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Autore: Night_Shadow_1303    06/07/2022    0 recensioni
Joanna Julia, ragazza di ventitré anni, laureata in ingengeria meccanica ed elettronica con il massimo dei voti, dal carattere deciso e testardo, ma anche spiritoso e gentile, all'età di tre anni è stata adottata dalla famiglia Rumlow ed è cresciuta convinta che l'obiettivo dell'HYDRA sia quello di garantire la vera libertà al mondo. Ma un giorno, quando il padre le chiede di lavorare su un progetto di massima importanza, Joanna fa la conoscenza di un certo Soldato d'Inverno. Piano piano, conoscendolo meglio e scoprendo cose inaspettate, la ragazza si trova a dubitare di ciò che ha sempre creduto...
Dal cap.4:
"Quindi, come ti chiami?" chiese la ragazza,
"Sono il Soldato d'Inverno" rispose lui, con gli occhi color del ghiaccio fissi.
"Ok, grazie, quello lo sapevo. Intendevo il nome vero. Non mi piace chiamare le persone in modo troppo formale"
"Non lo so."
"Ho capito, ho capito. Mi sa che mi toccherà sbirciare nel tuo fascicolo. Chissà poi perché nessuno vuole dirmelo... insomma, sono un ingegnere, non un generale, e non ho alcuna intenzione di chiamarti soldato, qualunque cosa dica mio padre. A proposito... non è un problema se ti do del tu, vero?"
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lunedì, 18 novembre 1996
New York City, New York

Era ancora buio quando Joanna uscì dalla portiera dell'auto, seguita come sempre da Kayla, e il vento soffiava forte.
La ragazza, dopo aver richiuso la portiera e aver preso un borsone sportivo, si strinse nel cappotto cammello che indossava e si avviò verso lo stabile almeno all'apparenza abbandonato che si trovava appena un isolato più avanti. 
In genere parcheggiava più lontano, e sempre in posti diversi, per non destare sospetti, ma quel giorno aveva deciso che sarebbe stato più comodo avere la macchina vicina.
Del resto, alle sei e mezzo di mattina non c'era molta gente in giro, e quella che c'era non avrebbe sicuramente notato un'automobile come tante altre.
Dopo essere entrata senza problemi, considerando anche che le due guardie all'ingresso dovevano essere stanche morte (erano alla fine del turno di guardia di notte, del quale tra l'altro Joanna non capiva l'utilità) si diresse verso il quarto corridoio a sinistra.

Durante tutta la giornata precedente, anche se si era sforzata di non pensarci troppo, i suoi pensieri erano stati quasi completamente rivolti a James.
Dopo il pranzo di sabato e il pomeriggio trascorso a parlare con lui (o meglio, prevalentemente a lui, dato che non lui non era sicuramente di molte parole), infatti, Jo era ancora più sicura della sua impressione iniziale.
No, non era pericoloso. Beh, forse un pochino, certo, ma lei non aveva paura. 
Non tanto perché sapeva difendersi, ma perché era capace di prendere le persone dal verso giusto, se voleva. E se non erano troppo indisponenti. E se non si sentivano superiori a tutto e a tutti. E se lei non era arrabbiata con loro. 
Ok, i requisiti spesso erano troppi. E spesso semplicemente non aveva voglia di mettersi a fare la leccapiedi con i palloni gonfiati per convincerli ad apprezzarla e portarli dalla sua parte, perché anche se non le piaceva ammetterlo, era anche lei una persona piuttosto orgogliosa e testarda.
In ogni caso, James non era un presuntuoso, e lei aveva deciso che, oltre a lavorare sul suo braccio, voleva diventare sua amica.

Gli altri pensieri erano stati rivolti al proprio piano per quella giornata.
Che, ovviamente, lo riguardava, e che era l'unico motivo per cui si era svegliata alle cinque di mattina ed era uscita di casa con quel vento gelido.
Contava, infatti, di incontrare ancora poca gente alla base e di poter sfruttare il cambio delle guardie delle sette di mattina.
Memorizzare la routine delle guardie era stata sicuramente un'ottima idea, si disse, mentre si avvicinava a una di loro.

