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Autore: stardust94    04/07/2022    3 recensioni
(Eroi del Giappone: La spada del ciliegio insanguinato)
Una giovane ragazza apparentemente normale, un albero Millenario tinto del rosso del sangue. Akemi non ha mai creduto alle leggende che si tramandano nel suo paese, almeno fino a quando non ha capito quanto fossero reali. sballottata dagli eventi, toccherà a lei e i suoi compagni, evitare una catastrofe di proporzioni immani.
il risveglio del antico Re demone e l'avvento di una nuova era oscura per tutto il mondo.
riusciranno i nuovi Eroi del Giappone a scongiurare la minaccia? e che cosa nascondono i sogni di Akemi, la donna che appare in essi, sarà sua nemica o la sua più grande alleata?
(mitologia Giapponese)
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Eroi del Giappone: la spada del ciliegio insanguinato


Capitolo uno
Akemi

Il vento quel giorno era troppo forte. Avevo passato gli ultimi quarantacinque minuti a sistemarmi i capelli che in quella uggiosa giornata d’autunno, sembravano ancora di più una matassa informe e scompigliata color rosa confetto. Se qualcuno mi avesse sul serio guardata, avrebbe visto l’equivalente di una ragazzina in uniforme scolastica, zuppa come un pulcino e ammetto, spaventata da morire che aspettava qualcosa o qualcuno alla fermata del autobus della stazione di Shibuya. Nemmeno Hachiko avrebbe probabilmente gradito la mia presenza in quel luogo e come dargli torto? Ero ridotta davvero male che quasi specchiandomi nei vetri lucidi del palazzo accanto a me, non mi riconoscevo. Certo lo stesso sguardo lo stesso viso piccolo gli stessi capelli e occhi chiari ma non mi riconoscevo. Era come se la ragazza nel riflesso avesse passato l’inferno e fosse tornata indietro, solo per rinfacciarmi di esserci stata. Con il senno di poi se avessi capito prima che cosa mi sarebbe toccato fare, magari me ne sarei rimasta al campo a dormire nella mia stanza invece che attraversare il paese…ma andiamo con ordine e lasciate che mi presenti e vi racconti tutto dal inizio.

Mi chiamo Akemi Hikoshi e ho sedici anni, salvo che per i capelli rosa, sono una semplice ragazza come tante altre. Quante volte avrei voluto dirlo avrei voluto che tutto questo fosse stato solo un brutto sogno. Ma purtroppo il sogno era stata la vita che avevo vissuto fino a quel momento.
Dovete sapere innanzitutto che i miei genitori sono morti quando ero davvero molto piccola, a occuparsi di me sono sempre stati i miei nonni paterni delle persone davvero meravigliose che gestiscono un tempio qui a Osaka.
Mia nonna si chiama Himiko e credetemi se non avete assaggiato i suoi dolci non avete veramente mai vissuto una vita piena. Lei profuma sempre del buon odore del incenso al profumo di ciliegio che usa ha detta sua per purificare il santuario. Non è che l’occulto e le leggende non mi piacciano semplicemente non ci ho mai creduto, almeno fino a quel momento.
Ma non è ancora tempo di parlare di quello che è successo. Sappiate solo che se mia nonna è la persona più dolce, gentile e comprensiva del mondo, tranne le poche volte che si arrabbia. Nonno Izumo è l’uomo più saggio ed esperto di cultura e folklore Giapponese che potreste conoscere. È proprio lui quello che mi ripeteva sempre da bambina di ringraziare il Kami del santuario, di tenere sempre con me il porta fortuna che scacciava gli spiriti maligni e appendere il Teru Teru Bozu alla finestra pregando per il sereno.
Il novanta per cento delle volte però, non c’erano spiriti maligni solo ragazze odiose che mi facevano cadere i libri per terra o mi prendevano in giro attaccandomi la gomma da masticare nei capelli, non c’erano Kami disposti a donarmi la loro benedizione quando prendevo l’ennesimo quattro in matematica e qualora provassi a pregare per il bel tempo…il giorno seguente pioveva a catinelle.

