Rock Believer
Bunny non stava
correndo; no, stava volando, letteralmente: il ritardo che aveva guadagnato
quel giorno superava ogni suo record pregresso, e prevedeva che avrebbe trovato
il suo fidanzato e i fratelli di lui arrabbiati con lei. E, ad essere del tutto
onesta, non li biasimava per niente: collezionare ritardi sembrava essere
diventata ormai una sua abitudine quotidiana e, purtroppo, temeva che ciò
sarebbe andato avanti per molto tempo.
Sospirò affranta. Tutto stava
diventando sempre più stressante: dividersi tra la carriera di cantante e la
professione di avvocato la stava prosciugando poco a poco; doveva trovare una
soluzione drastica, altrimenti un giorno o l’altro l’avrebbero ricoverata in
ospedale per un esaurimento nervoso.
La
verità era che si era illusa del fatto che, una volta ottenuta la tanto
sospirata laurea in giurisprudenza, i suoi genitori – in modo particolare sua
madre - l’avrebbero lasciata finalmente libera di realizzare il suo sogno
insieme ai fratelli Kou. Sembrava che tutto si stesse
incastrando per il meglio, che avessero compreso che il suo non era un semplice
capriccio momentaneo, ma una vera e propria vocazione.
Ma,
come sempre, aveva fatto i conti senza l’oste: la pressione su di lei era
diventata, se possibile, ancora più soffocante di prima.
«Non
starai per caso dicendo che getterai alle ortiche anni di studio in questo modo!?
Per che cosa, poi? Una carriera che non è nemmeno sicura? Almeno prova a
lavorare con tuo padre: ti servirebbe a guadagnare esperienza che potrebbe
risultare utile nel caso la professione
che hai scelto per te non dia i frutti sperati; poi saresti libera di coltivare
i tuoi sogni. Potresti farlo anche
mentre lavori con tuo padre, cosa te lo vieta? Ma se rinunciassi a tutto così,
senza nemmeno tentare, temo che un giorno te ne pentirai», le aveva detto
sua madre durante una delle loro innumerevoli discussioni che giravano sempre
intorno allo stesso argomento.
E lei, come accadeva sempre più
spesso nell’ultimo periodo, aveva accantonato i suoi sogni e desideri,
abbassando la testa, e l’aveva accontentata.
Era consapevole del fatto che,
essendo maggiorenne ed economicamente indipendente, poteva decidere come meglio
credeva della propria vita, senza rendere conto a nessuno, ma il ricordo di quanto
era accaduto l’ultima volta che si era trovata in profondo disaccordo con la
sua genitrice era ancora fresco nella mente, e non aveva nessun desiderio di
ripetere l’esperienza. Certamente con quell’esperienza aveva avuto grandi
benefici, prima fra tutti l’aver aperto finalmente gli occhi e capito quali fossero
i sentimenti che la legavano a Yaten, e che quello
che pensava di provare per Seiya, invece, non era
altro che una cotta infantile per il proprio migliore amico. Però tutto l’amore
del suo Yaten non era stato sufficiente a coprire il
vuoto che sentiva in fondo al cuore per la lontananza dai suoi genitori. Era
per questo che non si era imposta maggiormente e non aveva fatto valere i
propri desideri.
Bisognava aggiungere che, sotto
sotto, lavorare con suo padre non le dispiaceva più di tanto: con lui aveva
sempre avuto un buon rapporto, sicuramente non conflittuale come quello che
aveva invece con sua madre, e la scelta di iscriversi alla facoltà di
giurisprudenza era avvenuta non tanto per seguire le orme del padre, bensì
perché le interessava l’argomento. Adesso, però, era caduta con tutte le scarpe
in un ginepraio pazzesco e non sapeva come uscirne: essere avvocato si
dissociava dal suo essere una cantante con la carriera in ascesa, e sapeva che
prima o poi doveva prendere una decisione drastica e abbandonare una delle due
attività.
Sbuffò nuovamente a quei pensieri
che ormai riempivano la sua mente da parecchi giorni.
Si fermò per un attimo per
riprendere fiato, guardando senza vedere l’insegna che capeggiava luminosa
sopra l’entrata dell’edificio che aveva di fronte: era finalmente arrivata a
destinazione e si preparò psicologicamente a una litigata che sarebbe avvenuta
con molta probabilità di lì a cinque minuti.
«Lo so, le prove dovevano cominciare
un quarto d’ora fa e il mio comportamento è inqualificabile e poco
professionale, ma questo pomeriggio ho avuto una riunione con un cliente
importante per lo studio di mio padre e non potevo proprio liberarmi», esordì
la ragazza entrando in sala prove senza guardare nessuno in particolare, cercando
di trovare una giustificazione plausibile per evitare l’ennesimo litigio
provocato dal suo ritardo, togliendosi contemporaneamente la giacca che
indossava e buttandola con malagrazia su una sedia lì vicino.
Non ricevendo nessuna replica alla
sua filippica, alzò finalmente la testa e guardò perplessa i tre fratelli Kou.
«Come mai oggi non dite nulla sul
mio ritardo?», chiese perplessa ai tre, ricevendo da parte loro un’occhiata
piuttosto strana, che la insospettì non poco.
«Cosa state complottando voi tre?
Non è che pensate di mandarmi via, vero? Perché lo sapete che, altrimenti, ve
la farò pagare molto cara!?», disse con un sopracciglio alzato e le mani sui
fianchi, sperando di risultare minacciosa, mentre in realtà provava una grande
paura che quello corrispondesse alla realtà dei fatti. «Vi avevo preannunciato
sin dall’inizio che sarebbe potuto succedere, che il mio lavoro di praticante
avvocato non ha un vero orario di entrata e uscita dall’ufficio, ma voi per
primi mi avete spinta ad accettare la proposta dei miei genitori, sostenendo
che avremmo trovato qualche soluzione al riguardo… Sapete quando ci tengo a
lavorare con voi, che è una cosa più importante per me… Davvero, non capisco…»,
continuò, non riuscendo a nascondere il proprio turbamento a quelli che
considerava da sempre parte della sua famiglia.
«Non ti licenzieremo, amore, non
dovresti dubitare mai di questo», le rispose Yaten, capendo
immediatamente il turbamento della fidanzata, cercando di tranquillizzarla come
meglio poteva.
«E allora perché mi avete guardata
in quel modo prima? Cosa mi state nascondendo voi tre? Fuori il rospo,
immediatamente, altrimenti ne pagherete seriamente le conseguenze. E sapete
benissimo che le mie minacce non sono mai vane», sbottò infine lei,
affrontandoli a muso duro.
Ci fu un attimo di silenzio, poi i
tre Kou scoppiarono a riderle in faccia, facendo
infuriare – se possibile – ancora di più Bunny.
«Si può sapere cosa avete da
ridere?», sbottò scocciata.
