Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Kikiletoway    06/07/2022    0 recensioni
Dal primo capitolo:
“Questo esperimento dovrebbe, si spera, provare la teoria del multiverso e io mi stavo chiedendo...Pensi che ci siano delle persone che sono destinate a stare insieme indipendentemente dall’universo in cui si trovano? Indipendentemente da quali percorsi le loro strade possano prendere?”
Coppie: Jaime/Brienne
Diverse storyline al prezzo di una! AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso dell’autrice: Linguaggio scurrile canonico. Un botto di parolacce.
 
 
 
 



*/*/*/*/*
 
Guidano verso Castello Nero in un silenzio teso, solo per poi scoprire che tutti i bar del posto sono già chiusi.
 
"Vuoi provare a cercare un locale notturno?" Jaime chiede, quasi sperando che lei concordi.
 
Lei fa una smorfia. "Ho bisogno di un drink, non di farmi pompare le orecchie."
 
Per gli dèi, non dire 'pompare', lui pensa mentre le mani gli si stringono sul volante.
 
Le cose erano state un po’ imbarazzanti da quando avevano spento la struttura, ma non è nulla che lui non possa gestire. Anzi, Jaime aveva iniziato a pensare che le cose stessero tornando alla normalità, mentre camminavano per salire in macchina e lui usciva dal parcheggio—e dopo Brienne si era passata nervosamente i palmi delle mani su e giù per l’intera lunghezza delle sue cosce lunghe e super toniche—e Jaime all’improvviso si era ricordato di come si era sentito ad avere quelle gambe senza fine avvolte intorno ai fianchi degli altri Jaime, e la sua eccitazione intensa ed immediata gli aveva fatto stringere i denti così tanto che quasi si era aspettato di sentire la sua mascella spezzarsi. Il suo corpo non si è calmato di una virgola durante il breve tragitto in auto. La mente gli vacilla dall’assurdità di tutto quello, anche se lui è così completamente conscio della donna accanto a sé—ogni movimento, ogni espressione, ogni volta che lei si mordicchia quel labbro inferiore seducentemente carnoso—lui è stupito di non averli già fatti finire in un fosso con la macchina. Lo stesso fatto che sta usando una frase come 'seducentemente carnoso'—ma esiste una roba del genere?—gli fa venire voglia di sbattere—sfondare—dannati dèi—di dare una botta—ohdèi!—di fare in modo che la sua fronte entri in contatto ripetutamente col volante con molta forza.
 
Dei drink.
 
Lui ha bisogno di dei drink.
 
Di tanti drink.
 
Preferibilmente nella sicurezza di un locale notturno, con molte persone a distrarlo.
 
Ha un’improvvisa immagine mentale di lui e Brienne nella semioscurità di un club, dove la musica è pulsante—dèi—martellante—fottutidèi—palpitante—dèifottutimerdadèidannati!—dove le percussioni e il basso fanno...delle...cose, e lui crede onestamente che finirà per morire letteralmente di frustrazione sessuale da un momento all’altro.
 
"Jaime?"
 
Lui sobbalza, lanciandole uno sguardo fulmineo. "Scusa," lui borbotta, e poi si schiarisce la gola. "Scusa. Sto solo pensando a dove potremmo prenderci un drink, se anche i locali notturni sono chiusi."
 
"Bè, abbiamo ancora quello che rimane del whiskey."
 
"Andiamo in camera mia o in camera tua?" lui chiede, per poi fare una smorfia. "Scusa."
 
Lei è tutta rossa e lui finirà per morire, così Jaime distoglie bruscamente lo sguardo.
 
"No, no," lei dice frettolosamente. "E’ tutto okay. E se invece noi...rinunciassimo al drink e andassimo direttamente a letto—voglio dire...andassimo direttamente a dormire."
 
"Buona idea," lui mormora, anche se, se Jaime non fosse così teso, sarebbe compiaciuto del fatto che almeno anche lei sta avendo qualche problema con le sue parole.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime parcheggia l’auto, e camminano in un silenzio teso verso l’albergo, la bottiglia di whiskey oscilla con disinvoltura in mano a Jaime. Camminando a grandi passi accanto a lui, Brienne è fortemente conscia della grazia disinvolta di Jaime, di ogni linea delle sue gambe e delle sue spalle mentre lui si muove, di ogni contrazione nella forma soda del suo sedere, che è fin troppo chiaramente delineato in quei jeans aderenti in modo peccaminoso, e lei prova disperatamente a non ricordare quanto prepotentemente belli gli altri Jaime erano sembrati quando erano stati nudi come quando erano appena nati.
 
