Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Kikiletoway    27/06/2022    0 recensioni
Dal primo capitolo:
“Questo esperimento dovrebbe, si spera, provare la teoria del multiverso e io mi stavo chiedendo...Pensi che ci siano delle persone che sono destinate a stare insieme indipendentemente dall’universo in cui si trovano? Indipendentemente da quali percorsi le loro strade possano prendere?”
Coppie: Jaime/Brienne
Diverse storyline al prezzo di una! AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso dell’autrice: Questo qui è, come sapete, un altro universo molto dark. Ci saranno delle descrizioni/discussioni non grafiche di violenza, sangue, stupri/tentati stupri, morte di bambini; menzioni di suicidio e semplicemente...di cose orribili in generale. Linguaggio scurrile canonico. Scene sessuali, quasi per niente esplicite, ma senz’altro accennate.
 
 
Nota della traduttrice: Perdonate il ritardo di questo aggiornamento, ma tra il fatto che questo capitolo è lungo quanto l’attesa per The Winds of Winter e il fatto che sono in piena sessione estiva, l’ho potuto tradurre come una lumachina haha. Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
 
 
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Il corpo di Jaime si è fortunatamente calmato quando Brienne ritorna nella sala di controllo. Lei è ancora tutta rossa, e gli rivolge un breve sguardo furtivo prima di guardare ovunque tranne che a lui. Lei affonda sulla propria sedia, allontanandola di diversi centimetri da lui.
 
Lui si schiarisce la gola. “I generatori hanno raggiunto la massima potenza circa dieci minuti fa,” lui borbotta, allontanando anche lui la sedia da quella di lei.
 
Lei gli rivolge un piccolo cenno d’assenso, le mani di Brienne sono occupate col suo quaderno, la sua penna, con la sua tazza di caffè e con la tastiera.
 
Jaime sospira—rumorosamente—e lei sobbalza, rischiando un’altra occhiata verso di lui.
 
“Non eravamo noi,” lui dice mentre allunga la mano verso il whiskey e i due bicchierini.
 
“Lo so,” lei borbotta.
 
“E’ comunque...imbarazzante, giusto?” lui chiede.
 
Quello fa in modo che lei alzi gli occhi al cielo, guardandolo. “Tu credi?”
 
Jaime sogghigna mentre riempie ogni bicchierino, e ne mette uno di fronte a lei. Lei lo adocchia con sospetto.
 
“Ancora un ultimo universo da affrontare,” lui dice, appoggiando la bottiglia e prendendo in mano il proprio bicchierino. “Forse dovremmo solo brindare al fatto che il principe e la principessa sono arrivati al punto dove sono disposti a scoparsi a vicenda invece di uccidersi a vicenda.”
 
Brienne arrossisce, ma avvolge la mano intorno al suo bicchierino.
 
Jaime alza il suo in un brindisi, e, a suo credito, Brienne fa lo stesso e lo guarda fisso negli occhi per la prima volta da quando è tornata nella sala di controllo. Si scolano i loro drink e sbattono i loro bicchierini di nuovo sulla scrivania.
 
“D’accordo,” Jaime dice, rimettendo il tappo sulla bottiglia. “Un ultimo universo da affrontare.” Lui le rivolge un piccolo sorriso. “Pronta?”
 
Lei annuisce.
 
“Almeno sappiamo che non faranno sesso in questo qui,” lui aggiunge, e preme invio.
 
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L’accampamento nella foresta è più sicuro di quanto Jaime si fosse aspettato inizialmente. Dopo diverse altre serate passate a pattugliare il perimetro, lui sa che c’è una struttura simile a un recinto nascosta nella linea degli alberi. Un’ulteriore ispezione mostra che non è proprio una barriera, ma è più che altro un sistema di preallarme, e Jaime apprende dai suoi figli che ci sono delle azioni specifiche da intraprendere per ognuno, se qualcosa dovesse fare breccia nel perimetro.
 
Diversi giorni più tardi, uno sferragliamento ovattato si fa sentire per la radura, e i bambini più piccoli smettono immediatamente di fare quello che stanno facendo e corrono in modo frenetico verso gli alberi dietro le baracche. Si arrampicano su delle scale di corda, nelle case sugli alberi nascoste in alto nei rami, mentre i ragazzi più grandi afferrano le loro pistole.
 
Jaime corre verso Brienne. “Dov’è stata fatta la breccia?” lui domanda.
 
Lei gli rivolge uno sguardo distratto coi suoi occhi bellissimi, e con un cipiglio sul viso. “Al lato nord,” lei ringhia mentre guida Robb, Jon, Gendry e Margaery in quella direzione, con Jaime che trotta dietro di loro.
 
“Dove sono Hunt e gli altri?” Robb chiede.
 
Brienne alza gli occhi al cielo. “Sono fuori a caccia. Probabilmente sono loro ad aver fatto breccia nel perimetro,” lei replica seccamente.
 
Non trovano degli umani; invece, c’è una famiglia di cinghiali selvatici che sta annusando l’erba al lato nord della radura. Gli occhi di Brienne si illuminano, e loro iniziano a sparare, sbarazzandosi del maggior numero possibile di animali, prima che il resto sparisca di nuovo nella foresta.
 
Passano il resto della giornata riparando la recinzione, macellando gli animali e, quando tornano, Brienne dà a Hunt e i suoi amici il compito di preparare gli affumicatoi, così che la carne possa essere stagionata e preservata.
 
Ci sono già una cantina e diversi grossi barili di alluminio che usano come cisterne. Non riescono a contenere molta acqua, ma è abbastanza da farli andare avanti per diversi giorni se non riescono a raggiungere il fiume. Gendry gli dice che stanno pensando di costruire una vera e propria cisterna sotterranea, se riusciranno a trovare un modo di fare un qualche cemento per sigillarla.
 
A malincuore, Jaime è impressionato dalla determinazione di Brienne nel voler costruire un insediamento permanente in questa radura, e dal modo in cui lei riesce a mantenere tutti questi ragazzini—venti di loro che variano d’età dagli otto anni ai sedici—abbastanza focalizzati e motivati da continuare a lavorare e ad andare avanti.
 
Forse lei non morirà tanto velocemente quanto lui si aspettava.
 
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Jaime sente la maggior parte della storia da Joffrey, Myrcella e Tommen: la gita scolastica a Harrenhal; l’Evento che era successo mentre stavano facendo un tour delle celle della prigione del castello; la successiva decisione di fare ritorno ad Approdo del Re, con lo scopo di riunire i bambini con le loro famiglie dove fosse stato possibile. Ma c’è qualcosa che i bambini si rifiutano di raccontargli, qualcosa che fa in modo che Tommen si chiuda in se stesso e si rifugga in un qualche posto dentro di se’.
 
Jaime si unisce a Brienne nel suo giro di pattuglia, sollevando l’argomento.
 
Lei si acciglia e dice, “Ho commesso degli errori, e delle persone hanno perso la vita.”
 
Jaime replica, “Credo che quello sia successo nella maggior parte dei casi in questo coraggioso nuovo mondo in cui viviamo.”
 
“Non prendermi in giro.”
 
“Non lo sto facendo, ma addirittura Joff si rifiuta di dirmi come sei finita ad essere l’unica adulta responsabile per venti bambini. Non può essere iniziato in quel modo.”
 
Brienne sta camminando a grandi passi adesso, accelerando. Lui tiene il passo facilmente.
 
Brienne gli lancia uno sguardo con la coda dell’occhio e stringe i denti, per poi dire, “Eravamo rimasti bloccati ad Harrenhal. L’intera scuola era lì—”
 
“Avevi un figlio a scuola?” Jaime chiede, una comprensione nauseante gli fa torcere le budella al pensiero che Brienne potrebbe aver perso un figlio ad un certo punto di questi ultimi due anni. Lui conosce quella sensazione.
 
Quella domanda fa scoppiare Brienne in una risata sorpresa e aspra. “Ma guardami, Jaime. Ovviamente non avevo un figlio a scuola! Ero amica di Catelyn Stark. La scuola aveva bisogno di più accompagnatori visto che stavano portando tutti gli studenti ad Harrenhal in gita scolastica. Avevano un bisogno disperato di più corpi, così Catelyn mi aveva chiesto di aiutare, e avevo accettato.”
 