«Noi sappiamo una cosa che tu non
sai», rivelò finalmente Seiya, interrompendo il
fratello che stava per rispondere alla fidanzata e ricevendo da quest’ultimo un’occhiata
non proprio amichevole.
«E
sarebbe?», chiese la ragazza scettica, conoscendo Seiya
come le proprie tasche e la sua voglia di prenderla sempre in giro, non
credendo minimamente a una parola uscita dalle labbra del ragazzo.
«Gli
Scorpions verranno a Tokyo per un mega concerto, ma
siccome tu non lo sapevi, non ci andrai perché i biglietti sono già tutti
esauriti!», le rivelò dispettoso, ghignando in direzione dell’amica. E ancora
una volta ricevette un’occhiataccia da parte del fratello, della quale non si
preoccupò minimamente.
«È
vero?», chiese a Yaten, sforzandosi di non credere a
quelle parole, ma conosceva Seiya e sapeva che non
parlava mai a vanvera.
Si
sentiva profondamente delusa: il suo gruppo musicale preferito ricominciava
l’attività dopo il periodo della pandemia con un tour mondiale, e lei si
lasciava sfuggire l’occasione di vederli dal vivo come una sciocca!
Yaten sospirò, e annuì con la testa,
guardandola dispiaciuto.
«Purtroppo
sì, quello che ha detto Seiya parlo-sempre-quando-non devo Kou
corrisponde alla verità», confessò Yaten. «Ma la
notizia l’abbiamo saputa stamattina appena arrivati per le prove. Vedrai che
troveremo una soluzione. In fondo siamo quasi dei loro colleghi, magari
parlando con Alex riusciremo ad assistere dietro le quinte: certo, non sarebbe
come essere tra il pubblico, ma almeno li vedrai e li
ascolterai cantare e suonare».
«Bunny,
Yaten ha ragione: vedrai che riusciremo ad assistere
al loro concerto», intervenne Taiki, che fino a quel
momento era stato zitto.
«Ehi,
e io che c’entro, scusa? A me non interessa per niente andare a vederli! Io
quella sera voglio uscire con Marta!», protestò Seiya,
ottenendo dai suoi fratelli l’ennesima occhiataccia della giornata. «Va bene,
ho capito: vorrà dire che porterò anche lei, se mai riuscirete nel vostro
intento. Se proprio non posso esimermi da questo sacrificio enorme, almeno lo
farò stando in buona compagnia.»
I
discorsi dei quattro ragazzi si interruppero quando la porta della stanza si
aprì, facendo entrare Alex.
«Ah,
sei arrivata, Bunny, ottimo», disse come saluto. «Bene, ragazzi, visto che ci
siete tutti ho una notizia grandiosa da darvi!»
«Hai
un metodo per farci partecipare al concerto degli Scorpions?»,
gli rispose Seiya, scherzando, facendo riferimento a
quanto stavano discutendo poco prima.
«E
voi come fate a saperlo, scusate?», domandò l’uomo, spiazzato.
Un
silenzio sconcertato calò nella stanza.
«Gl…gli Scorpions? Cioè, riusciremo
davvero ad assistere al loro concerto?», chiese Bunny con voce tremante.
«In
un certo senso», le rispose Alex. «In realtà ho ricevuto una richiesta per
avere la vostra partecipazione allo show; o meglio, penso che tu, Bunny,
dovresti duettare con Klaus Meine, mentre voialtri
accompagnerete musicalmente o vocalmente la performance. Non mi è ancora chiaro
cosa intendano: il loro staff mi ha contattato soltanto ieri sera e sono stati
piuttosto vaghi sull’argomento».
«Scusatemi,
ma ho bisogno di sedermi. Non credo di sentirmi molto bene», affermò a quel
punto Bunny, e il pallore del viso non metteva in dubbio le sue parole.
Il
manager la guardò perplesso: non era abitudine della ragazza fare la scena madre.
«Vedi,
Alex, Bunny ama gli Scorpions, sono in assoluto la
sua band preferita.», gli rivelò Seiya, stranamente
serio, guardando preoccupato in direzione dell’amica e scambiando lo stesso
sguardo con Yaten. «E uno dei suoi sogni più grandi è
sempre stato – per l’appunto – duettare con Klaus Meine»,
concluse.
«Ci
sarà anche Matthias Jabs»,
disse solamente la ragazza, mettendosi le mani davanti alla bocca, gli occhi
fissi nel vuoto, come se fosse in stato di shock.
«Ah
sì, e per un certo periodo di tempo ha anche avuto una specie di cotta per Matthias Jabs», continuò,
ridacchiando.
Bunny
non aveva nemmeno la forza di guardare male il suo amico, tanto era scossa.
«Oh,
allora questo cancella ogni problema, perché loro sono proprio qui fuori, nella
sala d’attesa, e sono impazienti di conoscervi», rivelò l’uomo.
«Ma
non avevi detto che il suo staff ti aveva contattato soltanto ieri sera?»,
chiese Taiki, perplesso.
«A
quanto pare sono dei perfezionisti e vogliono iniziare subito a provare con
voi. Sembra che abbiano intenzione di realizzare un concerto grandioso,
soprattutto perché il nuovo album è uscito dopo ben sette anni dal precedente,
e con il Covid e le ristrettezze varie che ne sono
derivate hanno proprio voglia di un contatto diretto con il loro pubblico. E
poi sembra che siano particolarmente affezionati alla nostra città, ma non ho
voluto indagare al riguardo.»
«Tokyo Tapes»,
fu la risposta di Bunny.
«Come?»
«Tokyo Tapes è
il loro primo live, pubblicato nel 1978. Comprende due concerti che avevano
tenuto proprio qui a Tokyo, quindi sono due CD e ti assicuro che già allora
erano fenomenali!», gli precisò Bunny, con entusiasmo.
«Quindi
cosa faccio? Possono entrare?», chiese Alex, prendendola un po’ in giro,
aspettandosi chiaramente la risposta che gli avrebbe dato la ragazza, che
infatti non tardò ad arrivare.
«Cosa
stai aspettando? Certo che possono entrare! Anzi, non avrebbero dovuto
aspettare così tanto: sei stato negligente questa volta, Alex, e la cosa non mi
piace per niente, sappilo!», gli rispose arcigna la ragazza.
Tutti
scoppiarono a ridere.
«Vado
a chiamarli», disse Alex, cercando di ricomporsi e uscendo dalla stanza.
«Calma,
Bunny, devi stare calma», disse tra sé la ragazza, facendo dei grandi respiri
per calmarsi.
E
pensare che soltanto pochi minuti prima la sua preoccupazione più grande era l’ennesimo
ritardo collezionato, mentre adesso stava per conoscere i componenti della sua
band preferita.
«Ti
senti bene, amore?», le sussurrò ad un orecchio Yaten,
avvicinatosi a lei e prendendo ad accarezzarle la schiena.