Entrano nell’ascensore e il silenzio tra di loro si assottiglia. Brienne ascolta i loro respiri, rapidi e accelerati, nota la tensione nelle spalle di Jaime, mentre lui lancia degli sguardi infuocati in direzione di Brienne, e per un folle momento lei si immagina di spingerlo contro il muro dell’ascensore, per scoprire se i baci del suo Jaime sono intossicanti come quelli del Jaime dell’universo Mad Jon, oppure se sono inaspettatamente dolci come quelli del principe Jaime.
 
Lei riesce quasi a sentire gli scatti dei bottoni della camicia di Jaime mentre volano via quando lei gliela strappa, può quasi sentire il suo petto muscoloso sotto i palmi delle proprie mani, mentre lei gli divora avidamente la bocca—Brienne deglutisce e si rende conto che lo sta fissando…e lui la sta fissando di rimando, con occhi spalancati, oscuri e ardenti.
 
Lei oscilla verso di lui, pensando che non sarà in grado di fermarsi se lui non la smetterà di guardarla in quel modo, al diavolo Taena.
 
È il pensiero della dolce metà di Jaime che la fa raddrizzare in modo brusco, facendole premere la schiena contro il muro dell’ascensore, stringendo la ringhiera alle sue spalle, e fissando lo sguardo sui numeri dei piani che cambiano in modo fin troppo lento. Lei sta praticamente ansimando, sta quasi piagnucolando, ma non le importa nemmeno. Lei stringe ancora di più la presa sulla ringhiera, e prega ogni dio a cui riesce a pensare che le porte dell’ascensore si aprano prima che il suo autocontrollo si spezzi.
 
Come per rispondere alla sua preghiera, l’ascensore indica con un bip metallico l’arrivo al piano di Brienne. Le porte si aprono lentamente e in un unico rapido movimento, lei afferra il whiskey dalla mano di Jaime e si precipita verso la propria stanza.
 
*/*/*/*/*
 
Brienne sbatte la porta dietro di sé, appoggiandoci la schiena contro, e si domanda se sarà la prima donna nella storia a morire in modo confermato a causa di un’autocombustione spontanea.
 
Lei barcolla su gambe tremanti fino a collassare sul letto. Toglie il tappo al whiskey, prende un piccolo sorso, e prova a convincere il proprio corpo a darsi una calmata.
 
È impossibile farlo quando il suo Jaime l’aveva guardata come...come…
 
Lei chiude gli occhi e grugnisce.
 
Lo sguardo negli occhi del suo Jaime era stato anche più intenso dello sguardo negli occhi del Jaime dell’universo Mad Jon. Mentre il principe Jaime era stato gentile e c’era stato un grado di passione lì, non era nulla paragonato agli sforzi del Jaime dell’universo Mad Jon. Lei riesce ancora a sentire le dita di lui che le stringevano i fianchi, la sua bocca sul suo seno, il suo cazzo—
 
Brienne si alza a sedere di colpo, il calore le pizzica le terminazioni nervose per tutto il corpo.
 
E gli occhi del suo Jaime le avevano promesso qualcosa di addirittura meglio, anche solo perché si sarebbe trattato di lei.
 
Lei comincia a sudare, e prende velocemente un altro sorso di whiskey.
 
Una doccia, lei pensa disperatamente. Sì. Una doccia. La doccia più fredda che riuscirà a sopportare.
 
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Jaime si appoggia contro il muro della doccia e lascia che l’acqua fredda scorra su di lui.
 
Avrebbe potuto prendersi cura del suo cazzo dolorante in un altro modo, suppone; adesso ha una gran quantità di ricordi e di immagini per far sì che le cose vadano in fretta, ma per qualche motivo, quella stessa idea gli sembra…sbagliata. Ma dèi—dèi—se dovessero tornare in quegli universi e ci fossero delle altre scopate, bè…è molto probabile che, ad un certo punto, lui raggiungerà l’orgasmo insieme alla sua controparte, e quello è semplicemente qualcosa che lui non crede che la sua Brienne—la Brienne Principale—apprezzerebbe…anche se, considerando il modo in cui lei lo aveva guardato in ascensore…
 
Lui per metà ride, per metà grugnisce, mentre si posiziona meglio sotto i ghiacciati flussi d’acqua.
 
