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Autore: KurryKaira    24/06/2022    0 recensioni
Il varco temporale usato da Seto Kaiba per riuscire a duellare con Atem porta un antico gioco da tavolo nella Domino del presente. Yugi e i suoi amici, trovandolo, iniziano a giocarci per poi scoprire a loro spese che è ancora una volta un gioco delle ombre. Si ritrovano catapultati in una giungla ricca di pericoli e solo continuando a giocare, tirando i dadi, potranno riuscire a battere il gioco e tornare alla realtà!
Avranno modo di affrontare per l'ennesima volta un gioco mortale ma al solito saranno uniti più che mai, e Anzu e Yugi e Jonouchi e Mai avranno anche modo di stare insieme e potersi dire cose mai dette!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I dadi azzurri brillavano sotto i raggi del sole mentre toccando qualche foglia di quei lunghi alberi tornavano giù a terra velocemente, si schiantarono al suolo rotolando un po', il primo si fermò (1), e anche il secondo (1).
Anzu:- Ho fatto solo due, scusate- disse a voce sottile, i ragazzi si guardarono attorno un po' spaventati, la foresta in quel momento era estremamente calma e il clima era piacevole.
Guardarono oltre i fitti cespugli e poi in alto verso il cielo. - Guardate!- Gridò il biondo notando alcune caselle in trasparenza illuminarsi di azzurro, se ne illuminarono solo due, ma notarono che ce n'erano già altre dodici illuminate di rosso, e altre quattro viola, provenienti da un altro sentiero.
Yugi:- E' il tabellone di gioco, sono i due percorsi da seguire!-
Anzu:- A quanto pare il nostro compagno sconosciuto aveva già mosso dodici caselle! Fantastico!-
Jonouchi brontolò:- Il nostro compagno invece non è tutto 'sto granché! Solo quattro caselle!-
Honda li riportò al problema principale:- Sì, ma cosa comporta il lancio di Anzu?-
Continuando a guardare in alto questa volta fu la sorella ad urlare:- Guardate!!- Erano zanzare! Venivano dal cielo ed erano gigantesche!
Come li notarono scesero giù in picchiata puntando proprio loro, iniziarono a scappare urlando.
Anzu:- Sono stata io a chiamarle?!-
Jonouchi che con Honda correva più veloce tirando di forza la sorella:- Fai solo due e chiami questi esseri mostruosi! Questo gioco non fa per te Anzu!-
Anzu:- Vediamo cosa farai tu! Tocca a te se non sbaglio!-
Jonouchi:- Vero!- Controllò nel suo zaino, niente dadi:- Perché?-
Yugi:- Perché queste zanzare non le ha create Anzu! C'erano già da prima!- Si voltò guardando la terra e le radici degli alberi che venivano sradicate:- Questo... questo l'ha portato Anzu!-
I due ragazzi più robusti strapparono alcuni rami possenti per scacciare via quelle bestiacce che prendendo a pieno i colpi indietreggiarono.
Gli alberi da cui avevano strappato i rami aprirono poi i loro spaventosi e giganteschi occhi, con i rami restanti afferrarono i due ragazzi.
Shizuka riuscì a essere scaraventata lontano dal fratello prima di poter essere presa prigioniera, Yugi e Anzu urlarono i loro nomi.
Yugi cercò nel suo zaino in tutta fretta, trovò un bastone di ferro con il quale, aiutato dalle due ragazze riuscì a spezzare i rami che tenevano prigionieri i due.
Gli alberi tentarono ancora una volta di catturarli ma Honda non si faceva fregare due volte, con un pugno quasi spezzò l'albero alle spalle del compagno di squadra che sorridendo ricambiò lo stesso gesto. La foresta maligna sembrava accerchiarli ma ora quei grossi alberi sembravano temere i due robusti ragazzi.
- Ahah!- Ridacchiò il più alto abbracciando machamente l'amico:- Siamo sempre i migliori eh?-
- C'è da chiederselo?! Ahah!- Completamente soddisfatti, il biondo strinse a sé la sorella per proteggerla da un imminente attacco, Yugi non fu altrettanto veloce con la sua compagna che, proprio come i due precedentemente, venne catturata e stretta tra le liane e i rami scuri di uno di quei maledetti tronchi.
Urlarono il suo nome, il più minuto si lanciò con rabbia verso quei rami. Notarono gli altri che le zanzare erano tornate all'attacco.