«Certo,
non ti preoccupare», gli rispose lei con un piccolo sorriso, ma fu interrotta
dalla porta che si apriva nuovamente.
Il
cuore di Bunny prese a battere fortissimo, mentre le gambe minacciavano di non
reggerla definitivamente.
Dalla
porta apparve Alex, seguito da Rudolph, Matthias, Pawel, Mikkey ed infine Klaus. I
componenti del suo gruppo musicale preferito erano lì a pochi passi da lei e
aveva una grande paura di fare una terribile figuraccia con loro.
«Devo
assolutamente dare una bella impressione di me: un’occasione del genere non mi
capiterà più in tutta la vita e non posso farmela scappare», pensò, mentre
mangiava letteralmente con gli occhi i cinque nuovi arrivati.
«Bene,
vi presento Taiki, Seiya, Yaten e Bunny, ossia i Three
Light and the Shining Star», li presentò Alex.
«Ragazzi, non penso che serva dirvi chi siano loro», concluse in direzione dei
suoi protetti, strizzando
impercettibilmente l’occhio a Bunny, e ottenendo dai quattro un lieve cenno di
capo.
«Siete
incredibilmente giovani», esordì Rudolph, il leader e fondatore della band
tedesca, parlando in inglese. Quelle parole non promettevano nulla di buono e i
quattro ragazzi si guardarono preoccupati; soprattutto Bunny sentiva nascere
dentro di sé un grande delusione: la realizzazione del sogno di duettare con
Klaus stava sfumando velocemente. «Quando ci hanno parlato di voi e del
successo che state ottenendo in Giappone abbiamo pensato che poteva essere
l’occasione per una bella collaborazione in occasione del concerto che terremo qui
a Tokyo fra sei mesi circa per il nostro Rock
Believer Tour, ma ora ho qualche dubbio sul fatto
che sia una buona idea: non penso conosciate le nostre canzoni, soprattutto
quelle degli anni ’70 e’80! Scommetto che a quell’epoca non eravate nemmeno
nati!”, disse perplesso.
«Mi
permetto di contraddirla», ribatté prontamente Seiya,
ottenendo uno sguardo scettico da parte del suo interlocutore. Si voltò verso
Bunny e, dopo averle sorriso, continuò: «Lei è una vostra grande fan! A casa ha
tutta la vostra discografia, sia quella di studio, i live e persino le compilations. Ha persino tre versioni differenti di Return to forever:
una normale, una deluxe
e una tour edition.
Con i miei fratelli l’ho presa in giro all’infinito per questo particolare. Davvero, dubito fortemente che in tutto
il Giappone troverete una conoscitrice più esperta della vostra musica».
Bunny
si sentì arrossire per essere stata posta così bruscamente all’attenzione della
band. Lo sguardo di Rudolph e degli altri sulla sua persona le stavano facendo
venire la pelle d’oca per l’emozione.
«È
la verità?», rispose a questo punto Rudolph, e una luce di interesse gli aveva
acceso gli occhi mentre guardava Bunny.
«Sicuro!
Può provarlo da solo, se crede: le chieda di cantare una canzone qualsiasi del
vostro repertorio e lei lo farà. Oppure le faccia il quiz, domandandole in
quale album sono contenute delle canzoni che lei citerà: è un gioco che noi
quattro facciamo spesso noi quattro e lei non ha mai sbagliato una volta»,
rivelò Seiya, orgoglioso per la capacità della sua
amica.
«Interessante…»,
rispose il chitarrista, grattandosi il mento, non togliendo gli occhi dalla
ragazza, la quale si sentì sempre più in imbarazzo sotto quello sguardo.
«E
poi il suo più grande sogno è sempre stato quello di duettare un giorno con
Klaus Meine!», rivelò, infine, tornando ad essere
l’amico dispettoso che era abitualmente.
«Seiya!», esclamò la ragazza, ora completamente rossa in
viso nel sentire quello che considerava come un fratello rivelare quei pensieri
così intimi.
Una
risatina divertita partì dai componenti della band tedesca.
«Perfetto, volevo
fare bella figura con loro, e invece mi sono messa in ridicolo. Grazie, Seiya!», pensò Bunny.
«Allora,
vediamo un po’ – Bunny, giusto? – se
ti dicessi The Zoo?», chiese Rudolph
a bruciapelo.
«Animal Magnetism»,
rispose immediatamente lei.
«Walking on the Edge»
«Savage Amusement»,
rispose nuovamente lei senza esitazione.
«Now!»
«Blackout»
«Coming Home»
«Love at First
Sting»
«È
incredibile! Voi cosa ne dite?», chiese Rudolph interrompendo l’interrogatorio,
rivolgendosi ai suoi compagni.
«Se
non vi dispiace, io accetterei la proposta del ragazzo e la farei cantare»,
intervenne Klaus. «Scegli tu quella che preferisci», le disse.
«È
una parola: mi piacciono tutte!», esclamò lei senza pensare, facendo
ridacchiare tutti i presenti nella stanza. «Beh, se proprio devo scegliere,
direi The Best Is
Yet to Come»
«Dall’album?»,
chiese Rudolph, ridacchiando.
«Sting in the Tail»,
rispose lei, sorridendo, capendo che in quel momento non era sotto esame, ma
lui stava semplicemente scherzando.
Bunny
prese posizione davanti al microfono e, con sua grande preoccupazione e
agitazione, vide Klaus fare lo stesso e posizionarsi proprio alla sua sinistra.
Across the desert plains
Where nothing dares to grow
I taught you how to sing
You taught me everything I know
And thought the
night is young
And we don't know if we'll
live to see the sun
The best is yet to come
I know,
you know
That we've only just begun
Through the highs and lows
And how can I live without
you
You're such a part of me
And you've always been the one
Keeping me forever young
And the best is
yet to come
Hey ah eh oh
Don't look now, the best is yet to come
Hey ah eh oh
Take my hand, the best is yet to come
Klaus smise di cantare non appena terminata la prima
strofa della canzone; Bunny lo guardò preoccupata, pensando di aver sbagliato
qualcosa e sentendo la terra tremarle sotto i suoi piedi.
«Per quanto mi riguarda, possiamo
firmare l’accordo anche subito», dichiarò il cantante. Bunny lasciò libero il
respiro che non si era nemmeno accorta di aver trattenuto.
«Bene, se volete venire nel mio
ufficio, possiamo redigere il contratto», intervenne prontamente Alex. «Io ho
il potere di rappresentanza, quindi l’accordo lo sottoscriverete con me. Sapete,
questa è stata un’idea proprio della nostra Bunny, per semplificare le pratiche
burocratiche: oltre ad essere una promettente cantante, è anche un futuro squalo
del Foro», rivelò agli artisti tedeschi.
