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Autore: Farkas    22/06/2022    3 recensioni
Passano gli anni, cambiano le generazioni, ma certe cose non cambiano mai come il fatto che è la bacchetta a scegliere il mago. Gerard Olivander, figlio del leggendario Garrick Olivander ha assunto la guida dell'attività di famiglia ed è pronto a vendere le sue bacchette ai maghi e alle streghe che si preparano a cominciare la loro istruzione.
Jon, Tyrion, Daenerys, Eddard e tutti gli altri personaggi del Trono di Spade entrano nella bottega alla ricerca dell'oggetto che diverrà il loro compagno inseparabile. Se siete curiosi di vedere quali bacchette li sceglieranno (e di saperne un po' di più sulle bacchette), non vi resta che entrare in negozio con loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davos Seaworth, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando il gioco si sposta a Hogwarts'
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La scelta della bacchetta

 

Capitolo 8: Tre bacchette per tre campioni

 
Il dodici settembre Olivander approfittava della mattinata fiacca per mettere un po’ d’ordine in negozio, quando un elegante allocco bruno entrò dalla finestra, recando con sé una lettera con il sigillo della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Per un attimo Gerard era ritornato con la mente al mattino di tanti anni fa in cui aveva ricevuto la sua lettera di accettazione e incuriosito aveva aperto il nuovo messaggio che scritto nella grafia fine ed elegante di Aemon Targaryen (non era mutata nemmeno ora che cieco, scriveva i propri messaggi con la magia) recitava:
“Egregio signor Olivander. È mio piacere informarla che quest’anno Hogwarts avrà l’onore di ospitare il Torneo Tremaghi, nuovamente reinsediato. Conoscendo la sua grande competenza in materia, le chiedo con la presente di eseguire dietro compenso la Pesa delle Bacchette, cerimonia in cui bisognerà controllare che le bacchette dei Campioni delle tre scuole siano perfettamente funzionanti. La prego di mandarmi la sua risposta entro il 1 ottobre.
Cordialmente
Aemon Targaryen
Preside”.
Di certo era un incarico prestigioso e che oltretutto gli avrebbe fatto guadagnare qualche soldo extra nel periodo morto dell’anno. In più poter osservare bacchette prodotte da altri era sempre interessante.
Gerard afferro carta e penna e buttò giù una risposta in cui accettava l’incarico.
 
