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Autore: _ A r i a    21/06/2022    1 recensioni
[ post!canon | what if | possibili spoiler del manga ]
Scendono di nuovo giù per le scale, fino a tornare all’ingresso. A un certo punto, però, Enji sente un gemito di dolore che lo mette subito in allarme, costringendolo a voltarsi.
Trova Keigo piegato su se stesso, le braccia strette attorno al proprio corpo, e questo basta a riempirlo di paura.
«Hawks!», lo chiama, terrorizzato. Lo raggiunge all’istante, stringendolo a sé.
«S-se continui a restarmi così vicino mi fai mancare il respiro, Endeavor-san…», lo provoca Keigo, lanciandogli uno sguardo ammiccante.
Enji lo fulmina con lo sguardo. «Ti sembra il momento di flirtare, ragazzino?», lo rimprovera, ma la sua voce non suona per niente arrabbiata, piuttosto solo terribilmente preoccupata.
«Ho f-flirtato con te fin dal primo momento in cui ci siamo incontrati, se non te ne fossi accorto…», gli fa notare il ragazzo. Un sorriso compare sul suo volto nell’osservare lo sbigottimento di Endeavor, ma poco dopo entrambi sono costretti a mutare espressione. Keigo, infatti, sembra essere scosso da una nuova fitta di dolore, il volto che si contrae per la sofferenza, mentre Enji torna a posare su di lui occhi pieni di apprensione.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Endeavor, Hawks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente, Hawks si risveglia con i raggi del sole che filtrano tra le ciglia dorate dei suoi occhi socchiusi.
Il ragazzo si lascia sfuggire un lungo mugolio, rotolando tra le coperte fino ad affondare il volto nel cuscino.
La shoji della camera si dischiude appena, e da dietro di essa fa capolino Endeavor.
Ha sentito il lamento di Keigo, e ha intuito che dovesse essersi svegliato.
Gli sfugge un sorriso ad osservare il ragazzo arrotolato tra le coperte, in quel goffo tentativo di sottrarsi al nuovo giorno. Muove alcuni passi nella stanza, senza staccare gli occhi di dosso al cumulo di coperte.
Keigo riemerge con la testa dalle lenzuola. Nell’aria c’è un profumo di caffè delizioso, e questo basta a fargli sembrare quella giornata meno terribile del previsto.
«Ciao, Endeavor-san…», mugugna il ragazzino, con ancora tutta la voce impastata di sonno.
Enji si china davanti al suo futon. Keigo nota che si è già preparato di tutto punto. «Ehi. Buongiorno», lo saluta, incoraggiante. «Scusa se ti disturbo a quest’ora, è un po’ presto, lo so. Oggi dovrei tornare in agenzia, solo che vorrei chiederti di venire con me. Non mi sento tranquillo a lasciarti qui da solo.»
Hawks annuisce comprensivo, anche se ancora intorpidito per il sonno. «Okay. Dammi cinque minuti», concede. «Mi vesto, bevo un caffè e andiamo.»
Endeavor accetta quel compromesso di buon grado. Prima di lasciare la stanza, posa alcune carezze leggere sulla fronte del ragazzo, in quel gesto rassicurante che sta ormai diventando un’abitudine.


Nel giro di un’ora raggiungono l’agenzia di Enji. Hawks osserva tutto ciò che lo circonda con occhi increduli, non riesce a credere di trovarsi veramente lì.
«Finora l’ho solo vista in tv», ammette, con la stessa espressione meravigliata di un bambino che per la prima volta mette piede in un lunapark. «Ci sono così tante cose da vedere…»
Enji si lascia sfuggire un sorriso sarcastico a quell’affermazione. «Oh, andiamo, è un’agenzia hero come un’altra…», prova a replicare.
In quel momento, Burnin va loro incontro, affannata. «Buongiorno, capo!», lo saluta, i capelli di fiamme verdi che le danzano intorno al viso.