- Proseguite!- Urlò il ragazzo che ancora tentava di salvare la sua bella:- Scappate, trovate un nascondiglio e lanciate i dadi! Jonouchi, sono sicuro che adesso siano comparsi nel tuo zaino!-
Jono:- Non possiamo lasciarvi qua!-
Honda:- Dobbiamo aiutarvi!-
Yugi sorrise, già stanco per lo sforzo ma pieno di fiducia:- Ci aiuterete continuando il gioco, fidatevi!- Era così sicuro di sé che i ragazzi cedettero.
Jonouchi strinse la mano alla sorella senza mai distogliere lo sguardo dai due amici:- Coraggio, Anzu, fatti forza!-
La ragazza sorrise sofferente, anche lei credeva in loro.
Honda annuì e scappò via coi due amici al riparo da quelle bestie terribili.
Il sole era alto, quasi tutti quei lunghi arbusti erano tornati privi d'anima, solo uno stringeva a sé la sua preda ferendola e indebolendola.
Non c'era più traccia di zanzare, avevano tutte seguito il gruppo capitanato al momento da Hiroto Honda.
Il clima equatoriale, e i suoni della natura avrebbero reso quel luogo un paradiso romantico da visitare, ma Yugi Muto poteva limitarsi unicamente ad osservare la donna che amava gemere tra i rovi di quelle piante.
Si avvicinò a lei, fronte contro fronte:- Scusa se non ho la forza di quei due!- Le mani stringevano quei rovi fino a sanguinare nel tentativo di liberarla.
- Ehi no- disse lei debole:- No no- aprì quegli occhi che brillavano esattamente come i suoi dadi, incredibile come riusciva ad apparire straordinariamente bella anche in quel luogo e in quelle condizioni, con tutti quei graffi addosso e i vestiti lievemente strappati. Sorrideva, il suo sguardo non era mai particolarmente dolce, forse le piaceva mostrarsi più delicata di quanto non fosse in realtà, lei era forte, senza dubbio molto più forte di lui, e gli sorrideva con quegli occhi limpidi:- No- disse ancora:- Io ti amo così come sei. E sono semplicemente felice che tu sia rimasto con me- lasciò anche lei scivolare di nuovo la fronte su quella di lui richiudendo gli occhi ma non perdendo mai quel sorriso di fiducia.
Lui rimase a guardarla, con occhi lucidi, incantato, mentre alcuni raggi quasi lo accecavano impedendogli di vedere bene la sua donna.
- Non l'avevi mai detto- disse appena, prese di nuovo il suo bastone di ferro e si scagliò con tutta la sua forza verso quei rami che la tenevano prigioniera.
- Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata!- Urlò piangendo:- Non ti lascerò andare così!- Colpiva e colpiva:- Mi hai sentito?!- Adesso gridava verso il cielo continuando ad accanirsi:- Mi hai sentito gioco?! Lei non morirà con te!!-
Il resto del gruppo intanto correva e correva, fin quando non caddero in una buca sotterranea che sembrava scavata dall'uomo.
- Che diavolo?!- Si chiese il biondo cadendo di prepotenza su qualcuno.
La buca era buia, ma una fiaccola illuminava quel tanto che bastava. La terra era umida e li aveva sporcati da capo a piedi, infastiditi se la scrollarono di dosso riprendendo fiato, forse lì erano momentaneamente al sicuro.
- Voi qui?!- Rispose la persona che Jonouchi aveva involontariamente colpito e loro alzarono lo sguardo vedendolo illuminato dal piccolo fuoco che lui stesso teneva acceso.
- Ryuji Otogi?!- Urlarono tutti e tre, allora era lui uno dei due partecipanti? Colui che aveva cominciato la partita prima di loro?! La pedina rossa in squadra con Yugi e Anzu!
Honda quasi lo aggredì:- Che ci fa tu qui?!-
Otogi:- Avete trovato il gioco? Proprio voi! E avete pensato bene di giocare, bravi!-
Honda:- Senti chi parla! Yugi l'ha trovato per strada, come facevamo a sapere, eh?! E tu allora?-
Otogi infastidito:- Nemmeno io potevo sapere! Ho trovato il gioco vicino la Kaiba Corp. e ho pensato di provarlo per vedere se poteva essere qualcosa da cui prendere spunto, sai?-
Honda:- Sì sì, so.-
Otogi:- Ho trovato casualmente il mio avversario e abbiamo giocato su una terrazzina abbandonata, il gioco deve essere caduto poi in strada...-
Shizuka preoccupata:- Le zanzare erano opera tua?-
Otogi annuì e poi si avvicinò accarezzandole il viso:- Mi dispiace che anche tu sia finita in questo pasticcio- Jonouchi e Honda lo spintonarono.