«Ma quante sorprese riserva la
nostra Bunny…», disse Pawel. «Mi domando se ne
scopriremo altre nei prossimi giorni…», concluse, sorridendo nella direzione
della ragazza.
«Basta soltanto osservarmi bene»,
gli rispose lei, riacquistando la sua solita sfrontatezza.
Ridacchiando di questa battuta, gli Scorpions li salutarono, dando loro appuntamento fra
qualche giorno per iniziare le prove in vista del concerto.
Quando i quattro ragazzi rimasero
soli, per un attimo calò tra loro un silenzio di tomba, seguito subito dopo da
un urlo di giubilo.
«Se è un sogno non svegliatemi più:
ci esibiremo con gli Scorpions, ci credete?», esclamò
Bunny in estasi. «E ho anche già avuto un assaggio di un duetto con Klaus: sicuramente
stanotte non dormirò per niente al pensiero!»
«Sicuramente sarà un’esperienza che
ci arricchirà molto a livello professionale», intervenne Taiki,
pratico.
«Sapete, in tutto questo c’è anche
una parte divertente», disse ridacchiando Seiya, non
riuscendo proprio a stare zitto.
«E sarebbe?», rispose Bunny
sarcastica, guardandolo non proprio amichevolmente: ancora le bruciava la
figura barbina che le aveva fatto fare poco prima con la band tedesca.
«Eri talmente nervosa che non ti sei
nemmeno accorta che Matthias Jabs
non ti toglieva gli occhi di dosso mentre cantavi», le rivelò, facendo
arrossire immediatamente l’amica. «Penso che per il momento tu possa dormire sogni tranquilli,
fratello», concluse rivolto a Yaten.
«Li farò fare sempre, stai tranquillo», gli rispose l’altro, un po’ stizzito.
In quel momento non aveva voglia di
confrontarsi con gli altri, ma aveva necessità di parlare con la sua fidanzata
il prima possibile.
«A questo punto ritengo che le prove
di oggi non si terranno, quindi io me ne andrei», disse Yaten
dopo un attimo «Bunny, vieni con me?»
La ragazza lo guardò per un attimo,
poi annuì in silenzio.
«Sì, non credo che siamo nella
posizione ottimale per provare oggi», rispose Taiki
al fratello. «Andate pure. Penso che anche io e Seiya
andremo a casa.»
«Sono preoccupato per te», esordì Yaten mentre prendeva posto a un tavolo messo un po’ in
disparte nella caffetteria situata vicino alla sala prove e che i due fidanzati
erano soliti frequentare quando volevano rimanere un attimo da soli.
Bunny lo guardò sorpresa, non
aspettandosi un commento del genere da Yaten. Non
rispose subito, però, perché una cameriera era subito corsa da loro per
prendere le ordinazioni.
«Ti riferisci all’ennesimo ritardo
di oggi, vero? Cercherò di liberarmi prima d’ora in avanti, anche se non sarà
facile vista la mole di pratiche che giace in questo momento sulla mia
scrivania», rispose con un sospiro stanco, quando finalmente furono lasciati
soli.
«Non mi riferivo a quello, davvero»,
l’assicurò lui. «Certo, non sono contento di iniziare sempre tardi ogni giorno,
però lo accetto come qualcosa di – concedimi il termine - fastidioso per poter avere te in squadra», l’assicurò lui. «No, non
è per quello che sono in pensiero: ma ultimamente ti vedo sfuggente, distratta.
Anche il fatto che, nonostante tu abbia accettato di sposarmi, non hai più
affrontato l’argomento… Questi sono tutti sintomi di qualcosa non funziona!»
«In questo periodo sono effettivamente
un po’ stanca», rivelò lei. «Dividersi tra due attività così differenti l’una
dall’altra non è per niente semplice, ma vedrai che si tratta soltanto di un
periodo: una volta che avrò finalmente ingranato, tutto si sistemerà al meglio,
ne sono certa.»
Ma la sua espressione diceva tutt’altro
e questo a Yaten non passò inosservato.
«Sicura che sia proprio così?», indagò. «Con me puoi parlare di tutto, lo sai:
prima di essere il tuo fidanzato, sono stato il tuo migliore amico per decenni,
e continuo ad esserlo tuttora. Se avessi qualcosa che ti turba, mi farebbe
davvero piacere che tu me ne parlassi!»
Bunny non gli rispose subito: rimase per un lungo attimo con lo sguardo
perso nel vuoto mentre girava svogliatamente la cannuccia all’interno del
bicchiere, mescolando il cocktail che nel frattempo era stato servito. Poi
parve afflosciarsi su se stessa, appoggiandosi allo schienale della sedia, come
se tutto il peso del mondo gravasse sulle sue spalle.
«È un periodo molto difficile per me
questo: ovunque mi volti, c’è sempre qualcuno che si aspetta qualcosa da me.
Pensavo che, una volta laureata, avrei potuto scegliere tranquillamente senza
sensi di colpa, ma non è stato così, lo sai. E li capisco anche i miei
genitori, sai? Io sono la loro unica figlia e sono preoccupati. Il mondo della musica
è spiegato, lo sai benissimo anche tu: adesso stiamo avendo successo, ma chi ti
dice che tra un paio di anni non spariremo totalmente dalle scene? In questo
loro non hanno poi così torto. Ma è difficile, a volte sono così stanca che
fatico ad addormentarmi alla sera e a svegliarmi la mattina.»
Come un fiume in piena Bunny
raccontò tutto quello che si era tenuta dentro in quei mesi.
«Mi sarei confrontata con Marzio
come al solito, ma ho promesso a Rea che l’avrei lasciato in pace per un po’
perciò ho lasciato perdere», finì il discorso.
A quelle parole Yaten
si sentì gelare: nonostante tutto quello che avevano passato loro due, lei
continuava a confidarsi con un altro, fidarsi di un altro, mentre a lui erano
concesse soltanto le briciole, che comunque non servivano a lasciarlo
tranquillo.
«Ancora con questo Marzio!? Possibile che tu non riesca a prendere una
decisione da sola, in totale indipendenza, senza che lui ti imbocchi su quello
che devi o non devi fare!?», sbottò Yaten, adirato,
non riuscendo a mascherare la gelosia che lo stava divorando dall’interno. «Ma
cosa vuoi che ne sappia lui, poi? È un medico, e oltre al suo lavoro in
ospedale non ha nulla a cui pensare! OK, ammetto che in passato ti ha aiutato
parecchio, soprattutto nel trovare una soluzione per la questione dell’Università
e dei tuoi studi, ma adesso basta! A volte penso che Rea non abbia poi così
tanto torto, sai?»
«È mio amico e gli avrei chiesto
semplicemente un consiglio, non vorrei mai rovinare il suo rapporto con lei»,
ribatté con un filo di voce Bunny, scossa dalla reazione del fidanzato alle sue
parole
Yaten fece
un lungo respiro per calmarsi prima di rispondere.