Tutto questo è così totalmente ridicolo, ed è così diverso da qualunque cosa lui si aspettava che sarebbe accaduto quando aveva accettato di lavorare con Brienne su questi esperimenti. Inoltre, lui è uno scienziato di fisica, per amore degli dèi! Non aveva mai pensato che avrebbe mai dovuto avvertire una collega donna che durante un esperimento lui avrebbe potuto avere un vero e proprio orgasmo invece di uno metaforico!
 
Questo porta a un livello totalmente inappropriato l’essere eccitato dalla scienza.
 
Appoggia la sua fronte ancora accaldata contro il vetro della doccia e lascia che l’acqua fredda faccia il suo lavoro.
 
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Il mattino dopo le cose sono più facili, anche se concordano di rinunciare al loro solito allenamento insieme, preferendo fare le valigie e arrivare in aeroporto.
 
Il volo di ritorno verso Approdo del Re è cordiale, anche se un po’ freddo e imbarazzante, ma si concentrano sul lavorare ai dati sui loro portatili, e quando atterrano, si sorridono, si salutano e vanno ognuno per la propria strada.
 
Brienne va a prendere Pod alla pensione per cani, ed entra in casa con un sospiro di sollievo.
 
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Jaime entra in casa di Tyrion trovando suo fratello e una qualche donna castana dalle gambe lunghe a scopare sul divano.
 
Sospira e si dirige verso il seminterrato, pensando di avere davvero bisogno di trovarsi una casa.
 
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Il giorno dopo, Jaime e Brienne si messaggiano, concordando di prendere un paio di giorni di pausa, e fanno dei piani per incontrarsi al laboratorio dopo quello.
 
Jaime è sollevato, ma sa che le cose finiranno per rimanere imbarazzanti fino a quando lui e Brienne non parleranno di cosa hanno vissuto, e delle loro reazioni fisiche ad esso. Quella conversazione sarà quasi imbarazzante quanto le ultime ore.
 
Comunque…sono dei professionisti, per amore dei Sette, e sono amici. Possono gestire un po’ di stimolazione sessuale senza che sia strano.
 
Bè.
 
Senza che sia strano tutto il tempo, comunque.
 
Inoltre, lui sa che torneranno in quegli universi—in un modo o nell’altro, e il più presto possibile, anche se dovesse essere costretto a lanciare la metà del patrimonio Lannister a qualsiasi scienziato si trovi sulla loro strada—e hanno bisogno di imparare come affrontare questa situazione se dovesse succedere di nuovo.
 
Lui è anche piuttosto arrabbiato per il fatto che l’eccitazione per le loro scoperte scientifiche sia stata messa in secondo piano da un’eccitazione di tutt’altro genere. Un’eccitazione che è semplicemente—come aveva detto a se stesso quando erano alla Barriera—una risposta fisiologica perfettamente naturale agli stimoli. Non è personale.
 
Oltretutto, lui vuole fare il secchione con Brienne, la sua partner in tutto questo, riguardo tutto quello che hanno scoperto e vissuto, ma si erano a malapena guardati a vicenda sull’aereo, o in aeroporto quando si erano salutati. Quello lo fa imbestialire.
 
La porta si apre e lui alza lo sguardo vedendo Tyrion entrare incespicando, con un’altra donna castana e dalle gambe lunghe al suo braccio.
 
Tyrion alza un sopracciglio e Jaime si limita ad emettere un sospiro mesto, e a dire, “Stavo per uscire.”
 
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Dopo aver messaggiato con Jaime, Brienne va nella palestra che usa quando Jaime non può raggiungerla per il loro solito allenamento, e poi si ferma per compare una bottiglia del whiskey che gli aveva rubato l’altra notte.
 
Lei boccheggia vedendo il prezzo, e si accontenta di una marca molto più economica, che il commesso le assicura essere comunque piuttosto buona. Lei compra anche della birra per la prima volta dopo anni, per lo più perché aveva avuto un sapore sorprendentemente buono nell’universo della Brienne contadina.
 