“Ah,” lui mormora. I suoi figli si erano trasferiti alla migliore scuola di Approdo del Re quando erano andati a vivere coi suoi genitori, dopo che Cersei era tornata nell’istituto psichiatrico di Maegor. Quello ero successo quando lui era stato mandato in guerra. Non aveva mai nemmeno visto la scuola.
 
“Era il cinquecentesimo anniversario della Conquista dei Targaryen,” Brienne dice, quasi a se stessa. “Harrenhal stava mettendo in scena la Caduta di Harrenhal.” Lei gli lancia un’occhiata e scrolla le spalle. “E’ per questo che la scuola aveva deciso di fare quella gita.”
 
Jaime alza un sopracciglio mentre annuisce, ricordando queste cose dalle sue videochiamate settimanali ai suoi figli a casa.
 
“Un tema davvero piuttosto tetro per i bambini più piccoli.”
 
“I bambini più piccoli stavano facendo un tour del castello durante la messa in scena.”
 
“Non è molto meglio, davvero,” Jaime borbotta.
 
Brienne gli rivolge un sorriso sorprendentemente dolce, per poi dire, “Vero. Ad ogni modo, eravamo nei sotterranei quando se n’era andata via la corrente. Ci avevamo messo...non so quanto tempo a renderci conto che la corrente non sarebbe tornata e che dovevamo trovare la via d’uscita al buio. Grazie agli dèi avevamo ancora un paio di persone che fumavano!”
 
Jaime si acciglia. “I vostri cellulari avrebbero dovuto restare protetti contro l’impulso elettromagnetico—”
 
“E’ un sito storico nazionale...o almeno lo era. Avevamo dovuto lasciare i dispositivi elettronici all’entrata.”
 
Jaime alza un sopracciglio. “Anche gli adolescenti?” lui domanda, scettico.
 
Il sorriso di Brienne è quasi divertito. “Anche gli adolescenti—oppure avrebbero dovuto aspettare sull’autobus.” Lei scuote la testa. “E anche se non fosse stato così, non avevamo alcun adolescente con noi; stavano guardando la messa in scena della Caduta di Harrenhal. Comunque, abbiamo perso l’Evento, anche se tutti ci hanno detto di come il cielo fosse diventato rosso come il sangue, e che poi la corrente e tutte le cose elettroniche si erano spente. I cellulari, i computer, le auto—niente funzionava. Nessuno aveva capito quanto le cose fossero sbagliate fino a quando, diversi giorni dopo, la corrente elettrica non era ancora tornata e il cibo aveva iniziato a scarseggiare.”
 
“Quando avevate deciso di cercare di tornare ad Approdo del Re?”
 
“Un paio di giorni dopo quello, quando c’era ancora abbastanza cibo che potevamo portare con noi. C’era…” Lei esita, mordendosi il labbro inferiore. “C’era un gruppo di uomini che aveva deciso di provare a tornare, come noi. Guidati dall’uomo più grosso che io avessi mai visto.” Lei fa una smorfia. “Avevamo visto soltanto la sua forza; avremmo dovuto vedere quello che c’era nei suoi occhi.”
 
“Chi sono queste persone che erano con te?”
 
“C’erano otto di noi, otto donne. Io. Elia Targaryen, Catelyn Stark, Lysa Arryn, Maege Mormont, Briony Hill. Alyssa Frey. Alerie Tyrell. C’erano sette uomini: Joss. Raff. Dunsen. Chiswyck. Eggon. Un uomo che avevo sempre e solo sentito venir chiamato Lingua di Merda, il che non era ben visto dalle madri. E Gregor Clegane, anche conosciuto come la Montagna.”
 
Jaime prende un busco respiro sibilante.
 
Brienne assottiglia lo sguardo. “Hai sentito parlare di lui.”
 
“Di loro,” lui mormora. “Sono stato nelle Terre dei Fiumi.”
 
“Ci sono delle notizie recenti su di loro?”
 
“Oh, sì. E la loro banda è cresciuta.” Lui sospira. “Ma gli Uomini della Montagna hanno della competizione: loro insieme ai Guitti Sanguinari e alla Fratellanza senza Vessilli si sono divisi in modo non ufficiale le Terre dei Fiumi tra di loro. Cosa faranno quando finiranno gli innocenti da terrorizzare nessuno lo sa.”
 
Brienne si massaggia la fronte e si acciglia. “Avevo sperato…” Lei scuote la testa e prende un respiro profondo. “Eravamo otto donne, sette uomini e trenta bambini. Gli altri insegnanti e accompagnatori avevano deciso di restare ad Harrenhal col resto dei bambini. Avevano tentato di fermarci, così eravamo sgattaiolati via nel bel mezzo della notte insieme ai bambini che volevano venire con noi, e a quelli che non avevano un parente come accompagnatore.
 
“Avevamo iniziato a camminare sulla Strada del Re, ma l’avevamo lasciata in fretta—persino così poco dopo l’Evento, non era già più sicura ormai. Eravamo rimasti dentro la foresta in parallelo con la Strada del Re e, oh, più o meno quando eravamo a metà strada verso Approdo del Re, eravamo incappati in una piccola fattoria. Era già stata abbandonata, e avevamo deciso di riposarci per un paio di giorni. Avevo preso con me i bambini più grandi ed eravamo andati a piazzare delle trappole.”
 
Lei fa una pausa, la sofferenza distorce i suoi tratti sfregiati. “Non le avrei mai dovute lasciare da sole,” lei mormora. “Avevamo sentito le grida e le urla durante il tragitto di ritorno. Quando eravamo arrivati, la Montagna stava stuprando Elia...era ricoperto dal sangue dei suoi figli, i loro poveri cadaveri spezzati erano stesi accanto a lei...e lui stava ridendo.”
 
La mano di Brienne si stringe intorno alla presa della sua pistola.
 
“Lingua di Merda lo stava incitando. Gli altri stavano stuprando il resto delle donne.” Lei fa una smorfia. “Lingua di Merda stava gridando qualcosa su come voleva essere il prossimo ad avere Elia perché aveva ucciso la sua donna troppo in fretta solo per farla stare zitta.” Le nocche della sua mano diventano bianche. “Povera Lysa,” lei sussurra. E poi, a voce più alta, “Avevano barricato i bambini in casa. Ringrazio gli dèi ogni giorno per il fatto che non avevano iniziato con loro, e che avevo portato con me tutte le ragazze più grandi.”
 
Camminano in silenzio, e poi Jaime chiede, “Che è successo dopo?”
 
Brienne fa spallucce. “Io...avevo dato di matto. Fortunatamente, eravamo tornati nel cortile accanto al fienile e tutti erano troppo occupati per notarci. C’era una—una—spranga o qualcosa del genere appoggiata contro il fienile e...l’avevo afferrata...e...” Lei sbatte le palpebre rapidamente, stringendo le labbra. “Alla fine, si era scoperto che la sua lingua non era fatta davvero di merda; solo di sangue, circondata da denti.”
 
La faccia di Brienne è tirata, ma Jaime non riesce a dire se sia per rabbia, per dolore, per orrore o per nausea, o per tutte quelle cose insieme.
 
Lei continua, “La testa della Montagna era piena di cemento, o almeno era così che mi era sembrata quando l’avevo colpita.”
 
Jaime prende un brusco respiro. “Tu avevi fatto cosa?”
 
Brienne scrolla le spalle. “Dovevo strapparlo di dosso ad Elia.”
 
Camminano in silenzio attraverso gli alberi, controllando la recinzione improvvisata nascosta da un cespuglio, assicurandosi che il grezzo sistema di preallarme che hanno creato sia ancora al suo posto.
 
Lavorano in silenzio fino a quando Brienne alla fine dice, “E’ tutto sfocato dopo quello. Era stata la prima volta che avevo mai ucciso un uomo; la prima volta che avevo mai sparato con una pistola.”
 
“Tutte le altre donne erano state uccise?” lui domanda.
 