Prima che possa aggiungere altro, Keigo sbuca da dietro la schiena di Enji, dispiegando un poco le sue grandi ali rosse e agitando una mano in direzione della ragazza in un cenno di saluto. «Ciao, Burnin!», cinguetta, allegro.
Moe sembra sorpresa di vederlo, tanto che per un momento a Hawks pare sobbalzi sul posto. «H-Hawks! Ma che sorpresa vederti qui!», esclama, lo sgomento iniziale che ha già lasciato il posto alla consueta energia.
«Sì, non sono sorpreso che Endeavor-san non ti avesse detto niente», commenta il ragazzo, muovendo qualche passo in avanti. Enji gli rivolge uno sguardo confuso, ma Keigo non sembra notarlo. «I tuoi capelli sono pazzeschi! Il colore delle fiamme è davvero ipnotico, wow!»
Moe osserva con un certo imbarazzo Hawks che le gironzola intorno. Prima che Enji possa dirgli qualcosa, però, il ragazzino è già volato – letteralmente – in direzione delle scrivanie degli altri sidekick. Lo vede osservare con entusiasmo tutto ciò che lo circonda, e alla fine si dice che vedere di nuovo la luce in quegli occhi che da giorni trova così tristi vale un poco di trambusto in agenzia.
Burnin gli si avvicina, perplessa. «Ho recuperato le cose che mi avevi chiesto, capo», gli comunica.
«Ottimo.» Enji annuisce brevemente. «Vieni, parliamone nel mio ufficio.»
Nel frattempo, gli occhi di Keigo sembrano scintillare davanti al temperamatite elettrico in funzione di Kido.

Chiudendo la porta dell’ufficio, Enji si lascia sfuggire un sospiro di sollievo.
Pace. Gli sembra di non provare quella sensazione ormai da giorni, da quando Keigo ha fatto ingresso nella sua vita con la sua solita dose di confusione.
«Non mi aspettavo che ci sarebbe stato anche Hawks, oggi», ammette Moe. Ha un sopracciglio inarcato, ma Enji è sicuro che, nonostante tutto, neppure lei è infastidita dalla presenza del ragazzo in agenzia.
«All’inizio non era prevista come cosa», spiega Endeavor, accomodandosi sulla sua sedia con un piccolo sospiro. «Poi ho pensato che sarebbe stato decisamente più pericoloso lasciarlo da solo a casa mia, perciò gli ho proposto di seguirmi.»
Gli occhi di Moe sono attraversati da una scintilla di entusiasmo e consapevolezza. «Lo stai ospitando a casa tua», commenta, maliziosa.
«Burnin!» Enji si lascia sfuggire un grugnito esasperato.
«Oh, andiamo, sono anni che dico che sareste una coppia perfe‒»
Enji la fulmina con lo sguardo, e Moe si limita a tacere.
«Toglitelo dalla testa», taglia corto lui. «Hawks è in una situazione complicata e non potevo lasciarlo da solo a Fukuoka. Tutto qui.»
Moe muove le dita come per chiudere le proprie labbra con una zip invisibile. È un gesto sufficientemente eloquente, agli occhi di Enji, da convincerlo che la ragazza non tornerà più sull’argomento.
«Piuttosto.» Endeavor tamburella con due dita sulla scrivania. «Fammi il punto della situazione in merito a quelle ricerche che ti avevo chiesto.»
«Sì, certo», annuisce Burnin. La ragazza ha dei fogli in mano, a cui lancia una rapida occhiata. «Per quanto riguarda l’HPSC…»
In quel momento, dei leggeri colpetti raggiungono la porta. Poco dopo, voltandosi in quella direzione, Enji e Moe la vedono dischiudersi appena, mentre Hawks fa capolino da dietro di essa.
«Yu-uh!», esclama, con nonchalance. «Sono tornato!»
Enji vorrebbe chiedergli se ha portato sufficiente scompiglio in agenzia, ma alla fine decide di trattenersi.