"Buongiorno agente, sono Joanna Julia Rumlow. Vorrei vedere il Soldato d'Inverno, dato che come sicuramente saprà sono il nuovo ingegnere del progetto e devo aggiustare il braccio meccanico." gli disse.
"Buongiorno dottoressa, come mai così presto?"
Joanna sorrise. Si aspettava quella domanda e, ovviamente, si era preparata una risposta.
"Oggi mi sono svegliata presto... e ho deciso di venire presto anche perché qui devo solo vedere due cose, ma il grosso del lavoro sui pezzi da cambiare lo faccio a casa, dove ho attrezzature migliori."
"Va bene, lo faccio portare subito. Se desidera intanto può prendere un caffè." rispose l'agente, accontentandosi tranquillamente della risposta.
Parte 1 del piano (non risultare sospetta): riuscita, pensò soddisfatta la ragazza mentre sorseggiava la bevanda calda vagamente somigliante ad un caffè che era uscita dalla macchinetta poco prima.

Un paio di minuti dopo, borsone in mano e cagnolona al seguito, era entrata nella stanza del giorno prima, dove era da poco arrivato anche James, scortato da quattro agenti.
Cielo, che esagerazione, si disse la ragazza, mentre li congedava con un sorriso forzato.
Richiusa la porta, controllò l'orologio: erano le sette meno un quarto. Perfetto. Stava andando tutto come aveva pianificato.
Si girò verso James, e notò che aveva un'aria piuttosto stanca. Probabilmente non aveva dormito molto, e per un attimo la ragazza si sentì in colpa per averlo fatto svegliare così presto... ma dopotutto era per fargli una bella sorpresa, e in ogni caso gli avrebbe lasciato l'occasione di riposare nel corso della giornata se ne aveva bisogno.

"Ciao James, scusa se ti ho svegliato così presto" lo salutò.
"Non c'è problema" rispose, sollevando un angolo della bocca. 
'Sì!', si disse Jo, 'lo sto facendo sorridere!' 
Era una persona piuttosto altruista, anche troppo a detta di suo padre, e rendere felici le persone le procurava più soddisfazione che vincere un premio... beh, non sempre, ma un sorriso era sempre un premio bellissimo per lei. Specie se veniva da una persona che, in genere, sorrideva poco.
Incoraggiata dal buon inizio, proseguì:
"Allora... stavo pensando... sai, qui la strumentazione è abbastanza vecchia, scarsa... e a dire il vero nemmeno particolarmente sicura, vista l'esposizione all'elettricità che rischiano di provocare questi macchinari... e dire che ieri avevo detto a mio padre che c'era da starci ben attenti, almeno finché non avrò messo a posto il tuo braccio... ma sai, a volte le cose gli entrano da un orecchio e gli escono dall'altro... ok, scusa, sto divagando" disse con una risatina nervosa, maledicendosi mentalmente.
'Sei un'idiota, Jo! Vai al punto per una volta, non hai mezz'ora da perdere in scemenze varie!' si disse.
"Comunque, volevo dire che ho pensato che forse sarebbe meglio che andassimo a casa mia. Ho una stanza laboratorio con strumenti che ho fatto io e che, modestamente, sono decisamente meglio della robaccia qui, e poi è un posto più accogliente... allora, che ne dici?" chiese, speranzosa. 

La domanda fu seguita da qualche secondo di silenzio.
"Non... non so se sia una buona idea" rispose poi James "Non credo mi sia permesso uscire di qui" concluse con un'aria da cui traspariva una certa delusione e un pizzico di rimorso per avere dovuto dare quella risposta.
Joanna sentì il sangue ribollirle nelle vene. Ma davvero? Non lo lasciavano uscire? E perché di preciso? Se una persona si era unita all'Hydra, non c'era motivo che provasse a scappare, ovviamente a meno che non la rinchiudessero...  che manica di imbecilli!
In ogni caso, più o meno si aspettava che avrebbero fatto qualche storia, e fortunatamente si era organizzata.