«Lo so, ti conosco, e sono
consapevole del fatto che non faresti mai nulla per arrecarmi dolore, o per
rovinare la relazione del tuo amico con la sua ragazza, e che se stai con me è
perché mi ami, non perché ti faccio comodo.
Ma dall’esterno sembra tutt’altro: ti affidi totalmente ai consigli di lui, e
con me non parli di nulla se non di cose frivole e di poca importanza. E bada
bene: non sto dicendo che giustifico la piazzata di Rea durante la tua festa di
laurea, ma vorrei un po’ di considerazione da parte tua.»
«E ce l’hai Yaten,
davvero! Ma non avevo intenzione di pesarti addosso con le mie preoccupazioni, ecco
perché ho pensato di chiedere consiglio a lui e non a te!»
«A parte il fatto che lui è
principalmente figlio di un collega di tuo padre e di un’amica di tua madre, in
seguito è anche amico tuo. Davvero non ti è mai passato per la testa che,
magari, gli è stato chiesto il favore di convincerti ad abbandonare la carriera
di cantante? Perché sinceramente a me questa idea è venuta, e non soltanto a me:
qualche giorno fa Taiki mi ha consigliato caldamente
di cercare di staccarti dall’ombra di Marzio, perché aveva la sensazione che
lui non sia totalmente sincero con te. Come vedi, anche lui la pensa come me»,
le rispose Yaten, non riuscendo a nascondere la
rabbia che sentiva dentro in quel momento.
Bunny era sempre più scossa, mentre
il tarlo del dubbio iniziò a farsi strada nella sua testa involontariamente.
«Non so cosa fare, Yaten», confessò alla fine, chinando la testa e trattenendo
a stento le lacrime. «A volte mi sembra mi manchi il
respiro per l’ansia che mi attanaglia: non so cosa scegliere, perché so per
certo che finirò per deludere qualcuno a cui voglio bene!»
«Tu non deluderai nessuno, stanne
certa», la rassicurò Yaten. «Siamo tutti ben
consapevoli del fatto che non sei Wonder Woman, lo
sa anche tua mamma, anche se lo nasconde bene. Quanto a me, ti ho aspettata per
anni, anche quando sembrava che tu mi avresti guardato sempre e solo come un fratello, e di certo non ti lascerò
andare soltanto perché hai preferito il lavoro di avvocato a quello di
cantante…»
«Prometto che ci penserò seriamente
e presto prenderò una decisione definitiva», gli rispose più sollevata lei. Ora
che si era confidata con il suo fidanzato, stava decisamente meglio. «E
comunque adesso devo per forza maggiore accantonare il mio lavoro d’ufficio: collaborare
con gli Scorpions sarà un lavoro a tempo pieno, che
occuperà intere giornate da qui fino alla data del concerto: non posso
permettermi distrazioni da quell’obiettivo. Quindi stasera, quando tornerò a
casa, parlerò con mio padre e prenderò un’aspettativa di qualche mese. Poi si
vedrà!»
«Penso che sia una scelta ottimale
questa», confermò Yaten, sollevato. «Comunque vorrei
che ti ricordassi d’ora in poi che io sono qui per te e voglio che mi riversi addosso tutti i tuoi problemi, per cercare di
risolversi insieme», l’incalzò lui.
Quell’argomento gli stava particolarmente a cuore e non avrebbe permesso che
lei se ne dimenticasse.
«Lo farò, Yaten,
davvero. Grazie, per tutto. Non so cosa farei senza di te!»
«Lo so, sono superlativo!», finse di
pavoneggiarsi lui, facendola ridere.
«Quando fai così sembri Seiya!», rispose lei.
All’improvviso di zittì, come se un
pensiero le fosse passato improvvisamente per la testa.
«Ti ricordi quando rimanevi a casa
da scuola con la febbre ed io ti venivo a trovare, tempestando la tua stanza di
disegni?», gli domandò, immersa in quei ricordi.
«Disegnavi sempre noi quattro in un’enorme
casa: dicevi che quando saremmo diventati grandi saremmo andati a vivere tutti
quanti insieme e tu avresti sposato tutti e tre!», rispose lui, ridacchiando
per l’ingenuità della Bunny bambina.
«Me lo ricordo: allora pensavo che
se avessi scelto uno, gli altri due sarebbero stati tristi», rivelò, ridendo.
«Alla fine la scelta tra noi tre l’hai
fatta, però, e devo dire che hai rivelato un buon gusto al riguardo, perché
indubbiamente hai scelto il fratello migliore!»
«Ma sentilo, che sbruffone!», lo
prese in giro lei.
«Signorina Tsukino,
lei adesso pagherà severamente per questo affronto alla mia persona!», scherzò
lui, facendosi più vicino a lei.
«Ti amo, Yaten!
Tu non immagini quanto…», ribatté lei, cambiando immediatamente argomento.
«Ah, allora hai deciso di sfoderare
l’artiglieria pesante!? Mi dispiace, ma questa volta dovrai passare ai fatti e
dimostrarmelo!», e non le lasciò il tempo di ribattere, catturando le sue labbra
con le proprie e chiedendo immediatamente l’accesso in esse con la lingua.
Ogni pensiero lasciò la testa di
Bunny, troppo concentrata sulle sensazioni forti che solo il suo fidanzato era
in grado di farle provare.
* * *
Bunny osservava da dietro le quinte
il teatro gremito di gente cantare a squarciagola i vari ritornelli proposti
durante il concerto.
Era incantata: sul palco gli Scorpions erano carismatici, oltre che molto bravi, e
sapevano catturare pienamente l’attenzione del proprio pubblico. Seguiva ogni
movenza di Klaus, carpendone i segreti per farli suoi un giorno: era lei la
cantante dei Three Lights,
quindi suo il compito di incantare il pubblico.
Vestita con un paio di pantaloni di
pelle nera e un gilet dello stesso materiale, molto simile a quello indossato
da Matthias Jabs, ma in
versione femminile, si sentiva una vera rockettara.
Era carica di adrenalina quel giorno: finalmente era arrivato il giorno del
concerto e stava procedendo tutto nel migliore dei modi: sin dall’inizio, con Gas in The Tank, interpretata alla
perfezione, seguita a ruota da Make it Real, The Zoo
e da altre canzoni storiche della band. L’accoglienza dei giapponesi non poteva
essere più entusiasmante e lei non poteva che essere felice per loro.
Passando molto tempo con la band, aveva avuto modo di vedere quanto loro
fossero professionali e pignoli fin quasi a sfiorare il maniacale: addirittura
Klaus si era segnato su un foglio di vari discorsi da fare al pubblico e si
cronometrava per non sforare il tempo.
Indubbiamente quell’esperienza sarebbe servita molto sia a lei che ai suoi
amici, sia a livello umano che per quello professionale. Sicuramente lo era
stato per lei, perché finalmente aveva preso una decisione definitiva per la
sua vita. E di questo doveva ringraziare Klaus, Matthias,
Rudolph, Pawel e Mikkey.