Jonouchi si lasciò scivolare a terra cercando con foga i dadi nel suo zaino, non aveva certo dimenticato Yugi e Anzu:- Tsz, Kaiba Corp., vuoi vedere che c'entra quel bastardo?! Non siamo soli. Chiaramente Yugi e Anzu sono con noi, lei ha tirato i dadi e ora è prigioniera in un albero. Tocca a me, devo tirare i dadi per aiutarla!-
Otogi si allarmò:- Aiutarla?! Chi ti dice che tirando i dadi non peggiorerai la situazione?!-
Jonouchi lo guardò serissimo:- Bisogna terminare il gioco. Credo sia l'unica soluzione. Che c'è? Sei un codardo?!-
Otogi ingoiò un boccone amaro, guardò Shizuka preoccupata e poi guardò Honda che aveva lo stesso identico sguardo di Jonouchi. Non poteva essere l'unico a tirarsi indietro.
Honda:- Piuttosto? Chi era l'altro giocatore? Sarà in pericolo anche lui, non credi?! Non dirmi che non ti sei messo a cercarlo!-
Otogi:- Beh, nemmeno lei ha cercato me!- Si giustificò.
- Beh, ma lei ha avuto le palle di continuare a giocare! Sai, le caselle della nostra squadra sono avanti di quattro. Dove diamine sono i miei dadi?!- Rovistava nello zaino.
Honda:- Hai lasciato una signorina affrontare il pericolo da solo?! Vergogna- avvicinò Shizuka a sé.
Otogi:- Tsz, signorina. E' capacissima di difendersi da sola quella lì.-
Il ragazzo dalla maglietta arancione smise per un attimo di cercare e alzò lo sguardo verso Otogi, come se avesse avuto un sesto senso:- Otogi. Parla chiaro. Contro chi stavi giocando?...-
- Mai Kujaku- sentenziò sincero. Jonouchi finalmente trovò quello che stava cercando, splendevano gialli come il sole scintillando sotto le fiamme della fiaccola:- Ho trovato i miei dadi- disse soltanto nero in viso, e li lanciò.

- Lei non morirà con te!- Continuava a ripetere tra le lacrime urlando come un matto mentre spezzava rami su rami ma quelli continuavano a venir fuori.
- Yugi calmati! Non ho nessuna intenzione di morire!- Gli urlò allora lei che sembrava molto più calma di lui nonostante il sangue che colava dalla sua pelle.
Yugi la guardava con sguardo affranto e accigliato:- Bene!- Disse soltanto tanto che a lei venne da ridere.
- Che sta facendo quel cretino di Jonouchi? Perché ancora non ha lanciato i dadi?!-
- Lo ha appena fatto!- Disse Yugi guardando nel suo zaino, iniziava a veder brillare qualcosa di nero e il sentiero nel cielo percorreva altre caselle.

Primo dado (6), secondo dado (2).
- Ho fatto otto. Un gran bel numero no, esperto di dadi?- Ancora serissimo, Otogi annuì. Le otto caselle dorate si aggiunsero alle quattro precedenti, riuscivano a vederle anche da sottoterra, il ragazzo le guardò:- Sono anche in squadra con te, da non credere. E pensare che ho anche detto che non sei granché- parlando tra sé e sé.
La sua mano venne afferrata delicatamente da due piccole mani- Coraggio fratello. Dobbiamo aiutare Anzu e poi correre a cercare Mai!- Lui si limitò ad annuire.
Otogi allarmato quasi si nascose dietro Honda che gli disse:- Che uomo coraggioso!-
Otogi:- Devo usare qualcosa come scudo no?-
Honda:- Ah sì?!-
Jonouchu:- Non è il momento di litigare!- Li sgridò:- Fate silenzio, sento qualcosa!- E come tutti fecero silenzio si poteva sentire benissimamente il rumore di qualcosa che strisciava verso di loro, qualcosa di viscido e spaventoso.
Le sue fauci dai denti aguzzi apparvero all'improvviso alle spalle della ragazzina, la stordì col suo veleno e la avvolse nel suo lungo corpo maculato.
- Lascia in pace mia sorella!!- Si accanì su quel serpente gigante a mani nude mordendolo a sua volta nella speranza che lasciasse andare la sua preda.
Honda e Otogi non si tirarono indietro e trovando delle spranghe negli zaini colpirono il serpente fino a stordirlo.
Honda strattonò Jonouchi:- Non credo che morderlo sia stata una genialata!-
Jonouchi:- Come sta Shizuka?!- Si limitò a chiedere nervoso.
Ryuji Otogi la stava portando in salvo, era svenuta, tenendola in braccio l'avvicinò al fratello. Respirava affannata, preda di crampi.
Il ragazzo dai lunghi capelli neri la lasciò andare nonostante la sua possessività tra le braccia del fratello.
