro un esercito di immortali, ricordate?” cercò di rassicurarlo Elyan.
“Sì, mi ricordo perfettamente. Non so ancora spiegarmi come abbiamo fatto a non essere annientati dal primo all’ultimo!”
“Perché siamo cavalieri di Camelot, sire. Non ci avete nominati a caso quel giorno, no?” intervenne Galvano.
“No, certo, Galvano. Siete stati i soli su cui abbia potuto contare in quel momento così drammatico, in cui le sorti di Camelot sembravano davvero disperate.”
“Allora non disperate nemmeno adesso, sire.” gli sorrise Elyan.
“Farò come dite, mi avete convinto.”
Mentre i cavalieri si approssimavano all’armeria, s’imbatterono in Merlino e i fratelli Winchester che provenivano dalla parte opposta e procedevano nella stessa direzione.
“Merlino, cosa ci fate voi qui? Non sarà successo qualcosa!”
“No, stavo accompagnando i nostri ospiti nell’armeria. Se combatteranno al vostro fianco, dovranno equipaggiarsi al meglio.” osservò il mago.
“Ma a questo possiamo pensare noi, siamo abituati a combattere e conosciamo le armi meglio di te.” gli fece notare il re.
“Ma sono io ad aiutarvi con l’equipaggiamento. Comunque, se volete occuparvene voi, lascio Sam e Dean nelle vostre mani e torno ai miei compiti.” disse Merlino, infastidito.
“Vai pure, Merlino. Mi sembra che tu abbia molto da fare.”
“Sì, sire. A più tardi.” disse, allontanandosi e sbuffando.
“Venite con noi, vi mostreremo l’armeria e potrete scegliere quello con cui vi sentite più a vostro agio. La prima cosa per riuscire in un combattimento è poter fare pieno affidamento sulla propria arma. Siete pratici con le spade?”
“Sì, sire. Le abbiamo usate in diverse occasioni. Anche se non ce la caviamo male nemmeno con pugnali e sciabole.” rispose Dean, sicuro.
“Bene, vediamo quello che può fare al caso vostro. E… credete di avere bisogno di qualche scambio di addestramento?”
“No, sire. Ho già offerto loro il mio aiuto, ma sembra che sappiano come cavarsela.” disse Galvano.
“Meglio così. Andiamo.” disse Artù, annuendo in segno di compiacimento.
 