Bunny tornò alla realtà sentendo Klaus intonare l’iconica Wind of Change.
Seguendo il programma, subito dopo loro sarebbero entrati in scena: nessuno era
a conoscenza della loro presenza lì, che era stata tenuta volutamente nascosta
fino all’ultimo, per creare un effetto sorpresa.
E finalmente avrebbe realizzato il suo sogno di duettare con Klaus Meine.
Ma in quel momento non voleva pensarci, gustandosi l’interpretazione di
quella canzone che per lei era importante, essendo stata la prima della band che
aveva ascoltato in assoluto e che gliel’aveva fatta amare. Quella sera, poi,
c’era stata una sorpresa per chi, a differenza di lei, non si teneva aggiornato
sulle news della band: dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, infatti, gli Scorpions avevano deciso di togliere i riferimenti a Mosca
contenuti nella canzone, sostituendoli con parole di incoraggiamento per quella
nazione martoriata dalla guerra. Dire che le era venuta la pelle d’oca era poco.
«Stiamo per entrare in scena. Sei nervosa?», le chiese Yaten,
circondandole la vita da dietro.
Bunny si voltò sorridendo, soffermandosi un attimo a guardarlo: vestito
anche lui totalmente in pelle nera, era uno spettacolo per gli occhi. Era bello
ed era totalmente suo, pensò con orgoglio.
Non gli aveva ancora detto che aveva finalmente preso una decisione: in
quell’ultimo periodo erano stati troppo presi con i preparativi per il concerto
e non avevano avuto molto tempo per stare da soli. E quando capitava, parlare era
l’ultimo dei suoi pensieri, concentrata a fare ben altro. Glielo avrebbe
comunicato quella sera, quando tutto sarebbe finito e sarebbero stati più
rilassati.
«Pensavo che lo sarei stata di più, sinceramente. Ma non provo niente di
diverso rispetto a quando dobbiamo entrare in scena noi abitualmente», gli
rispose.
«Fingerò di crederci», ribatté lui, sorridendo, dandole una bacio a lato
del collo.
Il pezzo fischiato che annunciava la fine della canzone li riportò al
presente.
Un’acclamazione generale impedì per qualche minuto a Klaus di parlare: il
cantante sorrideva, visibilmente contento dell’acclamazione ricevuta.
«I love you, Japan. Lo sapete, noi siamo molto affezionati al Giappone, in
modo particolare a Tokyo. Anni fa registrammo il nostro primo live in questa
città, proprio su questo palco. E oggi, a distanza di anni, torniamo qui con
una sorpresa: in tutti questi anni di assenza abbiamo trovato la vostra città
cambiata parecchio, migliorata oserei dire. E abbiamo avuto modo di ascoltare le
esibizioni di diversi nuovi cantanti e sono uno più bravo dell’altro».
Un’acclamazione gli impedì di parlare per un attimo.
«E stasera abbiamo deciso di farvi un regalo: fra tutti quanti, una giovane
band ha attirato particolarmente la nostra attenzione. Sono giovani, ma molto
talentuosi e stanno scalando rapidamente le classifiche in tutto il Giappone».
Fece un attimo di silenzio per lasciare il tempo al pubblico di recepire la
notizia. «Avete capito di chi sto parlando, vero? Bene, quindi è per me è un
onore accogliere qui sul palco i Three Lights and The Shining Star!»
L’ennesima acclamazione accompagnò l’entrata in scena dei quattro ragazzi.
Bunny fu accolta da Klaus con due baci sulle guance, che la imbarazzarono
leggermente, non aspettandoselo minimamente.
Subito le luci si abbassarono: quello era il segnale per l’inizio
dell’esibizione.
I'm a rock believer
You start to crawl until you walk
You make a scream and learn to talk
You discover life on every day
From the first day you were
born
You walked a lifeline of your own
And if you always keep the faith
No one
can take your dreams away
In the ruins
of their souls
You saw the beauty of it all
Simply a generation change
How our fathers came
to steal
But we came
back to make you feel
Our love in every song we play
Scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Come on, scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
We go from here to everywhere
So many moments that we share
All boarded up, we give and take
Love came to
me so many ways
No matter what some haters say
No one can take our dreams away
Scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Come on, scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Scream, scream, scream (I'm
a rock believer)
Scream, scream, scream (I'm a rock believer)
No one
can take our dreams away
No one can
take our dreams away
Scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Come on, scream for me, screamer
I'm a rock believer like you
Just like you
Scream, scream, scream (I'm a rock believer)
Scream, scream, scream (I'm a rock believer)
Scream, scream, scream (I'm a rock believer)
Scream, scream, scream
Anche quell’esibizione fu ben accolta dal pubblico, rendendo estremamente
orgogliosi i quattro ragazzi: per quell’occasione Taiki,
Seiya e Yaten non avevano
suonato, ma si erano cimentati nel coro di accompagnamento, ma non erano delusi
da ciò, tutt’altro: d’altronde non erano loro le star della serata.
Era chiaro che il concerto era stato
un successone: gli assoli di Pawel e Mikkey, uno seguito dall’altro, furono particolarmente
apprezzati. Mikkey, poi, era stato fenomenale: le sue
origini heavy metal si percepivano chiaramente e,
sicuramente, non aveva fatto rimpiangere Kottak,
almeno dal punto di visto della ragazza.
In quel momento, intanto, stava per iniziare il momento preferito da Bunny:
l’assolo di Matthias Jabs con
la sua Delicate Dance.
«Cosa stai facendo?», chiese Bunny, distratta dal fidanzato che in quel
momento teneva in mano il proprio cellulare.
«Faccio felice la mia ragazza», fu la risposta di lui, mentre la guardava di
sottecchi. «Chissà che non ci guadagni qualcosa di interessante stasera per
questo mio gesto», continuò, ghignando.
«Che idiota! Con l’età stai peggiorando, sai?», rispose lei,
schiaffeggiandolo sulla spalla. «Assomigli sempre più a Seiya!»
«Non farti sentire da lui, altrimenti sono guai!», le sussurrò all’orecchio,
per poi baciarle le labbra.
«Bunny, è quasi giunto il momento. Dai, su ragazzi: dopo avrete tutto il
tempo per le vostre effusioni, adesso cercate di rimanere concentrati, per
favore! Per esempio te, Bunny, non sarebbe meglio se iniziassi a scaldare la
voce?», li incalzò Taiki, esasperato.
«Va bene, va bene: vado!», rispose lei, ma – dispettosa – prima si avvicinò
a Yaten e gli diede un lieve bacio a stampo, per poi
fare una linguaccia verso l’altro.