Questo per dirvi che anche ammesso avessi creduto a queste cose, probabilmente non avrebbe fatto alcuna differenza ne avrebbe attenuato la mia grandissima dose di sfortuna.
Ma in tutto questo c’era qualcosa che anche nei momenti più bui riusciva sempre a tirarmi su di morale e ci stavo andando proprio in quel momento.

Si trattava di un karaoke bar che io, Kazuya e Hitomi avevamo preso a frequentare da qualche mese. Ufficialmente ci andavamo per permettere ad Hitomi di vedere il cameriere del quale era cotta ma anche per i pancakes al gusto lampone e soprattutto per i gatti. Dovete sapere infatti che io amo i gatti fin da quando ero piccola e sono ricambiata da loro.

“ Hikoshi certo che i gatti tu li attiri come una calamita“

Il ragazzo che camminava alla mia destra sorrise distraendomi dai pensieri che avevo in quel momento. Kazuya Nishiyama era il mio migliore amico dai tempi del asilo era sempre stato un esile ragazzino dai capelli neri scompigliati e occhi verdi vispi e allegri, scherzando gli dicevo spesso che i suoi capelli sembrassero un nido di rondini e lui replicava chiamandomi “ragazza confetto“ a quel punto, di solito mettevo il broncio finché non si offriva di comprarmi qualche dolce o portarmi la borsa.

“ Non è mica colpa mia. Probabilmente sentono la mia sfiga e vogliono consolarmi, non è vero piccolo? “

Ero intenta ad accarezzare un Soriano paffutello che strusciandosi contro le mie gambe aveva cominciato a farmi le fusa contento, quando Hitomi mi sventolò la mano davanti alla faccia.

“yuuuh terra chiama Hikoshi! Ehi! “
“guarda che ti sento Arumi! Non mi ero mica incantata“ sbuffai
“Ah davvero? Ti sei quasi bloccata in mezzo alla strada ad accarezzare il gatto. Guarda che ti lascio indietro!”

Dovete sapere che Hitomi Arumi ha due grandi qualità. Il carattere deciso e impulsivo e l’essere la mia migliore amica. È una ragazza dai capelli a caschetto neri e occhi azzurri che è sempre intenta a seguire le ultime tendenze in fatto di moda. A volte diventa asfissiante quando si mette in testa qualcosa, ma so che posso sempre contare su di lei.

“Arrivo! Non mettermi fretta! E poi non è ancora aperto, anche se andiamo con calma Shinji non scappa mica! “ Le dissi correndole dietro

Hitomi mise su il miglior broncio che stava a indicare che non aveva gradito la mia battuta. Ridendo attraversai la strada e fu allora che nel mio raggio d’azione, comparve qualcosa di strano. Al inizio non lo avevo notato probabilmente ma vicino al vicolo c’era un grosso gatto bianco solo che questo non era su quattro zampe, camminava su due zampe e una di quelle anteriori era piegata, mi stava fissando con espressione sorniona.

“Il tempo è quasi giunto. Tutto nella tu vita sta per cambiare nyan”

Era come se quella voce, stesse risuonando nella mia testa. Come se il gatto strano mi stesse parlando telepaticamente. Sentendo i miei amici che mi chiamavano, distolsi lo sguardo e quando tornai a guardare verso il vicolo, il gatto strano non c’era più.

Scossi la testa e tornai dai miei amici cercando di dimenticare quello che avevo appena visto, ma non potevo immaginare che da lì a poco tutto sarebbe precipitato.

Quella notte mi ritrovai a fare un sogno che facevo ormai da quando ne avevo memoria.

Ero in un luogo che non conoscevo una valle dai colori pastello, ed ero immersa nel acqua fino alle ginocchia, il profumo inebriante dei fiori di ciliegio mi avvolgeva mentre camminando raggiungevo una collina sulla quale vi era un gigantesco ciliegio in fiore che sembrava quasi circondato da una aura luminosa.