Lei scuote la testa. “Lingua di Merda aveva ucciso Lysa quasi subito, ma quando noi avevamo attaccato, la maggior parte delle donne sopravvissute aveva iniziato a reagire. Dopo, Gendry aveva fatto uscire dalla casa il resto dei bambini e bè…li avevamo scacciati piuttosto velocemente per via della forza numerica, e grazie al fatto che eravamo riusciti a tenere le loro pistole fuori dalle loro mani. Ma gli Uomini della Montagna avevano ucciso altre tre donne e Raff aveva ammazzato Maege Mormont. Almeno lei era riuscita ad ucciderlo e a portarlo con sé. E poi eravamo rimasti da soli. Avevamo seppellito i nostri morti, eravamo ripartiti per Approdo del Re, e avevamo imparato a fare la guardia e a fare qualsiasi cosa per proteggere noi stessi.
 
“Ma Elia...Elia si era suicidata quasi subito dopo. Lei non riusciva...i suoi bambini...” Brienne scuote la testa. “Briony Hill era rimasta incinta, ma qualcosa era andato storto. Abbiamo perso sia lei che il bambino. Abbiamo perso Alyssa e Alerie la prima volta che abbiamo esplorato Approdo del Re e…” La sua mano va alla sua guancia sfregiata. “Gendry era riuscito a salvarmi, ma era troppo tardi per le altre. E Catelyn...Catelyn è morta durante il primo inverno a causa di quella che era probabilmente una polmonite, insieme a cinque dei bambini.”
 
“E dopo c’eri solo tu.”
 
“E dopo c’ero solo io.”
 
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Brienne sbatte le palpebre furiosamente, gli schermi del computer diventano delle sfocate macchie di luce a causa delle lacrime nei suoi occhi.
 
“Brienne,” Jaime dice, la sua voce è dolce, preoccupata, confortante.
 
Lei scuote la testa, e poi si copre il viso con le mani. Fa fatica a tenere a bada le proprie emozioni, fino a quando Jaime le appoggia timidamente una mano sulla spalla, e lei si spezza.
 
Jaime le guida la testa sulla propria spalla e la lascia piangere.
 
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“Possiamo fermarci,” Jaime dice.
 
I generatori sono arrivati alla massima potenza da almeno trenta minuti, ma Brienne non è stata in grado di dirgli di essere pronta a tornare in quell’universo. È già esausta, si sente come se gli occhi le siano pieni di sabbia, ha le narici otturate, e sa che la sua pelle è ancora chiazzata dalle lacrime.
 
“Sono serio,” Jaime continua. “Quest’universo...” Lui scuote la testa. “Non abbiamo bisogno di quest’universo, questo lo sai. Possiamo chiudere tutto e tornare a Castello Nero, ubriacarci fino a star male, e poi possiamo salire sul mio aereo domani e non tornare mai più. Ammesso che i postumi della sbronza non ci uccidano, ovviamente.”
 
Brienne solleva leggermente le labbra. “Sei davvero disposto a rinunciare al Premio Samwell?”
 
“Bè...tu puoi anche non tornare. A quel punto, potrò rivendicare il premio tutto da solo.”
 
Quello fa in modo di farla quasi sorridere.
 
“Non ho intenzione di lasciarti accaparrare tutta la gloria,” lei replica, anche se non riesce a raggiungere il suo solito livello di sarcasmo.
 
Il sorriso di Jaime è lento, i suoi occhi sono caldi, e Brienne viene colpita da un lampo di ricordi, la sensazione delle labbra del principe Jaime premute in modo famelico contro quelle della principessa Brienne.
 
“Questa è la mia Junior,” Jaime dice, e quei ricordi si dissipano velocemente quanto si sono formati.
 
Jaime fa un gesto verso la bottiglia di whiskey, alzando un sopracciglio con fare interrogativo.
 
Lei scuote la testa. “Per adesso sto a posto,” lei afferma. “Potranno anche essere passati dei giorni nell’universo Mad Jon, ma è stato solo quanto? Un’ora o giù di lì qui, e dobbiamo guidare per tornare a Castello Nero.” Lei si acciglia. “Ma tienila a portata di mano.”
 
Lui annuisce, le stringe le dita in modo confortante, e preme invio.
 
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Brienne si guarda intorno nel loro insediamento, e si permette un momento di orgoglio cauto e di ottimismo. Lei desidera ancora poter spostare la sua banda di bambini di nuovo in città, dentro delle vere case invece che nelle baracche grossolane che hanno messo in piedi, ma visto il mondo in cui adesso vivono, non se la sono cavata così male.
 
Hanno creato una recinzione perimetrale, hanno sistemato un sistema di preallarme; hanno costruito delle case sugli alberi nascoste in alto sui rami dietro le baracche, così che i bambini più piccoli potessero avere una possibilità di nascondersi in relativa sicurezza se l’insediamento venisse attaccato. Pattugliano il perimetro giornalmente, e le loro battute di caccia giornaliere fuori dalla radura sono delle spedizioni di ricognizione oltre che delle ricerche di cibo.
 
Brienne rifugge dai ricordi di quei primi mesi dopo l’Evento: le conseguenze di ciò che avevano fatto gli Uomini della Montagna, l’arrivo ad Approdo del Re, l’aver trovato la radura, e la fatica per tenere tutti uniti, al sicuro e vivi. Lei è grata che ora siano giunti al punto dove possono provare a fare di questo posto una casa.
 
Ma è solo una questione di tempo prima che siano scoperti da un’altra banda itinerante di fuorilegge, e prima o poi le munizioni per le loro pistole finiranno. Hanno anche bisogno di fare un altro viaggio ad Approdo del Re prima che arrivi l’inverno, per cercare materiali e per perlustrare le biblioteche che si stanno ancora sgretolando in città per ottenere altri libri utili. Il mulino ad acqua sta venendo su bene: piccolo, che si adatta alla dimensione del fiume in quel punto, eppure che permetta loro di macinare facilmente e velocemente quel poco di grano che possono aggiungere alle loro scorte di cibo per l’inverno e, eventualmente, lei spera, per macinare altri semi ed erbe.
 
Hyle Hunt e Mark Mullendore escono fuori dalla capanna che si sono costruiti. Hunt la vede e le rivolge quello che sembra quasi un sorriso ammiccante. Brienne alza gli occhi al cielo e si volta da un’altra parte, ma non prima di aver visto Margaery Tyrell rimbalzare verso Mullendore, trascinandolo lontano da Hyle con un sorriso vincente.
 
Brienne nasconde un sospiro. I ragazzi più grandi hanno sedici anni, quasi diciassette, e Margaery non è la prima che sta iniziando a pensare all’amore e al sesso. Brienne vede il modo in cui Robb Stark e Jeyne Westerling si guardano, e Jon Snow e Ygritte la Bruta sono stati visti più di una volta con delle macchie violacee sui loro colli.
 
Lei aveva avuto una conversazione franca con quei ragazzini che adesso sono adolescenti, anche se le sue guance erano praticamente incandescenti dall’imbarazzo. Comunque: è meglio che tutti loro comprendano i rischi, soprattutto perché lei non può fermarli. Lei sta facendo crescere una piccola coltivazione di tanaceto accanto alla sua baracca, e ha ancora la scorta di tè della luna dello scorso anno, per quando le ragazze possano volerlo e per quando ne avranno bisogno. Brienne si ricorda Briony Hill e rabbrividisce.
 
Per quanto riguarda i cinque uomini adulti, bè, lei aveva ripetuto loro che le dispiacerebbe castrarli e quindi rimuovere quella che potrebbe essere della futura diversità necessaria per il patrimonio genetico, ma lei lo avrebbe fatto comunque se loro si fossero azzardati a toccare anche solo con un dito una delle ragazzine più giovani, o una delle ragazze più grandi senza il loro consenso.
 
Jaime aveva riso e poi si era voltato verso gli altri uomini dicendo loro che l’avrebbe aiutata con gioia.
 
Lei sospira.
 
Jaime.
 
Lui è nella radura, a petto nudo nel caldo sole di tarda primavera, spaccando la legna. Brienne prova a guardarlo senza apparire come se lo stia guardando. Lui oscilla l’ascia, i muscoli della schiena gli si muovono fluidamente sotto la pelle, e un brivido le scende lungo la schiena, facendole tremare gli arti.
 