Lei torna a casa, armeggia un po’ in giro, porta Pod a fare una passeggiata, e dopo lavora un po’, mandando delle e-mail a dei colleghi e parlando con altri, leggendo delle nuove ricerche, iniziando a guardare svogliatamente i dati che hanno prodotto durante quest’ultima serie di esperimenti. Ma è agitata e non riesce a concentrarsi, e davvero...questo è anche l’esperimento di Jaime, e dovrebbero star lavorando ai dati insieme, discutendo del significato di tutto ciò.
 
È per questo che in primo luogo lei aveva accettato di lavorare con lui a questi esperimenti, dopo tutto. Lui è arrogante e qualche volta è fin troppo impertinente, ma lei non può negare che lui la fa lavorare sodo, e la fa riflettere per motivare ogni teoria ed ogni equazione in un modo in cui nessun altro le aveva mai fatto fare.
 
E...lui lo rende...divertente.
 
È solo che non è giusto che abbiano permesso che quello che accade alle loro controparti abbia avuto un impatto su come lavorano insieme, o con come si comportano l’uno con l’altra. Inoltre, non è personale: è solo una naturale reazione fisica ai ricordi che hanno nei loro cervelli quando tornano nel loro universo. È sicura che non ne sarebbero così tanto…affetti se il sesso non fosse successo proprio quando quegli specifici esperimenti stavano terminando, facendoli tornare immediatamente a loro stessi nella sala di controllo.
 
Brienne si acciglia guardando Pod, che la guarda coi suoi struggenti occhi marroni, scodinzolando in modo speranzoso con la sua coda disordinata.
 
“Questo è ridicolo,” lei dice in modo fermo. “Siamo dei professionisti, e anche se di certo io ho dei sentimenti che vanno oltre quello, lui di sicuro non ce li ha, e siamo riusciti a lavorare insieme abbastanza bene fino ad ora.”
 
Si acciglia, picchiettando un piede per terra, per poi annuire. “Va’ a prendere il tuo guinzaglio,” lei ordina.
 
Pod rilascia un guaito felice, correndo verso dove il suo guinzaglio è conservato, portandoglielo, e adesso sta scodinzolando impetuosamente.
 
Brienne infila il whiskey e un paio di bottiglie di birra nel suo zaino, aggancia il guinzaglio sul collare di Pod, e dopo cammina a grandi passi verso la porta, con uno scopo ben preciso.
 
Lei strattona la porta, aprendola, e rilascia un proprio guaito—un guaito sorpreso.
 
Jaime è sorpreso tanto quanto lei, a giudicare dalla sua postura bloccata. La mano di lui è ancora mezza alzata verso il campanello.
 
Si fissano a bocca aperta fino a quando Jaime dice, “Oh. Stai uscendo.”
 
“Stavo venendo a vedere te.”
 
Jaime sorride lentamente. “Ed è per questo che siamo un’ottima squadra, Junior: le grandi menti pensano davvero allo stesso modo.”
 
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Jaime è armato con una propria bottiglia di whiskey e con una confezione di birra. Portano Pod a fare una passeggiata veloce intorno al quartiere, perché nemmeno Jaime riesce a deludere quel cucciolo impaziente. Quando tornano, si sistemano sul divano con due bicchierini e con due bicchieri leggermente più grandi, appoggiati al tavolino da caffè davanti a loro. Jaime versa del whiskey nei bicchierini mentre Brienne riempie di birra gli altri bicchieri.
 
Jaime alza il proprio bicchierino, dicendo, “Dobbiamo avere una conversazione schietta e onesta riguardo il bisonte nella stanza.”
 
Lei prende in mano il suo bicchierino e annuisce. “Il grosso bisonte nella stanza.”
 
Jaime sorride in modo ampio. “Sono lusingato,” lui dice con fare accattivante, e lei arrossisce anche se alza gli occhi al cielo.
 
“Non così tanto grosso,” lei borbotta, e lui scoppia a ridere.
 
“Ecco, questa è la Junior che mi piace vedere,” lui replica, facendo tintinnare il suo bicchiere contro quello di lei in un brindisi, e scolandosi il suo whiskey.
 
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Nonostante le loro intenzioni, evitano il bisonte nella stanza, preferendo invece bere e parlare di tutto e di più, tranne che di quello di cui hanno bisogno di discutere.
 