Keigo entra nell’ufficio, lasciando che la porta si richiuda alle sue spalle. «Scusate, non volevo interrompervi», confessa, e sembra sinceramente dispiaciuto. «Endeavor-san, io mi metto qui sul divanetto e avvio una riunione in videochiamata con la mia agenzia. Voi fate come se non ci fossi, vi prego!»
Endeavor vede Moe rivolgergli un’occhiata esitante. Capisce bene i timori della ragazza, dopotutto neppure lui si auspicava di parlare di quella storia in presenza di Hawks, tuttavia non possono neppure comportarsi come se non fosse successo nulla.
«Dì pure, Burnin», la esorta allora, espirando piano. «È giusto che anche Hawks sia informato.»
Quelle parole fanno sollevare a Keigo la testa dal pc. Il ragazzo osserva gli altri due eroi con aria confusa.
Burnin indugia ancora per qualche momento, alla fine però comincia a parlare. «Dalle ricerche che mi avevi chiesto, ho recuperato i contatti di buona parte degli ex vertici dell’HPSC. Te li ho segnati qui, ma ancora non ho capito a cosa ti servono…», confessa, allungando un foglio nella sua direzione.
Enji osserva i dati con aria pensierosa. «Ho intenzione di contattarli. Mi servono alcune informazioni sulla gestione che è stata fatta all’epoca della famiglia Takami. So che Hawks e sua madre sono stati sistemati in un’abitazione che la commissione ha destinato loro, e che dopo che ho arrestato suo padre è stato sbattuto in prigione. Ho bisogno di sapere in cosa consistevano le misure di protezione che hanno offerto loro», spiega brevemente, risoluto.
Keigo ha ormai rinunciato al proposito della videochiamata. Ora la sua attenzione è tutta su Endeavor.
Burnin passa i documenti rimanenti a Enji. «Questo faldone invece è tutto ciò che ho trovato sul caso Takami», ammette Moe. «Non è molto, ma sfortunatamente non è stata un’azione particolarmente memorabile. Da quello che ho letto era un ladro e omicida già noto alle forze di polizia che è stato colto in flagranza di reato mentre cercava di rubare un’auto. Quando gli eroi sono arrivati sul posto ha cercato di fuggire, ma tu l’hai fermato senza grandi difficoltà. Non ha neppure usato il quirk in un tentativo di resistenza, infatti non ne ho trovato alcuna descrizione.»
Enji si porta una mano al mento mentre riflette. «Questo è un problema», commenta. «Avrei voluto avere un’idea più chiara di chi potrei trovarmi davanti, visto che è passato così tanto tempo qualche informazione in più avrebbe fatto comodo…»
«Endeavor-san.»
Gli occhi di Enji e Burnin si spostano all’istante sul ragazzo, che ha appena richiamato la loro attenzione. Sembrano sorpresi di sentire la sua voce, erano così concentrati da essersi quasi dimenticati della sua presenza.
«Che diavolo stai combinando?», domanda Keigo, in apprensione. Lascia il pc sul divanetto, cominciando ad avvicinarsi alla scrivania. «Perché stai facendo delle ricerche sull’HPSC e su mio padre?»
Enji espira lentamente, ma posa comunque gli occhi turchesi in quelli dorati del ragazzo. «Ho intenzione di portare avanti alcune indagini su questo caso, Hawks», confessa. «Ti aspettavi che sarei rimasto con le mani in mano dopo quello che mi hai raccontato?»
Keigo sembra disperato. «Non voglio che tu ti metta in pericolo per colpa mia…», mormora, poggiando la fronte contro la sua.
«Non devi preoccuparti per questo», gli assicura Enji, circondandogli il volto con le mani. «Ho promesso di proteggerti e ho tutte le intenzioni di farlo.»
Keigo chiude gli occhi, lasciandosi sfuggire un sorriso.
Burnin osserva attentamente tutta la scena, non senza una buona dose di soddisfazione.


Con l’arrivo di giugno le temperature si fanno canicolari.