Lei è una sciocca, Brienne si dice cupamente mentre lui guida l’ascia nel ceppo che stanno usando per tagliare la legna e raccoglie i tronchetti tagliati. Lei lo osserva mentre lui li porta nel capanno che stanno progressivamente riempiendo, e poi lei alza lo sguardo verso il sole cocente che sta ardendo nel luminoso cielo blu.
 
Potrà anche essere tarda primavera, con l’estate che deve ancora prendere posto...ma l’inverno sta arrivando.
 
Brienne si volta verso il suo mucchio di bambini, mentre Tommen si unisce a loro in modo riluttante.
 
"D’accordo," lei inizia, "siamo pronti per andare a controllare e risistemare le trappole?"
 
Arya annuisce con una testa piena di nodi, e Brienne nota distrattamente che dovrà di nuovo rasare a zero i capelli della ragazza perché adesso non riuscirebbero più a passarci un pettine. Sansa e Tommen sembrano entrambi un po’ nauseati al pensiero di conigli morti. Brienne vorrebbe poter mettere quei due esclusivamente a svolgere altri compiti, ma se si trovassero mai separati dal gruppo, avrebbero bisogno di sapere come sopravvivere, e quello include il sistemare le trappole e lo scuoiare i conigli.
 
Myrcella sembra rassegnata a quel compito, mentre Bran e Lyanna sembrano entrambi impazienti quanto Arya. Per quanto riguarda Joffrey...Brienne getta uno sguardo al cupo ragazzo dai capelli dorati, nascondendo un brivido di disgusto. Certe volte lui sembra ricavare fin troppo piacere nel vedere quei poveri corpicini pelosi nelle trappole, e lei ha quasi paura di voltargli le spalle o di lasciare i bambini più piccoli da soli con lui.
 
Lei lancia un’occhiata verso il capanno giusto in tempo per vedere Jaime uscirne e guardare verso la loro direzione. Lui alza una mano per salutare, lei ricambia quel saluto in maniera impacciata, per poi guidare i bambini verso l’uscita. Quando arrivano lì, lei gli getta uno sguardo da sopra la spalla, trovando Jaime a fissare tutti loro. I loro occhi si incontrano e, per un istante, lei sente di essere schiacciata al suolo dallo sguardo di lui...e dopo lei si volta e guida i bambini nella foresta.
 
Non ha senso struggersi per qualcosa che lei non avrà mai, Brienne si dice fermamente. E probabilmente lui a letto sarebbe scarso quanto Hyle, comunque.
 
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Dopo diversi giorni molto caldi, Brienne dice a Margaery e Jeyne Westerling che ha intenzione di andare al laghetto, e scivola via dalla radura.
 
Il laghetto è una parte del fiume dove le rive sono molto distanti e l’acqua è tranquilla. L’acqua arriva a toccare il torace di Brienne nel suo punto più profondo, e il fondo è pieno di rocce lisce e di sabbia. Qualche volta lei porta i bambini qui per insegnare loro a nuotare e per permettere loro di essere semplicemente dei bambini. Ma tutti sanno che se lei va al laghetto da sola, allora è perché vuole passare del tempo con se stessa.
 
Brienne si spoglia, lasciando i suoi vestiti sulla sponda scoscesa del fiume, e mette piede nell’acqua, il sole è caldo sulla sua pelle. Si abbassa sotto la superficie e nuota per un po’, per poi galleggiare di schiena. Lei alza lo sguardo fissando il limpido cielo blu fino a quando gli occhi non le bruciano, poi li chiude e sogna di essere tornata a Tarth. Dietro le sue palpebre, lei lascia l’acqua e si veste con abiti diversi, e dopo ritorna a Evenfall Hall dove saluta suo padre, che le sorride col suo ampio sorriso e le dice che lei ha quasi fatto tardi per cena.
 
Gli occhi le formicolano a causa delle lacrime, che lei scaccia sbattendo le palpebre. A quel punto, si rialza per poi rilasciare uno strillo d’indignazione quando si rende conto di non essere più sola. Lei incrocia istintivamente le braccia sul suo misero seno, abbassandosi fino a quando l’acqua non le arriva al mento.
 
Jaime!” lei sputa fuori in modo arrabbiato. “Che ci fai qui?”
 
“Margaery mi ha detto che eri al laghetto.” Lui si guarda intorno e dopo le rivolge un sogghigno. “Me lo stavi nascondendo. Chi lo sapeva che avevamo una vasca tutta per noi?”
 
Lui si sfila la maglietta e poi alza un sopracciglio. “Non ti dispiace se la condividiamo?”
 
Brienne si morde il labbro e poi scuote la testa. Lei potrebbe facilmente spezzarlo in due se necessario, lei pensa, ma sa che lui non la toccherà. Inoltre, lei non sa perché, ma si fida davvero di lui.
 
Comunque…lei osserva con occhi guardinghi mentre Jaime si toglie i vestiti sulla riva del fiume.
 
Lui è magro, come tutti loro, ma nonostante ciò, lui è bellissimo. Metà cadavere, lei pensa, frivola, e metà dio, e lei non sa se dovrebbe ridere, piangere o arrabbiarsi per il fatto che ci è voluta la fine del mondo e l’essere l’unica femmina adulta in vista per far sì che un uomo del genere la notasse.
 
Lei blocca quel pensiero.
 
Lui non è qui perché vuole scoparla, Brienne ricorda a se stessa. Si ricorda di Hyle e gli altri. E—lei sbircia—il cazzo di Jaime è moscio. Lui non sta entrando in acqua perché è eccitato da lei. Lui ha semplicemente...bisogno di farsi un bagno.
 
Brienne distoglie lo sguardo mentre Jaime entra nel laghetto e nuota verso di lei, ritornando in superficie al suo fianco. Lei gli rivolge un’occhiataccia funesta quando lui scuote i suoi capelli bagnati allontanandoli dal suo viso, e le rivolge un sorriso accennato. Il sorriso di Jaime si fa più ampio per via dell’espressione di Brienne, prima di abbassarsi sotto la superficie, prendendo due manciate di sabbia dal fondo. Ne passa una a lei ed inizia ad usare l’altra per strofinarsi il petto.
 
Lui scrolla le spalle. “Non è buona come il sapone, ma ci si arrangia.”
 
A quello, lei sbuffa un po’ col naso.
 
"Te la sei cavata bene, Brienne," lui dice dopo un momento di pesante silenzio. "L’accampamento è sicuro e ben nascosto. Ma sai che non sarete al sicuro qui per sempre."
 
"Lo so," lei replica. "Continuo a sperare..." lei si ferma, mordendosi il labbro inferiore, per poi fare spallucce. "Sei l’unico genitore che abbiamo trovato."
 
Jaime smette di strofinarsi e fissa la sabbia bagnata che ha sul palmo della mano.
 
"Non avevo nessun altro posto dove andare," lui alla fine dice. "Non credevo che fossero vivi."
 
Lei esita e poi chiede, "Tu lo sai cos’è successo?"
 
Lui scuote la testa. "Anch’io ero sottoterra quanto l’Evento era accaduto, stavo sgombrando un rifugio pieno di insorti, sperando di non venire ammazzato nel farlo. Dei testimoni oculari mi dissero che tutto il cielo era in fiamme. La gente a Meereen credeva che fosse la Cometa Rossa."
 
"Ma allora come—perché—?" lei scuote la testa. "L’impatto di una cometa avrebbe dovuto bruciare il mondo intero."
 
Lui sospira. "Non lo so. Nessuno lo sa. Tutto ciò che sappiamo è che si era spenta la corrente e che siamo morti a poco a poco."
 
"Non qui," lei dice, la sua voce è tetra. "Qui siamo morti a passi da gigante. Ci avevamo messo sei settimane nel tragitto da Harrenhal. Approdo del Re era già deserta, tranne che per le bande di pazzi vagabondi." La mano le si alza verso la sua guancia devastata.
 
Lo avevano chiamato Mordente, lei pensa, rabbrividendo.
 