Brienne non lo sa per quanto a lungo restano seduti lì, discutendo del matrimonio di Cersei nell’universo di Jaime cantante/Brienne contadina, o litigando riguardo a se devono spingere i limiti della Barriera ancora di più, cercando di estendere il loro tempo di connessione ad ogni universo ancora più a lungo, o guardando Pod provare ad ottenere la loro attenzione, scodinzolando in estasi quando gli grattano le orecchie o la pancia. Tutto quello che lei sa è che fuori è ormai buio da un po’, hanno finito il whiskey di Jaime e la maggior parte della birra, e la stanza è piacevolmente offuscata.
 
"Senti," Jaime dice, in modo piuttosto sciatto, e lei è sollevata nel vedere che la birra e il whiskey stanno facendo effetto anche su di lui.
 
Sono spaparanzati socievolmente sul divano, Pod sta russando in modo beato tra di loro, e la stanza si inclina in maniera allarmante quando Brienne volta la testa verso Jaime.
 
Lei si pentirà di tutto questo domattina. Se ne pente sempre. Ma sin da quando si sono ritrovati coi ricordi di versioni differenti di loro stessi, il bere sembra essere il modo più logico di vedersela con...con...
 
Getta un’occhiata al viso ubriaco di Jaime, e lui è ancora bellissimo anche se il suo volto è fiacco e i suoi occhi sono vitrei.
 
Il modo più logico di vedersela con tutto.
 
E tutto significa tutto.
 
"Brienne?"
 
Lei sbatte le palpebre nella foschia alcolica, e si acciglia. "Che c’è?"
 
"Senti...se le cose continueranno ad andare in quel modo in quegli universi, sono preoccupato che uno di questi giorni finirò per…ehm…mettere in imbarazzo me stesso—e te. Sai che i ricordi sono...intensi, soprattutto quando torniamo inizialmente al nostro stesso universo."
 
"Lo so," lei farfuglia, sentendo il proprio corpo accaldarsi. Si ricorda l’ultima corsa in ascensore e arrossisce ancora di più.
 
Jaime chiude gli occhi e sospira, la testa gli ciondola. "Dovrò pensare a qualcosa."
 
"Pannoloni," lei mormora.
 
"Cosa?"
 
"Pannoloni. Dovrebbero catturare qualsiasi...um...espulsioni involontarie di fluidi, senza mostrare niente."
 
Jaime la sta fissando come se lei stesse parlando in una lingua diversa.
 
Huh.
 
La lingua.
 
"Come facciamo a capirli?" lei sbotta.
 
"Cosa? I pannoloni?"
 
"No!" e lei inizia a ridacchiare.
 
Lui sorride in modo ampio, gli occhi gli cascano in modo assonnato mentre la guarda. "Bene, perché penso che i pannoloni siano piuttosto intuitivi."
 
Lei si chiude la bocca con le mani mentre ridacchia ancora di più.
 
"Sei ubriaco, Jaime," lei dice, per poi scoppiare a ridere fragorosamente.
 
"Anche tu," lui borbotta, la voce gli si affievolisce. Lei gli lancia un’occhiata e la risata le si spegne, e vede che lui ha gli occhi chiusi, e che il suo respiro è profondo e costante.
 
Brienne scuote la testa mentre si costringe a rimettersi in piedi barcollando. Si incammina verso il suo armadio a muro, tornando con una coperta.
 
"Non lo reggi proprio l’alcol," lei sussurra con affetto, mentre gli avvolge la coperta intorno.
 
Jaime le afferra la mano con la velocità della luce, e il sorriso di lui è malizioso e ubriaco sebbene sia anche assonnato. "Un pochettino lo reggo," lui sussurra, facendole l’occhiolino. "Pannoloni?"
 
Lei annuisce silenziosamente, e Jaime le stringe la mano, prima di lasciarla andare.
 
Lui continua, “Sarebbe comunque imbarazzante se dovessi gridare il tuo nome."
 
"Bè, probabilmente anch’io griderei il tuo," lei replica, e viene premiata dagli occhi di Jaime che si spalancano di colpo. "Che c’è?" lei chiede mentre si raddrizza, ondeggiando un po'. "Credi che gli orgasmi siano solo per gli uomini?"
 
