Anime & Manga > Jujutsu Kaisen
Segui la storia  |       
Autore: AMYpond88    19/06/2022    2 recensioni
Raccolta di missing moments Satosugu (o Sugusato?), senza ordine cronologico.
Un po' di fluff, tanto angst
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spoiler vol.9 del manga. Missing moment post Riko e Toji.


Che gli è successo?, Geto non può fare a meno di chiederselo guardando l'amico in piedi davanti a sé.
Non può credere ai suoi occhi: Satoru è vivo.
Sporco di sangue, probabilmente ferito, ma vivo.
Fermo come una statua, con tra le braccia il cadavere di Riko, coperto pietosamente da un lenzuolo.
Attorno a lui, i membri della setta della Ruota Astrale applaudono.

Ma il sollievo di trovarlo in vita, viene presto sostituito dalla preoccupazione.
Che cosa diamine gli è successo?, continua a chiederselo, fissando incredulo il compagno, finché questi non gli rivolge parola.
"Sei in ritardo Suguru".
L'espressione di Gojo è tranquilla, quieta, così come il suo tono di voce.
I suoi occhi, sono quelli a spaventarlo. Sono spenti, ciechi. Da cielo che incontra il mare, ad orizzonte degli eventi che racchiude il nulla di un buco nero.
Gli basta che Satoru apra di nuovo bocca, perchè i suoi dubbi e timori diventino realtà.
"Perché non li uccidiamo tutti?" dice con voce atona: "Nello stato in cui mi trovo, non proverei nemmeno qualcosa".

Suguru chiude gli occhi un istante e la scena cambia: Satoru lo guarda, attorno a lui nessuno applaude più. Solo il silenzio.
Un lampo e il ragazzo di davanti a lui sorride, circondato da cadaveri, folle. Folle e inarrestabile. Questo il futuro prossimo, se non si decide a fermarlo prima che sia troppo tardi. Deve impedirlo. Deve portarlo via da lì.
Le conseguenze sarebbero atroci: chi avrebbe potuto arrestare Satoru Gojo, trasformato in stregone nero? Lui?
Lui ne avrebbe mai avuto la forza?
E se fossi tu? Lui lo farebbe?
Ti ucciderebbe?
Ti abbandonerebbe?

Nella sua testa, queste domande rimbombano. No, si risponde, insieme erano stati pronti a sfidare Tengen stesso. Satoru non lo abbandonerebbe mai. Loro sono i più forti.

Raccoglie tutta la sua sicurezza, cercando di apparire calmo, poi parla: "Non avrebbe senso".
Satoru non alza nemmeno gli occhi su di lui, quando risponde. "Deve esserci per forza, un senso?"
Un senso? e cosa ne ha in quel momento? No, non può esitare. Non può lasciare che Satoru si perda.
"Si, soprattutto per noi stregoni".

*

L'ha fermato. L'ha riportato indietro, ma Satoru non parla, non lo guarda nemmeno.
Per i corridoi dell'istituto stranamente deserti, il ragazzo cammina dietro di lui, seguendolo come un fantasma, o come una maledizione particolarmente mansueta e Gojo può essere molte cose, ma mai mansueto e Geto lo sa bene.
Suguru sente chiaramente l'infinito di Satoru schiacciarlo. Si rende conto solo in quel momento che l'amico non ha rilasciato la tecnica un solo istante. Lo sta tenendo fuori.
Lo sta tenendo fuori e questo lo fa impazzire.
Se nelle discussioni e nelle litigate Gojo è capace di minare il suo controllo, questo silenzio, interrotto solo dai passi sordi, è peggio.
Gli fa perdere la testa.
Evoca la prima maledizione che gli viene in mente e gliela scaglia contro, ma ovviamente non serve nemmeno che Satoru si muova per respingerla;
Altrettanto prevedibilmente al ragazzo basta poco più di un gesto della mano ad esorcizzarla.

Ne invoca una seconda. Non saprebbe dire quale o di quale livello. Tanto cosa importa?
Non è la prima volta che, snervato dall'arroganza di Gojo, si fa sfuggire la mano, oltre a qualche maledizione. Se la cava sempre con una tirata d'orecchi, accompagnata da uno sguardo di comprensione, di Yaga Sensei.
In fondo, chi può mettere un freno a Satoru, se non lui?
Un altro svogliato gesto della mano e anche questo attacco viene spazzato via.

Ad ogni maledizione scagliata, Suguru si avvicina di un passo. Una maledizione, un passo. Una maledizione, un altro passo. Fino a che non è davanti al ragazzo.
Con il respiro pesante, le orecchie che fischiano, si sente stanco come non mai, ma non ha intenzione di arrendersi.
Allunga una mano verso Satoru, arrivando a pochi centimetri dal suo viso. Continua a spingere, senza avvicinarsi di un millimetro. Si sente come davanti ad un dio, vendicativo, distante e inarrivabile.
E gli dei non si minacciano, gli dei si pregano...e lui lo fa.
"Rilascia il tuo infinito... ti prego".
Sta quasi per perdere le speranze, quando finalmente le sue dita si appoggiano lente alla guancia di Gojo.