***
 
“Sam può prendere una delle mie armature, siamo più o meno della stessa altezza.” disse Parsifal, mettendosi in piedi vicino al giovane Winchester.
“Questa, invece, dovrebbe andare bene per Dean.” affermò Elyan, consegnandogli una cotta di maglia e la parte superiore dell’equipaggiamento militare, arrotondata sulle spalle con dei motivi che richiamavano la casata dei Pendragon.
“Dovreste provare queste spade per vedere con quali vi trovate meglio e lì ci sono i pugnali: è sempre bene portarne dietro qualcuno per emergenza. Non sarebbe male nasconderne uno negli stivali, non si puoi mai sapere!” spiegò Artù.
“Ottimo consiglio, sire.” gli sorrise Dean, compiaciuto.
“Sir Leon di sicuro sarebbe stato il cavaliere più indicato per scegliere il giusto equipaggiamento, ma ora è di guardia: potrete contare sul suo consiglio più tardi.”
“Questi elmi sono indispensabili?” chiese Sam, cercando goffamente di toglierne uno piuttosto arrotondato e stretto sul viso che Parsifal gli aveva passato. “Quando lo indosso non riesco a respirare!”
“Devi abituarti!” rise il cavaliere, aiutandolo a districarsi con il copricapo. “Non c’è modo migliore per proteggere la testa. E in battaglia potrebbe diventare un punto debole da colpire. In quel caso saresti morto!”
“Avete detto di avere qualche esperienza nel combattimento. Non vi proteggete con qualcosa?” domandò Elyan.
“Beh, siamo più propensi alle classiche risse corpo a corpo oppure usiamo particolari armi a lunga gittata. Ma anche se ce la caviamo bene un po' con ogni armamento, non siamo guerrieri e non badiamo troppo a proteggerci. Spesso quando andiamo in giro non abbiamo nemmeno il tempo per pensarci.” osservò Sam, mentre era ancora intento a districarsi con l’armamentario per la battaglia.
“Ma che domande fai, Elyan? Non vorrai farci credere che prima di diventare cavaliere ti equipaggiassi per andare in giro? Perché non ho questi ricordi di quando ti ho conosciuto! Nessuno di noi si curava troppo di queste cose e ognuno viveva alla giornata, non è così?” lo incalzò Galvano.
“Sì, è vero. Dicevo tanto per dire.” replicò il cavaliere.
“Allora non opprimerli troppo! Già dobbiamo ringraziarli per essere disposti a combattere con noi. Non vorrai farli scappare a gambe levate!”
“Non fuggiremo, non temere.” disse Sam sicuro. “Non siamo soliti spaventarci con facilità o tirarci indietro alla prima difficoltà.”
“Meglio così. Perché quando c’è di mezzo Morgana non sappiamo mai cosa aspettarci! E dire che ne abbiamo visto di cose strane…” disse Parsifal.
“Sire, perdonate la domanda. Vostro zio si unirà a noi se Morgana dovesse attaccare Camelot?” chiese Dean con deferenza per timore di essere stato troppo inopportuno.
“Immagino di sì. Non è più un giovane cavaliere, ma non c’è motivo per cui si tiri fuori dalla battaglia. Come mai questa domanda?”
“Mi è sembrato un po' troppo inquieto stamattina e sembrava voler sviare l’attenzione dall’attacco imminente. Mi ha dato l’idea…, non so, forse che qualcosa sfuggisse al suo controllo. Era come se cercasse di ristabilirlo, sbraitando contro quei poveracci.” spiegò alla meglio Dean.
“Forse è come dici tu, ma Agravaine è un uomo coraggioso. Non so cosa lo abbia spinto a comportarsi così. Di sicuro non può essere una battaglia ad impensierirlo.”
“Non volevo dire il contrario. E’ solo che mi è sembrato che nascondesse qualcosa che lo turbava. Altrimenti si sarebbe comportato come tutti noi in questa stanza.”
“E’ un uomo complesso. Di recente ha assunto comportamenti ambigui in diverse situazioni.” affermò Galvano, con un chiaro riferimento alle accuse che Agravaine aveva lanciato tempo prima a Gaius. “Probabilmente sente troppo la pressione dettata dal suo ruolo di consigliere, non trovate, sire?” riferì, cercando di non esagerare troppo nelle critiche.
“E’ possibile, sì. In realtà non mi sono mai soffermato troppo a considerare che questo potesse pesare su mio zio, ma, a pensarci bene, potrebbe essere proprio così, Galvano.” disse Artù, annuendo.
I cavalieri e Artù continuarono a chiacchierare amichevolmente con Sam e Dean, mentre questi cercavano l’assetto da battaglia più idoneo. Quando Dean aveva scelto una spada abbastanza semplice, priva di decorazioni o motivi incisi, ma con una lama solida e scintillante e Sam una spada più robusta e affilata che emanava forza, sir Leon entrò a grandi falcate nell’armeria.
“Sire, ci attaccano!” esclamò preoccupato.
“In quanti sono?” chiese Artù.
“Ci superano di tre a uno e si muovono dalla città bassa.”
“Dovremmo riuscire a contrastarli senza problemi. Anche se siamo inferiori per numero.”
“Non è tutto, sire.”
“Che altro c’è, sir Leon?” chiese Artù, irrigidendo il volto e non nascondendo il fastidio per le ulteriori cattive notizie che stava per ricevere.
“E’ un esercito… ibrido.”
“Che vuol dire “ibrido”?” domandò ancora con una smorfia.
“Che si tratta di un esercito costituito da mercenari e da… spettri.”
“Spettri come i Dorocha?!”
“Non credo, sire, anche se non ho le conoscenze sufficienti per dirlo. Comunque non sembrano comportarsi allo stesso modo.” riportò il cavaliere, mortificato.
“Sire?” disse Sam. “Se permettete, io e Dean andremmo ad avvisare Merlino e Gaius dell’attacco perché potrebbe servirci il loro aiuto.”
“Sì, andate pure. Ci rivedremo nel cortile principale. Intanto, sir Leon, inizia a radunare le truppe.” ordinò il re, estraendo dal fodero la spada più brillante che si fosse mai vista.
 
   
 
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