Il momento goliardico, però, fu presto sostituito dall’ansia quando le
venne in mente cosa avrebbe fatto di lì a poco: fra pochi minuti, infatti, lei
e i fratelli Kou avrebbero cantato e suonato per
intero una canzone degli Scorpions, con la
partecipazione di Rudolph Schenker quale unica guest
star del gruppo, infatti quest’ultimo non poteva esimersi dall’eseguire il
famoso assolo di chitarra presente nella canzone.
Klaus terminò di cantare e salutò il pubblico, uscendo dalla scena con gli
altri componenti del gruppo, lasciando credere a tutti che il concerto fosse
terminato.
Era un trucchetto che spesso avevano utilizzato per giocare con il loro pubblico e a Bunny scappò un lieve sorriso
divertito.
«È il tuo turno ora», le disse Klaus facendole l’occhiolino.
«Spero solo di non rovinarvi la canzone», fu la risposta di Bunny, che
iniziava davvero a risentire dell’importanza di quello che stava per fare.
«Andrai alla grande, ne sono sicuro», le assicurò Matthias,
circondandole le spalle con un braccio e facendole saltare il cuore in gola.
«G-grazie», balbettò lei; ora la poca tranquillità che le era rimasta era
andata a farsi benedire del tutto.
Yaten lanciò un’occhiata assassina al chitarrista, che però
non si accorse di nulla.
«Forza, Otello: si entra in scena», lo incitò Seiya,
ridacchiando.
Con un’ultima occhiataccia Yaten seguì il
fratello e, poco dopo, anche Bunny si unì al resto del gruppo, prendendo
posizione dietro al microfono.
Era il momento per lei per mettere in pratica ciò che aveva imparato in
quei giorni, ma soprattutto quella stessa sera, osservando Klaus Meine muoversi sul palco.
«Devo farvi una confessione», esordì, rivolgendosi direttamente al
pubblico. «Io ho qualcosa che mi accomuna a tutti quanti voi: anch’io, proprio
come voi, sono una fan incallita di questa meravigliosa band, perciò comprendo
perfettamente la vostra delusione nel vedere me al posto di Klaus. Ma non
temete: presto riavrete indietro il vostro – nostro – beniamino. Ora, però vorrei
che mi permetteste di offrire un piccolo omaggio alla mia band preferita,
sperando di non rovinare troppo la loro hit», disse.
Il pubblico applaudì e lei si fece forza da quell’acclamazione.
Rudolph, l’unico componente degli Scorpions
presente in quel momento, attaccò le prime note di Still loving you e lei si preparò a cantare…
Time
It needs time
To win back your love again
I will be there
I will be there
Love
Only love
Can bring back your love someday
I will be there
I will be there
Fight
Babe, I'll fight
To win back your love again
I will be there
I will be there
Love
Only love
Can bring down the wall someday
I will be there
I will be there
If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again?
I'm loving you
Try
Baby, try
To trust in my love again
I will be there
I will be there
Love
Our love
Just shouldn't be thrown away
I will be there
I will be there
If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again?
If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Yes, I've hurt your pride and I know
What you've been through
You should give me a chance
This can't be the end
I'm still loving
you
I'm still loving you
I'm still loving you
I need your love
I'm still loving you
Still loving you, baby
I'm still loving
you
I need your love
I'm still loving you
I need your love
Hoo!
I'm still loving
you
I need your love
Hoo!
I need your love
L’esibizione fu un successo: ancora
una volta erano riusciti a catturare l’attenzione del pubblico su di loro. I
quattro ragazzi si guardarono felicissimi.
Bunny catturò lo sguardo di Yaten.
«Ti amo», mimò, ottenendo da lui un
sorriso e una strizzata d’occhi.
Presto furono distratti dal ritorno
in scena della band regina della serata per quella che, lo sapevano, era l’ultima
canzone della serata.
Yaten, Seiya e Taiki lasciarono le
postazioni di strumentisti ai legittimi proprietari e si prepararono a fare un
po’ di spettacolo cantando e ballando a ritmo di Rock you like a Hurricane.
Here I am
Rock you like a hurricane
Here I am
Rock you like a hurricane
Il
ritornello risuonava incessante nell’auditorium: ovunque si potevano vedere
persone che ballavano e battevano le mani a ritmo della canzone. La band era
stata costretta a ripetere più volte il ritornello perché venivano in
continuazione acclamati dal pubblico.
La serata
era stata un evidente successo.
A
conclusione tutti i membri della band si sporsero per stringere le mani ai
pochi fan che ebbero la fortuna di avvicinarsi abbastanza per toccarli. Alla
fine l’inchino collettivo, e gli ultimi ringraziamenti e saluti di Rudolph e
Klaus sancirono la fine definitiva della serata.
Dietro le
quinte il clima era totalmente di festa per la buona riuscita del concerto.
«Siete fenomenali!
Lo sapevo che non sarei stata delusa da voi!», esclamò Bunny ancora carica di
adrenalina, rivolgendosi a Mikkey Dee.
«Ti
ringrazio. Anche se, come ben sai, io sono l’ultimo arrivato della truppa», le
rispose.
A Bunny
quell’uomo era risultato subito simpatico: era un grande batterista, ma era
rimasto comunque molto semplice nei modi. Gli rivolse un enorme sorriso.
«Oh, lo so!
Però confesso che preferisco te a James Kottak!», gli
rivelò di slancio.
«Facciamo
che questo è il nostro segreto, va bene?», le rispose, facendole l’occhiolino.
«Bene,
ragazzi, ora che il concerto è finito, avrei una qualcosa d’importante da
comunicarvi», disse Alex, arrivato in quel momento, attirando l’attenzione dei
suoi assistiti.
I quattro
ragazzi si avvicinarono a lui, mentre gli Scorpions
si radunarono in un angolo per ristorarsi dopo le fatiche della serata.
«Per i
prossimi mesi non prendete impegni – parlo soprattutto per te, Bunny: avete
appena ricevuto un ingaggio molto vantaggioso, che vi porterà per un po’ in
giro in tounée»
«E possiamo
sapere in cosa consiste questo nuovo lavoro?», chiese Taiki
per tutti.
Alex non
rispose subito, ma lanciò una lunga occhiata a Bunny, che non capì all’inizio.
Poi una piccola lampadina si accese nella sua testa.
«Aspetta,
non mi dirai che…», chiese con il batticuore.
«Vedo che
hai già capito», le rispose. «Ebbene sì: siete piaciuti parecchio a Schenker and company e mi hanno chiesto di avervi come band
di supporto per il resto del loro tour».
«Datemi una
sedia, perché le gambe non mi reggono più», fu la risposta di Bunny.
I suoi amici
ridacchiarono.
«Beh, mi
sembra chiaro che accettiamo. Anche perché un’occasione del genere non ci
accadrà più, vero?», rispose Taiki al manager.
«Esattamente!»