Da giorni Tokyo è avvolta in una cappa d’afa, che non fa sconti neppure a casa Todoroki.
È un pomeriggio piuttosto tranquillo, fin noioso quasi. Hawks è disteso a terra, sotto al portico che circonda la casa, la testa che penzola giù dallo scalino verso il basso mentre osserva il mondo capovolto. C’è un frinire di cicale assordante, e trovare riparo da quel caldo anomalo sembra impossibile.
A dir la verità, le temperature di Tokyo non sono l’unica cosa a risultare anomala, in quel periodo. Nonostante la sua contrarietà, infatti, Endeavor ha comunque avviato un’indagine su suo padre, guadagnando come unico risultato un sonoro buco nell’acqua.
Dell’uomo, infatti, nessuna traccia. Dal giorno in cui è stato rilasciato di prigione sembra essersi dissolto nel nulla, come un’ombra. Di fatto, non sono neppure in possesso di elementi validi per procedere, non hanno informazioni sul suo quirk, né soffiate su un luogo che potrebbe sfruttare come covo. Era solito frequentare qualche posto, prima di finire in prigione? Non ne hanno idea.
A volte Keigo si domanda se la sua non sia stata semplicemente un’allucinazione. Ricorda bene, però, i dolori che ha provato per giorni dopo quella colluttazione, così come i lividi che gli hanno contornato la pelle, e questo gli sembra sufficiente per convincersi che non si sia trattato di una qualche sorta di incubo ammorbante.
Si sente in colpa con Enji, però. Ha paura di star abusando della sua ospitalità, e ha perfino temuto che il padrone di casa potesse sospettare che si fosse inventato tutta quella storia. Non gli sembra che sia il caso, visto che Enji continua a dimostrarsi terribilmente in apprensione per lui, ma il rischio che si stanchi e che lo sbatta fuori di casa forse c’è, e in quel caso Keigo non se la sentirebbe di biasimarlo.
Keigo sente alcuni passi rincorrersi lungo il legno del portico, ma continua ad osservare ipnotizzato un ciuffo d’erba di un brillante verde smeraldo.
«Tè freddo?»
La domanda sembra coglierlo in contropiede. Un’espressione confusa compare sul volto di Hawks, tuttavia il ragazzo si limita a tirarsi a sedere.
«Uh, a quanto pare ci hai preso gusto a viziarmi, Endeavor-san», commenta, rivolgendo uno dei suoi soliti sorrisi raggianti all’uomo.
Enji si limita a sedersi accanto a lui, porgendogli un bicchiere di vetro alto e sottile. «Ci manca solo che ti disidrati», borbotta, fingendo indifferenza.
In realtà Keigo non crede minimamente a quella recita, non l’ha mai fatto praticamente dai primi tempi della loro conoscenza. Ciononostante, continua a non farglielo presente, perché non riesce a non trovare adorabile il finto broncio che Enji mette su in quelle occasioni.
Le dita di Hawks si stringono attorno al bicchiere, e a contatto col vetro freddo già prova una lieve sensazione di sollievo. Beve un piccolo sorso di tè, e di colpo la gola sembra non essere più in fiamme.
«E comunque proprio tu parli di viziare?», chiosa Enji, accigliato. «Ormai hai praticamente preso il controllo della cucina…»
«E la cosa ti dispiace?», lo provoca Keigo. «Andiamo, Endeavor-san, ammetterai anche tu che tra noi due cucino decisamente meglio io…»
Enji si ritrova a roteare gli occhi. «Non era quello il punto, Hawks, lo sai», ribatte. «Dovresti essere mio ospite, invece per la maggior parte del tempo sembra quasi che sia tu a prodigarti per me.»
Hawks posa i suoi grandi occhi dorati su Endeavor. C’è qualcosa di così estremamente dolce, nel modo in cui lo guarda, che lo fa ammutolire all’istante.