Brienne si rende conto che Jaime la sta guardando con un’espressione peculiare sul viso, e lei scaccia via i propri ricordi. Quegli uomini, almeno, sono morti, grazie a Gendry e gli altri.
 
"Pensi che dovremmo lasciare questo posto?" lei domanda.
 
"Potresti non avere altra scelta, specialmente se delle persone come la Montagna ti dovessero trovare di nuovo. Ci sono altri insediamenti, anche se i più vicini che ho trovato solo dall’altra parte delle Acque Nere. Alcuni vorrai evitarli ad ogni costo, ma altri—bè, avere delle reti di scambio e dell’accesso a più risorse è sempre un bene, e c’è forza nei numeri."
 
Lei si acciglia ed è improvvisamente colpita dall’assurdità dell’avere questa conversazione mentre sono in piedi nudi in una piscina fluviale. Ma il mondo non è più divertente e lei ha la vita di venti bambini nelle sue mani.
 
"Quanto sono lontani gli insediamenti che potrebbero essere ospitali?" lei chiede.
 
Lui scrolla le spalle e, anche magro com’è, le sue spalle sono ampie, muscoli ben definiti si increspano sotto la liscia superficie della sua pelle. Lei distoglie bruscamente lo sguardo ed inizia a strofinarsi sulle spalle la sua manciata di sabbia, che sta diminuendo rapidamente.
 
Jaime risponde, "C’è n’è uno a due giorni di distanza da qui, forse tre."
 
Lei aggrotta la fronte. "Dovrei andare a mettermi in contatto con loro? Sondare il terreno?"
 
Jaime la guarda con un mezzo sorriso sul suo volto bellissimo. "E lasciare i bambini da soli per così tanto tempo?"
 
Il cipiglio di Brienne si fa più profondo. "Non posso portare venti bambini in territorio ostile. So che siamo vulnerabili, ma sono comunque più al sicuro qui che lì fuori. Posso sempre lasciare te e Hyle e gli altri con loro. O forse potrei portarvi tutti con me e lasciare i ragazzi più grandi a occuparsi dei più piccoli. Sono intelligenti, rigorosi, e la maggior parte dei bambini hanno imparato a difendersi da soli negli ultimi due anni."
 
"La maggior parte?"
 
"Rickon e Tommen sono ancora così piccoli," lei sospira. "Non ce la faccio a mettergli delle pistole in mano così presto."
 
"Suppongo di no," lui mormora. Lui si strofina il braccio pigramente con ciò che è rimasto della sua manciata di sabbia, accigliandosi sovrappensiero. Lui dice, "Ti fidi di Hunt e i suoi amichetti?”
 
"No," lei risponde prontamente.
 
“Ti fidi di me?”
 
La bocca di Brienne si alza leggermente. “Dove ti trovi in questo momento?” lei domanda seccamente. “E per favore, nota che sei ancora vivo e tutto intero.”
 
Lui sorride lentamente. “Quindi sì?”
 
Lei arrossisce e annuisce.
 
“Posso portare Hunt e i suoi amichetti in quest’altro insediamento. Agire come tuo emissario. Vedere che gente è.”
 
Brienne alza un sopracciglio. “Assicurandoti che Hunt e gli altri non ci tradiscano?”
 
Jaime scrolla le spalle. "Forse riuscirò a lasciarli lì."
 
Lei si ravviva a quel pensiero, ma poi si sgonfia. "E che importa? Se quest’altro insediamento fosse disposto ad accettare tutti questi bambini, allora torneremmo di nuovo a stare con Hyle e i suoi amici."
 
"Con altre persone a tenerli d’occhio," Jaime dice. "Hai sei dei ragazzi più grandi ad aiutare, e molti degli altri sono preparati a combattere, ma se quegli uomini lavorassero insieme..."
 
Brienne si acciglia. "Lo so," lei sbotta, “ci siamo già passati.” Lei si addolcisce. "Io non li voglio qui proprio come non ce li vuoi tu—e come non li vogliono gli altri bambini. Ma siamo rimasti così pochi, non possiamo semplicemente cacciarli dall’accampamento. O almeno abbiamo bisogno di una motivazione migliore del 'sono viscidi'."
 
Jaime quasi sorride a quello. "Sfortunatamente, lo capisco. Quindi, li porterò con me e li incoraggerò a rimanere all’insediamento." Lui alza un sopracciglio. “Andremo tra una settimana o giù di lì. Dipende da come reagiranno i miei figli alla notizia che me vado di nuovo.”
 
Brienne annuisce e il silenzio discende tra di loro, rotto solo da Jaime che scivola un’altra volta sott’acqua, ritornando con altre due manciate di sabbia, così che possano finire di lavarsi.
 
Non è fino a quando non stanno tornando verso la sponda del fiume che Brienne nota che se n’è stata dritta in piedi nell’acqua mentre finivano di lavarsi. Mentre si asciugano e si rivestono, lei è scioccata nel rendersi conto che non si sente per niente imbarazzata per il fatto che Jaime ha visto il suo corpo nudo. Brienne gli lancia un’occhiata da sopra la spalla, scuotendo la testa mentalmente.
 
Ovviamente, lui non la sta mica guardando. 
 
*/*/*/*/*
 
Jaime e Brienne sbattono le palpebre, e poi si guardano a vicenda con la coda dell’occhio.
 
Brienne fa una smorfia, scuote la testa, allungando una mano verso la bottiglia di whiskey.
 
*/*/*/*/*
 
Passano la successiva mezz’ora facendo a turni per lasciare la sala di controllo e passeggiare per i corridoi della struttura. Quando i generatori sono alla massima potenza, mettono di nuovo della distanza tra le loro sedie, e dopo Jaime preme invio.
 
*/*/*/*/*
 
Onestamente, Brienne non capisce perché si fida istintivamente di Jaime Lannister così completamente...solo che lo fa. Quando si preoccupa troppo di quella questione, finisce col dirsi che lui le aveva salvato la vita alla Fortezza Rossa e che quello è abbastanza. O forse è perché lui si è unito a lei nel laghetto del fiume diverse altre volte nelle ultime due settimane, e non ha mai notato nemmeno una volta che lei era nuda quanto lui.
 
Lei vorrebbe poter dire lo stesso per sé. Di notte i suoi sogni sono ormai pieni di immagini del corpo nudo di Jaime, e lei si sveglia, desiderando qualcosa che si era rifiutata di permettersi anche solo di pensare da quando Hunt e i suoi amici l’avevano completamente umiliata. Se lei fosse una donna più desiderabile, avrebbe già implorato Jaime di scoparla. Anche adesso, alla fine del mondo, lei sa che lui le scoppierebbe a ridere in faccia.
 
Brienne è imbarazzata dall’intensità della sua lussuria per quell’uomo, è preoccupata che lui possa notarlo, ma di notte, al sicuro nella privacy della propria baracca, lei si dice che non importa. Jaime non saprà mai che nel buio della notte lei sogna di lui mentre le mani le scivolano in mezzo alle cosce per alleviare la brama che le vibra attraverso. Al momento, c’è così poco piacere nel mondo, lei pensa. Brienne si immagina Jaime pesante sopra di sé che si muove dentro di lei, mentre lei muove le sue dita, e lei pensa che non ci sia nulla di male in tutto questo.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime sogna gli ettari di pelle piena di lentiggini di Brienne e i suoi meravigliosi occhi blu, il suo piccolo seno che si adatterebbe perfettamente ai palmi delle sue mani, il folto pelo biondo che custodisce il dolce calore che lui sa essere nascosto in mezzo alle cosce di Brienne, e si sveglia, duro, dolorante e teso a causa della lussuria.
 
Si stende di schiena, provando a non grugnire per la frustrazione. I bambini stanno dormendo nella stessa stanza, il loro soffice russare riempie il poco spazio. Senza far rumore, rotola via dalle sue coperte ed esce fuori, lasciando che l’aria della tarda primavera gli raffreddi il corpo.
 
C’è del movimento nelle ombre dietro le baracche, e lui vede Ygritte e Robb iniziare il loro turno di guardia. Passeggia fino al falò comunitario e trova Hyle Hunt seduto accanto ai tizzoni puntati, con una coppa in mano.
 