Lei si volta e barcolla lungo il corridoio fino alla sua camera da letto, con Pod che la segue, e crede di aver sentito Jaime imprecare mentre si chiude la porta di camera sua alle spalle.
 
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Lui non si disturba neanche a togliersi i vestiti di dosso prima di entrare sotto il getto della doccia fredda, molto fredda.
 
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Brienne decide di non fare domande quando trova la massa accartocciata e fradicia di vestiti sul pavimento della sua doccia, il mattino seguente. Si limita a lanciare un paio dei propri pantaloni da tuta all’uomo deliziosamente spettinato, palesemente nudo e magnificamente infuriante, mettendo i vestiti di Jaime in lavatrice.
 
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Lei quasi non gli offre una maglietta.
 
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"Probabilmente dovresti chiamare Taena," lei dice mentre prepara la colazione. Lo stomaco le si contorce al pensiero della bellissima donna dagli occhi scuri, ma non riesce a dire se sia per senso di colpa o per gelosia. "Si starà chiedendo dove sei."
 
"Taena?"
 
Lei si volta, accigliandosi a causa del tono perplesso di Jaime. "La donna con cui vivi?" lei ribatte. "Andiamo, Jaime, nemmeno tu puoi spingere così tanto la cosa del professore svampito!"
 
Jaime sembra onestamente confuso, ma dopo la sua espressione si schiarisce. "Giusto. Non te l’ho ancora detto."
 
"Non mi hai ancora detto cosa?"
 
"Ho beccato Taena a scoparsi un Kettleblack."
 
Brienne spalanca lentamente sia gli occhi che la bocca. Jaime alza un sopracciglio mentre sorseggia il proprio caffè.
 
Un milione di pensieri vola per la testa di Brienne, e quello su cui si focalizza è, "Quale di loro?"
 
"Importa davvero? Sono tutti uguali."
 
"E sono tutti inutili," loro dicono insieme, e Brienne si morde il labbro inferiore per impedirsi di ridere. Non è davvero divertente.
 
"Mi dispiace," lei dice, e lo pensa davvero. "Quando è successo?"
 
"Quando eravamo tornati da Castello Nero per la prima volta. Ho scoperto che tornare a casa in anticipo può essere davvero illuminante."
 
"Quindi...quando eri andato alle Isole dell’Estate...?"
 
"Eravamo io, Tyrion e l’autista dei taxi che mi aveva portato a casa. Si era scoperto che anche lui era stato sfortunato in amore."
 
Lei aggrotta la fronte. "Perché non me l’avevi detto?"
 
"Perché faceva male," lui risponde, distogliendo lo sguardo. "E non volevo che fosse vero. Ed era troppo simile—sia nel tempo sia riguardo la persona—a quello che era successo al Jaime versione Megastar. E..."  Lui le lancia un’occhiata e le rivolge una scrollata di spalle impotente. "E’ complicato."
 
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Dopo la colazione, portano Pod a fare una lunga passeggiata, poi tornano a casa di Brienne, e lei tira fuori i dati sul proprio computer. Jaime le si siede vicino, mentre scrutano intensamente lo schermo, discutendo di ogni schema e di ogni anomalia che vedono.
 
Il sole sta tramontando e Pod se ne sta seduto, con un aspetto speranzoso, accanto alla porta, quando fanno una pausa, e dopo averlo portato a fare un’altra passeggiata, tornano e Brienne prepara la cena.
 
“Pensi che abbiamo bisogno di altri dati?” Brienne chiede quando si siedono a tavola per mangiare.
 
Jaime alza un sopracciglio. “Tu no?”
 
“Sì,” lei replica, “se non altro per…” Lei si mordicchia il labbro inferiore, per poi fare spallucce. "Si tratta di scienza? O si tratta di magia?"
 
"Una qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia,” Jaime afferma con un ampio sorriso. “Ma sul serio, Brienne: prima le anime gemelle, adesso la magia? Sta’ attenta o ti revocheremo la tua licenza da scienziata.”
 
Brienne alza gli occhi al cielo. "Tu conosci le vecchie leggende tanto quanto me, Jaime," lei persiste, "e si dice che Castello Nero sia stato costruito sulle fondamenta del Castello Nero originale che era stato distrutto verso la fine dell’Era della Magia."
 
Jaime sbuffa col naso. "L’Era della Magia—ma per favore."
 