Ero senza parole davanti a tanta magnificenza, quando improvvisamente, il suono di tanti campanelli di vetro mi riempì le orecchie e avvolta da un nugolo di petali rosa, davanti al ciliegio apparve una donna.

Era inginocchiata e mi dava le spalle, i suoi capelli erano molto lunghi e di un rosa davvero chiarissimo erano lasciati sciolti lungo le spalle. Indossava un elegante kimono impreziosito da decori di fiori dai colori pastello. Si voltò lentamente verso di me e sorrise. Aveva un volto piccolo e delicato con lineamenti del viso molto dolci e occhi azzurri.

“ Dove siamo che cosa sta succedendo?”

A quelle mie parole sembrò che l’atteggiamento della donna cambiasse. Si alzò lentamente da terra e mentre il vento cominciava a farsi più forte tanto da sollevare una nuvola di petali rosa, allungò la mano verso di me.

Perché facevo sempre quel sogno e che cosa aveva a che fare con me quella donna misteriosa?

Guardandola capì immediatamente che le mie domande sarebbero rimaste senza risposta. Stavo per parlare nuovamente quando il vento divenne fortissimo e fui costretta a chiudere gli occhi infastidita finendo con il risvegliarmi da quel sogno.


“ Che strano…che cosa vorrà mai dire tutto questo?”

Sussurrai con il cuore che batteva a mille. Non mi sentivo affatto tranquilla. Ero solita fare quel sogno da quando ero piccola ma non avevo mai capito che cosa significasse realmente. Fu allora che mi ricordai dello strano gatto che avevo visto in paese e di come ne Hitomi ne Kazuya l’avessero notato.
Secondo i miei amici ero molto stanca e stavo sognando a occhi aperti ma io sapevo che non era così. In qualche modo sentivo di dover scoprire la verità. Così decisi che il giorno seguente sarei andata in biblioteca per fare qualche ricerca. Sistemai meglio il cuscino e tentai di prendere sonno sperando di non fare altri sogni strani e incomprensibili.

Uscita da scuola salutai i miei amici e promettendo loro di vederci nel pomeriggio, raggiunsi la biblioteca. Osaka era una città molto tranquilla diversamente da Tokyo o altre metropoli era più rurale e naturale. Era la patria della cultura e dei templi che di certo non mancavano mai. Stavo camminando per il viale alberato quando notando i ciliegi posti lungo la strada mi tornò in mente il sogno che avevo fatto. Il grande ciliegio e la donna in kimono…fu allora che il suono di un campanello di vetro attirò la mia attenzione e quando mi voltai, vidi un gatto bianco che mi fissava. Il campanello che avevo sentito, doveva essere quello attaccato al suo collare pensai. Mi avvicinai subito e lo presi in braccio accarezzandolo sulla testa e la schiena.

“Ehi sei tutto solo? Dove sono i tuoi padroni?”

Domandai come se quel gatto potesse rispondermi per davvero. Lui si limitò a fare le fusa e sfregare la testa contro la mia mano. Sospirai e mi guardai intorno cercando se magari i suoi padroni erano in zona ma non vidi nessuno. Alla fine decisi di portare il gatto con me e lo misi nel borsone della palestra.

“Va bene non fare rumore adesso. Più tardi cercherò i tuoi padroni“ dissi entrando in biblioteca.

Mi misi immediatamente a digitare su Google tutto quello che mi ricordavo sia del sogno che dello strano incontro. Una pagina dai disegni di monete su sfondo bianco si aprì davanti a me. C’erano alcune foto di statuine di gatto. Avevano un aspetto molto famigliare: gatti di ceramica con l’espressione sorniona e la zampa sollevata. Erano identici a quello che avevo visto in paese!
Iniziai subito a leggere quello che c’era scritto scorrendo il documento

“Vari aneddoti raccontano che degli illustri personaggi (Imperatori giapponesi, Oda Nobunaga e il samurai Ii Naotaka) passarono vicino a un gatto che agitava una zampa. Interpretando il movimento del gatto come un segno di richiamo, i nobiluomini si fermarono e andarono verso di lui; essendosi allontanati dalla strada che stavano seguendo, si accorsero di aver evitato una trappola che era stata tesa per loro proprio poco più avanti.”