Hunt gli lancia un’occhiata, poi abbassa la mano e gli mostra una bottiglia di whiskey, alzando un sopracciglio con fare interrogativo.
 
Jaime la prende in considerazione, ma poi scuote la testa, sedendosi non molto distante dall’altro uomo. Lui avrebbe preferito avere il falò tutto per sé, per pensare a Brienne e chiedersi cosa di lei lo attirasse tanto; lei è così diversa da Cersei…e forse è proprio quella la ragione. Lui riflette su quale sarebbe il modo migliore di attirarsi Brienne più vicino senza farla spaventare e farla allontanare. Lei è così fottutamente coraggiosa e onorevole, ma è anche giustamente cauta. Dopo tutto quello che lei ha visto…
 
“Ci sono davvero degli altri insediamenti là fuori?” Hunt chiede, allontanando di colpo Jaime dai suoi pensieri.
 
Jaime annuisce.
 
“Vicini?”
 
“Quello a cui andremo è quello più vicino che conosco. Dista tre o quattro giorni da qui, dall’altra parte delle Acque Nere.” Lui si acciglia. “Davvero non ne avete trovato nessuno?”
 
“Eravamo rimasti dentro Approdo del Re. C’erano molte risorse, dopo tutto. Riparo. Cibo. Pistole. Munizioni.” Lui fa una smorfia. “Dovevamo stare attenti, ovviamente, ma comunque. Era una vita piuttosto semplice, in molti modi, soprattutto paragonata a questo posto.”
 
“Allora perché siete qui?”
 
Hunt scrolla le spalle. “Per le donne,” lui risponde.
 
Jaime restringe lo sguardo. “Le ragazze hanno solo sedici anni.”
 
“Sedici anni era l’età del consenso, Prima,” Hunt gli ricorda, e Jaime si acciglia. Hunt vede la sua espressione e ride.
 
“Non preoccuparti; credo che la maggior parte delle ragazze più grandi siano già impegnate, e di certo non sono interessato ad aspettare che le altre crescano.”
 
Jaime si raddrizza.
 
Hunt ride di nuovo. “Non è quello che intendevo! Voglio dire, io, personalmente, sto puntando la nostra Grossa Brienne. In tempo di guerra ogni buco è trincea, giusto? E lei ha fatto veramente un ottimo lavoro con questo insediamento. Lei di sicuro sarà quella al comando per i prossimi anni. Una donna con dell’influenza e del potere, anche se è solo in questo insediamento e solo su dei bambini…bè, quello fa al caso mio.”
 
Jaime alza un sopracciglio. “Non vuoi starci tu stesso al potere?”
 
Hunt fa l’occhiolino. “Un passo alla volta, Lannister. Un passo alla volta.” Il suo sorriso diventa da presa in giro. “Tu lo sai com’è lo strafare nella lotta verso la vetta. Hai ucciso il re e pensavi che avresti ottenuto il trono di spade, non è così?”
 
Il viso di Jaime è freddo e senza espressioni. “Se ti dicessi di no, mi crederesti?”
 
Hunt ride, facendo un gesto noncurante con la mano. “E adesso a chi dovrebbe importare? L’intera famiglia reale è comunque probabilmente tutta morta, e a nessuno importa più se hai sparato alla schiena di Aerys Targaryen o no.”
 
“A te sembra importare.”
 
“Bè, non possiamo far finta che non sei lo Sterminatore di Re.” Lui getta uno sguardo alla baracca di Brienne. “Lei lo sa chi sei?”
 
“Certo che lo sa.”
 
“Ah, bene,” Hunt replica, prendendo un sorso di whiskey.
 
“Perchè bene?”
 
“Significa che non sei competizione…ammesso in primis che tu riesca a fartelo venire abbastanza duro da scopartela.”
 
“Ma di che cazzo stai blaterando?” Jaime ringhia.
 
Hunt alza gli occhi al cielo. “Brienne non è l’anima più clemente al mondo, e lei non si abbasserebbe mai a scoparti, anche se tu riuscissi a tenerlo duro abbastanza a lungo da compiere quel lavoretto.” Gli si sporge più vicino. “Senti, io voglio una donna. Qualsiasi donna mi va bene, e se dovrò accontentarmi di Brienne, bè…al momento è piuttosto buio di notte. Voglio dire, sono riuscito a scoparmela una volta; sono sicuro di poterlo fare di nuovo.”
 
Jaime fissa l’altro uomo con un tipo di fascino inorridito, e riesce a fermare l’impulso di spingere la sua stupida faccia compiaciuta nel fuoco solo ricordando a se stesso che hanno bisogno di diversità nel patrimonio genetico.
 
Si agguanta all’unica cosa che ha un qualche senso e che non lo fa infuriare nella stessa misura delle altre cose. “Tu e Brienne?”
 
“Una volta. Prima.” Hunt ride. “I ragazzi ed io, avevamo una—” Lui si blocca quando vede l’espressione sul viso di Jaime. Lui sbatte le palpebre e bofonchia, “Ci conoscevamo ai tempi dell’università. Non ha funzionato.”
 
Jaime alza un sopracciglio e pensa di aver bisogno di chiedere a Brienne cos’è successo davvero con Hunt, la prossima volta che saranno soli. Non riesce a credere che lei si fosse presa una sbandata per un tale idiota…anche se forse lui non lo era stato in modo così ovvio, Prima.
 
“Quindi ora credi di poterla convincere a riprenderti?” Jaime domanda.
 
Hunt ridacchia. “Bè, guardiamo in faccia la realtà: lei di certo non avrà nessun altro, vero?”
 
*/*/*/*/*
 
Diversi giorni dopo, gli uomini sono pronti ad andarsene. Jaime si prende Brienne da parte e, ancora una volta, ripetono la lista delle cose che Brienne è disposta a scambiare con quest’altro insediamento, e di quali scorte hanno più bisogno.
 
“Ortaggi, o semi di ortaggi per la prossima primavera,” lei dice. “Frutta o piante per la prossima primavera. Munizioni, ovviamente, o una ricetta per la polvere da sparo. Però non abbiamo molto da scambiare. Un po' di carne affumicata e…” lei si acciglia, pensando. “Tè della luna, suppongo.”
 
Lui alza un sopracciglio. “Ma non vuoi chiedere di unirti a loro?”
 
Brienne si mordicchia il labbro inferiore, i suoi occhi sono grandi, blu, e preoccupati. Quella combinazione gli va dritta al cazzo, e lui le si avvicina un po' di più.
 
“Vediamo che tipo di persone sono,” lei alla fine risponde, rivolgendogli uno sguardo impotente dai suoi occhi magnifici. “Devo proteggere i bambini.”
 
Di tutta risposta, lui le afferra le guance e la bacia, e poi la bacia di nuovo per via dell’adorabile squittio di sorpresa per il primo. Il terzo bacio è perché lei non lo ha ancora preso a pugni e nemmeno gli ha rotto le braccia, e il quarto…il quarto è perché lui non riesce a resistere e viene premiato dalle labbra di Brienne che si ammorbidiscono e si aprono, permettendo alle loro lingue di danzare l’una con l’altra.
 
Jaime se l’è appena attirata stretta a sé, quando sente Hunt gridare il suo nome. Lui si allontana controvoglia.
 
“Dobbiamo andare,” lui dice, la sua voce è roca.
 
Lei lo sta fissando, con gli occhi spalancati e frastornati, le sue labbra carnose sono gonfie e rosse.
 
“Accompagnaci all’uscita,” lui mormora, e lei annuisce, ancora incapace di parlare.
 
Non la bacia di nuovo, ma la guarda da sopra la spalla mentre si allontanano, e imprime nella sua memoria l’immagine che lei che lo fissa, ancora stordita, coi suoi figli in piedi accanto a lei.
 
*/*/*/*/*
 
Di giorno, lei non ha tempo di pensare ai baci di Jaime, ma di notte, da sola nella sua baracca…
 
Brienne si permette di sognare.
 
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Jaime e gli altri ritornano diverse settimane più tardi, e quando lo fanno, hanno quattro donne con loro.
 