«Endeavor-san.» Hawks si sposta lentamente, sedendosi più vicino all’uomo. «Quante volte ancora devo ripeterti che a me fa piacere occuparmi di queste piccole sciocchezze? Sul serio, tu mi hai accolto senza riserve in casa tua, questo mi sembra veramente il minimo che io possa fare per sdebitarmi.»
«Ti ho già detto che non devi sentirti in debito con me per questo, Hawks», gli fa notare Endeavor, ma c’è una punta di rassegnazione nella sua voce. Ha perso il conto di quante volte hanno già fatto quel discorso, e non sono mai riusciti a raggiungere una conclusione differente.
«E allora considerala solo una cortesia da parte mia che faccio con piacere», conclude infatti Keigo. Il ragazzo continua ad osservarlo con quei suoi grandi occhi dorati, certo di essere riuscito a spuntarla anche stavolta. Si porta nuovamente il bicchiere di tè freddo alle labbra, bevendo stavolta un sorso più consistente.
Enji lo imita, bevendo a sua volta dal bicchiere che ha preso per sé. Nel frattempo, nel giardino, le fronde di un albero ondeggiano lievemente, mosse da un soffio di vento bollente.
Hawks rimane per un po’ a fissare il giardino, la mente persa nei propri pensieri. La verità è che non riesce a togliersi di dosso la sensazione di essere piombato in quella casa senza averne alcun diritto, e forse se si dà così tanto da fare è anche per mettere a tacere certi sensi di colpa.
«Ci sono novità?»
La domanda gli sfugge dalle labbra prima ancora che possa fermarla. Sul viso di Hawks compare un’espressione affranta, mentre si volta a osservare Endeavor, cercando di captare se ci sono stati mutamenti in lui.
In realtà, Enji gli pare tranquillissimo, esattamente come lo ha lasciato giusto un attimo prima.
«No», risponde senza troppe esitazioni. «Ho messo diversi sidekick al lavoro su questa storia ma non riusciamo a cavare un ragno dal buco, come se non fosse mai esistito. Probabilmente sta volontariamente cercando di non lasciare tracce.»
Il sorriso sul volto di Hawks pare farsi incerto. Il ragazzo torna a guardare davanti a sé, fissando il giardino crogiolarsi sotto il sole torrido.
Non è una buona notizia. Se vanno avanti di questo passo, non riusciranno a risolvere niente, lo sa bene. È un eroe anche lui, in fondo, sa come procedono le indagini in questi casi.
Più tempo passa, più sarà difficile rintracciare suo padre, soprattutto se effettivamente sta facendo di tutto per disperdere le sue tracce. E più tempo passa senza che riescano a trovarlo, più tutta quella storia sembra irreale perfino ai suoi occhi.
Forse non tornerà più. Forse si è solo lasciato suggestionare troppo da quella notte, e adesso sta rubando del tempo prezioso all’eroe più forte della nazione. Magari si è sentito soddisfatto da quella singola dimostrazione di forza, e ora andrà avanti tranquillo e beato per la sua strada.
In tal caso, quella permanenza a casa Todoroki sembra a Hawks ancora più insensata.
«Dici che dovrei andarmene da qui?»
La domanda sembra prendere Enji in contropiede. Si volta ad osservare il ragazzo, sorpreso, ma nota che sta guardando altrove.
«Forse mi sono preoccupato in maniera esagerata», spiega Hawks. «Voglio dire, in mancanza di elementi è anche inutile che continui l’indagine. Magari è finita così, e io farei meglio a tornarmene a casa mia…»
«Hawks, ma che diavolo dici?» Endeavor sembra sinceramente preoccupato. Si china in avanti, posando una mano sul braccio del ragazzo, cercando la sua attenzione finché quegli occhi dorati non si posano nuovamente su di lui. «È passato troppo poco tempo. E comunque non ho dimenticato il modo in cui ti ho trovato ridotto quella sera, non sarò tranquillo finché non avrò sbattuto di nuovo quel delinquente in prigione.»