- Non doveva andare così- la stringeva togliendole piano i capelli dal viso:- Cos'è questo? Un altro gioco delle ombre?!-
- Non doveva andare così, davvero- ripeté Honda come a citare le parole di Yugi.
- Davvero- ribadì Jonouchi. I giochi delle ombre erano finiti con Atem, non doveva andare così.

Nello stesso istante la porta di un piccolo negozio di giochi a Domino si spalancò.
La sagoma che Sugoroku Muto e il cliente videro in controluce era riconoscibilissima.
- Seto Kaiba- disse quel cliente vestito in jeans e t-shirt a righe.
- Ryou Bakura, ci sei anche tu- disse sempre con poca gentilezza:- Non che mi importi. Devo parlare con Yugi.-
- E' in camera sua, al piano di sopra- disse il nonno del ragazzino:- Ma è successo qualcosa?- Aggiunse preoccupato.
Il milionario non lo degnò di risposta e raggiunse la camera del compagno di giochi seguito dai curiosi Muto e Bakura.
L'anziano fu sconvolto nel non trovare più il nipote e i suoi amici in camera, ma unicamente quel gioco da tavolo con le pedine che avanzavano sole.
Bakura gemette preso da un attacco di panico, perché questo ricordava tanto un gioco delle ombre?!
Mentre il signor Muto trafelato spiegava che i ragazzi giocavano felici fino a pochi momenti prima, Seto se ne stava impassibile a guardare quel tabellone, contò le caselle che portavano al centro, 80 per squadra, le pedine tremavano. Quella Gialla si era mossa da poco, e la Rosa traballava come se a momenti schizzasse via dal gioco eliminata.

- Ho i dadi!- Yugi Muto non titubò un attimo, lanciò i suoi dadi neri, tanto neri che quasi oscurarono il sole quando gli furono paralleli.
- Spero che i ragazzi stiano bene!- I dadi caddero, toccarono terra insieme, (5) e (5).
- Dieci! Ottimo!- Disse la ragazza ancora in trappola.
Improvvisamente soffiò un vento gelido, il clima cambiò di colpo, la terra ai loro piedi si congelò, guardarono in alto, stalattiti di ghiaccio erano pronte a trafiggerli.
Yugi le guardò sorridendo:- Ho sperato tanto che il mio tiro potesse salvarti!- Sembrava fiducioso, una delle stalattiti colpì l'albero che teneva prigioniera la ragazza liberandola, lei strinse la mano di Yugi e più agile di lui corse via seguendo il sentiero tracciato dai loro cari amici.
Si stringevano la mano, e anche se scappavano da enormi spade di ghiaccio pronte a trafiggerli si sentivano caldi, e quasi al sicuro.
- Non moriremo qui, Yugi- lei si voltò a guardarlo mentre con la mano ancora stretta alla sua correva e saltava agile come una ballerina quasi trascinandolo di peso.
L'aria adesso così fredda bagnava i capelli di entrambi, lui la guardava con quegli occhioni spalancati che solo lui al mondo possedeva. Come riusciva ad essere sempre così piena di speranza nei suoi confronti e sempre così tremendamente bella?
Sorrideva:- Noi moriremo vecchi, insieme- concluse e lui non seppe ribattere, semplicemente le sue labbra piano si curvarono in un sorriso beato. Sapeva di amarla da troppi anni, ma era bello trovarsi sorpreso di poterla amare sempre un po' di più, sempre un po' più a fondo.

La pedina Nera si muoveva su quel tabellone di ben dieci caselle. Seto sorrise appena, pensò subito che quella pedina Nera doveva essere Atem.
Eppure Atem non era certo lì. Guardò poi la pedina Bianca rimasta ingiocata.
Bakura invece riuscì a calmarsi, al contrario del povero nonno, sfiorò le spalle al vecchio e poi si avvicinò a quel gioco, forse i suoi amici avevano bisogno di aiuto,
soprattutto quella pedina rosa, la toccò!
E un bagliore li avvolse, così forte che addirittura Seto chiuse gli occhi d'istinto.
Quando li riaprì Bakura non era più con loro. Seto guardò subito la pedina bianca, era ancora lì, non posizionata, si sentì sollevato nel vedere questo.
Si accorse poi dalla voce alterata del signor Muto che con loro c'era qualcun'altro e non più Bakura.
- La... sorella di quell'incapace- borbottò impassibile vedendo la povera ragazza respirare a fatica tra le braccia del proprietario di casa.
Il giovane intuì allora che il gioco doveva aver accettato uno scambio, Ryou Bakura al posto di Shizuka Kawai.
  
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