"Non preoccuparti, dirò che sono stata io ad averlo imposto, se a te va bene... alla peggio faccio la figura della tonta che non pensa prima di agire, ma non possono dirmi che ho infranto qualche regola... dopotutto non lo ha esplicitamente detto nessuno, no?" concluse con un sorrisetto furbo.
"Mi andrebbe bene, ma non credo che le guardie mi lasceranno passare, comunque" rispose, con uno sguardo però più speranzoso di prima.
"Infatti non ho la benché minima intenzione di chiedergli gentilmente il permesso... vedi, la mia idea è questa: tu ti travesti da agente e usciamo durante il cambio delle guardia delle sette, e se  qualcuno chiede spiegazioni dirò che mi stai aiutando a trasportare delle attrezzature in auto. Con tutto il movimento di guardie nessuno si farà molte domande, e dato che mio padre oggi non c'è non dovrebbe accorgersene nessuno, almeno fino all'ora di pranzo... e a quel punto se mi telefonano avrò buon gioco a dire che avevo bisogno dei  miei strumenti e non pensavo che non potessimo ma che dopotutto non era successo nulla di male e che quindi non c'era ragione di temere nulla!" spiegò lei. "Però ho bisogno che tu mi prometta che non farai nulla di strano, ok? Ne va della possibilità di uscire di qui anche delle altre volte... allora, ci stai?" gli chiese, con un tono diventato d'un tratto più serio.
"Sì... sì, certo." rispose James, con tono prima più dubbioso, poi con più convinzione. "Ma dove trovo una divisa da guardia?"

"Ottimo!" rispose Joanna, con un sorriso che andava da una parte all'altra del viso.
Parte 2 (convincere James): completata con successo, pensò, ancora più felice di quanto fosse soddisfatta.
"Per la divisa ne ho una qui nel borsone... era la prima di mio fratello, che però ha cambiato subito perché avevano preso male le misure ed era un po' grande... più o meno dovrebbe starti." continuò "Adesso sono le 6:55, esco un attimo con qualche cianfrusaglia nel borsone e fingo di sistemarla, quando sei pronto esci anche tu, così sembrerai solo una guardia che, finendo il suo turno, ha deciso di darmi una mano, ok?" 
James le fece un cenno con la testa, facendole capire di avere capito, e Jo, dopo aver raccolto un paio di strumenti e un po' di materiali vari uscì.

(Time skip)

 Mentre richiudeva la portiera dell'auto e inseriva la chiave nel cruscotto, Joanna non poté fare a meno di complimentarsi con se stessa per aver ordito un piano che, almeno fino a quel momento, aveva davvero funzionato a meraviglia.
E dire che suo padre sosteneva che fare una cosa del genere fosse sempre difficile, ma assolutamente impossibile per chiunque non avesse seguito l'addestramento specifico da agente operativo che lei si era rifiutata di ricevere!
Quasi le dispiaceva che non lo sarebbe mai venuto a sapere. Quasi.

Con un sorrisetto divertito da questi pensieri, mise la chiave dell'auto nel cruscotto e si voltò a guardare James.
Questo, seduto sul sedile del passeggero, si era appena tolto il casco e si guardava intorno, con quella che ad altri sarebbe parsa un'aria indifferente, ma Jo, che era sempre stata piuttosto brava a leggere le persone, impiegò meno di un istante per capire che, in realtà, era teso come una corda di violino.
"Ehi, rilassati. Va tutto bene" gli disse quindi con un sorriso gentile, sfiorandogli il braccio coperto dallo spesso strato di tessuto nero.
Lui restò in silenzio, ma, per la seconda volta nell'ultima mezz'ora, abbozzò un sorriso.

Rimasero in silenzio per quella che a entrambi, desiderosi l'una di conversare, l'altro di ascoltare una voce non ostile, sembrò un'eternità, ma che in realtà durò poco più di un minuto. 
Poi, improvvisamente, Joanna, ferma ad un semaforo rosso, si voltò nuovamente verso James.
"Ti va bene se metto un po' di musica?" chiese.

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Buongiorgio a tutti!😃😃😃

Ebbene sì... dopo due mesi, sono finalmente tornata!!!
So che ci ho messo un po' tanto, ma maggio con la scuola è praticamente la morte civile, e a giugno mi sono presa un mese sabbatico (mi sa che non si dice, ma fa lo stesso😂)

In ogni caso... eccomi qui, con questo nuovo capitolo dal punto di vista di Jo, che, detto tra parentesi, non è stato facilissimo da scrivere, e dove scopriamo che, come a tanti, anche alla nostra protagonista piacciono i piani contorti (la differenza è che i suoi funzionano, i nostri no 😂😂😂).

Dato che non ho idee, nè tempo, nè voglia, per aggiungere altro (sono pigra e lo so 😅) vi saluto!!!

Sciaooooooooooooooooooooooooooo!!!!!🤗🤗🤗

 

 

 

 

   
 
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