Enji si ritrova a fissare quella pelle pallida. Non gli sembra trascorso neppure un giorno da quando l’ha vista martoriata e livida da far spavento. Al sicuro tra le mura di casa Todoroki, Hawks ha ripreso colorito, gli sono tornate le forze e anche il suo corpo ora sembra aver riacquistato il consueto vigore. Questo, però, non basta a rassicurarlo: Enji sente che non sono affatto fuori pericolo, abbassare la guardia anche solo una volta potrebbe risultare fatale, e non possono assolutamente permetterselo, non può.
Il pensiero di vedere nuovamente il corpo di Hawks scosso dal dolore è sufficiente a motivarlo.
Keigo lo fissa, con quei suoi grandi occhi dorati pieni di riconoscenza. Improvvisamente, prima ancora che possa rendersene conto, getta le braccia al collo di Endeavor, abbracciandolo.
Enji riflette che quella è la prima volta che si scambiano un contatto fisico del genere.
«E-Ehi, ragazzino…», fa per obiettare.
«Grazie…»
La voce di Hawks in quel momento è così colma di rassicurazione che per un momento Enji sente il cuore saltargli un battito nel petto. Cerca di circondare a sua volta il corpo del ragazzo con le braccia, goffamente.
«Figurati», ribatte. «Prima risolviamo questa questione, meglio è per tutti. Così magari poi dopo andiamo anche a passare qualche giorno al mare.»
«Non sapevo sapessi nuotare, Endeavor-san», commenta Keigo, le labbra che gli sfiorano la pelle del collo.
«Cos’è, ne dubitavi?», borbotta Enji, sbuffando.
Hawks ridacchia tra le sue braccia. Enji sente il peso leggero di Keigo gravare tranquillo sul suo petto, e gli sembra che non potrebbe desiderare niente al mondo in più per essere felice.





notes
buon solstizio, buon giorno più lungo dell'anno, buon inizio d'estate!
allora, andiamo con ordine perché ho un sacco di cose da dire e come sempre ho il terrore di dimenticarne per strada la metà (spoiler: col senno di poi non è neppure una paura così infondata)
cose che ho dimenticato di dire nelle note dello scorso capitolo [inizio a pensare che dovrei seriamente aprire un angolino a parte solo per questo]: perché hawks dorme in camera di shoto e non, per esempio, in una stanza dedicata agli ospiti? voglio dire, dall'aspetto si direbbe che la residenza dei todoroki sia completa un po' di tutto, per cui non dovrebbe mancare nemmeno una camera per accogliere gli eventuali ospiti, no? risposta: non lo so. cioè, non c'ho proprio pensato. nel momento in cui sono andata a scrivere la storia ho dato per scontato che hawks dormisse in camera di shoto per... boh, oscuri motivi penso. al momento la spiegazione più plausibile che mi viene da darmi è che enji gli abbia indicato proprio quella camera perché è la più vicina alla sua, così da proteggerlo meglio ed entrare in maniera tempestiva in azione in caso di bisogno no, ma non sto assolutamente cercando una giustificazione per un possibile buco di trama, figurarsi
cose un po' più serie: sono impazzita mentre editavo questo capitolo. ero convinta di avere tutta la divisione dei capitoli ben chiara in mente, ma a quanto pare ho coperto che non è così! ora credo di aver trovato un compromesso, spero che le cose possano quadrarvi.
su questo capitolo in realtà non credo che ci sia molto da dire: abbiamo visto burnin (ciao ♥) e sono cominciate le indagini sul caso, anche se per ora non ci sono stati grandi sviluppi.
questo capitolo è un po' di passaggio, lo ammetto. però vi svelo un segreto, il prossimo aggiornamento è un altro di quelli che amo particolarmente. beh, forse allora vale la pena aspettare un po', no?
nel mentre temo che perderò il conto delle disgrazie che ci saranno nei prossimi capitoli del manga. non credo di essere pronta per... beh, tutto.
ringrazio chi sta leggendo la storia, è una cosa che apprezzo davvero molto. spero che vi stia piacendo!
a presto
aria
   
 
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