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Tornare ad Hogwarts fu strano. Erano anni che non ci metteva più piede, eppure era proprio a quel castello erano legati tanti suoi bei ricordi. A pensarci bene era possibile che ci fossero più bacchette create da lui in quella scuola di quante non ce ne fossero nel suo negozio. Un pensiero strano. Gerard rimase a chiacchierare col Preside Aemon, fino al momento della cerimonia.
-Vi presento il signor Olivander- disse Aemon Tagaryen agli stranieri quando li ebbero raggiunti in un’aula al terzo piano. –È un noto fabbricante di bacchette e pertanto la persona più adatta a controllare che le vostre siano in buone condizioni prima del Torneo-.
Olivander fece girare lo sguardo sui campioni, riconoscendo quello a cui aveva venduto la bacchetta sette anni prima
-Be’ andiamo in ordine alfabetico, quindi prima lei mademoiselle Everdeen-.
La campionessa di Beauxbatons, Katniss Everdeen era una ragazza magra, non molto alta, dai lunghi capelli neri lisci, raccolti in una treccia, pelle olivastra e occhi azzurri tendenti al grigio che gli si avvicinò cautamente porgendogli la bacchetta.
-Ah, sì, questa è opera di uno degli Acajor*. Di Margot, direi. Sì, piuma di fenice, dodici pollici esatti, legno di prugnolo, flessibile. In condizioni perfette. Fai regolarmente la manutenzione? -.
-Sì- rispose Katinss.- Mio padre mi ha sempre detto che è importantissimo avere cura della propria bacchetta-.
-E ha ragione- fece Gerard. Il viso della francese parve adombrarsi per un momento, ma non disse nulla dopo che Olivander ebbe trasformato una sedia in un uccello, si riprese la bacchetta, e se tornò vicino alla sua preside una donna alta con una stravagante parrucca arancione.
-Ora tocca a lei signor Herondale-.
Il campione di Durmstrang era di bell’aspetto: snello e muscoloso aveva i capelli biondi ricci, ciglia lunghe e occhi color ambra che sembravano dorati alla luce.
-Hmmm… questa è una creazione di Gregorovich, o mi sbaglio? Sì, sì lo stile di Anton è inconfondibile. È uno dei migliori fabbricanti di bacchette, anche se alcuni materiali da lui usati non mi convincono … mmm… proprio come questo. Agrifoglio, tredici pollici, rigida e come nucleo ha … -.
-Il crine della coda di un Thestral- completò Jace.
-Sì, la solita fissazione dei Gregorovich*… non ho idea del perché in quella famiglia amino tanto usare un nucleo così instabile… sinceramente io preferisco non adoperarlo malgrado la sua potenza… comunque non posso negare che la bacchetta non sembri avere problemi-.
Gerard conosceva Anton Gregorovich. Nipote del celebre Mykew aveva ereditato il negozio dopo la morte del nonno. Per quanto fosse più giovane di lui l’abilità non gli mancava. A quanto ne sapeva Mykew aveva istruito il nipote per prendere il suo posto fin da quando era bambino e proprio come il nonno si era incaponito nell’adoperare quel nucleo così instabile e difficile da lavorare. Qualche volta gli aveva chiesto perché, ma non aveva mai ricevuto una risposta diretta, così si era fatto l’idea che fosse solo emulazione. Anton idolatrava suo nonno che a suo dire aveva realizzato le bacchette migliori della storia.
Borbottando il fabbricante praticò un paio di incantesimi di levitazione e rese la bacchetta a Jace.
-E infine… il signor Snow- annunciò Gerard mentre il ragazzo gli si avvicinava e gli porgeva la bacchetta.
-Ah, questa è una delle mie. Ricordo benissimo! – esclamò euforico Gerard Olivander.
Anche Jon ricordava. Ricordava quel giorno di sette anni prima in cui suo padre l’aveva portato a compare la bacchetta…
 