"Stammi a sentire! Se ci fosse qualcosa di vero su quelle storie? Non sulla magia, ovviamente—quello è ridicolo, concordo. Ma forse siamo in grado di vedere quegli universi alla Barriera perché la—la barriera tra gli universi è più sottile o perché sono più vicini, o qualcosa del genere."
 
Jaime sembra pensieroso. "L’unico modo di testare quella teoria sarebbe di ripetere l’esperimento in altre sedi, e vedere se otteniamo dei risultati diversi."
 
Il sorriso di Brienne è lento, e Jaime spalanca gli occhi. "Hai già prenotato un’altra struttura, non è così?"
 
Lei annuisce, compiaciuta. "La struttura di Meereen ha un giorno libero in calendario, tra due settimane."
 
Jaime emette un sospiro melodrammatico per poi sorridere in modo ampio. "Ottimo lavoro, Junior. E non abbiamo nemmeno dovuto corrompere qualcuno."
 
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- Nello scorso capitolo, quello sull’universo Mad Jon, abbiamo visto come personaggi anche Jon Snow e Ygritte, ma solo successivamente all’aver pubblicato già quel capitolo, mi era venuta in mente una curiosità sui loro personaggi da raccontarvi.
 
Nei libri, una cosa che può spesso sfuggire ai lettori è che ad uccidere Ygritte…probabilmente è stato lo stesso Jon, senza ovviamente volerlo. GRRM non dà mai una risposta a chi sia stato ad ucciderla, e lo stesso Jon non vuole dare un nome a quella persona, ma forse perché teme la risposta…Infatti poco prima del ritrovamento di Ygritte in fin di vita, colpita da una freccia, Jon aveva sparato con delle frecce verso i Bruti, ed era anzi stato l’unico in quella zona a ricaricarsi di frecce. L’unico. È una cosa tipica di GRRM far solo intendere che Jon abbia ucciso la sua amata, senza nemmeno mostrarlo per certo.
 
Ovviamente, in GOT non c’era stato niente di quello, ma era stato Olly a far fuori Ygritte. Mamma mia, che mal di testa il personaggio di Olly…Effettivamente basta pensare ai personaggi originali inventati da D&D per GOT per giudicare il loro “talento”, come appunto questo Olly.
 
Olly aveva visto la sua famiglia venire sterminata da dei Bruti, quindi ha combattuto contro i Bruti e ha fatto fuori Ygritte (che gli aveva ucciso il padre), e quando poi Jon aveva formato un’alleanza proprio con i Bruti, Olly si era sentito tradito e aveva accettato di aiutare ad ammazzare Jon…
 
Il problema è che non si capiva cosa cavolo D&D volevano che gli spettatori provassero per Olly, cioè, alla fine, Olly aveva ragione in tutto quello che ha fatto. Per la miseria i Bruti gli hanno brutalizzato la famiglia (perdonate il gioco di parole), gli Stark hanno fatto partire una guerra per molto meno (solo perché Ned fu arrestato). Volevano che i fans simpatizzassero con Olly o che lo detestassero? Non si capiva per niente. Però di certo il modo in cui avevano mostrato Jon che ammazzava Olly (che in tutto questo, ricordiamolo, era un ragazzino!) faceva apparire Jon come l’eroe che si era sbarazzato di uno stronzo infame che aveva di sicuro torto…
 
Quindi era tutto assolutamente fuori contesto! È chiaro che, con il personaggio di Olly, D&D volevano mostrare un personaggio che per loro era “grigio”…ma non li sanno scrivere haha. Olly era un personaggio che tutti i torti non li aveva, altro che “grigio”, c’aveva ragione, ma che è stato ammazzato come fosse un cane. Se Olly avesse fatto fuori qualche Bolton invece di Jon e Ygritte, per gli stessi esatti motivi, nessuno avrebbe mai anche solo lontanamente pensato che fosse dalla parte del torto lol. Ma se l’era presa con dei “fan favorite”, e quindi doveva essere per forza lui lo stronzo di turno, a prescindere…okaaaay.
 
D&D avrebbero dovuto lasciar scrivere i personaggi “grigi” solo al buon GRRM, che con gente come Jaime e Theon ha fatto capolavori. Altro che creare personaggi che non avevano un senso d’esistere…
 
 
 
 
 
   
 
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