Le donne sono sorelle. Sono Dorniane, e Brienne pensa che siano alcune delle donne più belle che lei abbia mai visto. Loro spiegano che sono delle emissarie dall’Insediamento Martell, e sono venute per negoziare con il Villaggio di Brienne. Anche lei riesce a sentire le lettere maiuscole quando usano quelle parole.
 
Obara Sand è la più grande, ed è l’ovvia leader del piccolo gruppo, e sembra aver attirato l’attenzione di Owen Inchfield. Nymeria ha la pelle scura, è sensuale, ed è perennemente divertita mentre Ronnet Connington il Rosso le sbava dietro. Mark Mullendore sembra rapito dalla più piccola del gruppo, Sarella, il che non va giù a Margaery, e Tyene è rimasta accanto a Jaime da quando è arrivata. Nel frattempo, Robb, Jon e Gendry stanno osservando interessati tutte le donne, con gli occhi fuori dalle orbite, anche se Jeyne Westerling e Ygritte guardano in cagnesco Robb e Jon, e Arya, che ha appena undici anni, dà addirittura un calcio nello stinco a Gendry, per poi correre via, quando lei lo nota fissare le sorelle Sand troppo a lungo.
 
Brienne guarda le varie dinamiche cambiare e roteare, e il cuore le sprofonda nello stomaco. Queste donne sono ovviamente delle sopravvissute pericolose, resilienti e piene di risorse, un vantaggio per qualsiasi gruppo che lotta per sopravvivere…ma Brienne ha un insediamento pieno di adolescenti traumatizzati che stanno appena iniziando ad esplorare le loro sessualità.
 
Questo sarà un incubo.
 
Lei vede l’espressione divertita di Jaime quando Tyene gli dice qualcosa, avvicinando la sua testa dorata a quella di lui.
 
Questo sarà un fottuto incubo.
 
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Le sorelle Sand sono molto interessate al tè della luna, e spiegano a Brienne che l’Insediamento Martell è cresciuto fino ad ospitare diverse centinaia di persone. Hanno bisogno della loro terra per far crescere il cibo e non sono riuscite a trovare abbastanza tanaceto selvatico da fornire del tè della luna a ogni donna, se desiderano usarlo.
 
Ispezionano il rigoglioso orto di tanaceto di Brienne e concordano con entusiasmo di scambiare ortaggi e semi per del tè della luna. Restano anche affascinate da quello che è stato fatto nell’insediamento, anche se Brienne e i bambini stanno attenti a non rivelare le loro misure di sicurezza.
 
Le giornate si susseguono velocemente, perché se Brienne non è con una delle sorelle Sand, è con un’altra, e nel mezzo di fare trattative commerciali, di intrattenere le loro ospiti, e di gestire l’insediamento, l’unico tempo in cui è da sola è quando torna nella sua baracca per dormire.
 
Eventualmente, Brienne finalizza un accordo con Obara, e concordano che lei sarebbe stata in grado di fornire un anno di scorte di tè della luna per quindici donne in autunno. Brienne accetta anche di espandere il suo orto di tanaceto e, il prossimo autunno, si spera che sarà in grado di fornire tè della luna per tutte le donne nell’Insediamento Martell, oltre che per le ragazze del proprio insediamento.
 
Per quanto riguarda Jaime, lui non ha fatto alcun tentativo di beccarla da sola o di baciarla di nuovo, e lei è ferita da quello, anche se in realtà lo comprende. I suoi figli si sono incollati a lui da quando è tornato, e le poche volte in cui non era stato coi suoi figli, Tyene era stata lì vicino a lui. Tyene è bella da perdere il fiato, quasi eterea, e Brienne non può dare a Jaime la colpa di esserne affascinato, anche se le fa male al cuore. Lei cerca di rassegnarsi al fatto che Jaime e i suoi figli torneranno all’Insediamento Martell insieme alle sorelle Sand, e giura di salutarli con un sorriso in faccia.
 
Ad aggiungersi alla tensione di Brienne c’è Hyle Hunt, che lei certe volte pensa stia cercando davvero di flirtare con lei. È fastidioso, ma ad essere onesti, lei non gli presta abbastanza attenzione da esserne sicura.
 
Più o meno dopo una settimana dal ritorno degli uomini insieme alle sorelle Sand, le donne in visita sono fuori a caccia coi bambini più grandi, il tempo è gloriosamente caldo, e Brienne si ritrova sola per davvero per la prima volta dal loro arrivo.
 
Passare un po’ di tempo in acqua potrebbe essere ciò di cui ha bisogno, Brienne decide, e si dilegua verso il laghetto.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime nota Brienne che si allontana, e dopo essersi spiegato ai suoi figli, la segue al laghetto. Lei è già in acqua, con la schiena rivolta a lui, mentre lui esce fuori dagli alberi. Lui osserva i muscoli di Brienne muoversi sotto la pelle della sua schiena, mentre si strofina lavandosi.
 
Lui scuote la testa per schiarirla, e la chiama, "Brienne."
 
Lei si congela e dopo volta la testa in modo cauto da sopra la spalla. Gli occhi di lei sono spalancati e stupiti.
 
"Che c’è?" lei chiede.
 
Lui sogghigna mentre scrolla le spalle, iniziando a sbottonarsi la maglia. "Volevo solo farti sapere che ero qui," lui replica.
 
Lei si abbassa fino a quando non è coperta fino al collo mentre si volta per guardarlo a bocca aperta, per poi rivoltarsi un’altra volta di schiena quando le mani gli scendono ai pantaloni. Probabilmente è una buona cosa, lui pensa, perché lui è già duro e dolorante, desideroso di scoparsela, ma Brienne ha bisogno di capire che lui non la stava evitando dal suo ritorno.
 
"Che stai facendo?" lei riesce a squittire.
 
"Mi sto unendo a te per un bagno," lui risponde mentre entra nell’acqua. Lui scivola verso di lei e si alza, c’è un luccichio malizioso negli occhi di Jaime mentre le fissa la nuca. “Non è la prima volta che ci facciamo il bagno insieme.”
 
Anche le spalle di Brienne arrossiscono, lui scopre, e per qualche motivo quello lo compiace. Lui si domanda se sarà in grado di persuaderla almeno a baciarlo di nuovo, se non altro. Non che ci sia un qualche posto che sembri abbastanza comodo per farla stendere ed esplorare tutte quelle lentiggini. Inoltre, con Tyene Sand che gli si era incollata al fianco come una cozza durante l’ultima settimana o giù di lì, sarà fortunato se riuscirà a persuadere Brienne a non annegarlo.
 
“Sei davvero così codarda che non vuoi nemmeno guardarmi?” lui domanda, e a quello lei si volta di scatto, alzandosi a piena altezza.
 
Lui lotta per tenere lo sguardo dritto in quello di lei, anche se non vuole fare altro se non fare il pieno guardando tutto il suo corpo. Gli occhi di Brienne sono enormi, vulnerabili e bellissimi, e lei non distoglie lo sguardo, anche se lui non ha dubbi che le ci stia volendo ogni briciola del suo considerabile coraggio per non farlo. Ci sono una diffidenza e una tristezza negli occhi di lei che Jaime spera sarà in grado di alleggerire presto.
 
“Ciao,” lui dice dolcemente.
 
Lei sbatte le palpebre, un cipiglio confuso le arriccia la fronte.
 
“È stato estremamente difficile beccarti da sola, e tra il lavoro, i miei figli e il determinato corteggiamento di Tyene Sand, nemmeno io ho davvero avuto un momento per me stesso.”
 
Lei alza gli occhi al cielo, appoggiando le mani sui fianchi. “L’ho visto quanto stavi soffrendo,” lei ribatte seccamente.
 
Il sorriso di Jaime è lento e peccaminoso. “Stavi guardando?”
 
Lei arrossisce ancora, e gli ci vuole tutta la sua forza di volontà per non abbassare lo sguardo sul petto nudo di Brienne per vedere se anche il suo seno arrossisce. Con un po’ di fortuna, eventualmente gli sarà permesso di guardare quanto vuole.
 
Jaime racconta, “La prima volta che ho incontrato Tyene le ho detto che non sono disponibile. Lei dice che le piacciono le sfide.”
 
Brienne aggrotta la fronte. “Non dispon…?” Lei spalanca gli occhi.
 