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Era tutta la mattina che Gerard cercava di leggere La Gazzetta del Profeta, ma il viavai di clienti gliel’aveva impedito. Non che si lamentasse: era molto più gratificante accoppiare le sue creazioni a maghi e streghe che leggere le notizie. E difatti era appena a metà della quarta pagina, quando il trillò del campanello annunciò l’ingresso di un uomo col viso lungo, lunghi capelli castani e una barba ben curata. Dietro di lui c’era un ragazzino magro con lineamenti incredibilmente simili a quelli dell’uomo e occhi del medesimo grigio scurissimo.
-Eddard Stark! Pioppo, dieci pollici e un quarto, crine di unicorno, estremamente rigida*- fu il saluto di Gerard.
-Esattamente. Siamo venuti per la bacchetta di mio figlio Jon-.
-Benissimo! Allora prendiamo le misure! – annunciò l’uomo tirando fuori il metro.
Jon non riuscì a non essere grato che il signor Olivander non avesse fatto domande sul perché non fosse venuto con Catelyn e Robb pochi giorni prima. Suo padre si era azzardato a proporlo, la sera in cui lui e Robb avevano ricevuto le lettere, ma dopo aver visto l’espressione della moglie dopo che aveva pronunciato la frase “Domani o dopodomani dovrete andare a Diagon Alley”, Eddard Stark aveva subito capito che non era il caso, così finito di mangiare, aveva trattenuto Jon con una scusa e gli aveva detto che appena possibile si sarebbe preso un altro giorno di ferie dal Ministero, per accompagnare anche lui a prendere tutto il necessario. Sapere che si era preso un altro giorno di ferie per accompagnare Jon, non aveva di certo compiaciuto Catelyn, ma Eddard non l’avrebbe fatto se lei avesse permesso al ragazzo di andare con loro. Non gli pareva il caso di mandare un undicenne da solo a fare tutti quegli acquisti in un periodo in cui Diagon Alley era così affollata… e poi suo padre lo aveva accompagnato quando era andato a prendere la bacchetta. Si sentiva in obbligo di fare lo stesso per i suoi figli.
Jon voleva bene ai suoi fratelli e a suo padre, ma l’idea che a Hogwarts sarebbe stato lontano da Catelyn Tully, lo aveva talmente elettrizzato che aveva cominciato a contare i giorni che lo separavano dalla partenza per la scuola fin dalla mattina successiva all’arrivo della lettera. Finalmente sarebbe andato in un luogo dove nessuno lo avrebbe trattato come un intruso. Al castello non sarebbe stato un figlio illegittimo. Sarebbe stato solo un nuovo studente, proprio come tutti gli altri, proprio come Robb.
-Ecco qui: ebano, crine di unicorno, dieci pollici e mezzo, rigida- annunciò Olivander porgendogli una bacchetta interrompendo le sue riflessioni. Jon la agitò, facendone uscire un paio di scintille bianche.
-No, direi non va bene. Provi con questa: ciliegio e piuma di fenice, dodici pollici, mediamente flessibile-.
Jon la provò, ma non accadde niente.
-Pioppo tremulo e corda del cuore di drago, tredici pollici e mezzo, flessibile. Non per vantarmi, ma è una bacchetta straordinaria-.
Anche suo padre aveva la bacchetta di pioppo, ma quella che gli proponeva Olivander aveva un aspetto completamente diverso. A pensarci bene però il fabbricante aveva detto “pioppo tremulo”, quindi l’albero doveva essere diverso. Jon la agitò e ne uscì un filo di fumo bianco.
-No, neanche questa. Be’ poco male. Eccone una di frassino e crine di unicorno, nove pollici, rigida-.
Anche quella non andò bene.
-Un cliente difficile, eh? No, niente paura, troveremo quella che va a pennello- commentò allegro Olivander dopo una ventina di tentativi andati a vuoto.
Jon impugnò una decina di altre bacchette, ma nessuna di esse andò bene. Come suo padre aveva mostrato una certa affinità con le bacchette che cercavano qualità morali elevate, ma a differenza di come era avvenuto per Ned, Gerard non pensava che l’unicorno fosse il nucleo più adatto a quel giovane mago. Gli pareva più compatibile col drago, anche se non ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
-Provi con questa: alloro, piuma di fenice, dodici pollici e un quarto, flessibile-.
Jon la prese in mano poco convinto e infatti quando la agitò non accadde nulla.
-Mmm… forse questa: melo, crine di unicorno, undici pollici, sorprendentemente rigida-.
Anche con quella non ci furono risultati. Una bacchetta di prugnolo e drago, invece, produsse qualche scintilla.
-Sì, sembra proprio che l’elemento giusto sia il drago- sentenziò soddisfatto Olivander.
Tutte le bacchette proposte al ragazzo da quel momento in poi furono di drago e con tutte, Jon riuscì a produrre qualcosa, ma nessuna di loro era quella giusta.
-Ho visto di rado un’affinità così forte con il drago- commentò Gerard porgendo un’altra bacchetta al cliente. Purtroppo neanche quella si rivelò adatta.
-Quindi niente pioppo… mmm… forse… ma sì, perché no? Tenga questa: cipresso, corda del cuore di drago, undici pollici. Estremamente rigida-.
Quando Jon afferrò lo strumento che Olivander gli porgeva, percepì un improvviso calore. Senza che lui facesse nulla, la bacchetta prese a brillare di una calda luce dorata che per un istante illuminò a giorno il negozio.
-Perfetto! Eccezionale, oserei dire! È un vero onore per me venderle questa bacchetta! – esultò Gerard.
-Addirittura? E perché? - domandò sorpreso Jon.
Olivander sorrise orgoglioso: - Perché il legno di cipresso è associato alla nobiltà d’animo. Uno dei miei antenati Geraint Olivander, era convinto che chiunque venisse scelto da una bacchetta composta da tale legno, fosse destinato a morire in circostanze eroiche. E in effetti io posso citare almeno un possessore di bacchetta di cipresso caduto con onore che lei di sicuro conosce: Remus Lupin, il primo lupo mannaro insignito dell’ordine di Merlino-.
Jon era estasiato: Remus Lupin era da sempre uno dei suoi miti. Ned invece era decisamente meno euforico. Il signor Olivander dovette accorgersene perché si affrettò ad aggiungere: - Certo, per fortuna, ora viviamo in tempi meno sanguinari, da tempo non si assiste all’ascesa di un Signore Oscuro, quindi coloro che possiedono una bacchetta di cipresso ben difficilmente dovranno sacrificare la vita, ma senza dubbio lo farebbero, se necessario, perché questa è una bacchetta che cerca il coraggio e l’audacia-.
-E allora sono io quello che dovrebbe sentirsi onorato. È un onore che una bacchetta così eccezionale abbia voluto me come padrone- rispose Jon. Quella bacchetta era la prova che anche se bastardo, lui valeva qualcosa.
Sorpreso dalla maturità del ragazzino, il fabbricante volle aggiungere dell’altro: - Ricorda sempre che anche se è la bacchetta a scegliere il mago, è il mago a decidere come usarla. Il nostro futuro, dipende solo da noi, non dobbiamo cercarlo nelle qualità della nostra bacchetta-.
-Sagge parole- convenne Eddard Stark.
-Non tema inutilmente per suo figlio signor Stark, anzi si senta fiero di avergli tramandato i suoi valori- aggiunse Gerard mentre prendeva i soldi.
 