Restai colpita da quelle parole. Più continuavo a leggere più era chiaro come vi fosse un collegamento con ciò che avevo visto.

“ Allora i gatti furono considerati spiriti saggi e portatori di fortuna; in molti luoghi di culto e case giapponesi si trova infatti la raffigurazione di un gatto con una zampa alzata nell’atto di salutare, da qui l’origine del Maneki neko, spesso indicato anche come Kami Neko riferendosi al kami, o spirito, del gatto”

Passai in seguito a cercare qualcosa sulla donna che avevo visto in sogno e il luogo con l’albero gigantesco ma non riuscì a trovare nulla se non una pagina che parlava di fertilizzanti per far crescere meglio le piante. Alla fine sospirando appoggiai la testa indietro e chiudendo gli occhi cercai di rilassarmi. Non ero riuscita a scoprire granché rispetto a quello che mi interessava sapere ed ero piuttosto abbattuta.

Stavo per uscire E tornare a casa, quando improvvisamente vidi qualcosa con la coda dell’occhio in un angolo della stanza. Al inizio sembrò solo una sorta di pallina di lanuggine avvolta da una strana nebbia ma poi iniziò a prendere una forma più grande. Per poco non urlai quando l’essere si avvicinò verso di me.

Non aveva niente di umano sembrava più una grossa palla di pelo con il becco e delle protuberanze rosse simili a mani.

Restai completamente paralizzata davanti a quella creatura e quando cercò di afferrarmi con le sue zampe, mi venne quasi spontaneo indietreggiare sbattendo con la schiena contro il computer che cadendo fece un gran baccano.

Ero completamente paralizzata davanti al mostro che continuava ad avanzare, mulinando quelle sorta di zampe e distruggendo tutto quello che si parava davanti a lui. Cominciai a gridare tenendomi la testa con le mani ma sembrava che le persone accanto a me, non vedessero il mostro. Sentì gridare qualcuno qualcosa come“ è un cortocircuito! Fate uscire tutti!”

Cortocircuito? Ma come?! Non vedevano la palla gigantesca di fuliggine con becco e zampe che stava cercando di mangiarmi!?

Ormai credevo fosse la fine. Mi spinsi fino al muro alle mie spalle praticamente appiccicandomi alla parete e gridai, gridai con quanto fiato avevo in corpo, sentendo le lacrime agli angoli degli occhi iniziare a scendere lungo le guance e gli occhi bruciare. Avevo la vista appannata e l’ultima cosa che vidi, fu una figura saltare davanti a me e bloccare in qualche modo la creatura.
 
“Tieni duro! “
 
Una voce maschile e un tepore caldo a sfiorarmi la pelle, come quando da d’inverno, mi sedevo davanti al caminetto acceso.
Poi fu il buio…



Angolo della autrice

Salve! Eccoci al primo capitolo che funge da prologo per la storia.
Sono secoli che non scrivo più una storia su Percy Jackson, anche se la parte “Percy Jackson“ arriverà un po’ più avanti.
Spero che questa storia possa piacere a molte persone. Ho sempre amato il mondo di Percy Jackson e ho sempre desiderato creare qualcosa con la mia mitologia preferita in assoluto. Spero non guarderete troppo agli strafalcioni ortografici, so di non essere perfetta. Vi chiedo pietà se alcune cose potrebbero non essere spiegate molto bene e non preoccupatevi cercherò di pubblicare spesso.
Detto ciò buona estate a tutti e ringrazio chiunque voglia seguirmi in questa avventura.
  
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