È il tempo di un respiro: le sue mani si intrecciano ai capelli bianchi di Satoru. La fronte si poggia contro la sua.
Solo in quel momento sente il cuore riempirsi di sollievo a saperlo vivo, per la consapevolezza di poterlo toccare, ma non basta: lo vuole indietro.
L'egocentrico, arrogante, stupido idiota che conosce.
Si stacca leggermente da lui, ​che ancora resta come un burattino nelle sue mani. Stringe le ciocche di capelli bianchi tra le sue dita, tirando, probabilmente facendogli male. Anzi, sa che gli sta facendo male, ma non gliene può interessare di meno. Vuole che senta, vuole che provi qualcosa. Qualsiasi cosa, ma non ottiene nulla.
Incatena lo sguardo al suo, avvicinandosi. Sente il respiro di Satoru sul viso, il suo naso sfiorargli la guancia. Sente il suo cuoio capelluto sotto le unghie. Il sussurro di Suguru è poco più di un gemito, ma racchiude tutta la sua esasperazione: "Torna".

La fronte di Gojo è sporca di sangue. La bacia per prima, all'altezza di un piccolo taglio.
Poi seguendo la scia vermiglia, passa alle guance. Al mento. Risale agli occhi.
Prima uno, poi l'altro, sentendo le palpebre di Satoru calare leggermente sotto il suo tocco. Un unico movimento, ma è la prima reazione che lo sprona a non fermarsi.
Incoraggiato, Suguru alza di un soffio la voce: "Torna". Il "da me" che non riesce a trattenere, invece è poco più di un sospiro.
Fa scivolare le mani dai capelli fino alle guance, stringendo tra le dita il suo viso, bianco e rosso. E si perde nell'azzurro, c'è così tanto azzurro.
Dannazione, l'avrebbe portato alla follia.

Allora ti porto indietro. Lo pensa, ma non lo dice. Con rabbia, lo bacia.
Morde le sue labbra, lecca la sua bocca, ancora e ancora, sentendo la pelle morbida delle guance cedere sotto i suoi polpastrelli.
Va avanti finché non sente l'amico schiudere le labbra, rispondere al bacio. Finché non sente denti ricambiare i morsi, labbra restituire i baci e le mani di Gojo artigliarsi alle sue braccia.

Non è il primo bacio di Suguru e di sicuro non è il primo con Satoru.
Alcuni per scherzo, altri per gioco. Quello però è diverso.
Ha prima creduto di averlo perso, che quel senza poteri lo avesse ucciso, e si è sentito morire.
Poi ha temuto un Satoru Gojo stregone nero, folle e con le mani sporche di sangue e il pensiero lo ha fatto tremare fino nel midollo.
Infine ha compreso che, qualsiasi cosa fosse accaduta, Satoru non sarebbe stato più lo stesso.
In quel momento per lui non conta, importa solo che ora il compagno sia lì, carne viva sotto le sue mani.
Si stacca da lui, solo per sprofondare nel suo sguardo e ne rimane accecato.
Follia, fame, ferocia. Quegli occhi lo divoreranno e ne è consapevole.
Sono troppo. Lo sono sempre stati.

Non capisce chi spinga chi, quali mani si infilino per prime sotto la divisa e quali rispondano al tocco dell'altro.
Non saprebbe dire nemmeno chi conduca l'altro verso la prima stanza disponibile.
È quella di Gojo? È la sua? Il cielo non voglia sia quella di Nanami, pensa in un lampo di lucidità, lasciando che una risata sfugga a sfiorare le labbra di Satoru, che forse intuisce il suo pensiero e per la prima volta sorride contro la sua bocca.
Ci penseranno dopo. Ora non frega nulla a nessuno dei due.
Ora Suguru vuole solo sentirlo vivo, tra le sue braccia.
Ora Satoru vuole solo riscoprirsi umano, su quelle labbra, contro quella pelle, tra quelle mani.

Per Geto le lenzuola sotto i suoi palmi, piantati ai lati della testa di Gojo che gli sorride sfacciato (e bello, di quella bellezza folle che solo lui sa avere), sono l'ultimo pensiero razionale.
Poi rimangono solo gli occhi di Satoru, così azzurri da far male. Infinito racchiuso in sclere lattee, così profondo da farlo tremare. Così luminoso da spingerlo a nascondere il viso contro la pelle tenera del collo.

Sente trillare una risata cristallina, prima che Satoru soffi contro il suo orecchio, con voce divertita:
"Guardami se vuoi scoparmi, Suguru..."
La sua risposta sfugge in un sospiro.

"Tu però chiudi gli occhi, fai troppa luce".
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Jujutsu Kaisen / Vai alla pagina dell'autore: AMYpond88