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- Cipresso, corda del cuore di drago, undici pollici. Estremamente rigida. Perfetta come il giorno in cui ha visto la luce- commentò Gerard agitando la bacchetta e facendone uscire un fiotto d’acqua.
Poco dopo i campioni posarono per le foto che sarebbero state pubblicate sulla Gazzetta del Profeta. Mentre guardava Olivander sussurrò: -Buona fortuna per il torneo. A entrambi-.
 
 
 
 
 
 
  • Famiglia di fabbricanti di bacchette francesi. Il loro negozio è visibile in Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald.
 
 
 
  • La Bacchetta di Sambuco ha come nucleo un pelo di Thestral. Avendola studiata Gregorovich lo avrà identificato e avrà cominciato a usarlo come anima dei suoi prodotti. Naturalmente avrà tenuto l’informazione per sé. Il pelo di Thestral dà vita a una bacchetta che accetta solo un padrone che sappia affrontare la morte (un altro dei motivi per cui la Bacchetta di Sambuco si opponeva a Voldemort. Un thanatofobico come lui era del tutto inadatto a una bacchetta con un nucleo del genere).
 
 
  • Vedi scorso capitolo.
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Katniss Everdeen e Jace Herondale, sono personaggi di Hunger Games e Shadowhunters. Chi mi segue da qualche anno ricorderà che il mio primo Hogwarts AU in questa sezione trattava del Ballo del Ceppo e che già all’epoca li avevo usati come campioni di Beauxbatons e Durmstrang e ho deciso di riciclare quest’idea. D'altronde la Pesa delle Bacchette era un ottimo modo per dare originalità al capitolo.
Già che siamo in argomento di autocitazioni, il titolo del capitolo viene da una mia raccolta simile a questa, dedicata alle bacchette di Fleur, Krum e Cedric nella sezione di Harry Potter. Se vi va dateci un’occhiata.
Davvero una felice coincidenza che uno Stark, (bastardo o meno, Jon è uno Stark, a mio parere il più degno erede della famiglia) fosse compatibile con una bacchetta che avesse qualcosa in comune con quella di Lupin. E quello non poteva che essere Jon che non si è mai preoccupato di rischiare la vita, ed è sempre stato pronto a sacrificarsi per fare la cosa giusta e quindi il legno di cipresso è perfetto per lui. Il nucleo di drago, poi è un riferimento al fatto che possieda un’arma in Acciaio di Valyria, dato che è il nucleo più potente in assoluto e alle sue origini c’è il drago come probabilmente per l’Acciaio di Valyria. Jon d’altronde lo vedo più combattivo di Lupin, quindi più adatto a una bacchetta di drago che di unicorno a mio parere.
Il prugnolo è il legno adatto a un guerriero e quindi a Katniss (diciamoci la verità, nella rivoluzione ci si è trovata per caso quindi non va bene il pioppo tremulo), mentre l’agrifoglio si adatta a bene a chi debba affrontare una ricerca spirituale, quindi mi pareva adatto a Jace che mi sembra anche tipo da accettare la propria mortalità. Parlerò più diffusamente di questi legni in futuro.
 
Ringrazio tutti quelli che seguono/preferiscono questa storia e fenris, Eideard_madadhallaidh88 e Strega1981 che hanno recensito lo scorso capitolo.
  
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