“Ah, te lo ricordi,” lui fa le fusa, mettendo una mano incerta sulla spalla di Brienne. La sente tremare al suo tocco, e le si avvicina. “Io so di ricordarlo,” lui mormora, premendo con gentilezza le labbra contro quelle di lei.
 
*/*/*/*/*
 
Lei è morta.
 
Deve essere morta; è l’unica ragione per cui sognerebbe di essere avvolta dalle forti braccia di Jaime mentre si baciano come se da quello dipendessero le loro vite. E sono nudi, nel laghetto, e lui se l’è attirata a sé come se volesse assorbirla nelle sue stesse ossa e dèi dèi dèi il suo cazzo è duro ed è premuto contro di lei ed è quasi quasi quasi dove lei lo desidera disperatamente.
 
Lei gli aggancia una gamba sopra il fianco, e il suo altro piede le scivola e, con uno strillo stridente, lei cade, portandoselo con sé sott’acqua.
 
Si dimenano tornando in superficie, tossendo, strozzandosi e sputando acqua.
 
Brienne sta bruciando per l’imbarazzo, pensando di aver rovinato la sua unica occasione di fare forse del sesso con un uomo che non lo sta facendo per vincere una scommessa, e poi Jaime inizia a ridere mentre le avvolge le braccia intorno.
 
“Siamo ridicoli,” lui dice, affondando il viso nel collo di Brienne, mentre scuote le spalle dall’ilarità. Lei si fa più piccola dall’imbarazzo, ma dopo spalanca gli occhi quando Jaime dice, “Solamente io proverei a scoparti per la prima volta mentre siamo in piedi in un laghetto pieno di rocce scivolose!”
 
Il divertimento di Jaime è contagioso, e lei inizia a ridacchiare, e dopo entrambi sono a piegarsi in due dal ridere, aggrappandosi l’uno all’altra mentre cercano di non scivolare di nuovo. Nel mezzo di tutto quello, lei registra tre cose: lui ha detto 'prima volta'; le mani di Jaime le stanno accarezzando la schiena, giù fino al sedere, e lui se la sta tirando stretta a sé ancora una volta; e il suo cazzo è ancora duro ed è ancora soltanto quasi dove lei lo desidera disperatamente più di ogni altra cosa.
 
 
*/*/*/*/*
 
Si fanno strada verso la riva del fiume dove hanno lasciato i loro vestiti, stanno ancora ridendo nel mezzo di profondi baci infuocati, inciampando, scivolando e quasi finendo di nuovo sott’acqua più di una volta. Quando finalmente lasciano il laghetto, stendono i loro vestiti per terra come coperta improvvisata, e Jaime la fa stendere giù dolcemente, come se lei fosse una qualche ragazza bellissima; come se questo stesse accadendo Prima, e non ci fosse nulla di cui avere paura o di cui preoccuparsi.
 
Quando lui si unisce a lei, le loro gambe si aggrovigliano, le loro mani accarezzano, le loro bocche assaporano e strattonano, facendosi annaspare, scalciare e dimenare a vicenda; quando finalmente lui la pressa in basso ed entra dentro di lei, Brienne si permette di far finta di essere bellissima, arrendendosi a quel momento e a lui.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime e Brienne sono di nuovo nella sala di controllo, e Jaime sente il sangue affluirgli in testa, i loro respiri pesanti gli raschiano nelle orecchie.
 
Lui guarda lentamente Brienne e lei lo fissa di rimando. Il glorioso blu dei suoi occhi è quasi interamente inghiottito dalle sue pupille dilatate. Lui vede il rossore sulle guance di lei, vede le sue labbra carnose leggermente spalancate e lui si sporge verso di lei—
 
—e Brienne salta in piedi, la sedia ruota per la stanza, e si affretta verso la porta.
 
Quando è da solo, Jaime abbassa delicatamente la testa sulla scrivania.
 
Un’altra cazzo di erezione, lui pensa, e per metà grugnisce, per metà ride.
 
Fortunatamente, l’intensità dei ricordi sta già iniziando a scemare, anche se il suo corpo non ha ancora afferrato il messaggio. Lui grugnisce di nuovo e si domanda quanto Brienne sarebbe rimasta imbarazzata se lui fosse venuto insieme al Jaime dell’universo Mad Jon.
 
Quel pensiero gli va dritto al cazzo, facendolo diventare ancora più duro e, lentamente, lui sbatte—colpisce—la testa—cranio—contro la scrivania, disperatamente—avidamente—furiosamente pensando a qualsiasi cosa che possa fargli tornare il corpo sotto controllo.
 
Scorre le equazioni che lui e Brienne avevano sviluppato per questi esperimenti…e poi si ricorda gli occhi luccicanti di lei, e quella piccola linea carinissima che le appare nel mezzo della fronte quando lei si acciglia mentre loro dibattono appassionatamente—ardentemente—furiosamente della teoria delle stringhe e della fisica quantistica.
 
Non sta aiutando, lui pensa.
 
Lui si immagina dei gattini. Gattini soffici e innocenti. Gattini. Gatti. Anche conosciuti come Mici. Micia. E quella della Brienne dell’universo Mad Jon era stata calda e stretta e—
 
Non sta aiutando.
 
Lui pensa al viso ampio della sua Brienne, ai suoi denti storti, alle sue lentiggini—e quegli occhi blu, così blu, e si domanda se lei lo guarderebbe con così tanta sorpresa come la principessa Brienne aveva guardato il principe, o nel modo in cui la Brienne dell’universo Mad Jon aveva guardato il Jaime dell’universo Mad Jon. Si chiede se la sua Brienne farebbe gli stessi suoni; quegli stessi piccoli ansimi quando lui le aveva preso il capezzolo in bocca—
 
Di sicuro non sta aiutando.
 
Si chiede se Brienne è in bagno in questo momento, spruzzandosi dell’acqua fredda in faccia, o se ha fatto scivolare la mano nei pantaloni, con le dita che le accarezzano—
 
Di sicuro non sta fottutamente aiutando!
 
Tyrion. Sì, Tyrion! Quella disallineata faccia maliziosa è sufficiente a far ammosciare qualsiasi cazzo. Ma Tyrion è un biologo, e Jaime riesce già sentirlo spiegare allegramente che l’eccitazione di Jaime è semplicemente una reazione naturale agli stimoli e, diamine, anche il cazzo di Tyrion è pronto sull’attenti, e lui lo sta sentendo solamente raccontato.
 
Questa conversazione immaginaria rende Jaime furioso, e si immagina di prendere a pugni il ghigno malizioso sul viso di Tyrion, e quella è l’immagine che finalmente fa alleggerire leggermente la tensione nel suo corpo.
 
Tyrion è suo fratello. Gli vuole bene. L’idea di prenderlo a pugni solo perché anche lui è eccitato dal corpo di Brienne—
 
Stringe le mani. Il corpo della Brienne dell’universo Mad Jon, lui ricorda a se stesso, non della sua Brienne, e suo fratello non è nemmeno qui e, per gli dèi, Tyrion non vedrà mai il corpo di nessuna Brienne oppure gliela farà pagare cara!
 
A quei pensieri, riprende fiato e rilassa i pugni lentamente.
 
Brienne è la sua collega, lui pensa, la sua dolce Junior, ed è una delle migliori scienziate di fisica con cui ha avuto il piacere—privilegio—di lavorare. Lei non deve subire delle mancanze di rispetto—non da lui; non da nessuno.
 
E con quel pensiero, la sua eccitazione finalmente si allevia, anche se il suo cazzo si contrae di nuovo quando la porta si apre e Brienne rientra nella sala di controllo, le guance di lei sono ancora arrossate, ma ha il mento alzato verso l’alto.
 
“Ho bisogno di un drink,” lei annuncia a gran voce, incontrando il suo sguardo con dell’evidente sforzo. “Anzi di tanti.”
 
“Dèi, sì,” lui dice, e inizia le procedure per lo spegnimento della struttura.
 
*/*/*/*/*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice: BWAhahahahahaha!!
 


Nota della traduttrice: Io non c’entro niente! Non odiatemi!
 
 
 
 
 
 
   
 
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