«Tu, Bunny,
riuscirai a liberarti dal tuo lavoro?», le chiese Yaten.
«Ecco, in
effetti avrei qualcosa da dirti…», fu la risposta della ragazza, che lo mise in
allerta immediatamente. «In questi giorni ho avuto modo di riflettere sul mio
futuro. Poi osservare gli Scorpions, assistere a
tutto il lavoro dietro le quinte che porta alla realizzazione di un singolo
concerto, … in poche parole, tutto questo mi ha spinta a ragionare su cosa
voglio dalla vita. E finalmente ho preso una decisione!»
Yaten la guardò negli occhi e in essi vide una luce che
prima non c’era mai stata: la sua piccola donna era finalmente cresciuta ed era
pronta a prendere per le redini il mondo intero.
«Cosa hai
deciso, allora? Ti ho detto che, qualsiasi sia la tua scelta, io ti appoggerò
sempre, però vorrei sapere cosa comporterà per noi questa tua decisione!»
Bunny gli
prese una mano tra le sue e la strinse forte.
«Cantare è
sempre stata la mia passione: già all’asilo mi candidavo per fare parte del
coretto invece che recitare», le scappò un sorriso divertito.
«Me lo
ricordo», intervenne lui.
«Ho immaginato come sarebbe stata la
mia vita senza la musica e nella mia mente non ho visto altro che grigio. In
più in questo periodo che ho preso di aspettativa, il lavoro d’ufficio non mi è
mancato per niente. Hai già capito, vero?», chiese guardandolo.
«Sì, ma vorrei sentirlo detto da te»,
le confermò lui.
«Ho scelto la musica. Ho scelto i Three Lights and
the Shining Star», rivelò infine.
Yaten
l’abbracciò stretta e la baciò con passione.
Il loro momento intimo fu interrotto
dall’arrivo di Rudolph Schenker.
«Cosa ci
fate qui da soli voi due? Avrete tutto il tempo per pomiciare poi! Non avete
saputo la novità? Dobbiamo festeggiare alla nostra collaborazione!», esclamò,
alzando il bicchiere che teneva in mano in segno di brindisi. «Avrai ancora
l’occasione di duettare con Klaus: sei contenta, Testolina buffa?», domandò Rudolph, rivolto alla ragazza.
«Come mi hai
chiamata?», chiese Bunny sorpresa: era sicura che quel fastidioso soprannome
non era mai trapelato quando erano presenti gli Scorpions.
E allora come faceva il chitarrista a conoscerlo?
«Il tuo
amico lì mi ha detto che è come un secondo nome per te», sciolse ogni dubbio
Rudolph.
Bunny non
aveva bisogno di guardare dove era stato indicato, perché sapeva chi era
l’artefice della malefatta.
«Seiya! Ti conviene scappare, perché adesso ti ammazzo!», esclamò,
rossa di rabbia.
«Perché?
Cosa ho detto di male?», scherzò, ma il sorriso era tirato, avendo capito che
questa volta non l’avrebbe scampata liscia: Bunny era veramente arrabbiata.
«Ti conviene
scappare!», ripetè lei, avanzando verso di lui; il
ragazzo ebbe l’intelligenza di seguire il consiglio e iniziò a correre, seguito
a ruota dalla ragazza, che nel contempo gli urlava dietro parole
impronunciabili.
«Fanno
sempre così?», domandò Matthias divertito, seguendo
con lo sguardo i due contendenti.
«Questo è
niente. A volte è anche peggio», rispose Yaten,
massaggiandosi le tempie esasperato.
«E pensare
che un tempo pensavano di essere innamorati l’uno dell’altra», disse Taiki tra sé, ma la frase fu recepita da tutti. I
componenti della band tedesca si guardarono confusi, voltandosi in sincrono
verso i due, non riuscendo a immaginare un fatto del genere.
«Direi che
sarebbe meglio se tutti andassimo a riposarci; domani poi potremo accordarci
sui prossimi concerti», intervenne Alex, distraendoli da quella scena.
In
lontananza di sentì Seiya urlare: Bunny lo aveva
finalmente raggiunto.
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23 maggio 2022 – Arena di Verona: un sogno che si è
avverato per me! Ebbene sì, lo ammetto: in questa shot
ho riversato su Bunny le preferenze della sottoscritta (tranne duettare con Klaus,
perché sono stonata come una campana e lo avrei fatto tornare di corsa alla sua
Hannover per lo spavento)! Esatto, I’m a Scorpions girl! E, prima che me lo domandiate, sì: ho tre
versioni diverse dell’album Return To Forever. E ancora sì, il componente del gruppo che
preferisco è Matthias Jabs
e penso davvero quello che Bunny ha detto riferito a Mikkey
Dee.
Comunque, ciao a tutti! Dopo anni in cui le uniche
cose da me scritte sono state le mail di lavoro, eccomi qui con una storiella
senza pretese nata in una noiosa e afosa sera, dove non sapevo cosa fare per
passare il tempo. Complice un revival su Vasco Rossi che sentivo in lontananza,
l’intenzione di ascoltare la mia musica preferita, ed ecco qua nata la storia.
Spero che vi sia piaciuta e non vi abbia deluso:
temo di non essere più allenata come un tempo...
Dimenticavo: non so come funzionano le cose su EFP
in questi casi, comunque dichiaro che l’inserimento degli Scorpions
è avvenuto senza scopo di lucro e puramente come svago della sottoscritta.
Qui di seguito vi lascio i link delle canzoni che
ho citato nella storia, nel caso foste curiosi di ascoltarle:
The Zoo à https://www.youtube.com/watch?v=96mno1w3nTQ
Walking on the Edge à
https://www.youtube.com/watch?v=zMbBqX3-KD4
Now! à https://www.youtube.com/watch?v=KQMHaf3RTgs
Coming Home àhttps://www.youtube.com/watch?v=jmAtWvx8zBY
The Best is Yet To Come à https://www.youtube.com/watch?v=NfmSZXIC22c
Gas in The Tank à
https://www.youtube.com/watch?v=h8acKearR7s
Make It Real àhttps://www.youtube.com/watch?v=4WnnjpjEB10
Wind of Change (versione
originale) àhttps://www.youtube.com/watch?v=n4RjJKxsamQ
Wind of Change (versione
2022 – all’Arena di Verona: io c’ero!!!!! ^^) àhttps://www.youtube.com/watch?v=T7KFciU5BoY
Rock Believer àhttps://www.youtube.com/watch?v=TllvFtkXMBE
Delicate Dance àhttps://www.youtube.com/results?search_query=delicate+dance
Still loving you àhttps://www.youtube.com/watch?v=7pOr3dBFAeY
Rock you like a Hurricane àhttps://www.youtube.com/watch?v=LbjHuEV7Lx4
Un abbraccio a tutti quanti e grazie per essere
passati di qui a leggere i miei vaneggiamenti!
Shelly